Il 4 marzo, il sempre più attivo e spumeggiante Emmanuel Macron ha fatto pubblicare una lettera aperta a tutti i cittadini europei nei principali quotidiani dei 28 paesi dell’Unione Europea. “Per un nuovo rinascimento europeo” è il titolo della lettera: un accorato appello a tutti i cittadini dell’Unione in vista delle prossime elezioni europee. Queste elezioni cambieranno ben poco, sia chiaro, tuttavia bisogna rullare gli euro-critici a tutto campo e non lasciare che anche una modesta affermazione elettorale mandi un brutto segnale di scetticismo verso il grande progetto di rilancio europeo. Ma lasciamo la parola al Nostro, che ci illumini con la sua grande visione del nostro luccicante futuro, sebbene io & Paul abbiamo avuto l’ardire di inserire alcune note a margine per meglio far intendere le sue illuminate parole.

Di Emmanuel Macron, Presidente delle Repubblica Francese

Cittadini d’Europa, se prendo la libertà di rivolgermi direttamente a voi, non è solo in nome della storia e dei valori che ci riuniscono. È perché è urgente. Altrimenti i miei padroni s’incazzano… Tra qualche settimana, le elezioni europee saranno decisive per il futuro del nostro continente.. Mai dalla Seconda guerra mondiale, l’Europa è stata così necessaria. Eppure, mai l’Europa è stata tanto in pericolo.

La Brexit ne è l’emblema. Emblema della crisi dell’Europa, che non ha saputo rispondere alle esigenze di protezione dei popoli di fronte alle grandi crisi del mondo contemporaneo. Emblema, anche, dell’insidia europea. L’insidia non è l’appartenenza all’Unione Europea ma sono la menzogna e l’irresponsabilità che possono distruggerla. Invece “Leuropa” è fonte di verità assolute Chi ha detto ai Britannici la verità sul loro futuro dopo la Brexit? Chi ha parlato loro di perdere l’accesso al mercato europeo? Si come no, con tutto ciò che importano i Britannici dal resto d’Europa rinunceremo al mercato britannico Chi ha evocato i rischi per la pace in Irlanda tornando alla frontiera del passato? Il ripiego nazionalista non propone nulla; è un rifiuto senza progetto. E questa insidia minaccia tutta l’Europa: coloro che sfruttano la collera, sostenuti dalle false informazioni, citare le “feic niuus” è di rigore promettono tutto e il contrario di tutto.

Di fronte a queste manipolazioni, dobbiamo resistere. Fieri e lucidi. Dire innanzitutto cos’è l’Europa. È un successo storico: la riconciliazione di un continente devastato, in un inedito progetto di pace, di prosperità e di libertà. Non dimentichiamolo mai. E questo progetto continua a proteggerci oggi: quale Paese può agire da solo di fronte alle aggressive strategie delle grandi potenze? Chi può pretendere di essere sovrano, da solo, di fronte ai giganti del digitale? Come resisteremmo alle crisi del capitalismo finanziario senza l’euro, che è una forza per tutta l’Unione? Sì lo so che l’euro è un progetto criminale che ha devastato l’economia di mezzo continente, ma che volete che dica? L’Europa, sono anche quelle migliaia di progetti quotidiani che hanno cambiato il volto dei nostri territori, quel liceo ristrutturato, quella strada costruita, l’accesso rapido a Internet che arriva, finalmente. Parliamo di quei soldi che la Francia (come l’Italia) da a Bruxelles per averne indietro meno , ma vuoi mettere come suona meglio “fondi europei” Questa lotta è un impegno di ogni giorno perché l’Europa come la pace non sono mai acquisite. In nome della Francia, la porto avanti instancabilmente per far progredire l’Europa e difendere il suo modello. Abbiamo dimostrato che quanto ci dicevano inaccessibile, la creazione di una difesa europea o la tutela dei diritti sociali, era possibile.

Ma occorre fare di più, più rapidamente. Perché c’è l’altra insidia, quella dello status quo e della rassegnazione. Di fronte alle grandi crisi del mondo, i cittadini molto spesso ci dicono: “Dov’è l’Europa? Che fa l’Europa?”. È diventata ai loro occhi un mercato senz’anima. L’Europa invece non è solo un mercato, è un progetto. ..mercantilista! Un mercato è utile, ma non deve far dimenticare la necessità di frontiere che proteggono e di valori che uniscono. I nazionalisti sbagliano quando pretendono di difendere la nostra identità con il ritiro dall’Europa, perché è la civiltà europea che ci riunisce, ci libera e ci protegge. Ma anche coloro che non vorrebbero cambiare nulla sbagliano, perché negano le paure che attanagliano i nostri popoli, i dubbi che minano le nostre democrazie. Dobbiamo fingere di fare qualcosa Siamo in un momento decisivo per il nostro continente; un momento in cui, collettivamente, dobbiamo reinventare politicamente, culturalmente, le forme della nostra civiltà in un mondo che si trasforma. È il momento del Rinascimento europeo. Squillino le trombe! Pertanto, resistendo alle tentazioni del ripiego e delle divisioni, vi propongo di costruire insieme questo Rinascimento su tre ambizioni: la libertà, la protezione e il progresso.

