Nuovi scenari per “Terra contro Mare”

di Consulente dei Nuovi Schiavi & Rodney Moore

L’Artide ad occhi distratti, appare come un semplice deserto di ghiaccio, ma in realtà è un vero e proprio scrigno pieno di tesori: il 30% di riserve di gas non ancora sfruttate e il 17% di petrolio, oltre a notevoli giacimenti di minerali preziosi quali oro e platino, si celano sotto il permafrost, secondo lo studio di alcuni geologi americani. Non solo, ma lo scioglimento dei ghiacci causato dal riscaldamento globale, offre importanti opportunità per l’apertura di nuove rotte marittime a nord, alternative al Canale di Suez, che velocizzerebbero in maniera apprezzabile i commerci per mare tra Europa e Asia: questo è uno scenario dirompente per la potenza marittima americana, scenario dirompente per la potenza di terra cinese che sta implementando la nuova Via della Seta terracquea (che sembra non accontentarsi più di essere una potenza di terra) ed una grossa occasione per la potenza di terra russa.

Chiaramente tutti i paesi che si affacciano sul circolo polare artico – USA, Canada, Russia e i paesi scandinavi – sono interessati a porre il proprio controllo sulla regione dei ghiacci – per loro lo scioglimento dei ghiacci non è una calamità quanto piuttosto una ottima occasione per la propria crescita economica – ma sembra essere proprio la Russia in vantaggio sugli altri contendenti. La Russia possiede già una formidabile flotta di navi rompighiaccio e ha investito circa 300 miliardi di dollari in progetti riguardanti l’Artico. Una cosa assolutamente comprensibile, visto che l’indipendenza energetica russa si basa sul 17% di produzione di petrolio e addirittura il 90% di quella di gas provenienti da quella regione. Da ricordare che un’ eventuale rotta attraverso l’Artico passerebbe, in buona parte, attraverso acque territoriali russe, per questo Mosca sta rafforzando nella regione, la propria presenza militare, col pretesto che eventuali azioni di soccorso e ricerca sarebbero responsabilità delle forze armate russe, sebbene attualmente le autorità russe si dimostrino disponibili a cooperare con altre nazioni in attività di esplorazioni e ricerche congiunte nella regione artica.

La Cina naturalmente non resta a guardare. Interessata all’apertura di una nuova rotta marittima, che opererebbe parallelamente alla OBOR (la nuova via della seta) attraverso la quale far passare i propri commerci, dato che il 60% del trasporto di merci tra Cina ed Europa avviene via mare, Pechino ha già dichiarato dal gennaio dello scorso anno, che intende collaborare più strettamente con Mosca riguardo la creazione della nuova via polare, e non stupirebbe se a breve diventasse il principale partner della Russia nell’Artico.

Si tratta esclusivamente di accordi commerciali ed economici, insistono le autorità russe e cinesi, non è prevista alcuna collaborazione di tipo militare. Nonostante questo, gli Stati Uniti non si sentono tranquilli, e potrebbero operare ingerenze, che porterebbero ad una nuova guerra fredda, con l’Artico come motivo scatenante.

La corsa delle tre superpotenze per il controllo delle ricchezze della regione è in atto ed è destinata a un sicuro incremento, mano a mano che i ghiacci si ritirano. Anche gli altri paesi che si affacciano sul circolo polare artico sono interessati, ovviamente, a stabilire la propria leadership sul territorio. Anche la NATO sembra interessata a espandere la propria influenza, con il Regno Unito (ex potenza egemone marittima), sempre pronto a sposare cause discutibili, forse per rendersi utile al suo principale alleato, gli USA, ha appoggiato le rivendicazioni del Patto Atlantico, mentre per bocca del Ministro della Difesa, ha lasciato intendere la possibilità di un rafforzamento della presenza militare britannica nell’Artico, anche se non si capisce a quale titolo visto che la Gran Bretagna non ha alcuna competenza territoriale su quella regione. Secondo il diritto internazionale, disciplinato dall’ONU, ogni paese può rivendicare come acque territoriali nazionali la fascia di mare che si spinge dalla costa fino a 200 miglia al largo. Solo Norvegiae Islanda, attualmente, hanno acque territoriali che ricadono in regione artica, il problema nascerà dalla sovrapposizione delle richieste degli altri paesi. USA, Russia e Canada sono in attesa di una decisione in proposito.

E la UE? Mentre noi europei speriamo di essere l’ombelico del mondo, mentre l’America cerca di evitare il suo peggior incubo euroasiatico (Europa+Asia cioè il blocco di terra più grande e popoloso del mondo) ed anche evitare solo una alleanza militare della  Russia con la Cina, la Russia di Putin malgrado le risorse primarie siberiane vastissime, è già che mette avanti le mani sull’artico, da decenni.  Questo comportamento della Russia non è per necessità, ovviamente, ma perché sono strategicamente tre mosse avanti.

La Russia è un paese di neanche 144 milioni di abitanti, titolare del tesoro di risorse primarie siberiane (il più vasto del mondo), che difende coi denti atomici, soprattutto dalle brame della Cina, in realtà. Ma il tesoro siberiano vale meno se si apre il forziere artico, quindi la Russia deve tenere il controllo anche del forziere artico. Il forziere artico non favorirebbe direttamente la Cina bensì prima la potenza marittima americana. La Russia, pertanto, non potendo possedere l’intero artico e visto che deve tenere buona sia la Cina che gli USA, deve poter controllare rotte e logistica delle risorse artiche in modo da trarre enorme vantaggio dal dare anche il minimo vantaggio alle potenze marittime nemiche della Cina, altresì per la Cina acquistano ancora più valore le risorse siberiane e diventa ancora più strategico l’Orso Russo.

Forte la geografia! Ecco perché i Russi fanno i rompighiaccio nucleari. La Russia multipolare non cerca uno scontro tra gli USA e la Cina, la Russia multipolare non può permettere all’america di accerchiarla ma l’Orso russo non vuole neanche essere stritolato dal Drago cinese che è sempre più affamato.

Non esiste solo l’Africa e le sue risorse, mano a mano che i ghiacci si sciolgono, le acque artiche appaiono sempre più agitate.

https://journal-neo.org/2018/12/29/today-s-arctic-is-the-desired-treasure-land/

https://www.counterpunch.org/2018/10/26/the-anti-russia-cold-war-in-the-arctic-is-heating-up/