Cosa inquieta più di una guerra? Domanda questa per nulla banale. Il fatto è che – ecco – in questo momento di guerre sparse qua e là per il mondo ce ne sono a profusione. Non c’è letteralmente un angolo del pianeta (forse solo l’Antartide, ma solo per il momento visto che, avendo l’Iran l’intenzione di stabilirvi una base1, potrebbe questo diventare presto l’ennesimo motivo di attrito con gli USA), dove non spirino venti di guerra. Cina contro Taiwan, Nord Corea contro Sud Corea, Iran contro Pakistan, Armenia contro Azerbaigian, e poi ancora Sudan e Myanmar, dove infuriano guerre civili di cui poco si sa in Occidente. Non sono che pochi esempi dei conflitti pronti a deflagrare in qualcosa di più grande: si stima che siano 31 gli scenari di guerra presenti oggi nel mondo2. Persino l’America latina oggi è in subbuglio. Certo, non è lecito asserire che sia sempre stato rose e fiori da quelle parti. Basti pensare agli scontri continui tra cartelli della droga e governi centrali, vere e proprie guerre civili, all’alto tasso di criminalità o alla congenita instabilità politica, dovuta per lo più alle continue ingerenze dei soliti americani. Però fa specie sentire del Venezuela e della Guyana sul piede di guerra per via delle rivendicazioni territoriali della prima sulla regione dell’Esequibo3: solitamente, appunto, in Sud America le tensioni sono all’interno degli stati, e non tra stati sovrani, a dimostrazione di quanto sia sempre più precaria la pace a livello internazionale. Ma ovviamente l’attenzione di tutti è concentrata su due guerre in particolari, quella tra Russia ed Ucraina, iniziata ormai quasi due anni fa, e quella in Medio Oriente. E presto potrebbe essercene una terza, questa sì in apparenza inaspettata.

Viviamo tempi di contrasti non dissimili da quelli che anticiparono lo scoppio dei due conflitti mondiali. Quindi non dobbiamo meravigliarci se oggi le stesse autorità occidentali ci stanno introducendo alla guerra contro la Russia; ormai – ci dicono – non è più questione di se, ma solo di quando.

Partiamo da quanto sta accadendo in Medio Oriente, specificatamente nella striscia di Gaza. C’è poco da aggiungere. Per quanto solo pochi giorni fa personalità politiche (per altro sempre meno autorevoli) abbiano tuonato, in occasione della giornata della memoria (corta) contro i rigurgiti dell’antisemitismo4, non c’è altro modo di definire quello che Israele sta facendo a Gaza se non come genocidio. Giusto per mettere le cose in chiaro, a parlare di genocidio è direttamente la Corte Internazionale di Giustizia5 con sede all’Aia, a cui il Sud Africa, spalleggiato da altri paesi, si è rivolto per chiedere conto a Israele della brutalità delle proprie operazioni militari. Una piccola premessa: la Corte Internazionale di Giustizia non va confusa con la Corte Penale Internazionale, cioè quella che ha espresso un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin. Infatti, la prima fa parte dell’ONU; anzi, essendo il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, emette sentenze giuridicamente vincolanti e senza appello (benché di fatto si tratti queste di sentenze prettamente politiche, dal momento che il tribunale non ha poi modo di applicarle6). La seconda, invece, non è un organo ufficiale dell’ONU e non è neppure universalmente riconosciuta a livello internazionale. Tanto per dire, USA, Israele, Cina e Russia non ne riconoscono l’autorità perché non ne hanno più ratificato il trattato costitutivo7.

Ordunque, la Corte Internazionale di Giustizia, con una sentenza che per forza di cose non poteva che essere pilatesca, se da una parte non ha espresso un vero e proprio verdetto di colpevolezza nei confronti di Israele (che per altro non ne riconosce nemmeno l’autorità, pur avendo Tel Aviv sottoscritto la Convenzione di Ginevra che attribuisce alla stessa Corte dell’Aia la giurisdizione su questioni relative a possibili violazioni), gli ha comunque ordinato di prevenire possibili atti di genocidio8. In altre parole, pur non avendo imposto a Israele la fine delle operazioni militari, la Corte ha comunque riconosciuto che l’accusa mossa dal Sud Africa di genocidio è più che plausibile.

