Nel dare il mio benvenuto in questa nuova veste del glorioso Calcydros, mi permetto di portare
all’attenzione una notizia, riportata dal giornale online “notizie.it” e probabilmente ignorata dai
piu’.
In questi giorni in cui fa molto parlare ed indignarsi, la notizia dello stupro di gruppo a Rimini,
occorre anche riflettere sulla mentalita’ che accomuna una buona parte del mondo maschile di ogni
nazionalita’ nei confronti delle donne; oltre a ricordare anche quanto sia forte il risentimento di una
grande quantita’ di italiani nei confronti dell’immigrazione e di tutto cio’ che questa comporta nella
nostra realta’ quotidiana. Mi pare che le due notizie cosi’ distanti , ma non troppo, nel tempo,
possano essere fonte di riflessione sia sulla condizione della donna, sia su come sia vissuta
un’invasione del proprio suolo, in qualsiasi modalita’ essa venga effettuata, da parte dei nativi.

Forse non tutti sanno che Indro Montanelli acquistò una moglie di 12 anni in Abissinia definendola un bell’animalino.

Indro Montanelli comprò una
moglie dell’età di 12 anni durante il periodo del colonialismo
fascista in Abissinia.
Correva l’anno 1936 e sul giornale Civiltà Fascista, il popolare giornalista
Indro Montanelli scriveva: “non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di
una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza. Non si può, non si deve. Almeno finché
non si sia data loro una civiltà“.
In una intervita rilasciata a un altro grande giornalista, ovvero
Enzo Biagi, Montanelli parla di
questa moglie 12enne, dicendo:
aveva dodici anni, ma non mi prendere per un Girolimoni, a
dodici anni quelle li’ erano gia’ donne”.
L’avevo comprata a Saganeiti
assieme a un cavallo e un fucile, tutto a 500 lire. (…)
Era un
animalino docile, io gli misi su un tucul con dei polli. E poi ogni quindici giorni mi raggiungeva
dovunque fossi insieme alle mogli degli altri ascari“.
“Pare che avessi scelto bene, era una bellissima ragazza, Milena, di dodici anni.
Scusate, ma in Africa e’ un’altra cosa.
Cosi’ l’avevo regolarmente sposata, nel senso che
l’avevo comprata dal padre.
(…) Mi ha accompagnato assieme alle mogli dei miei ascari (…) non e’ che seguivano la
banda, ma ogni quindici giorni ci raggiungevano (…) e arrivava anche questa mia moglie, con la
cesta in testa, che mi portava la biancheria pulita. (…)
non c’e’ stata nessuna violenza, le ragazze
in Abissinia si sposano a dodici anni“.
La moglie 12enne, comprata da Montanelli, non appena il giornalista tornò in Italia, fu
abbandonata al suo tucul e al suo destino
Le leggi razziali, in vigore in quel periodo, non permettevano, di elevare al rango di moglie
delle donne appartenenti ad altre razze, ecco il motivo per cui la moglie bambina di 12 anni

rimase al suo triste destino e non arrivò in Italia.

In questa foto, mi pare che la ragazza non sia cosi’ felice del suo destino di schiava e di
schiava sessuale. Mi fa invece pensare ad una soggezione al maschio silenziosa quanto subita
con dolore, con la triste accettazione del debole, che non puo’ fare altro che chinare la testa e
sopportare.