Molti colloqui che stanno svolgendo il governo americano e russo sono ufficiali, altri si svolgono in modo discreto e inosservato dalla stampa in altri luoghi. Andiamo a vedere quali sono le posizioni russe rispetto agli Stati Uniti.
La questione della colpa
Dal punto di vista russo, è chiaro che gli Stati Uniti sono responsabili del conflitto in Ucraina, ecco perché trattano solo con loro. Gli Stati Uniti sono stati i principali sostenitori del Maidan, che ha portato al colpo di stato del febbraio 2014 in Ucraina. Questo colpo di stato ha portato al potere i nazionalisti che hanno successivamente sabotato l’accordo di Minsk per otto anni per preparare l’Ucraina a una guerra contro la Russia.
Il progetto americano di trasformare l’Ucraina in anti-Russia ha avuto successo, ma non ha raggiunto il suo vero obiettivo di sconfiggere o di indebolire la Russia. Ci hanno riprovato con Navalny e sappiamo come è finita. Stando alle regole dei calcoli costi-benefici, che guidano sempre i decisori negli Stati Uniti, la continuazione del progetto anti-Russia è un’attività in perdita, ecco perché Trump è alla ricerca di vie d’uscita dall’avventura ucraina. Le forze di pace di Trump nei confronti della Russia sono anche un’ammissione di sconfitta in Ucraina, che Trump afferma apertamente quando dichiara che l’Ucraina non può vincere contro la Russia. Da qui nasce il desiderio di Trump di uscire rapidamente dall’avventura perché se riesce a far uscire rapidamente gli Stati Uniti dall’avventura ucraina, può vantarsi di successo.
Risarcimento per perdite attraverso sanzioni
Sotto il presidente Biden gli Stati Uniti hanno cercato di sanzionare l’economia russa, la stessa cosa è stata fatta dalla UE, ma è chiaro che non solo non hanno funzionato, ma che l’Europa ha sofferto molto di più delle sanzioni rispetto alla Russia.
Kirill Dimitrew, membro della delegazione durante i colloqui in Arabia Saudita, ha fornito ai rappresentanti statunitensi cifre secondo cui le sole società statunitensi hanno perso oltre $ 300 miliardi attraverso le sanzioni della Russia.
Alla Russia è chiaro che è stato l’Occidente guidato dagli Stati Uniti a iniziare la guerra delle sanzioni, che ovviamente le ha causato perdite, è quindi importante per la Russia che vi sia un accordo su chi è responsabile del danno economico che si è verificato.
Non è un caso che Putin abbia recentemente invitato le società occidentali – ed espressamente statunitensi – a investire di nuovo in Russia e abbia esplicitamente menzionato gli investimenti nello sviluppo congiunto di risorse minerarie come le terre rare. Tali progetti richiedono ingenti investimenti in miliardi e l’opinione russa è che tali investimenti in Russia vedano anche un equo compenso per le perdite subite
http://kremlin.ru/events/president/news/76331.
Putin lo sta facendo silenziosamente, offrendo agli USA una situazione vantaggiosa dove questi non pagano ufficialmente un risarcimento alla Russia, ma devono compensare sotto forma di investimenti dove alla fine ci guadagnano anche le società statunitensi.
Mosca ha ribadito che tutte le sanzioni statunitensi contro la Russia devono essere revocate prima dell’inizio di tali investimenti, in tale ambito Putin ha menzionato esplicitamente le risorse minerarie nelle nuove regioni russe del Donbass, il che significa che gli Stati Uniti devono riconoscere queste aree come russe in anticipo, altrimenti le sue società non possono investire lì.
Diciamo che è una sorta di assicurazione contro le nuove sanzioni statunitensi, gli accordi di investimento prevedono che qualsiasi beneficio per le società statunitensi verrà annullato se gli Stati Uniti impongono nuovamente sanzioni. Se venissero introdotte nuove sanzioni, le società statunitensi perderebbero i miliardi che hanno investito nel sfruttare queste risorse minerarie.
Cosa succederà?
Gli Stati Uniti vogliono sempre essere dalla parte dei vincitori. Nel caso dell’Ucraina è impossibile, perché l’Ucraina ha perso la guerra. Chiariamo subito un concetto, è altamente probabile che la guerra continuerà per molti mesi, forse ancora per altri 18/24 mesi, ma l’Ucraina non ha la possibilità di migliorare la sua posizione, nemmeno con l’ingresso in guerra della UE (post ritiro USA che già è in atto). Una ulteriore estensione della guerra non invertirà la tendenza.
Trump ha immediatamente avviato un dialogo con la Russia dopo essere entrato in carica (forse anche prima) perché non vuole assumere le sembianze del perdente. Trump vuole davvero uscirne, perché certamente non vuole una cosa: non vuole essere considerato un perdente che viene sconfitto in Ucraina. Non dimentichiamoci della ritirata dall’Afghanistan e della imbarazzante fuga dal paese di cui è responsabile il governo Biden.
