Domenica 4 ottobre, meno di un mese dalle elezioni USA. Nei recenti articoli/post ho creato qualche incredulità parlando di elezioni  2020 come spartiacque, come grossa faglia tellurica, come inizio di una nuova era della Storia Contemporanea. Per gli USA, per il Mondo Occidentale, per l’Italia. Che poi, Italia e USA, almeno dal dopoguerra in poi, piaccia o non piaccia, sono assieme nella stessa barca.

Trump è ricoverato all’ospedale della Navy a Washington, probabilmente dietro una mascherina di ossigeno e attaccato ad un paio di flebo. Un leone in gabbia impossibilitato a girare l’America per articolare le sue ragioni e galvanizzare i suoi sostenitori. Impossibilitato probabilmente, a meno di miracolosi recuperi (vedi BJ e Berlusconi della stessa fascia di età), a sostenere, nel pieno delle forze, gli altri due dibattiti televisivi previsti prima delle elezioni.

Quel che è peggio, i globalsocialisti di tutto il mondo, i Dems americani, gli eurofili continentali, i crucchi, sua maestà Macron e i Dems di casa nostra, stanno ormai già cantando tutti vittoria. E non hanno tutti i torti. La narrativa che coloro che non hanno preso precauzioni personali contro il covid, coloro che hanno sottovalutato l’allarme covid, coloro che sono stati sconsiderati e ne stanno pagando le conseguenze in prima persona, non può che fare breccia sull’elettorato americano e globale. I Dems contano i giorni che li separano dal 18 gennaio per iniziare col controllo di tutti e tre i rami delle istituzioni USA. Per nominare nuovi giudici della Corte Suprema, per legiferare 2 nuovi Stati e 4 senatori democratici e per abbattere le poche statue di Colombo rimaste ancora in piedi.

I sondaggi negli Stati chiave – Pennsylvania, Wisconsin, Arizona, Michigan, North Carolina – sono assai bruttini. Decine di milioni di schede elettorali sono già a spasso nel sistema postale e, nel caso la sera del 3 ottobre Trump fosse in vantaggio nella prima fase dello spoglio per gli elettori che si sono presentati alle urne, nei giorni successivi arriveranno, via posta, nuove schede in quantità per ribaltare il risultato. Chissà da dove? L’unica notizia ancora peggiore potrebbe essere che Trump si è beccato il Covid mentre affaccendato sul divano dello studio ovale con la fascinosa assistente Hope Hicks, emulando Bill.

I globalsocialisti hanno poi la simpatica abitudine, consolidata nel tempo, con la loro ideologia statalista ed internazionalista, di occupare rapidamente tutti i gangli vitali della società, sia a livello nazionale che globale (media, università, pubblica amministrazione, vertici ordine pubblico, organizzazioni e finanza internazionale). Insomma la famosa egemonia culturale gramsciana. Spesso provano anche  a cambiare le regole del gioco. Per l’opposizione, per l’altra parte, diventa sempre più difficile, ad ogni elezione successiva, riconquistare il potere.

Alcuni recenti sondaggi negli USA hanno portato alla luce che nei media, nelle università e nella pubblica amministrazione i Dems hanno, nel 2020, circa l’80%-90 delle preferenze dei giornalisti, dei professori e dei dirigenti statali. Per non parlare delle grandi aziende social media della Silicon Valley. In Italia la cosa non sorprenderebbe quasi nessuno: media, università e grandi aziende sono spesso a controllo statale. In USA non è così e gran parte dei media, delle università e delle aziende sono a controllo privato. Nonostante ciò, nonostante il controllo privato, negli ultimi 20 anni ha avuto luogo, anche in USA, una occupazione da parte della Sinistra, quasi manu militari, di media, università, Silicon Valley e ovviamente del famoso Deep State (FBI, CIA, NSA, Ministeri).

Ma come siamo arrivati a questo punto? Come è riuscita la Sinistra a prendere il controllo di tutti gangli vitali della società e cultura americana e occidentale? Come siamo arrivati a questo autunno 2020 che rischia di diventare  il nuovo spartiacque della Storia contemporanea? E’ stata solo la grande sfiga del covid?  Covid che ha colpito l’economia americana e la macchina trumpiana avviata, sembrava a gennaio-febbraio, ad una facile rielezione? O l’altrettanto grande sfiga della crisi finanziaria del 2008 – anche quella avvenuta in piena campagna elettorale – e che consegnò l’America per otto anni alle affettuose cure del primo presidente quasi-musulmano e quasi-nero della storia americana?

