Il Governo in carica Lega/M5S è diviso sul concetto di cambiamento. Equità, onestà, responsabilità, struttura pubblica, innovazione.
E’ realmente così?
Cinque regioni italiane sono chiamate a statuto speciale, approvato dal Parlamento con legge costituzionale ai sensi dell’art. 116 della Costituzione. Una regione italiana a statuto speciale è una regione italiana che gode di particolari forme e condizioni di autonomia. Le cinque regioni sono: Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Di Maio ha risposto ai giornalisti con queste parole: «Sì all’autonomia solidale, non dividerò mai l’Italia»
Che significherebbe sostenere il debito delle solite regioni degli sprechi, continuando a pagare per le stesse. Capisco che il vicepresidente del M5S auspichi per l’Italia unita, ma allora perché si è fatto Costituzionalmente due pesi e due misure diverse in tempi remoti? Un discorsetto da incompetente della politica dei giorni nostri potrebbe essere che molte regioni sono stufe di mantenere i soliti imbroglioni, che furbescamente continuano a farsi mantenere con sostegni economici pubblici e sostegni sociali. Cosa c’è di così sbagliato nel chiedere di avere più autonomia? Mi pare che l’italia sia divisa in senso pratico per capacità gestionali. Se penso al denaro sperperato, grazie ai furbetti che continuano a difendere i propri diritti col discorsetto dell’Italia indivisibile, e lasciare delega agli affaristi pubblici, onestamente mi sento preso per il naso. Di Maio, le competenze e le deleghe sono una cosa seria!
Le autonomie coi loghi delle regioni. In questo non siamo diversi?
Dal sito della Regione Lombardia: https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/autonomia-della-lombardia/referendum-autonomia/referendum-consultivo-autonomia-lombardia
“Autonomia regionale e Costituzione
La possibilità per le Regioni di ottenere maggiori spazi d’azione rispetto alle competenze ordinarie è sancita dall’art. 116, III comma, della Costituzione, che riconosce alle Regioni a statuto ordinario la possibilità di accedere a condizioni differenziate di autonomia attraverso una procedura articolata e complessa. La procedura istituzionale si avvia con un’iniziativa della Regione, sentiti gli enti locali, e si conclude con una legge dello Stato approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.”
Le Regioni possono assumere forme e condizioni particolari di autonomia in tutte le materie attribuite alla potestà legislativa concorrente Stato-Regioni (art. 117, comma 3) e in alcune delle specifiche materie attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2). La Lombardia è stata fra le prime Regioni a chiedere al Governo spazi di autonomia “a Costituzione invariata”, ai sensi dell’art. 116, 3° comma.
La prima iniziativa, che risale a 10 anni fa, era orientata a verificare la capacità e potenzialità di ampliamento degli ambiti di azione regionale e di applicazione di forme di federalismo fiscale. Il 3 aprile 2007 il Consiglio regionale approvava la risoluzione n. 5 che impegnava il Presidente della Giunta regionale ad avviare il confronto con il Governo in questa direzione.
Sempre nel sito – che fornisce un’informazione chiara e sintetica in materia – la Lombardia ha predisposto alcune infografiche al fine di fare chiarezza anche alla luce delle molte notizie contraddittorie attualmente in circolazione.
Qui di seguito i punti di forza essenziali:
- L’Autonomia attua alla lettera il dettato costituzionale.
- Con l’Autonomia sarà garantita una maggiore efficienza dei servizi a parità di risorse e il rapporto con i cittadini sarà semplificato.
- L’Autonomia valorizzerà il mondo della scuola imponendo qualità e livelli di servizi migliori.
- L’Autonomia migliorerà il sistema universitario e la sanità con una riduzione dei costi e il conseguente azzeramento dei ticket.
- L’Autonomia rafforzerà le autonomie di Comuni, Province e Città Metropolitana per rispondere in modo più adeguato e puntuale alle domande delle comunità locali.
Quindi se vogliamo crescere come Nazione senza pregiudizi e preconcetti evitiamo di continuare a propinare ai cittadini del nord la farsa del cambiamento se non si attuano riforme importanti per la gestione dei conti e degli introiti.
Un Movimento che doveva essere diverso per formazione culturale si dimostra ancora una volta inadeguato, inesperto soprattutto antiquato nei valori che ci accomunano. Le tasse che paghiamo nascondono il mantenimento di quelle regioni che vivono da troppo tempo sulle spalle di quelle più forti e produttive. L’enorme differenza della quantità di spesa tra regioni non è semplicisticamente riconducibile alla loro collocazione geografica: si spende tanto al nord quanto al sud. Va però considerata la qualità dei servizi.
Io che non sono Leghista ho trovato questo progetto sensato. Basta sprechi. Cosa ne pensate?