L’Occidente sta cercando di intavolare negoziati con la Russia, gli Stati Uniti stanno cercando una via d’uscita dall’avventura ucraina. Ci sono segnali crescenti che il documento RAND di gennaio è in fase di attuazione. Nel documento, la società RAND raccomandava al governo degli Stati Uniti di cercare una via d’uscita dall’avventura ucraina, perché gli obiettivi perseguiti dagli Stati Uniti in Ucraina non sono stati raggiunti. RAND inascoltata, visto che gli USA hanno continuato a sostenere l’Ucraina con oltre 100 miliardi di dollari e non se ne vede la fine. Gli USA hanno ormai poco da guadagnare dal conflitto, secondo RAND dove sono posizionati i confini dell’Ucraina è irrilevante per gli USA e il non vale l’enorme costo. 

RAND scrisse : “Un drastico cambiamento dall’oggi al domani nella politica statunitense è politicamente impossibile – sia a livello interno che nei confronti degli alleati – e in ogni caso sarebbe poco saggio. Ma se questi strumenti vengono sviluppati ora e resi popolari in Ucraina e tra gli alleati degli Stati Uniti, potrebbero fungere da catalizzatore per avviare un processo che potrebbe porre fine a questa guerra attraverso negoziati in un lasso di tempo coerente con gli interessi degli Stati Uniti. L’alternativa sarebbe una lunga guerra che pone grandi sfide per gli Stati Uniti, l’Ucraina e il resto del mondo”.
Nell’ultimo mese la politica degli Stati Uniti è cambiata molto, dal vertice NATO di Vilnius non si parla più di adesione dell’Ucraina alla NATO, ma si parla di fornire garanzie di sicurezza per l’Ucraina per il periodo successivo al conflitto con la Russia. 
Inoltre non si parla più di sostenere l’Ucraina ma di negoziato, l’inghippo è che l’Occidente sostiene ufficialmente il “piano di pace” di Zelensky.

Presto Kiev dovrà negoziare con Mosca?
Di sicuro gli USA non possono continuare a fornire un rovinoso supporto all’Ucraina ancora per molto, e soprattutto il tutto in vista dell’imminente campagna elettorale Usa e del confronto con la Cina. Quindi si sta attuando esattamente quanto scritto da RAND di gennaio: gli USA vogliono uscire dall’avventura ucraina e hanno cambiato la loro politica, che è stata attuata in meno di sei mesi.

Le trattative potrebbero iniziare già in autunno, ma quali condizioni stabilirà Mosca per i negoziati?
Nelle ultime settimane, almeno sui media statunitensi, si intuiva il cambio di politica che il governo statunitense aveva attuato.
La Russia ha già dato sui suoi termini negoziali, è chiaro che non accetterà il “Piano Zelensky”, perché richiede de facto una resa incondizionata da parte della Russia. È più probabile che Kiev presenti presto un “piano di pace” rivisto sotto la pressione degli Stati Uniti. E anche in quel caso dubito che la Russia accetti perché sa bene che sarà una pace finta, dove l’Occidente si riarmerà nei prossimi due anni per poi riaprire un nuovo conflitto contro la Russia. Che sia sempre in Ucraina o altrove poco conta, i russi lo sanno benissimo che l’occidente ha bisogno di tempo per riarmarsi e per migliorare le strategie.

I prossimi colloqui in Arabia Saudita
Circa 30 nazioni sono state invitate ai colloqui in Arabia Saudita, con Kiev che funge ufficialmente da promotore dei colloqui. La Casa Bianca ha dichiarato apertamente che lo scopo dei colloqui era quello di sollecitare il sostegno internazionale al “piano di pace” di Zelensky alle nazioni africane, cosa molto strana perché la stessa Africa ha presentato un piano di pace molto più realistico.
Gli Stati Uniti sperano di portare questi paesi dalla loro parte. Difficile, vista la nuova destabilizzazione geopolitica appena scoppiata in Africa. Una situazione molto complessa.
Dubito pure che gli Stati Uniti mietano successi con gli altri paesi BRICS. Dal Brasile, ad esempio l’inviato speciale del presidente brasiliano ha anche affermato che ignorare la posizione della Russia è inaccettabile: “È impossibile ignorare le preoccupazioni di sicurezza della Russia. Sei reale. O stai cercando di provocare la Russia?”.
I BRICS e l’Africa hanno comunque altre priorità, stavolta sono loro che non considerano importante il conflitto ucraino, sanno che l’Occidente (guidato dagli Stati Uniti) è aggressore e guerrafondaio, motivo per cui il comportamento dell’Occidente nei confronti dell’Ucraina è visto come ipocrita in Africa.
Il Messico è andato ancora oltre e ha rifiutato di prendere parte ai colloqui in Arabia Saudita perché una soluzione sarebbe possibile solo se entrambe le parti in conflitto si sedessero intorno al tavolo. Dal momento che la Russia non è stata invitata, il Messico vede poco senso nei colloqui.
Sta emergendo un vero disinteresse nei confronti dell’Ucraina, un rapporto mostra che il conflitto ucraino interessa solo marginalmente ad Africa e Asia.