No, non è stata solo sfiga. Secondo me, con il 2020, e la ormai probabile sconfitta Trump/GOP in USA si crea uno spartiacque e si chiude un’era di Storia Contemporanea per aprirsene una successiva, del tutto nuova e dalle conseguenze forse assai poco piacevoli. Si aprirà la terza o quarta era della Storia Contemporanea. 

La prima era della Storia Contemporanea, chiamiamola l’era degli Happy Days, va dal 1945 al 1989. Si potrebbe anche dividerla in due periodi separati: dal 1945 fino alla sera del 15 agosto 1971 quando Nixon alla TV annunciò la morte definitiva del Gold Standard e quella che invece finì il 18 gennaio ed il 9 novembre 1989, quando venne giù il muro di Berlino e quando l’elicottero del presidente Reagan si sollevò per l’ultima volta dal prato della Casa Bianca. E’ stata l’era della vittoria completa della libertà individuale contro le due grandi ideologie collettiviste e stataliste che avevano affascinato ed ubriacato popoli e continenti per oltre 70 anni. E’ stata l’era in cui fu incontrovertibilmente provato che solo capitalismo e mercati liberi da interferenze statali possono garantire progresso tecnologico, economico e mobilità sociale in tutti i Paesi.

La seconda era della Storia Contemporanea post-2GM,  chiamiamola l’era del Risveglio dei Sith (èlite), va dal  1989 a, probabilmente, il 3 novembre 2020. Un trentennio durante il quale il ruolo ed i poteri dello Stato vengono, un pezzettino alla volta, rinvigoriti ed ampliati per fare fronte ad emergenze vere o presunte. Un trentennio che vede i mezzi forniti dalla terza grande rivoluzione tecnologica, iniziata negli anni 70-80 come frutto e strumento di libertà individuali, diventare invece sempre più parte di oligopoli asserviti ad altri poteri e utilizzati per controllare la vita dei cittadini e controllare i mezzi di informazione. Un trentennio nel quale sono stati gradualmente dimenticati alcuni principi base delle scienze economiche. Un trentennio nel quale è emerso un quarto potere dello Stato, lo Stato Amministrativo, sempre più potente e in grado di contrastare ed impedire qualunque riforma. Un trentennio nel quale si è gradualmente perso il collegamento diretto tra elettore ed eletto e nel quale non si è vista neanche l’ombra di un vero leader politico. Un trentennio che ha visto due momenti topici, l’11 settembre e la grande crisi finanziaria 2008-2009, momenti che sono serviti alle èlite governative per rimettere in discussione due principi fondamentali che sembravano acquisiti per sempre: che la libertà è importante quanto la sicurezza e che non si può stampare ad infinito (MMT).

Adesso, col 3 novembre, se Trump perde, si passa dall’altra parte dello spartiacque, inizia una terza era, quella del globalsocialismo. Ormai al potere quasi ovunque nel mondo e senza una valida opposizione ideologica e politica. 

Ma perché il globalsocialismo  sta avendo così tanto successo nel mondo? Perché ha così tanto appeal nei confronti delle èlite governative (ma ciò non sorprende), del popolo, ma anche e soprattutto della classe media americana?

Promette un insieme di belle cose: eguaglianza sociale,  uno Stato che fa da mamma a tutti, anche a quelli che vengono da lontano e alle vittime di discriminazioni immaginarie, assistenzialismo per tutti senza più bisogno di lavorare troppo, moneta a iosa senza inflazione, un mondo senza frontiere dove tutti si amano, sicurezza completa da cattivissimi ed epidemie, un pianeta verde e pulito, un globalismo culturale che ci fa assomigliare tutti e provare tutti assieme via web le stesse identiche passioni, niente più brutti come Colombo, Trump e Salvini che rovinano le nostre vite. What can go wrong?  

Prepariamoci al peggio quindi, prepariamoci bene, prepariamoci la mattina del 4 novembre (giorno dell’unica vera grande vittoria delle nostre Forze Armate) ad attraversare lo spartiacque verso l’inizio della nuova era del globalsocialismo. Negli anni venti abbiamo sperimentato i suoi due parenti stretti: il nazionalsocialismo ed il socialismo reale. Ci sono voluti 70 anni e milioni di morti per liberarcene.