Curiosamente, ad aver accusato di genocidio Israele è stato un paese a cui andrebbero rivolte le medesime accuse, dal momento che le autorità politiche sudafricane, quando non sono proprio addirittura conniventi, comunque tacciono su quello che è pur sempre un genocidio, ossia quello di cui è vittima la popolazione bianca boera cui vengono rivolte costantemente minacce di massacro9. Personalmente non comprendo perché Israele non abbia replicato accusando il Sud Africa a propria volta di genocidio. Per quanto possa valere, la mia opinione personale è che entrambi i paesi ne siano colpevoli.

Probabilmente non si arriverà mai, se non forse tra diversi anni, ad un vero e proprio verdetto di condanna nei confronti del governo di Tel Aviv. E quand’anche questa sentenza fosse effettivamente emessa, solo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU avrebbe gli strumenti per imporre a Israele la giusta punizione. Ma difficilmente ciò avverrà, avendo gli Stati Uniti, il più fedele alleato di Tel Aviv, il diritto di veto. In ogni caso, resta un fatto: il re è nudo. Oggi tutto il mondo sa che Israele sta commettendo un genocidio o si pone il dubbio che lo stia facendo. E questo mette il governo di Bibi Netanyahu, lui stesso passibile in futuro di un’eventuale incriminazione, in una situazione alquanto difficile.

Quando nel corso di un conflitto bellico, si registrano oltre 25.000 vittime10, prevalentemente civili, di cui la maggior parte bambini inermi, non si può nemmeno più parlare di sacrosanto diritto all’autodifesa o di danni collaterali. Si tratta indubbiamente di un deliberato atto criminale, come persino la Corte dell’ONU non ha potuto negare:

D’altro canto, sono gli stessi vertici politici e militari israeliani a non fare mistero delle loro reali intenzioni. Tzipi Hotovely, diplomatica israeliana in Gran Bretagna, ha apertamente invitato a radere al suolo l’intera striscia di Gaza ed ogni abitazione civile in essa presente11. Netanyahu, da parte sua, non ha mai nascosto di aver sempre agito affinché gli accordi coi palestinesi, che prevedevano la creazione di due stati distinti, conditio sine qua per una pace duratura tra i due popoli, restassero lettera morta12:

Non è nelle mie intenzioni parteggiare per l’una o per l’altra causa. Mi considero equidistante nelle vicende israelo-palestinesi per un ovvio motivo: in quanto bianco cristiano, percepisco gli uni e gli altri come a me ostili. Non che io voglia esserlo nei loro confronti, ma musulmani integralisti e ebrei di stampo talmudico lo sono certamente nei miei. È la storia che lo dice. Non posso non ricordare come per oltre un millennio i musulmani abbiano tentato di invadere ed islamizzare l’Europa; oggi ci stanno riuscendo spacciandosi per poveri migranti. Altresì mi chiedo se un popolo, espulso per ben 109 volte dai paesi ospitanti13, non debba “rimproverare” a se stesso una qualche colpa, anziché imprecare contro il destino cinico e baro e lagnarsi della congenita cattiveria del prossimo. E di tutto ciò io devo prendere atto.

Ma occorre fare una disamina obiettiva. Ed allo stato attuale delle cose, bisogna concludere che una pace in Medio Oriente non sarà mai possibile, almeno fino a quando una guerra protrattasi ad oltranza non avrà portato al completo annientamento del nemico, novello Amalek. Quindi è inevitabile che prima o poi si arrivi ad un allargamento del conflitto, in cui non potrà che entrare a gamba tesa anche l’Iran, il cui controllo sullo stretto di Hormuz, nodo nevralgico del commercio mondiale di petrolio e di gas (ogni giorno passano in media attraverso lo stretto 20,5 milioni di barili di greggio, condensato e prodotti petroliferi ed il 20% dei flussi globali di GNL14), espone l’Europa intera, che ha voluto voltare le spalle alla Russia, suo principale fornitore di energia (in realtà ci hanno costretto), a conseguenze a dir poco catastrofiche.

