Visto l’enorme successo del primo capitolo, sorbitevi il secondo! Ce ne vorranno ancora un paio perché l’azione entri nel vivo, e vengano finalmente introdotti il FENTASI, la MAGGGIA, il DRAMMAH e le KREATURE MAGIKE, ma confido che per ora vi accontentiate. Anche perché i capitoli di rodaggio servono a presentare i profondissimi personaggi principali!
Buona lettura!
Come tutte le mattine mi alzai e andai a lezione. Ero molto triste, per via di quei due individui che avevano cercato di adottarmi solo il giorno prima. [In realtà dovresti saltare di gioia, stavi per avere Hitler per padre!] Una volta per la mia voglia, una volta per i miei amici immaginari, un’altra per i sogni…: [Questa interpunzione insana mi allibisce] per un motivo o per l’altro, nessuna famiglia era mai riuscita a tenermi.
A quel tempo il mio unico e vero amico era un bambino della mia età di nome Nicolas Robert Callew, [Ricordo benissimo che non sapevo nemmeno se esistesse come cognome. Ho controllato. Non esiste] Nick per gli amici: era arrivato al collegio nel mio stesso giorno, e da allora non ci siamo più separati.
Quel giorno comunque non rimasi nella tristezza molto a lungo, perché era arrivata una nuova bambina: era nel banco in fondo all’aula, ma non sembrava essere troppo timida. Aveva i capelli rossissimi e gli occhi verdi come il rubino. [Il famosissimo Rubino Verde di Coglionia!]
“Da oggi avete una nuova compagna” disse l’insegnante.
“Vuoi venire a presentarti ai tuoi amici, cara?”
La bambina si alzò e andò alla cattedra:
“Mi chiamo Jennifer Shara Lips. [Perché se sei ingles… ehm… irlandese devi avere per forza il doppio nome. Non troverete un personaggio senza. Ma, almeno, Lips vuol dire qualcosa. SARA LABBRA] Ho sette anni e vengo da Dublino”
Nella sua voce c’era una lieve nota di malinconia.
“Come sono morti i tuoi genitori?” chiese un bambino spavaldo con cui io non avevo mai parlato. [Vuoi morire fin da subito, piccolo bipede acefalo?]
“Jeff! Non si fanno queste domande”
“Sono stati uccisi… lo ha detto la polizia “disse la bambina un po’ irritata, [Giusto UN PO’] che aveva risposto come se l’insegnante non fosse nemmeno intervenuta.
“Dicci cosa ti piace fare” chiese un’altra bambina
“A me piace cantare”
“Ci canti qualche cosa?” [Sì ma è appena arrivata, datele tregua!]
La bambina guardò l’insegnante in cerca di consenso, poi fece una breve pausa e cominciò a cantare. Era bravissima, [Non avevamo dubbi] e la canzone era molto bella, anche se era in una lingua incomprensibile. [FENTASI all the way! Se non sapessi che si parla di mondi fatati, scommetterei sull’elfico]
“Molto brava Jennifer” disse l’insegnante, ma poi fu interrotta dal suono della campana, [Hanno ore brevi in questo pseudo istituto!] il che indicava che era giunta l’ora della pausa. Tutti i bambini uscirono dall’aula, e si unirono a quelli delle altre classi per uscire nel parco, mentre i più grandi, invece, si ritiravano quasi sempre nelle loro stanze per studiare. [La sintassi del periodo! Oddio! Gli occhi! Bruciano!] Notai che la bambina era sola vicino ad una colonna, così decisi di andare a fare conoscenza. Cercai di portarci anche Nick, ma sembrava più incline ad unirsi ad un gruppetto di bambini alle prese con una lucertola, e si dileguò prima che potessi fermarlo. Dopo essermi rassegnata ad andare da sola, mi avvicinai alla bambina.
“Ciao. Sei Jennifer, giusto?” [Te l’ho detto giusto due righe fa. Non ho fatto in tempo a comparire all’anagrafe per cambiarlo]
“Si. [E come poteva mancare il SI senza accento?] Tu come ti chiami?”
“Kathleen, ma puoi chiamarmi Kety”
“Allora tu puoi chiamarmi Jenny”
Ci fu una pausa, poi lei continuò:
“E’ un tuo amico quello là?” mi chiese indicando Nick.
“Si, lo vado a chiamare, così lo conosci.”
Lasciai un attimo Jenny e mi avvicinai al gruppetto di bambini.
“Vieni Nick, ti vuole conoscere!”
“Chi?” [La Regina d’Inghil… ehm… il Presidente della Repubblica dell’Éire!] mi chiese senza staccare gli occhi dalla povera lucertola che era torturata da un altro bambino.
“Jenny. Dai, vieni!” risposi cominciando a tirarlo per la maglia.
Vedendo che non mi ascoltava, liberai la lucertola, che si dileguò tra i cespugli. Subito dopo ci fu un’unanimità di “NO” detti a gran voce da tutto il gruppetto di bambini, [Schifosi marmocchi sadici] ma io continuai a chiamare Nick.
“Ok, arrivo”disse alla fine spazientito.
“Ciao” disse subito Jenny a Nick, e lui sembrò tornare quello di sempre.
“Ciao. Sono Nicolas” [Il tuo nome è stato detto almeno milleventordici volte, tranquillo, non ci dimentichiamo che sei un personaggio importante!]
In quel momento Jenny si passò un dito nel colletto dell’uniforme come se sentisse caldo, rivelando una strana macchia scura simile a delle onde. [ALT! Primo errore di trama: secondo la direttrice, al collegio c’era già una bambina con una voglia a forma di onde. A meno che non ce ne sia un’altra (ve lo dico io, non c’è), direi che siamo in presenza di un gap logico notevole. E perché? Perché io, signori, scrivevo di getto. E spesso all’indietro, come i gamberi. Non sono mai stata una persona ordinata, ma giuro che dopo l’esperienza di questo tentato libro, ho deciso di impegnarmi in quel senso almeno per la scrittura]
“Ehi! Hai una voglia come la mia!” [Macchecoincidenza!]
