Sono stata informata privatamente di una situazione di cui i media poco parlano, molti autotrasportatori europei si rifiutano categoricamente di venire in Italia a prelevare o consegnare merce. Non essendo esperta di logistica ho cercato di indagare per capire la situazione in Italia.

Da https://www.trasportoeuropa.it/notizie/logistica/il-coronavirus-triplica-i-tempi-di-controllo-ai-porti/ si apprende che la logistica italiana rischia il collasso. La Federazione nazionale delle Imprese di Spedizioni internazionali spiega che con Covid-19 ci sono problemi con il flusso di merci che provengono dai Paesi extra-europei, e non solo dalla Cina, i tempi per i controlli hanno raggiunto “livelli insostenibili”. L’articolo cita il porto di Genova dove “l’attesa media di completamento dei controlli sulle merci in ingresso è passata da due a otto giorni e situazioni simili si riscontrano in molti porti e aeroporti del nostro Paese”. Quindi oltre al blocco della produzione in Cina, questo si va a sommare e mette a rischio gli approvvigionamenti per persone e imprese. Molti collegamenti via mare cancellati con la Cina e calo dei volumi in import in Veneto, relativamente al traffico merce via aerea. Se il flusso non riprende entro la metà di marzo ci saranno problemi sull’approvvigionamento d’intere filiere produttive. Anche la logistica risente delle varie psicosi e soluzioni locali disomogenee che non ascoltano la voce degli operatori economici. In Italia la logistica è vitale per la sopravvivenza della nostra economia.

Con incredibile ritardo la ministra dei Trasporti Paola De Micheli si è decisa a convocare le confederazioni del settore per lunedì 2 marzo. Forse sperava che in poco tempo rientrasse l’emergenza? Comunque alla fine si è decisa a “esaminare le diverse problematiche connesse all’emergenza legata al coronavirus e le difficoltà che le imprese stanno riscontrando sul fronte restrizioni”. https://www.trasportoeuropa.it/notizie/logistica/ministero-trasporti-convoca-tavolo-su-coronavirus-in-logistica/ Piccato ma giusto il tono dell’articolo perché:

  • la riunione viene indetta per “corrispondere alle richieste di codeste associazioni”, ovvero il ministero non ne ha mai sentito l’esigenza e risponde con riluttanza alle tante insistenze da parte degli operatori logistici e probabilmente non desiderava affrontare la questione
  • la convocazione arriva troppo in ritardo

Piano di emergenza per arginare le difficoltà sopraggiunte nel settore autotrasporto dopo la diffusione del Coronavirus – https://www.trasporti-italia.com/autotrasporto/trasportounito-crollo-dei-traffici-dopo-il-coronavirus-piano-di-emergenza-per-l-autotrasporto/41881
in questo caso si chiede al ministero dei Trasporti al fine di predisporre misure straordinarie per salvaguardare l’economia e il lavoro di questo importante settore. “In Cina il Coronavirus e la coincidenza dell’epidemia con il Capodanno cinese ha messo fuorigioco fra il 40 e il 50% degli autisti di TIR con l’effetto indotto di rendere ogni giorno più problematico il funzionamento della catena logistica e il movimento in-out dei container nei grandi porti della Cina” … “Coronavirus sta colpendo pesantemente anche le rotte marittime dei traffici container con diminuzioni superiori al 30% nel carico trasportato da ogni singola nave sulle rotte fra la Cina e l’Europa“.

https://www.trasportoeuropa.it/notizie/autisti/sindacato-di-base-denuncia-situazione-camionisti-al-terminal-psa-pra/: “27 febbraio 2020, l’Unione Sindacale di Base denuncia le condizioni in cui si trovano gli autisti dei veicoli industriali in attesa di carico e scarico al terminal genovese Psa Pra’ mentre devono compiere le attività relative alla documentazione del trasporto. Il problema parte dalle disposizioni per prevenire il contagio di coronavirus, che limitano la permanenza nella sala d’attesa a un massimo di venti persone e gli autisti eccedenti devono sostare in fila all’aperto, con code che possono essere lunghe. Una procedura che il sindacato definisce da Terzo Mondo“.

https://www.trasportoeuropa.it/notizie/autotrasporto/il-coronavirus-coinvolge-anche-lautotrasporto-europeo/ Sale la preoccupazione sulla circolazione di veicoli stranieri sulle strade italiane come eventuale veicolo di contagio Covid-19 in altri Paesi Europei. L’area di Codogno, dove si è sviluppato il primo focolaio (chiuso dal 21 febbraio) ospita numerose imprese produttive e di logistica, da qua si muovono decine di camion, parte di questi sono esteri. In pratica nessuno sa quanti autisti stranieri sono passati/fermati in quella zona prima della sua chiusura e in quali Paesi si sono diretti. Emergono casi di camionisti messi in quarantena che hanno viaggiato in Italia. Si parla di un conducente isolato in un ospedale di Budapest e un altro in Lombardia, ma non si sa se sono isolati solo per semplice precauzione o se positivi al test.

Waberer’s International ha dichiarato che dal 24 febbraio i suoi veicoli non viaggeranno nelle aree del focolaio e non accetteranno ordini da e per zone per due settimane. In Romania gli autisti rumeni che hanno viaggiato in Veneto e Lombardia sono messi in quarantena. In Germania dotano gli autisti di disinfettanti e mascherine, ma sono preoccupati dei rifornimenti di materiali dall’Italia, che è un importante sub-fornitore di alcuni settori (settore automobilistico). Grossi problemi per MTA che ha uno stabilimento a Codogno e che serve diverse fabbriche automobilistiche europee.

Al tempo e per tempo aspettiamo con italici tempi Paola De Micheli.

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Alessia C. F. (ALKA)
Esploro, indago, analizzo, cerco, sempre con passione. Sono autonoma, sono un ronin per libera vocazione perché non voglio avere padroni. Cosa dicono di me? Che sono filo-russa, che sono filo-cinese. Nulla di più sbagliato. Io non mi faccio influenzare. Profilo e riporto cosa accade nel mondo geopolitico. Ezechiele 25:17 - "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te."Freiheit ist ein Krieg. Preferisco i piani ortogonali inclinati, mi piace nuotare e analizzare il mondo deep. Ascolto il rumore di fondo del mondo per capire quali nuove direzioni prende la geopolitica, la politica e l'economia. Mi appartengo, odio le etichette perché come mi è stato insegnato tempo fa “ogni etichetta è una gabbia, più etichette sono più gabbie. Ma queste gabbie non solo imprigionano chi le riceve, ma anche chi le mette, in particolare se non sa esattamente distinguere tra l'etichetta e il contenuto. L'etichetta può descrivere il contenuto o ingannare il lettore”. So ascoltare, seguo il mio fiuto e rifletto allo sfinimento finché non vedo tutti gli scenari che si aprono sui vari piani. Non medito in cima alla montagna, mi immergo nella follia degli abissi oscuri dell'umanità. SEMPRE COMUNQUE OVUNQUE ALESSIA C. F. (ALKA)