Per di più, l’Europa rischia di essere invasa, oltre che dai soliti finti profughi africani e asiatici, anche da quelli (questa volta sì veri) palestinesi. Il ministro delle finanze di Israele, Smotrich, ha chiesto espressamente che i paesi occidentali accolgano i profughi palestinesi che fuggiranno dalla guerra15. È un chiaro esempio di classico umorismo ebraico, chutzpah16. Dovrebbe essere evidente che quanto richiesto dal ministro israeliano, lungi dall’essere una richiesta umanitaria, è un vero e proprio atto di guerra verso di noi occidentali: vogliono che noi europei ci facciamo carico delle conseguenze delle loro criminali azioni. Ma nessun politicante in Europa avrà mai la volontà di contraddirli, sia per l’assoluta inconsistenza morale ed intellettuale di costoro (Salvini, ad esempio, non perde mai occasione per ricoprirsi di ridicolo17), sia per la nota predominanza delle lobby finanziarie e politiche ebraiche (non è certo questa una teoria della cospirazione), sia perché Israele è una potenza nucleare (possiede circa 200 bombe atomiche, ufficialmente18, ma quasi sicuramente molte, molte di più).

E poi, è noto a tutti come la strategia militare israeliana sia imperniata sulla cosiddetta Opzione Sansone19, ovvero sull’estremizzazione della dottrina della Mutual Assured Destruction: qualora lo stato di Israele si percepisse come prossimo alla fine, a causa evidentemente di una massiccia operazione militare da parte dell’Iran e degli altri paesi arabi a supporto dei palestinesi, esso non esiterebbe a svuotare il proprio arsenale nucleare dando vita ad un olocausto totale. “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, così proclamò lo stesso personaggio biblico di Sansone che, vistosi sopraffatto dai nemici Filistei, fece crollare la casa in cui era detenuto facendo morire con sé i suoi nemici. Per altro, gli odierni abitanti di Gaza possono essere considerati i discendenti degli stessi Filistei.

Peggio ancora, Israele è l’unica nazione al mondo, assieme a USA, Cina e Russia, a possedere una triade nucleare completa, ovvero la capacità di lanciare le proprie armi atomiche attraverso ogni ramo delle forze armate: esercito, marina e aviazione. Se oggi Israele ha, attraverso l’Opzione Sansone, la possibilità di minacciare di annientamento le città europee, questo lo si deve non solo agli Stati Uniti, sempre così prodigali negli aiuti all’alleato mediorientale, ma anche alla Germania di Angela Merkel che, per ricompensare gli ebrei per i campi di concentramento, ha fatto gentilmente dono a Tel Aviv di alcuni moderni sottomarini da due miliardi di euro cadauno20.

«Israele ha costruito armi nucleari per 30 anni. Gli ebrei comprendono ciò che l’accettazione passiva e impotente del destino ha significato per loro in passato e si sono assicurati contro di essa. Masada non era un esempio da seguire: non faceva male ai romani, ma a Sansone a Gaza? Cosa punirebbe meglio i nemici degli ebrei dopo migliaia di anni di massacri se non un inverno nucleare? Per la prima volta nella storia, un popolo che sta affrontando lo sterminio mentre il mondo ridacchia o distoglie lo sguardo – a differenza degli armeni, dei tibetani, degli ebrei europei della seconda guerra mondiale o dei ruandesi – ha il potere di distruggere il mondo. La giustizia finale?»21.

Queste parole, invero alquanto raccapriccianti e mefistofeliche, sono state rilasciate diversi anni fa al Los Angeles Times da tale David Perlmutter, politologo e professore universitario americano, ma chiaramente con la doppia cittadinanza. Costui è indubbiamente un personaggio di secondo piano, poco noto al di fuori dei circoli universitari statunitensi; ma le sue sono parole apocalittiche che risultano particolarmente indicative di come la coscienza collettiva di almeno parte del popolo ebraico sia impregnata di un così irrazionale sentimento – un mix di paura, livore e spirito di vendetta, se non di vero e proprio odio talmudico, come la triste sorte dei bambini di Gaza dimostra – da rendere l’Opzione Sansone una minaccia credibile: un’autentica spada di Damocle che pende sull’intero genere umano.

«Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai re che vengono dall’Oriente. E vidi uscire dalla bocca del dragone, da quella della bestia e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane. Essi sono spiriti di demoni capaci di compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio onnipotente. (Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna). E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armageddon.»22.

