Pasqua è passata e siamo a 20.000 morti in 50 giorni. Secondo alcuni – vedi anche articolo dell’ottimo Ricolfi della Fondazione Hume E se il Covid-19 fosse già dilagato anche al Sud? – potrebbero essere molti di più. I numeri di Borrelli includono solo i decessi ospedalieri.
Una vera Caporetto. E chi scimiotta il grande Winston (“we are only, perhaps, at the end of the beginning) credo abbia ragione.
Ma andiamo per ordine. Vediamo di fare un sintetico bilancio e di cosa ci attende nella Fase 2, una ripartenza ad alto rischio, alto rischio di Redo-from Start, alto rischio di Torna-al-Via.
LE BUONE NOTIZIE
- 1) Nei morti/popolazione finalmente siamo secondi dietro la Spagna, non più primi. E a breve potrebbe superarci anche il Belgio (4.000morti/11M). Chissà quanti euroburocrati o islamici di Molenbeek in questi numeri?
- 2) Abbiamo anche ceduto il primato del numero totale dei morti. Gli USA, come sempre, fanno tutto in grande! Speriamo la loro immensità si veda anche nello scoprire al più presto un cocktail antivirale o un vaccino.
- 3) Sia i ricoveri, sia gli ingressi in terapia intensiva sono in discesa. Questo significa che gli ospedali hanno raggiunto un minimo di equilibrio e, se i flussi rimangono inalterati, cioè se la curva rimane piatta, è possibile gestire questo livello di alta marea.
- 4) Grazie soprattutto a donazioni private, Regioni, Ospedali, ASL, FIMMG sono riuscite ad acquistare, cercando in mezzo mondo, mascherine, ventilatori ed altre attrezzature. Nel mentre centinaia di dipendenti Consip e ProtCiv redigevano corposi ed inutili bandi gara (a stipendio pieno).
- 5) Sono di oggi le notizie, come sempre Zaia/Crisanti, ma anche da medici a Roma e da diversi ospedali NYC, che la idrossiclorochina qualcosa fa, specialmente prima dell’aggravarsi del paziente. La guerra del Plaquenil forse la vinceranno Raoult/Trump e questa è una ottima notizia. Anche per novembre (se ci saranno le elezioni). Peccato che nelle farmacie di tutta Italia non si trova più una pillola di Plaquenil.
- 6) La macchina della pubblica sicurezza sta funzionando bene nel gestire il lock-down nazionale. Gli italiani, popolo civile quali siamo, stanno dando tutta la loro collaborazione. Qualcuno dirà: ci mancherebbe altro? Abbiamo quasi 500 poliziotti/carabinieri/finanzieri ogni 100K abitanti contro i circa 350-400 di Francia e Germania. Avessimo più medici/ospedali/mascherine/ventilatori invece di poliziotti/caserme ed insegnanti/scuole ?

LE CATTIVE NOTIZIE
- 1) A oggi, dopo 50 gg., ancora non uno straccio di studio epidemiologico sul territorio. Il denominatore è ancora tabula rasa. Hanno fatto qualcosa il solito Crisanti a Vo’ Euganeo e Massimo Galli a Codogno. Sappiamo che in quelle zone il contagio è di 5-8x superiore ai numeri ufficiali. Ma le altre zone, dove poi si fanno pochi tamponi, vedi ad esempio una Sicilia, sono ancora acque del tutto inesplorate.
- 2) Conseguenza del punto 1) è che non abbiamo la minima idea di dove siamo come “immunità di gregge”. Con questo ritmo di contagio, se fossero veri i dati veneti su scala nazionale (circa 1% di contagiati, tenuta delle T.I. a livello attuale, degenza media ospedaliera di 3 settimane), ci vorranno 3-4 anni prima che il 50% della popolazione contragga o sia immune al virus. Ci terremo il virus, con stop and go in caso di focolai, per diversi anni.
- 3) L’equilibrio ospedaliero è molto fragile. Basta un piccolo sussulto nel contagio, un qualche focolaio e saremmo costretti, in fretta e furia, a ritornare a lock-down, più o meno territoriali.
- 4) La passione nazionale per la Centralizzazione ed il Coordinamento (oggi chiamata Cabina di Regia) ha impedito la creazione di un agile sistema di lock-down territoriale. Bisognerebbe essere in grado, si manifestasse un focolaio in una determinata zona, di chiudere subito il comune/provincia interessato senza dovere aspettare i comodi di Palazzo Chigi. Sindaci/Governatori/ASL dovrebbero avere piena autonomia nel decidere ed applicare i lock-down di zona. Sarebbe forse anche utile creare passaggi obbligati nella circolazione tra le provincie (chiudendo tutte le strade secondarie) in modo da potere essere velocissimi nell’implementazione.
- 5) Quello che Ricolfi/Crisanti/Galli chiamano il TTIM: Tamponi, Tracciamento, Isolamento e Monitoraggio. Di TTIM è stato fatto poco o nulla (con l’eccezione del solito Veneto). Il TTIM è la cosa più importante per isolare e reprimere i focolai, il cardine dei modelli Korea/Singapore/HongKong, modelli di cui i nostri giornalisti si sono riempiti la bocca. Ma per fare TTIM occorrono strutture di testing/medici/infermieri/software a livello di ASL dieci volte quelle che abbiamo. Ancora oggi i tempi per accertare un caso sospetto, tracciare e testare tutti i contatti, isolarli e monitorare il decorso sono lunghi e insufficienti, quasi ovunque. Ancora oggi mancano i reagenti per i test. Ancora oggi mancano strutture snelle per i tamponi (drive-in). Ancora oggi in provincie da 1M di abitanti ci sono solo 5 macchine mediche attrezzate in biocontenimento per le attività domiciliari di testing/accertamento dei sintomatici e identificazione/tracciatura/monitoraggio dei contatti. Ancora oggi non c’e’ un software/app per gestire tutti questi dati. Ancora oggi i quarantenati domiciliari sono troppo spesso poco monitorati, con radi contatti telefonici coi medici curanti. E se i quarantenati domicilari li trasferissimo in Covid-Hotels come hanno fatto in Korea e credo anche Cina?
- 6) Giusto riaprire e fare ripartire le attività economiche in sicurezza. In troppe zone però mancano ancora le apparecchiature DPI per farle ripartire in sicurezza. Sembra che ancora oggi, così afferma Zaia, è difficile per un imprenditore non-medicale sdoganare un carico di materiale DPI in arrivo dalla Cina.
- 7) Sul pacchetto economico poco da aggiungere. E’ tutto un gerundio (stiamo facendo, stiamo lavorando, stiamo approntando). E’ tutta una riunione di ben nutriti generali ai tavoli romani. Ma i soldi alle imprese, per ora, zero.

Da questa settimana entriamo in ripartenza, in fase 2 . Ma, spero tanto di sbagliarmi, mi sembra siamo di fronte ad una situazione, tipicamente italiana, di programmazione approssimata o di poca comprensione e mal dimensionamento del Sistema.

Tanti generali in riunione, tanti soldati che si danno un gran daffare. Ma negli snodi critici (TTIM) del Sistema rimane però una cronica mancanza di ufficiali capaci ed di attrezzature sufficienti e performanti. Ci aspettano mesi, temo, di Stop-and-Go e forse anche di Torna-al-Via.