La geostrategia americana punta sempre sui calcoli costi-benefici in tutte le loro considerazioni e raccomanda solo misure in cui il profitto ha un ritorno sotto forma di denaro, risorse minerarie o potere politico internazionale. Per gli USA l’Ucraina è una gigantesca attività in perdita.
Questo concetto è chiaro negli USA ma non in UE, dove tutti vogliono sostenere l’Ucraina da soli e vogliono anche subentrare agli aiuti statunitensi.
Non è chiaro se la UE non lo ha ancora capito, se è obbligata da UK, se dietro c’è il deep state americano, oppure se c’è direttamente dietro la Cina che sente l’avvicinarsi della guerra tra Washington e Pechino.
A che punto è l’operazione militare russa?
Si tratta di impedire all’Ucraina di diventare un membro della NATO e di non avere i missili statunitensi direttamente al confine con la Russia. A nessuno è mai interessato dell’Ucraina, c’erano solo in ballo gli interessi di sicurezza della Russia. Ancora oggi, la Russia non ha alcun problema con una Ucraina indipendente se il suo governo è disposto solo ad astenersi dalla politica anti-russa e a non discriminare più i russi etnici nel paese. La Russia ha sempre voluto che l’Ucraina fosse un paese neutrale che funge da ponte tra Russia ed Europa.
Da un punto di vista russo, l’Ucraina può e deve rimanere uno stato indipendente neutrale e amichevole verso la Russia.
Mosca deve affrontare il lungo e difficile percorso della riconciliazione e questo deve partire il più rapidamente possibile.
E’ probabile per affinità di lingua e storia che alla fine le società russe contribuiranno maggiormente alla ripresa economica e allo sviluppo dell’Ucraina rispetto alle società occidentali.
L’ovest diviso e la NATO
In Russia notano una nuova ottica americana per descrivere la UE, prima era indicata come “occidente collettivo”, ma ora questo termine non si applica più perché la UE non è più collettiva.
Inizialmente solo l’Ungheria e successivamente la Slovacchia si opposero al sostegno dell’UE all’Ucraina. Ora c’è una rottura totale tra Bruxelles e Washington. L’Occidente è indebolito dalla disputa tra Washington e Bruxelles, questo ovviamente indebolisce anche la NATO. Di conseguenza, l’entrata dell’Ucraina nella NATO è fuori dal tavolo. Questo è diventato ancora più chiaro sotto Trump.
I negoziati di pace sono minati dai leader dell’UE, l’UE non vuole essere tra i perdenti, Bruxelles non è pronta a cambiare rotta.
Il sostegno dell’Ucraina ha colpito i paesi dell’UE molto più duramente degli Stati Uniti, hanno semplicemente paura di ammettere ai loro elettori che tutto è stato vano e temono che gli elettori puniranno i partiti perché questo ha prodotto un tracollo economico europeo e la mancanza di energetici a buon prezzo. La negazione della realtà nell’UE diventa quindi un’ulteriore parte del progressivo indebolimento dell’Occidente.
La Russia è ora rafforzata. La sua alleanza con la Cina è valida. L’Occidente guidato dagli Stati Uniti voleva indebolire la Russia con la guerra ucraina, voleva distruggere l’economia russa con le sanzioni e voleva indebolire la Cina.
È successo il contrario perché è l’UE ad essere indebolita economicamente ed è l’Occidente che ora è diviso.
Indipendentemente da quanti accordi gli Stati Uniti e la Russia prenderanno, alcune questioni rimarranno. È solo una questione di concorrenza per le materie prime nel Mare del Nord o dell’ostilità degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran, con la quale la Russia ha appena concluso un accordo di partenariato strategico.
Il governo Trump sta cercando di trattare e le possibilità non sono male, ma se sarà una strada lunga e difficile. L’UE continua a respingere tutti i negoziati con la Russia, ciò avrà conseguenze negative per l’UE, perché l’UE è ora sola dopo aver provocato conflitti con la Russia e la Cina nell’interesse degli Stati Uniti. Trump ha anche avviato una guerra economica contro l’UE con l’introduzione di tariffe del 25% sui prodotti dell’UE, di fatto la leadership dell’UE non riconosce le nuove realtà e non è capace di riorientare le sue politiche.
Il mondo unipolare degli Stati Uniti è terminato, la Russia è diventata uno degli attori più importanti nel nuovo sistema di relazioni internazionali. Putin e Lavrov sono riusciti a trascinare il sud globale più o meno apertamente dalla propria parte, mentre l’Occidente ha perso influenza lì.