Nel libro dell’Apocalisse di San Giovanni, Armageddon viene presentato come il luogo in cui tre spiriti immondi raduneranno, alla fine dei tempi, tutti i re della Terra. Secondo una certa interpretazione, il luogo detto Armageddon dovrebbe coincidere con una collina nei pressi dell’antica città-stato di Megiddo23, situata a qualche decina di chilometri da Gerusalemme, nella bassa Galilea. Israele, dunque, nell’escatologia cristiana riveste un ruolo più che centrale: è là dove, negli ultimi tempi, avverrà lo scontro finale tra il bene ed il male. È pertanto inevitabile che monti l’apprensione in tutto il mondo per quanto sta oggi succedendo in Medio Oriente. Dalla nascita dell’entità statale sionista, quella terra non ha mai più vissuto in pace. Si fa sempre più concreta la possibilità che si sia prossimi al momento della resa dei conti perché tutti i maggiori eserciti del pianeta, a titolo e con modalità differenti, stanno convergendo proprio là, in Medio Oriente, in Terra Santa: Russia, Stati Uniti, Cina, Pakistan, Gran Bretagna (che sono tutte potenze nucleari), oltre ovviamente a Turchia e Iran, le principali potenze militari della regione, potrebbero presto confrontarsi cineticamente in quei luoghi. Ed Israele si trova al centro di tutto questo. Si ha proprio l’impressione che i re della Terra, con i loro eserciti dal potenziale distruttivo così terrificante, come profetizzato nel libro dell’Apocalisse si stiano radunando ad Armageddon.

L’Iran rimane la variabile impazzita. Nel momento in cui dovesse intervenire direttamente nel conflitto, e non solo attraverso gli Houti yemeniti, gli Hezbollah libanesi o le milizie sciite irachene a cui dà il proprio appoggio, il rischio di un’escalation diverrebbe una certezza. Non è un mistero che negli Stati Uniti le forze politiche neocon, così influenti e soprattutto così strettamente connesse agli interessi israeliani, spingano per una resa dei conti con l’Iran24. Il noto falco Nikki Haley, che contende a Donald Trump la nomination per il partito repubblicano, ha suggerito di punire l’Iran con degli omicidi mirati: vorrebbe cioè far uccidere il presidente iraniano Raisi e il leader spirituale l’ayatollah Khamenei25.

Follia pura! Mi domando sempre come sia possibile arrivare ad avere una mente così bacata. Non si rende conto costei delle conseguenze che tutto questo genererà? Prima di tutto, una cosa del genere non sarebbe, né più né meno, che un abietto atto di terrorismo, indegno di un paese che si spacci per civile. Evidentemente è bene ricordarsi che gli USA non lo sono. Secondo, sarebbe un chiaro atto di guerra al quale l’Iran non potrebbe che rispondere nella maniera più dura possibile, ovvero scatenando l’inferno ed attaccando per rappresaglia Israele. E poi, in che modo gli USA pensano di fronteggiare l’Iran? Questo è un osso troppo duro per quella che è stata certamente una formidabile macchina da guerra ma che oggi è diventata, nella migliore delle ipotesi, una tigre di carta.

Anche se ufficialmente l’Iran non dispone di bombe atomiche (cosa per altro di cui nessuno può essere sicuro), ha tutto il potenziale per fare male, e tanto, ai suoi nemici:

A quel punto sarebbe evidentemente il finimondo: da una parte Israele – sempre pronto a far scattare l’Opzione Sansone in caso di malaparata – e gli Stati Uniti e forse alcuni dei satelliti europei (probabilmente il Regno Unito e pochi altri); dall’altra l’Iran – che verrebbe perlomeno supportato da Cina e Russia essendo uno stretto alleato dei due anche all’interno dei BRICS, di cui è appena entrato a far parte – e l’intero mondo musulmano. In mezzo – e te pareva! – la nostra povera, cara, vecchia Europa che rischia seriamente non solo il collasso della propria economia a seguito degli aumenti spaventosi del prezzo del petrolio che certamente si verificheranno in caso di allargamento del conflitto, ma anche l’olocausto nucleare qualora Israele, se messo alle strette, azionasse l’Opzione Sansone, nonché una sorta di guerra civile al proprio interno con le proprie più grandi città messe a ferro e fuoco dalla teppaglia musulmana che scatenerebbe la propria violenza per risentimento nei confronti di un’occidente di cui non è congenitamente in grado di accettare i valori. Uno scenario a dir poco apocalittico, appunto.