“Anche tu hai le onde?”
“No, io ho un lupo” e glielo mostrai spostandomi il colletto.
Nick sembrò quasi spaventarsi.
“Fammi vedere” le disse saltandole al collo per vedere la voglia. Lei si spaventò in un primo momento, poi però gliela mostrò. [E da qui in avanti mi duole dire che vi segnalerò OGNI SINGOLO DOPPIO SENSO]
Nick sembrò incantarsi.
“Dove vivevi?”
“A Dublino, l’ho detto prima” [Brava Jenny, mi sembri la più sveglia qui in mezzo!]
“E quella canzone? Dove l’hai imparata?”
“Me la cantava mia madre, ma cosa centra?”
“Niente. Non importa” [What? Non importa? Adesso tu vuoti il sacco, piccolo schifos… ehm… credo di dover farmi curare questi eccessi d’ira]
“Che c’è?” chiesi a Nick.
“Ho detto niente” disse con un tono disinvolto.
All’improvviso arrivò Vivienne, [E tu chi cavolo sei? Dov’è il tuo secondo nome?] la mia compagna di stanza, [Sono in un orfanotrofio, hanno sette anni, e non dormono in casermoni? Ma che bella l’Irlanda!] interrompendo un momento di silenzio assolutamente imbarazzante. Aveva un’aria euforica:
“Kety, mi hanno adottata!” [Ma. Che. Bello. Yuppie!]
Non risposi subito: ero quasi sconvolta. Vivienne era una mia amica, e scene orribili mi passarono per la testa dopo aver realizzato che non sarebbe stata più lei la mia compagna di stanza. [Dovresti morire d’invidia Kety! Almeno per i primi cinque secondi! Perché non hai mai reazioni normali?] Pensai ad Hannah: [O nuova arrivata dal palindromissimo appellativo, qual è il tuo secondo nome? Sto male senza] se fosse stata lei a prendere il posto di Vivienne non avrei più potuto parlare con nessuno la sera, perché lei passava i tre quarti della sua vita a studiare, poi mi venne in mente Katrina, la più antipatica della scuola, e dopo di lei Rita, Therese, Rosy… [Voglio un punto fermo, ti prego! E i secondi nomi di questo tripudio di personaggi inutili!]
“Sono contenta” le dissi nascondendo la mia delusione.
Vivienne se ne andò due giorni dopo, e da qual giorno non la rividi mai più. [Se doveva essere un momento toccante, Giulia tredicenne, credimi, ha fatto schifo]
“Stasera farai una nuova amicizia!” mi disse Nick mentre mangiavamo.
“Chissà chi mi metteranno in stanza”
“Scommetto che sarà Katrina!” [Non sappiamo il tuo secondo nome, ma se il primo contiene una K e una R, allora è ovvio che sei Kattiva!] rispose lui in tono perfido per farmi arrabbiare.
“No, tutto ma non lei!”
Katrina era proprio la peggiore tra tutte le bambine che mi stavano più antipatiche, [Che cosa avevo detto?] e Rosy, Rita e Therese erano le sue fan numero uno. Era perfida e crudele, e il suo passatempo preferito era prendere in giro le sue compagne davanti a decine di persone. Più di una bambina aveva versato lacrime grazie a lei. Non che ne avessi paura, [Ovvio! Non saresti la nostra EROA altrimenti!] ma credevo che non sarei potuta resistere più di un paio di giorni condividendo con lei la mia stanza prima di saltarle addosso e fargliela pagare. [Credo che avessi in comune con Kety gli scatti d’ira] Col tempo, poi, Katrina diventò anche peggio: a sedici anni, proprio quando stavo impazzendo per un certo Ray, lei arrivò e se lo prese proprio sotto ai miei occhi. [Kety passione voyeurismo?] Poi, quella volta che si ruppe una gamba cadendo “accidentalmente” dalle scale, non potei far altro che gioire; In realtà era stato un ragazzino di undici anni che le aveva fatto uno sgambetto, e io non potevo certo fare la spia. Dopo poche settimane da quel fatto, Katrina si unì a Therese, Rosy e Rita, formando un gruppo di bisbetiche decisamente insopportabile. [Ah, le mie frustrazioni di bambinetta riportate in un libro! Credo sia una cosa che io e molti altri aspiranti scrittori facciamo e faremo sempre. Mettere gente che odiamo nei nostri libri e fargliela pagare]
Cercai di scacciare tutti gli orribili pensieri che mi attanagliavano la mente [Guardate che lessico, guardate! Voglio subito spezzare una lancia a mio favore. Sebbene tutto quello che leggerete sarà pietoso, ricordatevi di giudicarmi come tredicenne. Posso dire che per gli standard non ero malaccio, no? No? Vabbè, allora sarete bravi voi! Ingrati] e salutai Nick.
“Verrà una di quelle là, me lo sento” disse una parte di me mentre salivo le scale.
“Vedrai che sarà simpatica e che faremo amicizia” rispose un’altra.
“Si, aspetta e spera…” ribatté la prima in modo perfido. [Questo dialogo mi sa tanto di Angioletto e Diavoletto sulle spalle]
Entrando nella stanza, però, le mie preoccupazioni svanirono in un attimo: sul letto che fino al giorno prima apparteneva a Vivienne era seduta Jenny. [Cliffhanger finale inaspettatissimo! E dove ha dormito Miss Onda per due giorni?]