Piene le spiagge di tristi spoglie

Serse I

E‘ con queste parole che il poeta e drammaturgo ateniese Eschilo commenta la disfatta della flotta persiana nel disastro di Salamina… Egli si rende perfettamente conto che ognuna di quelle tristi spoglie appartiene ad un uomo che non farà mai più ritorno in patria, non rivedrà mai più i suoi figli, la sua amata moglie e i suoi genitori; lasciando questi ultimi nella più completa disperazione. Anche egli è, esattamente come loro, un essere umano e non può che provare che pietà e commiserazione per la loro tristissima sorte ed anche per la mesta angoscia e dolore dei loro famigliari che mai potranno rivedere in vita.

Cosa ancora più importante, Eschilo sa perfettamente che la responsabilità di molte di quelle morti è anche opera sua, avendo servito nella flotta ateniese che, sotto il magistrale comando di Temistocle, annientò la flotta persiana di Serse… ma non sono certo le classiche lacrime di coccodrillo quelle piante da Eschilo; il poeta, come tutti gli altri ateniesi sapeva perfettamente che quelle tristi spoglie rappresentavano il prezzo della libertà di Atene e sicuramene dell’intera Grecia; senza aver causato quelle tristi spoglie tutti i greci sarebbero caduti sotto la tirannia di re Serse e la Grecia ridotta ad una satrapia dell’impero persiano; sicuramente annullandone tutta la cultura e la già millenaria civiltà.

Nella sua tragedia guardava sì a quei corpi come cadaveri di esseri umani, ma sapeva che quegli stessi corpi, fino al momento in cui persero la vita, rappresentavano alla fine soldati di un esercito invasore che avrebbe tolto a lui, come alla sua gente, ogni bene da lui posseduto, non solo quelli materiali ma anche, e soprattutto la libertà, il bene più prezioso che aveva, se gli avessero comunque risparmiato la vita; ecco perché non esitò ad imbarcarsi su una trireme ateniese allo scopo di poter dare il suo contributo allo speronamento del maggior numero possibile di navi persiani: non esisteva nessuna altra alternativa se voleva salvare la propria città e, probabilmente, in questa sua commedia Eschilo esprime proprio il suo rammarico per questa comunque difficile scelta.

Trireme ateniese

Credo che un paragone, per quanto mi rendo conta sia decisamente azzardato, potrebbe essere fatto con gli odierni migranti che, oramai da diversi anni, stanno prendendo d’assalto le nazioni occidentali, fenomeno che non accenna a diminuire, anzi tendenzialmente in forte aumento appoggiato ed incoraggiato sempre più apertamente dagli stessi governi ed organizzazioni internazionali che invece dovrebbero essere chiamati a combattere e reprimere.

Non può certo essere dimenticato che anche loro sono uomini, esattamente come noi; capaci anche loro di amare e odiare, di arrabbiarsi, ridere e gioire per le piccole e grandi cose della vita.

Ma anche loro, esattamente come lo furono i persiani a Salamina, dovrebbero essere considerati come soldati di un esercito invasore.

Non nascondo che balzano all’occhio tantissime differenze: innanzi tutto non vengono con armi al seguito (tranne qualche rarissima eccezione) e tra di loro ci sono anche vecchi, malati, donne e bambini, molti di loro bisognosi di cure per malattie da noi scomparse da moltissimo tempo; anche se la stragrande maggioranza è composta da maschi adulti ben pasciuti… poco credibile un esercito di invasione così composto; non posso che ammetterlo.

Migranti su una nave ONG

Ma nonostante questa iniziale, doverosa, considerazione, credo si possano individuare inequivocabili elementi che non possono che farmi propendere nel vederli unicamente come invasori. Già la loro arrogante pretesa di entrare clandestinamente nelle nostre terre, senza nessun documento e spesso rifiutandosi di identificarsi, quella di essere accolto, accudito, curato, quella di avanzare diritti spesso e volentieri negati anche a noi autoctoni dovrebbe già farli inquadrare come tali a chiunque non abbia gli occhi foderati di fette di salame; penso infatti che una qualsiasi persona civile a casa altrui entra innanzi tutto suonando al campanello della porta principale, identificandosi e chiedendo cortesemente di poter entrare; ed andandosene (magari anche alterato e con la coda tra le gambe) nel caso tale permesso venga negato; inoltre mai si sognerebbe di voler comandare, imporre le proprie usanze, cultura e civiltà a casa altrui, mai un ospite si sognerebbe di alzare la voce reclamando i propri diritti; piuttosto se la situazione esistente non dovesse essere di suo gradimento chiederebbe solo di potersene ritornare indietro a casa sua. Credo che completi il quadro la pretesa di queste perone di godere di corsie preferenziali nel lavoro, all’accesso a servizi che non hanno certo contribuito a creare e mai si sogneranno di pagare, scavalcando chi tali servizi invece li paga ogni giorno con le proprie tasse, di vedere la propria lingua madre nei loro documenti; tutti segnali decisamente poco incoraggianti e che dovrebbero lasciare ben pochi dubbi sulle loro reali intenzioni e sul profondo disprezzo che nutrono nei confronti dell’occidente che li ha tanto generosamente accolti; infine non posso certo mancare di accennare, anche se solo di sfuggita a chi (e le statistiche dicono chiaramente che non sono certo pochi) non trova di meglio che delinquere, stuprare, spacciare droga per dimostrare la propria riconoscenza nei confronti delle terre che hanno avuto la sventura di ospitarli.

