Cari lettori e lettrici, non posso e non voglio nascondere la rabbia e il profondo disgusto che sto provando, in questi giorni, per la situazione abominevole che si è creata intorno alla figura e alla persona vera di Julian Assange. Julian, un uomo eccentrico ma mite, buono; un autentico eroe di questa nostra epoca moderna, oscuramente moderna. 

Prima osannato, poi usato e finanche abusato, e infine a lungo dimenticato; da alcuni  mesi si stanno nuovamente occupando di lui, da quando è stato prelevato con la forza dall’Ambasciata ecuadoriana a Londra. Ora rischia, in un processo per la definitiva estradizione negli Usa, una condanna a circa un secolo e mezzo di prigione.

Sì, avete letto bene: un secolo e mezzo!

Ma si può essere più illogici e ridicoli di così ?

E potrebbe persino capitargli di peggio: la pena capitale. Perché? Cosa ha fatto di male Julian Assange ? Qual è la sua colpa? Aver acceso una piccola luce in un mare di buio, aver svelato al mondo la verità vera, quella che certi gruppi di potere  vogliono tenere lucchettata per interessi e comodità personali e per salvare la faccia …

Un impegno grande e coraggioso per la verità, ecco la grave colpa di Julian. Una battaglia altruistica per la verità senza la quale non c’è democrazia.  WikiLeaks è stato ed è ancora oggi un bastione in difesa della verità e dell’informazione libera. Il caso sta diventando uno scandalo ed è lo specchio del fallimento dello stato di diritto occidentale. Quello che trovo insopportabile è anche l’incredibile e vergognoso silenzio da parte della piccola borghesia e dei tanti “osservatori illuminati”. Sono molti quelli che che preferiscono chiudere gli occhi e le orecchie e a non volersi interessare di questa storia, pochi si espongono in modo deciso e non più di tanto, mi riferisco anche ai governanti europei che non si sono mai mossi concretamente.

Ogni giornalista veramente libero e onesto dovrebbe essere preoccupato per la sorte di Assange, in quanto rappresenta un precedente molto pericoloso per la libertà di stampa e i mezzi di informazione.

Dovremmo chiedere tutti a gran voce la liberazione di Julian che, con altruismo e coraggiosamente, si è esposto in nome della libertà di espressione e contro certe logiche portate avanti dal potere politico-economico internazionale. Il 24 febbraio è iniziata la prima parte del processo giudiziario in cui  gli Usa chiedono l’estradizione di Assange da Londra, in base all’Espionage Act. Questo primo procedimento è durato circa una settimana e si è tenuto nel Woolwich Crown Court, una seconda fase del processo si terrà nella stessa sede dal 18 maggio al 5 giugno; al termine si prevede una sentenza appellabile e con una decisione finale verso la fine del 2020.

Julian Assange ha sempre dichiarato di aver agito come giornalista,  appellandosi alle protezioni del primo emendamento.

RIASSUNTO DELLE VICENDE CHE HANNO PORTATO ALLE DRAMMATICHE  CONDIZIONI IN CUI SI TROVA OGGI J.A. (dalla nascita all’arresto presso l’ambasciata ecuadoriana nell’aprile 2019):