Però c’è sempre da sperare, se non proprio nel buon senso e nell’intelligenza dei nostri governanti (per lo meno, non di quelli occidentali quando persino l’Iran ha ultimamente mandato alcuni segnali di distensione26), quanto meno nell’istinto di sopravvivenza che dovrebbe essere proprio di ogni essere vivente. Chi vorrà mai morire per Israele? Gli USA lo hanno sempre fatto, soprattutto a partire dagli attentati terroristici dell’11 settembre. Il celebre blogger americano Gordon Duff di Veterans Today in un suo articolo di alcuni anni fa riportò una frase che sarebbe stata pronunciata da Netanyahu durante una conversazione privata, ma comunque intercettata, in un bar di Gerusalemme nel lontano 1990: “L’America è un vitello d’oro e lo succhieremo, lo taglieremo e lo venderemo pezzo per pezzo finché non rimarrà altro che il più grande stato sociale del mondo che creeremo e controlleremo”27.

Chiaramente non c’è modo di appurare la veridicità di quanto sostenuto da Duff. Tuttavia, quand’anche ciò corrispondesse al vero, a più di 20 anni di distanza dal crollo delle Torri Gemelle i tempi sono, grazie al Cielo, cambiati: c’è maggiore consapevolezza nelle persone riguardo a ciò che è veramente successo all’America e a tutto il mondo in questi ultimi decenni ed alcune verità, per quanto sottaciute dai media, sono ormai di dominio pubblico. Pertanto c’è motivo di dubitare che oggi i cittadini di un paese in cui esistono 120 armi ogni 100 persone28 accettino loro malgrado e senza fiatare di farsi massacrare per gli interessi di uno stato straniero che non percepiscono più come amico; piuttosto, in molti casi, addirittura gli sono ostili.

“Avete dato tutti i nostri proiettili di artiglieria all’Ucraina e il presidente americano è impegnato a confrontarsi con i suoi stessi cittadini in Texas; chi pensi che combatterà questa guerra per te?”, questa la pungente e sagace risposta data da Jesse Kelly29, famoso anchorman radiofonico americano, al noto guerrafondaio Lindsey Graham, il compagnuccio di McCain, che invoca a gran voce un intervento punitivo contro l’Iran30. Kelly ha però ragione. L’America rischia seriamente di ritrovarsi, senza quasi accorgersene, impelagata in un’altra guerra che non avrebbe mai pensato di dover combattere: non quella, eventuale, contro l’Iran, ma la seconda guerra civile americana. È questa la terza guerra cui si faceva accenno all’inizio dell’articolo. Quanto sta succedendo oggi in Texas è a dir poco strabiliante. Persino i Russi se la ridono di fronte alle disavventure dello screditato Biden: un loro parlamentare si è detto pronto a riconoscere la Repubblica Popolare del Texas, non appena questa dovesse decidere di separarsi dagli USA31.

Biden, ormai completamente delegittimato dagli stessi Stati dell’Unione32, non sembra più nelle condizioni di poter muover guerra all’Iran. Lo facesse, scoppierebbe veramente una guerra civile. Il suo probabile successore, Donald Trump, fedele al motto America First, non vuole condurre il proprio paese in un conflitto che darebbe il là alla terza guerra mondiale. Anche per questo, non gli permetteranno mai di rientrare alla Casa Bianca. Da qui alle prossime elezioni americane, dobbiamo aspettarci che succeda di tutto, a cominciare dal fatto che queste stesse possano essere rinviate o annullate, o addirittura che si attenti alla vita di Trump medesimo. D’altronde, il figlio effeminato di Soros ha recentemente postato su Twitter un messaggio che in molti hanno interpretato come un invito all’omicidio di Donald Trump33. Succedesse, la seconda guerra civile americana diventerebbe automaticamente una certezza, visto e considerato che milioni di americani, tutti pesantemente armati, hanno riposto nel magnate newyorchese le loro ultime speranze per poter riavere pacificamente un paese che non sentono più loro.

Le cose non stanno affatto andando bene per Israele che pare non più in grado di fare affidamento sui propri tradizionali schiavetti goym, pardon, volevo dire alleati. L’opinione pubblica occidentale è in gran parte schierata a favore della causa palestinese, come dimostrano le folle oceaniche che a scadenza quasi quotidiana si radunano per protestare contro la brutalità dell’esercito israeliano; anche l’opinione pubblica israeliana è in parte ostile al suo attuale establishment, con i sondaggi che indicano come ormai più della metà dei cittadini di Israele non desiderino più il proseguimento di una guerra34 che non sta avendo dal punto di vista militare i risultati sperati35 e che oltretutto sta sempre più minando le fondamenta dell’economia nazionale36; la credibilità internazionale del governo dello stesso Netanyahu è ormai sottozero, pesando come un macigno il verdetto della Corte dell’Aia che non lo ha scagionato dall’accusa di genocidio; l’isolamento a livello diplomatico è oggi più evidente che mai, come testimoniato da un documento sottoscritto da oltre 800 diplomatici internazionali di alto livello che, inorriditi dalla violenza della reazione israeliana agli attentati di Hamas, incominciano evidentemente ad avere loro stessi una crisi di coscienza37.

