Il recente articolo scritto da Alessia https://www.orazero.org/le-donne-stanno-distruggendo-il-mondo-accademico-e-politico-probabilmente-si/ sulle donne e il mondo accademico, ha suscitato reazioni contrapposte. Sono piovute dal cielo polpette avvelenate, come i commenti di ispirazione femminista che hanno gridato “indignazione”, hanno stigmatizzato una blogger ebrea senza peli sulla lingua con tanto di “vergogna”. Vorrei tanto vedere come si comporta L.Segre con Alessia e se ha il fegato di sostenerla o di fingere che non esista perché è più scomoda di un’edera velenosa. Ci sono state prese di posizione contro l’uomo di destra (o presunto tale) e sono volati commenti di ogni colore.

Alessia l’ha presa con la sua solita filosofia, affermando che lei vorrebbe vedere una simile presa di posizione “alla francese” per quello che sta succedendo nella politica e nell’ economia italiana, mi spiega che è facile dare fuoco a piccole polveriere dove si può incendiare tutto perché comunque la popolazione è sistematicamente allontanata dalle vere polveriere. Mi ha fatto assaggiare l’insipienza italiana. Lei afferma che nessuno si accorge di vivere in molti errori.

Le donne mascoline secondo la visione femminista del ’68

Il femminismo, la difesa dei diritti delle donne, il richiedere un ritorno dei veri sindacati, la mobilitazione sociale è un tema al pari dell’ecologia gretina. Tutto questo non dovrebbe avere alcun connotato ideologico, totalmente trasversale, dovrebbe unire invece che dividere.

Eppure è un tema, esattamente come la difesa e la salvaguardia del pianeta, totalmente strumentalizzato da una ben precisa parte politica che nel corso degli anni ha perso la fiducia nei modelli socio-politici verso cui si è ispirata (marxismo, leninismo, maoismo, castrismo) tanto da abbandonarli progressivamente, per abbracciare temi più attuali e di facile impatto sulle masse. Lo scopo naturalmente rimane sempre quello, arrogarsi il diritto di ritenersi sempre e comunque dalla parte del giusto e “combattere” gli altri, fascisti, razzisti, inquinatori, maschilisti e ora pure sovranisti, rei di pensare che il problema vada affrontato in maniera diversa.

Ma è vero che l’uomo di destra è contro le donne?

Essere contro il femminismo militante non vuol dire essere contro le donne, significa essere contro la strumentalizzazione delle donne da parte di una frangia politica ben precisa. Ricordiamo che le femministe storiche, quelle del ’68, non volevano solo la parità dei sessi, parità intesa come uguali diritti, doveri e opportunità, piuttosto pretendevano che le donne si mascolinizzassero, assumessero connotati maschili per contrastare il potere dell’uomo. In pratica le femministe dell’epoca volevano essere “uomini con la vagina”. Visione completamente superata negli anni, ora le cosiddette femministe (che nemmeno vogliono più definirsi in questa maniera) sono donne consapevoli di esserlo, che rivendicano le proprie peculiarità di donne senza fingere di essere “uguali” all’uomo, pur continuando a rivendicare pari diritti-doveri e opportunità. Le vecchie femministe del 1968 sono totalmente diverse dalle odierne donne femministe. Hanno valori e scopi completamente diversi.

Femminismo come strumento di lotta politica e ideologica

Ad esempio essere contro le quote rosa non significa essere contro le donne e discriminarle, significa essere a favore del fatto che qualsiasi essere umano riesca ad imporsi con le proprie forze e non per gentile concessione. Alessia si considera una moderna amazzone emancipata e da anni mi ripete che si deve promuovere la vera meritocrazia, si deve conquistare con impegno e merito, sono meriti che lei vuole vedere apprezzati e valutati, a prescindere da qualsiasi discriminante.