Certo, avrei potuto parlare solo dei violenti tafferugli che abitualmente avviene in quel di Ceuta tra migranti da una parte e la Guardia Civil dall’altra, ma ho voluto rinunciare ad una facile vittoria e analizzare tutta la questione nel complesso.

Questo screenshot, volutamente preso da una fonte al di sopra di ogni sospetto, relativo a degli scontri a Ceuta tra migranti Guardia Civil, documenta come alla fine non si facciano poi troppi scrupoli per entrare in una terra che non è la loro; esattamente come un esercito invasore.

Ecco perché gli appelli alla umanità, i vari stay human, le altre menate del genere con me non attaccano per nulla; come non attaccherebbero nemmeno i ripetuti appelli allo <<spirito evangelico all’accoglienza>> lanciati quotidianamente dalle varie gerarchie ecclesiastiche (bisogna comprenderli, poveretti: hanno bisogno di rilanciare un fiorentissimo business oramai in forte crisi causa Salvini), e non certamente per il fatto che non mi sono mai reputato né cattolico e nemmeno cristiano.

Come Eschilo posso comprendere i loro patimenti ed anche i loro sogni di poter avere una vita migliore; ma esattamente anche Eschilo mi rendo conto che tale sogno avverrebbe a spese del benessere collettivo, costruito da me, da coloro che avranno la sventura di leggermi, dai nostri nonni e padri; comprendo che tale loro sogno verrebbe pagato dalla perdita della nostra ricchezza, libertà e civiltà e, come Eschilo non posso certo intraprendere una scelta così masochista che comporterebbe inevitabilmente la fine di tutto quanto i nostri progenitori hanno costruito con il loro sangue, sudore e lotte per noi; ecco perché bisogna essere perfettamente consapevoli che la loro morte e sofferenza in mare, con la pietà umana che questo inevitabilmente suscita, non deve impedirci di intraprendere tutte le misure che si ritengono necessarie per contrastare il fenomeno migratorio.

Prima di chiudere vorrei chiedere ancora alcune righe per una piccola precisazione: non mi ritengo affatto un sanguinario, e se ho provato ad azzardare un paragone tra Salamina e l’attuale invasione migratoria è proprio perché desidererei che tale crisi migratoria, che oramai si trascina da fin troppi anni senza nessun accenno ad una sua auspicabile fine, si concludesse definitivamente senza dover piangere nessuna vittima.

Alle belle anime candide, presenti anche in questo blog e che probabilmente staranno già contattando, scandalizzate, il sindaco di Luzzara per denunciarmi in base alla sua ordinanza anti-odio (sono fuori dalla sua giurisdizione, seppur di poco, ma credo che ciò importi poco ai maoisti); ricordo che è stata proprio la spregevole politica di accoglienza senza nessun “sé e ma” praticata dai precedenti governi la principale causa di parecchie morti per mare, senza che la presenza delle varie missioni internazionali e private abbia contribuito a ridurre significativamente tale numero.

Dati alla mano, solo la politica dei porti chiusi di Salvini ha ridotto drasticamente il numero delle vittime di tragedie e naufragi.

Alle belle anime candide che si impietosiscono perché nei barconi ci sono anche donne e bambini, non solo vorrei ricordar loro che non solo non mi sento affatto responsabile della loro sorte se un genitore snaturato, e completamente indegno del ruolo di padre o madre, li costringe a lunghe traversate, in balia di veri e propri trafficanti di carne umana, allo scopo di utilizzarli come arma di ricatto morale verso di noi, per ottenere il permesso di sbarcare.

Ritengo altamente incivile, immorale e vile questo pararsi dietro ai loro figli, questo loro utilizzo di scudo allo scopo di ottenere un permesso di soggiorno, che non solo già questo li classificherebbe altamente indegni di poter soggiornare nelle nostre terre; non solo questo; ma considero giusto, doveroso necessario ed anche decisamente morale mostrare la massima fermezza davanti a questo vile ricatto.

Se non altro si farebbe comprendere loro che anche questa loro arma puntata verso di noi non funziona più, e questa loro vigliaccheria non è più efficace.

P.S. All’inizio della II guerra persiana, mentre i valorosissimi guerrieri di Leonida difendevano valorosamente il passo delle Termopili, Serse inviò un’ambasciata ad Atene chiedendo ‘Terra’ ed ‘Acqua’ in segno di sottomissione… probabilmente se gli ateniesi invece di decapitare per lo sdegno lo sventurato ambasciatore avessero accettato, avrebbero potuto negoziare facilmente condizioni di resa molto favorevoli e, soprattutto, nessun marinaio né greco, né tanto meno persiano avrebbe trovato la morte a Salamina. (S)ragionando secondo la folle (il)logica degli immigrazionisti tout court, si dovrebbe allora attribuire la responsabilità dell’ecatombe di Salamina non tanto all’arroganza di Serse, quanto piuttosto alla coraggiosissima decisione di Temistocle di combattere l’invasore persiano. Questa è la tristissima logica dei nostri tempi.

Grunf Von Grunt