Forse, dopo due mesi ad acchiappare farfalle, la politica italiana si è decisa e sta per nominare un governo. Non si sa bene ancora i termini dell’accordo, ma pare che finalmente M5s e Lega abbiano trovato un compromesso.
Nonostante siano state le uniche due forze politiche ad incrementare il proprio numero di voti e il numero dei propri parlamentari, e per questo riconosciuti praticamente da tutti come i vincitori di questa tornata elettorale, Lega e M5s, naturalmente candidati a mettere su un governo insieme, hanno nicchiato: il problema era legato a Berlusconi. “Mai un governo con Berlusconi” tuonava Di Maio, “mai un governo senza Berlusconi“, rispondeva Salvini. Esclusa da tutti l’ipotesi di un governo tecnico o dei neutrali, forse il solo PD sembrava poter appoggiare qualcosa del genere (sapendo bene, però, che nessun altro avrebbe accettato) l’unica altra soluzione rimaneva tornare alle urne. Ma in fondo nessuno voleva davvero sottomettersi nuovamente al giudizio degli elettori dopo pochi mesi di una legislatura nata morta, quindi l’unica strada rimaneva trovare la quadra tra leghisti e pentastellati. La manfrina dei 5s con la politica dei due forni, con avances al PD, serviva solo per ingelosire la Lega e spaventare Berlusconi, e sembra abbia funzionato. A meno di clamorose rotture in dirittura d’arrivo, il prossimo esecutivo sarà sostenuto dalle due forze politiche più “antisistema” che il parlamento italiano abbia prodotto ultimamente, con F.I. che dovrebbe sottoscrivere un “patto di non belligeranza”: in pratica nè con, nè contro il governo.
Non si conosce ancora il nome del possibile premier, con ogni probabilità non sarà Di Maio e neppure Salvini, si parla di una personalità terza, in grado di mediare tra le due anime del possibile futuro governo.
Chissà se un posto da ministro sarà assegnato alla nostra vecchia conoscenza Fatima Trollo, in fondo, in questo esecutivo, ci starebbe benissimo!