Ma purtroppo le attuali quote rosa non fanno altro che dare un duro colpo alla meritocrazia: se per esempio per l’assegnazione di due posti di prestigio ai primi quattro posti in graduatoria ci sono altrettanti uomini e al quinto una donna, per le quote rosa la donna scavalca i tre uomini immediatamente prima di lei e ottiene il posto, non per merito ma per il privilegio di essere donna. Questo non fa che esasperare gli animi e abbassare il livello meritocratico. La cosa funzionerebbe anche al contrario, ma se il rapporto tra donne e uomini qualificati fosse invertito, non esisterebbero le quote azzurre!

Ogni volta che nei notiziari ascoltiamo di donne violentate, maltrattate, uccise da uomini, non mi sembra che alcun uomo di destra prenda le difese dell’uomo violento, anzi! Su OZ spesso è capitato di ospitare comunità di centro e di destra che “a torto o ragione” richiedeva pene pesantissime, e in modo eclatante non c’è stata alcuna “solidarietà maschile” come qualcuno vorrebbe lasciar credere.

Vediamo cosa succede in politica: mi sembra che a destra le donne impegnate politicamente siano parecchie, non meno di quelle di sinistra. Ma nei posti chiave, le donne a sinistra non è che siano così numerose. Non ricordo sindaci donne di sinistra nelle grandi e importanti città. Mi viene in mente che oggi le uniche donne sindaco di grandi città siano del M5s, formazione politica post ideologica che fa del non essere nè di destra nè di sinistra un valore ma additato, almeno fino ad agosto, come estrema destra. A Milano ricordo un sindaco donna, la Moratti, in quota centrodestra! A Napoli una ventina e più di anni fa, la Mussolini contese fino all’ultimo la poltrona di sindaco a Bassolino. Per non parlare dei governatori di regione. L’Umbria ha avuto di recente una governatrice PD, e sappiamo come è finita. In Emilia Romagna la leghista Borgonzoni se la gioca alla pari col rappresentante di sinistra, e lo stesso in Campania, dove sembra poter scendere in campo la Carfagna. E a sinistra? naturalmente, per cercare di non perdere il potere schiereranno i due attuali presidenti di regione, Bonaccini, che gode di consensi trasversali, e il “cacicco” De Luca, perchè le donne al potere va bene, ma se si rischia di perderlo allora no: prima il partito e poi, forse, le donne!

esempio di donne in politica: attaccare e offendere l’una suscita reazioni indignate, riservare lo stesso trattamento all’altra non genera alcuna reazione

Anche il trattamento riservato alle donne da parte della cosiddetta sinistra è differente: tutti a indignarsi e a fare quadrato attorno alla Boldrini nel momento in cui viene attaccata, perchè “è una donna di successo e quindi all’uomo, in particolare di destra, questo non va bene” mentre alle donne di successo di destra tutto si può dire senza alcuna presa di posizione in loro difesa, perchè essendo di destra forse “se lo sono merirato”. Ricordiamo oggi che cosa tocca subire a donne quali la Meloni, la Raggi, la Santanchè senza che alcuno dei difensori dei diritti delle donne (di sinistra) intervenga in loro difesa.

Siamo in una epoca in cui il progresso tecnologico è fondamentale. I robot e i computer stanno sempre più soppiantando il lavoro umano, sempre più ci si basa su algoritmi, app, software in grado di svolgere il lavoro che fino a ieri era esclusivamente umano. Per avere un lavoro importante, un posto di rilievo nella società è sempre più importante avere una istruzione e una preparazione a livello tecnico-scientifico.

Vediamo cosa dicono le statistiche relative all’istruzione universitaria italiana. La presenza femminile a livello universitario è fortemente cresciuta, a tal punto che oggi la presenza femminile è superiore a quella maschile.

Vediamo invece qual’è il rapporto uomo-donna nei politecnici

Vediamo che la forbice tende ad allargarsi, a sfavore della presenza femminile. La domanda è “chi impedisce alle donne di frequentare i politecnici?

Un vecchio detto popolare, recita “chi vuole anda, chi non vuole manda”. In altre parole per poter contare di più nella società attuale e futura, invece di aspettare che l’uomo per gentile concessione permetta attraverso escamotage e privilegi la piena partecipazione femminile, devono essere le donne stesse a rendersi protagoniste in prima persona, a cominciare proprio dalle scelte personali e dal loro impegno.