Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev ha messo in guardia dai pericoli della decisione di consentire a Kiev di colpire obiettivi in Russia con armi fornite dall’Occidente e non ha escluso una risposta nucleare russa.
Ha esplicitamente messo in guardia contro una risposta nucleare da parte della Russia. Ha parlato principalmente dell’uso di armi nucleari tattiche contro i paesi europei. Attualmente le forze nucleari tattiche della Russia stanno conducendo manovre ai confini di Ucraina e Bielorussia.
In Russia viene spesso dibattuto un eventuale attacco nucleare preventivo contro un paese europeo, molti esperti russi sono dell’opinione che l’Occidente può essere riportato alla ragione solo ricordandogli il pericolo di una vera guerra nucleare.
Ecco il post su Telegram di Medvedev https://t.me/medvedev_telegram/499:
<<I Paesi occidentali che hanno presumibilmente “approvato l’uso” delle loro armi a lungo raggio sul territorio russo (indipendentemente dal fatto che si tratti di zone vecchie o nuove del nostro Paese) dovrebbero comprendere chiaramente quanto segue:
- Tutti i loro equipaggiamenti militari e i loro specialisti che combattono contro di noi saranno distrutti sia sul territorio della ex Ucraina, sia sul territorio di altri Paesi, se da questi vengono lanciati attacchi contro il territorio della Russia.
- La Russia parte dal presupposto che tutte le armi a lungo raggio utilizzate dall’ex Ucraina siano già oggi direttamente controllati dalla NATO. L’Ucraina è già direttamente controllata da personale militare della NATO. Questa non è “assistenza militare”, ma partecipazione alla guerra contro di noi. E le loro azioni potrebbero diventare casus belli.
- La NATO dovrà decidere come qualificare le conseguenze di eventuali attacchi di rappresaglia contro attrezzature/oggetti/personale militare di singoli Paesi del blocco nel contesto degli articoli 4 e 5 del Trattato di Washington.
Molto probabilmente, la leadership della NATO vuole fingere che si tratti di decisioni sovrane dei singoli Paesi della NATO di sostenere il regime di Kiev e che non ci sia motivo di applicare le disposizioni del Trattato di autodifesa collettiva del 1949.
Si tratta di errori di valutazione pericolosi e dannosi. Tale “assistenza individuale” da parte dei Paesi della NATO contro la Russia, che sia attraverso il comando dei suoi missili da crociera a lungo raggio o il dispiegamento di un contingente di truppe in Ucraina, rappresenta una grave escalation del conflitto. L’ex Ucraina e i suoi alleati della NATO riceveranno una risposta di tale forza distruttiva che l’Alleanza stessa non avrà altra scelta che intervenire nel conflitto.
E non importa quanto i pensionati della NATO parlino di come la Russia non userebbe mai armi nucleari non strategiche contro l’ex Ucraina, tanto meno contro singoli Paesi della NATO, la vita è molto più spaventosa delle loro incaute riflessioni.
Qualche anno fa si diceva che la Russia non si sarebbe impegnata in un conflitto militare aperto con il regime di Bandera per non inimicarsi l’Occidente. Hanno sbagliato i calcoli. La guerra è iniziata.
Potrebbero anche sbagliare a calcolare l’uso di armi nucleari tattiche. Tuttavia, sarebbe un errore fatale. Perché, come ha giustamente sottolineato il presidente russo, i Paesi europei hanno una densità di popolazione molto elevata. E per i Paesi ostili che si trovano al di fuori della zona di copertura delle armi nucleari tattiche, c’è, dopo tutto, il potenziale strategico.
E purtroppo non si tratta né di intimidazione né di un bluff nucleare. L’attuale conflitto militare con l’Occidente si sta sviluppando secondo il peggior scenario possibile. Si assiste a una costante escalation della potenza delle armi NATO schierate. Per questo nessuno può escludere che il conflitto entri oggi nella sua fase finale.>>