Ma soprattutto, Israele deve iniziare con il fare i conti con altri tre fattori con cui probabilmente pensava di non doversi mai confrontare. Innanzitutto, un po’ ovunque nel mondo la gente comune non è più disposta a giustificare l’operato degli ebrei solo per le disgrazie che sono loro capitate durante la seconda guerra mondiale: sempre più persone non tollerano più che la Shoah venga sistematicamente utilizzata come scusante per scansare le proprie responsabilità (ad esempio, recentemente Alejandro Mayorkas, segretario della sicurezza interna dell’amministrazione Biden, incalzato dal senatore Hawley che gli chiedeva conto della disastrosa situazione al confine meridionale, non ha saputo fare altro che balbettare che era irrispettoso muovergli certe critiche dal momento che suo padre era stato un sopravvissuto dell’Olocausto38). Inoltre, gli Stati Uniti non paiono più il golem di una volta, non solo per via di una guerra civile che parrebbe incipiente, ma anche per il crollo sempre più probabile del dollaro come moneta di riserva internazionale, cosa questa che inesorabilmente minerebbe le loro capacità di intervenire militarmente sullo scacchiere internazionale.

In più, poche settimane fa è stata rilasciata una prima lista dei clienti del famigerato Lolita Express di Jeffrey Epstein, che sappiamo tutti cosa fosse in realtà. Apparentemente si tratta di una notizia con scarsa attinenza agli eventi che stanno capitando sullo scenario internazionale. Ma in realtà, questa potrebbe rivelarsi un enorme grattacapo per il governo di Netanyahu. A spiccare in questa lista, oltre al nome dell’ex presidente americano Bill Clinton e del principe britannico Andrew (la cui ex moglie, Sarah Ferguson, guarda caso pare abbia potuto acquistare un costosissimo chalet nell’esclusiva località elvetica di Verbier solo grazie ad un prestito concessole dallo stesso Epstein39), sono anche quelli di molti americani dalla doppia cittadinanza. Non è certo una teoria della cospirazione sostenere che Epstein ricattasse i propri clienti avendo dei filmati assai compromettenti su di loro: ne ha spesso parlato anche la stampa mainstream40. Lo faceva solo pro domo sua? Oppure anche per altri? E nel caso, di chi si tratta? Se fosse appurato che i ricatti di Epstein erano anche a favore di altri soggetti, potrebbero aprirsi spiragli alquanto interessanti.

James Comer, parlamentare americano conservatore, ha espresso tutte le sue perplessità al riguardo arrivando ad avanzare il sospetto che Epstein operasse in tal guisa non solo per il proprio tornaconto personale, ma anche per favorire un qualche paese straniero per conto del quale avrebbe operato come doppio agente41. Che paese straniero potrebbe mai essere questo? Beh, noi ci limitiamo a riportare quanto affermato dall”ex agente del Mossad Ari Ben-Menashe, secondo il quale questo paese non poteva che essere Israele, essendo stato a lungo Epstein un asset strategico a disposizione dello stesso servizio segreto israeliano42! Ben-Menashe non è stato per altro l’unico ad aver fatto simili insinuazioni sui rapporti esistenti tra Epstein ed il Mossad israeliano. Un altro ex agente segreto di quest’ultimo, Victor Ostrovsky, ha scritto le medesime cose nero su bianco in un suo libro pubblicato qualche anno fa43.

Non ci è dato di sapere di che natura siano stati effettivamente questi rapporti; ma di sicuro ce ne erano, eccome se ce ne erano:

D’altronde, un altro dei nomi più in vista sulla lista di Epstein è quello di Ehud Barak, che è stato a lungo primo ministro di Israele e che in tantissime occasioni ha fatto visita al defunto miliardario presso la sua lussuosa dimora in una delle zone più esclusive di Manhattan44. Né dobbiamo dimenticarci di come l’amante di Epstein, Ghislaine Maxwell, sia figlia di quel Robert Maxwell che è risaputo essere stato un triplo agente a favore di CIA, Mossad e MI6.