  • J.A. nasce in Australia nel 1971 e sin dalla prima adolescenza mostra grande interesse per la scienza informatica e già a 16 anni è in grado di scrivere programmi.
  • Sul finire degli anni ’80 si associa a un gruppo di hacker: l’International Subversives, partecipando attivamente.
  • Nel 1991 la polizia federale australiana irrompe nella sua casa di Melbourne accusandolo di essersi infiltrato nel sistema informatico del Pentagono e nel 1992 dovrà rispondere di 24 capi d’accusa per crimini di “pirateria informatica”. Viene condannato ma dopo aver pagato una grossa multa verrà liberato per buona  condotta.
  • Nel 2006 fonda il sito web WikiLeaks di cui diviene caporedattore. Lo scopo del sito è rendere pubblici documenti da fonti anonime e informazioni top secret su repressioni e guerre, politici corrotti e assassinii politici. Il materiale che esce tra il 2006 e il 2009 finisce solo sporadicamente nel mirino dei media.
  • Sarà l’operato di Chelsea Manning, attivista statunitense, che nel 2010 catapulterà il caso di WikiLeaks al centro dell’attenzione internazionale. La principale accusa a Chelsea è di aver inviato a W.L. migliaia di documenti privati, hackerati durante la sua attività di analista di Intelligence dell’Esercito Usa nel corso della guerra in Iraq. Per questo reato viene condannato a 37 anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza. Dopo sette anni di carcere duro viene rilasciato ma viene nuovamente arrestato nel 2019 per non aver voluto testimoniare contro Assange.
  • È nel 2010 che WikiLeaks finisce sotto inchiesta in Australia dopo la pubblicazione di oltre 250.000 documenti statunitensi, molti dei quali considerati confidenziali o segreti, tra cui diversi video sulle stragi di civili compiute dagli Usa in Iraq e Afghanistan, prove di evidenti lesioni dei diritti umani. E Julian rischia di nuovo l’arresto.
  • In quello stesso anno, mentre Assange si trova in Gran Bretagna, il tribunale di Stoccolma emette a suo carico un mandato di arresto in contumacia, con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali non protetti con due donne, anche se consenzienti. Quando Assange si presenta di sua spontanea volontà nella sede di Scotland Yard, viene arrestato in forza di un mandato di cattura europeo ma viene presto liberato su cauzione.
  • La Svezia in seguito ne chiede l’estradizione dalla Gran Bretagna, vuole chiaramente estradarlo negli Stati Uniti dove il processo per spionaggio che l’attende prevede l’ergastolo o la pena di morte. Nel 2012 la Corte Suprema britannica decide di estradarlo in Svezia, ma Assange si rifugia nell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, che gli garantisce il diritto d’asilo e ci resterà per sette anni nonostante l’ONU non approvi la detenzione arbitraria e illegale in Gran Bretagna.
  • Nel frattempo WikiLeaks va avanti e nel 2016 pubblica migliaia di email e documenti inviati e ricevuti tra il 2010 e il 2014 da Hillary Clinton, segretaria di Stato dell’amministrazione Obama. In una di quelle email viene rivelato il fine ultimo della guerra Nato alla Libia, la cui vera intenzione soprattutto da parte degli Usa e della Francia era impedire a Gheddafi di usare l’oro della Libia per creare una moneta pan-africana alternativa al dollaro e al franco Cfa, la moneta imposta dalla Francia a 14 ex colonie.
  • Con il nuovo governo ecuadoriano e per la sempre più forte pressione internazionale, Julian Assange perde il diritto di asilo e nell’aprile del 2019 viene arrestato per essersi sottratto al mandato emesso dalla Corte Suprema britannica nel 2012. 
  • Mils Melzer, inviato speciale dell’ONU contro la tortura, ha visitato personalmente Assange nel carcere di massima sicurezza dove è detenuto; secondo Melzer, Julian sta subendo condizioni di isolamento e sorveglianza estreme e assurde e già mostra tutti i sintomi di chi viene sottoposto a stress psicologico prolungato; ritiene perciò necessaria la sua liberazione immediata per salvaguardare la sua salute fisica, mentale e la sua dignità. Chiede quindi che venga anche impedita l’estradizione negli Usa. Il giornalista australiano, praticamente rapito e confinato in condizioni inumane e a cui, in tutti questi anni , è stato persino impedito di vedere i figli, si trova veramente in pericolo. 

Se alla fine del processo dovesse affrontare la pericolosa eventualità di venire estradato, si troverebbe in mano a loschi personaggi che hanno tutto l’interesse a non garantirgli un processo dove potrebbe difendersi.