La questione LGBTQ+ vista da “loro”
La questione LGBTQ+ vista dagli “altri”
Gay parade visto dal comune di Sydney
Gay parade visto dagli abitanti di Sydney
(Da notare il tocco di classe PinkFloydiano con la scritta “Leave the kids alone”)
La “nuova” scienza
La vecchia bastarda realtà
Le loro rassicurazioni
La prova dei fatti
Come intendono “venderci” il nostro futuro
Cosa ci offrono in realtà
I cattivi, secondo il “loro” punto di vista
I buoni, secondo il loro punto di vista
Il razzismo dei bianchi (maschi)
Contrapposto alla saggezza e multiculturalità dei NON-bianchi australiani applicata alla quotidianità
Da Alice Springs
La città di Alice Springs ha visto rimosso il ban sugli alcolici (le zone remote con una vasta maggioranza aborigena ha divieti di questo tipo un po’ in tutto il paese) a Gennaio di quest’anno.
Ma il governo è stato costretto a reintrodurlo dopo poche settimana a causa delle continue violenze e aggressioni messe in atto dai locals.
La gente che ha cominciato ad alzare la voce in segno di protesta è stata etichettata dall’ABC come “total white supremacist fest”
https://www.news.com.au/finance/business/media/abc-showed-bias-in-alice-springs-report/news-story/6236ae6b25284dcb6a0222ed60df5f59
Il problema degli alcolici nelle comunità aborigene (ma anche nelle grandi città) è assolutamente noto ma ignorato dalle autorità. Da sempre. Troppo alto il rischio di provare a trovare una soluzione concreta senza essere considerati razzisti.
La realtà che non si racconta mai e sconosciuta all’estero è che il governo elargisce milioni di dollari ogni anno agli aborigeni. Concede diritti che agli altri cittadini non concede come l’accesso a condizioni favorevoli per mutui e prestiti vari, cliniche mediche ad uso esclusivo, soggiorno in motel/hotel pagato dai taxpayers, volo a carico del governo in caso di funerale di un parente in un altra città o stato.
Si potrebbe parlare di una forma di razzismo verso le altre etnie ma apparentemente per “loro” è ancora la popolazione bianca ad essere l’oppressore. Potersi comprare un’auto nuova e smettere di pagarla dopo appena qualche rata per lasciare il conto finale allo Stato (che garantisce sui loro prestiti) sembra più un privilegio che un segno di oppressione. Non è così che viene visto però da chi sta al potere e dai mass media.