Cosa succederebbe se fosse provato che alcuni politici americani, tra i più potenti ed influenti, sono stati ricattati allo scopo di fare gli interessi non dell’America ma di un paese straniero (ovvero di Israele)? Difficile che la verità possa emergere in futuro anche perché qualcuno rischierebbe veramente la pena capitale per alto tradimento. Ma in ogni caso, fossi in Netanyahu, non dormirei sonni tranquilli. Qualcosa sembra essere cambiato nelle fin qui solide relazioni tra Israele e Stati Uniti. Ad esempio, proprio Blinken pare aver cambiato idea ed essere diventato più possibilista circa il fatto che gli USA possano presto riconoscere lo stato palestinese45. Persino Biden ha appena emesso un ordine esecutivo con cui sanzionare i coloni ebrei che si rendessero responsabili di attacchi ingiustificati nei confronti dei palestinesi e di attivisti per la pace46. In più, vi è quella strana storia dei tunnel scoperti a Brooklyn sotta la sinagoga Chabbad-Lubavitch47… Chissà?

Se, per qualsivoglia ragione, dovesse venire meno l’incondizionato appoggio che gli USA hanno sempre garantito ad Israele, quest’ultimo si ritroverebbe in una situazione potenzialmente terrificante perché solo, isolato diplomaticamente, inviso ai più, odiato a morte dai vicini, screditato, disprezzato, non più creduto e soprattutto senza protezione americana – anche in sede di Consiglio di Sicurezza dell’ONU dove gli USA sistematicamente prendono le difese di Tel Aviv – vedrebbe messa a rischio la propria sicurezza nazionale e forse addirittura il diritto stesso di esistere come stato sovrano, poiché sempre più numerosi sono coloro che non sono più disposti a tollerare che un’entità statale si comporti così come Israele ha spesso fatto, in totale disprezzo del diritto internazionale (per quanto quest’ultimo possa valere), come se si fosse al di sopra della legge. D’altronde, non può essere diversamente. Solo la soluzione dei due stati, accettata a livello internazionale, avrebbe potuto garantire una qualche forma di pacifica convivenza tra i due popoli. Ma le azioni intraprese negli ultimi tempi da entrambe le parti invero, ma principalmente da quella israeliana, hanno dimostrato, come si sosteneva qualche pagina fa, che il punto di non ritorno è stato ampiamente superato.

A questo punto, cosa resterebbe da fare ad Israele? Quali opzioni avrebbe sul tavolo? In che maniera si potrebbe comportare? Proseguiremo l’analisi nella seconda parte dell’articolo.