Difendere la nostra libertà

Il modello europeo si fonda sulla libertà dell’uomo, sulla diversità delle opinioni, della creazione. La nostra prima libertà è la libertà democratica, quella di scegliere i nostri governanti laddove, ad ogni scrutinio, alcune potenze straniere cercano di influenzare i nostri voti. Hacker russi ovunque Propongo che venga creata un’Agenzia europea di protezione delle democrazie che fornirà esperti europei ad ogni Stato membro per proteggere il proprio iter elettorale contro i cyber-attacchi e le manipolazioni. Taaac! Una bella inquisizione europea che ci dice cos’è buono e cos’è cattivo In questo spirito di indipendenza, dobbiamo anche vietare il finanziamento dei partiti politici europei da parte delle potenze straniere. Ha stato Putiiin! Dovremo bandire da Internet, con regole europee, tutti i discorsi di odio e di violenza, in quanto il rispetto dell’individuo è il fondamento della nostra civiltà di dignità.

Proteggere il nostro continente

Fondata sulla riconciliazione interna, l’Unione Europea ha dimenticato di guardare le realtà del mondo, ma nessuna comunità crea un senso di appartenenza se non ha limiti che protegge. La frontiera, significa la libertà in sicurezza. Dobbiamo pertanto rivedere lo spazio Schengen: tutti coloro che vogliono parteciparvi devono rispettare obblighi di responsabilità (rigoroso controllo delle frontiere) e di solidarietà (una stessa politica di asilo, con le stesse regole di accoglienza e di rifiuto). Infatti la Francia sta facendo l’esatto opposto Una polizia comune delle frontiere e un ufficio europeo dell’asilo, obblighi stringenti di controllo, una solidarietà europea a cui ogni paese contribuisce, sotto l’autorità di un Consiglio europeo di sicurezza interna: credo, di fronte alle migrazioni, in un’Europa che protegge al contempo i suoi valori e le sue frontiere. Ma fino a poco tempo fa non si dovevano abbattere i muri? Soprattutto quegli degl’altri.

Le stesse esigenze devono applicarsi alla difesa. Da due anni sono stati realizzati importanti progressi, ma dobbiamo indicare una rotta chiara: un trattato di difesa e di sicurezza dovrà definire i nostri obblighi indispensabili, in collegamento con la Nato ed i nostri alleati europei: aumento delle spese militari, per aumentare le spese militari però si taglierà sul resto, non vorrete mica che facciamo troppo deficit clausola di difesa reciproca resa operativa, Consiglio di sicurezza europeo che associa il Regno Unito per preparare le nostre decisioni collettive. E vai con l’esercito europeo, ma poi chi lo comanda?

Le nostre frontiere devono anche garantire una giusta concorrenza. Quale potenza al mondo accetta di proseguire i propri scambi con coloro che non rispettano nessuna regola? Non possiamo subire senza proferir parola. Dobbiamo riformare la nostra politica della concorrenza, rifondare la nostra politica commerciale: punire o proibire in Europa le aziende che ledono i nostri interessi strategici ed i nostri valori essenziali, come le norme ambientali, la protezione dei dati ed il giusto pagamento delle tasse; e assumere, nelle industrie strategiche e nei nostri appalti pubblici, una preferenza europea come fanno i nostri concorrenti americani o cinesi. OK, ma non si chiamava protezionismo ed era brutto e cattivo?

Ritrovare lo spirito di progresso

L’Europa non è una potenza di secondo rango. L’Europa intera è un’avanguardia: ha sempre saputo definire le norme del progresso. Per questo, deve portare avanti un progetto di convergenza più che di concorrenza: l’Europa, in cui è stata creata la previdenza sociale, deve instaurare per ogni lavoratore, da Est a Ovest e dal Nord al Sud, uno scudo sociale che gli garantisca la stessa retribuzione sullo stesso luogo di lavoro, e un salario minimo europeo, adatto ad ogni paese e discusso ogni anno collettivamente. Il problema è dirlo ai tedeschi…

Riannodare il filo del progresso significa anche prendere la guida della lotta ecologica. Guarderemo in faccia i nostri figli se non riassorbiamo anche il nostro debito climatico? L’Unione Europea deve fissare la sua ambizione — 0 carbonio nel 2050, tutti con l’auto elettrica che ci salverà dimezzamento dei pesticidi nel 2025 — e adattare le sue politiche a questa esigenza: Banca europea per il clima per finanziare la transizione ecologica; forza sanitaria europea per rafforzare i controlli dei nostri alimenti; contro la minaccia delle lobby, i lobbisti a Bruxelles già se la fanno sotto valutazione scientifica indipendente delle sostanze pericolose per l’ambiente e la salute… Questo imperativo deve guidare tutta la nostra azione: dalla Banca centrale alla Commissione europea, dal budget europeo al piano di investimento per l’Europa, tutte le nostre istituzioni devono avere il clima per mandato.