Negli Stati Uniti i principali membri del governo hanno ammesso pubblicamente per la prima volta che l’egemonia degli Stati Uniti è finita e che il mondo è diventato multipolare. Vedremo come questo si farà sentire nella politica estera degli Stati Uniti.
Per Putin sono stati mesi molto difficili, perché è stato criticato da molti esperti in Russia, é stato criticato per l’attacco a Kursk con armi occidentali, per il bombardamento di obiettivi in Russia con armi consegnate dall’Occidente, in particolare i missili americani ATCMS. Ad esempio, Karaganov chiedeva un corso della guerra più duro e non è stato affatto l’unico a criticare Putin https://ria.ru/20230925/voyna-1898323836.html .
I falchi radicali nei paesi dell’UE negano che l’Ucraina abbia perso la guerra. Zelensky ha perso il sostegno americano e potrebbe avvenire un qualsiasi tipo di cambiamento di potere in Ucraina.
Il vero problema è che l’UE rimane testarda e vuole proseguire nel corso della guerra. A Bruxelles a nessuno interessa che questo danneggi solo le persone in Europa, addirittura la censura e l’azione contro i critici sono rafforzate nell’UE. I media mainstream occidentali stanno aiutando i governi europei a mascherare la realtà. In Europa i politici non sono interessati a difendere gli interessi dei loro cittadini.
Finché la rotta europea rimarrà così, russi e americani faranno scorta di popcorn e guardano sbigottiti la deriva europea.
Dopo i primi colloqui tra Stati Uniti e Russia, molti erano ottimisti sul fatto che la guerra in Ucraina sarebbe presto finita. In Russia nessuno si aspetta la fine anticipata della guerra, anzi si teme un’escalation della guerra con l’Europa. Durante i colloqui con il governo degli Stati Uniti, i rappresentanti russi hanno affermato che praticamente non si parlava di un possibile cessate il fuoco in Ucraina, ma che i colloqui riguardavano principalmente le relazioni russo-americane e la ricostruzione della fiducia distrutta.
Se gli europei dovessero essere determinati a continuare la guerra contro la Russia senza gli Stati Uniti, i negoziati tra Russia e Stati Uniti alla fine della guerra difficilmente avrebbero senso perché Kiev si opporrebbe al risultato con il sostegno degli europei. Non è nemmeno fuori discussione che Trump si basi esattamente sullo stesso sviluppo. Va ricordato che Trump ha sempre fatto una campagna per gli ordini per l’industria degli armamenti degli Stati Uniti, quindi Trump non proibirà mai agli europei di ordinare armi negli Stati Uniti per trasmetterle a Kiev.
Non si può escludere che Trump almeno non escluderà una strategia simile e manterrà tutte le porte aperte. Gli europei dovrebbero indebolirsi con calma con i russi, mentre gli Stati Uniti se ne stanno al largo e, qualora si presentasse l’opportunità, intervenire nel conflitto in un momento favorevole.
Ora tutto dipende dagli europei. Le prossime settimane mostreranno se le parole forti degli europei saranno seguite da azioni.
Finora, gli europei non sono ufficialmente pronti a inviare truppe per combattere la Russia. Parlano costantemente dell’invio di truppe e della formazione di una coalizione, ma fanno poi dichiarazioni contraddittorie, perché a volte vogliono inviare peacekeeper dopo un armistizio (per cui ci si chiede come dovrebbe funzionare se parlano in modo così veemente contro un armistizio), altre volte parlano di inviare truppe nell’Ucraina occidentale e queste non dovrebbero essere usate sul fronte.
Il problema è che l’Ucraina ha un’enorme carenza di soldati e se vuole continuare la guerra, dovrà presto chiamare tutti gli uomini di età pari o superiore a 18 anni. Persone che difficilmente potrebbero essere addestrate in modo ragionevole, in modo da avere una buona padronanza delle complicate armi occidentali.
Quindi, se gli europei vogliono continuare la guerra, dovranno inviare i propri soldati in Ucraina ad un certo punto (e probabilmente molto presto).
Si può presumere che in Europa proporrà una guerra di una coalizione di volontari, vale a dire singoli paesi europei (ma non della NATO), contro la Russia. E con tutte le conseguenze.
Se davvero l’Ucraina deciderà per una mobilitazione totale e gli europei pomperanno altre centinaia di miliardi nella guerra, ciò inevitabilmente andrà a scapito dei benefici sociali e dell’economia nei paesi europei. Quindi le persone in Europa sentiranno molto presto un calo doloroso del loro tenore di vita.
Beh però in questo caso una cosa buona arriverà, dopo la sonora sconfitta tutti i partiti che hanno sostenuto la guerra in Ucraina, non vinceranno alle elezioni, gli europei potrebbero anche chiedere una revisione della storia. Gli attuali decisori europei potrebbero quindi perdere le elezioni e perdere il potere.