  • 1https://polarjournal.ch/en/2024/01/09/iran-says-it-wants-to-set-up-base-in-antarctica/
  • 2https://www.torinoggi.it/2024/01/30/leggi-notizia/argomenti/ultimora/articolo/diritti-umani-vigne-anvcg-sono-31-gli-scenari-di-guerra-nel-mondo-urgente-dire-stop-bombe-sui.html
  • 3https://it.euronews.com/2023/12/29/tensione-tra-venezuela-e-guyana-per-lesequibo-manduro-invia-seimila-soldati-nei-caraibi
  • 4https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/01/26/mattarella-lantisemitismo-ritorna-la-repubblica-non-tollerera_d1163004-9b4c-4274-a78b-f593e87aff0c.html
  • 5https://it.wikipedia.org/wiki/Corte_internazionale_di_giustizia
  • 6https://www.diritto.it/corte-internazionale-giustizia-pronuncia-israelo-pa/
  • 7https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_che_aderiscono_allo_Statuto_di_Roma#:~:text=Altri%20stati%20membri%20del%20Bureau,%2C%20Trinidad%20e%20Tobago%2C%20Uganda.
  • 8https://www.agi.it/estero/news/2024-01-26/corte-aja-stop-genocidio-no-cessate-il-fuoco-decidione-25020717/
  • 9https://www.ilpost.it/2023/08/04/uccidi-il-boero-la-canzone-contro-lapartheid-di-cui-si-discute-in-sudafrica/
  • 10https://abcnews.go.com/US/wireStory/gaza-health-ministry-palestinian-death-toll-israel-hamas-106546465
  • 11https://www.youtube.com/watch?v=HKwDJP9nka0
  • 12https://www.rt.com/news/590919-no-palestinian-state-netanyahu/
  • 13https://www.quora.com/Why-did-the-Jews-get-removed-from-109-countries-throughout-history
  • 14https://energiaoltre.it/perche-lo-stretto-di-hormuz-e-larteria-petrolifera-piu-importante-del-mondo/
  • 15https://archive.is/6PzD2
  • 16https://it.wikipedia.org/wiki/Chutzpah
  • 17https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1751155566389444851
  • 18https://www.repubblica.it/esteri/2023/10/14/news/israele_bomba_atomica-417798876/#:~:text=Ma%20secondo%20indiscrezioni%20che%20circolano,Russia%20(5900%20testate)%2C%20Stati
  • 19https://it.wikipedia.org/wiki/Opzione_Sansone
  • 20https://www.italiaoggi.it/news/sottomarino-in-regalo-a-israele-2048226
  • 21https://www.latimes.com/archives/la-xpm-2002-apr-07-op-perlmutter-story.html
  • 22https://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Apocalisse16
  • 23https://it.wikipedia.org/wiki/Megiddo
  • 24https://www.thegatewaypundit.com/2024/01/target-tehran-gop-senators-call-biden-strike-iran/
  • 25https://www.youtube.com/watch?v=RqCh9_0pd38
  • 26https://www.nytimes.com/2024/02/01/world/middleeast/iran-us-war.html
  • 27https://www.veteranstodayarchives.com/2015/03/12/shockwaves-part-iii/
  • 28https://mondointernazionale.org/post/possesso-di-armi-da-fuoco-negli-stati-uniti
  • 29https://en.wikipedia.org/wiki/The_Jesse_Kelly_Show
  • 30https://www.thegatewaypundit.com/2024/01/shocker-lindsey-graham-is-calling-war-iran-as/
  • 31https://www.newsweek.com/russian-lawmaker-sergey-mironov-offers-help-texas-independence-us-1864631#:~:text=Russian%20lawmaker%20Sergey%20Mironov%20offered,social%20media%20post%20on%20Saturday
  • 32https://www.orazero.org/potrebbe-essere-che-il-film-civil-war-usa-lo-vediamo-al-telegiornale-e-non-al-cinema/
  • 33https://www.quotidianocontribuenti.com/israele-sondaggio-maggioranza-per-2-stati-in-cambio-ostaggi/
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  • 35https://www.lastampa.it/audio/audioarticoli/2024/02/04/audio/dalit_katzenellenbogen_israele_ha_gia_perso_la_guerra_ora_dobbiamo_ridurre_i_danni_e_riportare_a_casa_gli_ostaggi-14044299/
  • 36https://ilfarosulmondo.it/gaza-fallimento-di-israele/?fbclid=IwAR2VOErtGWQ7x1Wt3CaeUd-WjcP9yhC8rZbRJSDAyaWzGE2WKwV0_CJKNuo
  • 37https://www.ilgazzettino.it/esteri/israele_gaza_documento_transatlantico_funzionari_usa_ue_genocidio_ultime_notizie-7911006.html
  • 38https://www.hawley.senate.gov/hawley-blasts-mayorkas-record-number-illegal-gotaways-crossing-border-without-cbp-apprehension
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  • 40https://www.nytimes.com/2019/11/30/business/david-boies-pottinger-jeffrey-epstein-videos.html
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  • 42https://scenarieconomici.it/jeffrey-epstein-agente-del-mossad-per-ricattare-lamerica/
  • 43https://www.amazon.com/Way-Deception-Making-Mossad-officer/dp/0971759502#:~:text=By%20Way%20of%20Deception%20is,of%20Mossad%20tactics%20and%20exploits
  • 44https://www.dailymail.co.uk/news/article-12926465/jeffrey-epstein-list-friendship-israeli-prime-minister-ehud-barak.html
  • 45https://www.axios.com/2024/01/31/palestine-statehood-biden-israel-gaza-war
  • 46https://apnews.com/article/biden-west-bank-israeli-settlers-palestinians-80f9e6be6f6a7bb75dc86360ac2fa6ce?taid=65bbb5fc1827f9000196e3c0&utm_campaign=TrueAnthem&utm_medium=AP&utm_source=Twitter
  • 47https://www.la7.it/intanto/video/new-york-spunta-tunnel-sotto-la-sinagoga-scontri-con-la-polizia-video-10-01-2024-521624