Il progresso e la libertà significano poter vivere del proprio lavoro: il marchese de Lapalisse sarebbe fiero di questa affermazione, il marchese del Grillo direbbe “grazie ar ca**o” per creare posti di lavoro, l’Europa deve anticipare. È per questo che non solo deve regolamentare i giganti del digitale, creando una supervisione europea delle grandi piattaforme (sanzioni accelerate per le violazioni della concorrenza, trasparenza dei loro algoritmi…), ma deve anche finanziare l’innovazione dotando il nuovo Consiglio europeo dell’innovazione di un budget comparabile a quello degli Stati Uniti, per prendere la guida dei nuovi grandi cambiamenti tecnologici, come l’intelligenza artificiale.

Un’Europa che si proietta nel mondo deve essere volta verso l’Africa, con cui dobbiamo stringere un patto per il futuro. Il pistolotto buonista non deve mancare Assumendo un destino comune, sostenendo il suo sviluppo in modo ambizioso e non difensivo: investimenti, partenariati universitari, istruzione delle ragazze… nel frattempo noi francesi continueremo ad inc***re l’Africa col Franco CFA, instaurare governi fantoccio e a fregarci l’uranio e altri minerali

Libertà, protezione, progresso. Dobbiamo costruire su questi pilastri un Rinascimento europeo. Non possiamo lasciare i nazionalisti, senza soluzioni, sfruttare l’ira dei popoli. Non possiamo essere i sonnambuli di un’Europa rammollita. Non possiamo rimanere nella routine e nell’incantesimo. Facciamo un po’ di ammuina altrimenti la gente s’incazza L’umanesimo europeo è un’esigenza di azione. Ed ovunque i cittadini chiedono di partecipare al cambiamento. Allora entro la fine dell’anno, con i rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati, instauriamo una Conferenza per l’Europa al fine di proporre tutti i cambiamenti necessari al nostro progetto politico, senza tabù, neanche quello della revisione dei trattati. Questa conferenza dovrà associare gruppi di cittadini, dare audizione a universitari, parti sociali, rappresentanti religiosi e spirituali. Definirà una roadmap per l’Unione Europea trasformando in azioni concrete queste grandi priorità. Sarà un successo come il “dibattito nazionale” proposto dopo le proteste dei gilet gialli Avremo dei disaccordi, ma è meglio un’Europa fossilizzata o un’Europa che progredisce, talvolta a ritmi diversi, magari a due velocità come vuole mamma Merkel rimanendo aperta a tutti?

In questa Europa, i popoli avranno veramente ripreso il controllo del loro destino; in questa Europa, il Regno Unito, ne sono certo, troverà pienamente il suo posto.

Cittadini d’Europa, l’impasse della Brexit è una lezione per tutti. Usciamo da questa insidia; diamo un senso alle prossime elezioni e al nostro progetto. Sta a voi decidere se l’Europa, i valori di progresso che porta avanti, debbano essere più di una parentesi nella storia. È la scelta che vi propongo, per tracciare insieme il cammino di un Rinascimento europeo. Ok ho fatto il compitino, una bella supercazzola sul grande avvenire europeo, tanti bei progetti, qualche idea rubata agli euro-scettici per toglierli argomenti e un paio di polpette avvelenate tipo l’agenzia per la democrazia. Speriamo che Brigitte non mi bacchetti sulla grammatica.

https://www.elysee.fr/emmanuel-macron/2019/03/04/per-un-rinascimento-europeo.it
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Alessia C. F. (ALKA)
Esploro, indago, analizzo, cerco, sempre con passione. Sono autonoma, sono un ronin per libera vocazione perché non voglio avere padroni. Cosa dicono di me? Che sono filo-russa, che sono filo-cinese. Nulla di più sbagliato. Io non mi faccio influenzare. Profilo e riporto cosa accade nel mondo geopolitico. Ezechiele 25:17 - "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te."Freiheit ist ein Krieg. Preferisco i piani ortogonali inclinati, mi piace nuotare e analizzare il mondo deep. Ascolto il rumore di fondo del mondo per capire quali nuove direzioni prende la geopolitica, la politica e l'economia. Mi appartengo, odio le etichette perché come mi è stato insegnato tempo fa “ogni etichetta è una gabbia, più etichette sono più gabbie. Ma queste gabbie non solo imprigionano chi le riceve, ma anche chi le mette, in particolare se non sa esattamente distinguere tra l'etichetta e il contenuto. L'etichetta può descrivere il contenuto o ingannare il lettore”. So ascoltare, seguo il mio fiuto e rifletto allo sfinimento finché non vedo tutti gli scenari che si aprono sui vari piani. Non medito in cima alla montagna, mi immergo nella follia degli abissi oscuri dell'umanità. SEMPRE COMUNQUE OVUNQUE ALESSIA C. F. (ALKA)