La controffensiva pomposamente annunciata dall’Ucraina è fallita e le cronache attuali mostrano che Kiev sta ora gettando le sue ultime riserve nella battaglia senza speranza. I media americani iniziano anche a criticate la leadership ucraina, ad esempio il canale televisivo CNBC ha riferito che il governo ucraino aveva ripetutamente ignorato i consigli degli Stati Uniti sulle operazioni di combattimento, provocando grande insoddisfazione da parte americana.
La situazione militare in Ucraina è difficile, il morale della popolazione è sceso e molti social network trasmettono tanti video di uomini catturati violentemente dai reclutatori per strada in Ucraina. Ora anche la Kiev ufficiale ha ammesso che ci sono grandi difficoltà nel mobilitare nuovi soldati.

Sul tavolo la Russia chiederà seriamente le garanzie di sicurezza, ma ha una grande spina nel fianco (non si può fidare e lo sanno) perché ogni trattato è stato regolarmente disatteso e usato solo per prendere tempo. Al momento la sconfitta dell’Occidente è evidente, Kiev ha un problema maggiore, ovvero ha bisogno di qualcosa che possa presentare alla sua gente per giustificare le perdite insensate. Bisogna anche vedere se come prima mossa gli USA proporranno ai negoziati il “modello israeliano” raccomandato dalla RAND Corporation
Emerge sempre di più che il conflitto ucraino è una questione nostra occidentale, a cui nessun altra nazione esterna all’Occidente e alla Russia è seriamente interessato.

Presto vedremo realmente cosa chiederà la Russia se Kiev alla fine accetterà (o le imporranno di accettare) i colloqui. Attenzione a un particolare, dopo aprile 2022 (quando Kiev ha interrotto i negoziati) la Russia ha ripetutamente affermato che le richieste russe sarebbero aumentate in relazione alla durata del conflitto. E poi Mosca alcuni mesi fa aveva fatto sapere che vuole anche gli Stati Uniti al tavolo delle trattative.
Perché dopo tutti i trattati disattesi, è sicuro che sulla questione delle garanzie di sicurezza, la Russia non vorrà nessuna nuova escalation in Ucraina o il ripetersi di altri problemi.

La questione ucraina ha investito Bielorussia, Paesi Baltici, Scandinavia, Polonia e Romania, e credo che visto quanto è accaduto la Russia aumenterà le richieste, ovvero un ritiro di armamenti e una grossa zona neutrale. Una sorta di mutua garanzia di sicurezza.
Di sicuro la Russia chiederà il pieno riconoscimento delle ex regioni amministrative ucraine di Crimea, Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Cherson come territori russi e non negozierà al riguardo. Penso che altre zone diventeranno russe, come Odessa e Kharkov (che sono abitate per lo più da russi e sono state roccaforti delle proteste filo-russe dopo il Maidan del 2014).
Ripeto per la terza volta, dopo le troppe bugie, di base la Russia non crederà a nessuna parola degli Stati Uniti, ma se di base sa che al tavolo arriveranno le vuote promesse di Washington, cosa metterà sul tavolo affinché vengano rispettate?
Domanda interessante…

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Alessia C. F. (ALKA)
Esploro, indago, analizzo, cerco, sempre con passione. Sono autonoma, sono un ronin per libera vocazione perché non voglio avere padroni. Cosa dicono di me? Che sono filo-russa, che sono filo-cinese. Nulla di più sbagliato. Io non mi faccio influenzare. Profilo e riporto cosa accade nel mondo geopolitico. Ezechiele 25:17 - "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te."Freiheit ist ein Krieg. Preferisco i piani ortogonali inclinati, mi piace nuotare e analizzare il mondo deep. Ascolto il rumore di fondo del mondo per capire quali nuove direzioni prende la geopolitica, la politica e l'economia. Mi appartengo, odio le etichette perché come mi è stato insegnato tempo fa “ogni etichetta è una gabbia, più etichette sono più gabbie. Ma queste gabbie non solo imprigionano chi le riceve, ma anche chi le mette, in particolare se non sa esattamente distinguere tra l'etichetta e il contenuto. L'etichetta può descrivere il contenuto o ingannare il lettore”. So ascoltare, seguo il mio fiuto e rifletto allo sfinimento finché non vedo tutti gli scenari che si aprono sui vari piani. Non medito in cima alla montagna, mi immergo nella follia degli abissi oscuri dell'umanità. SEMPRE COMUNQUE OVUNQUE ALESSIA C. F. (ALKA)