<<GLI USA MINACCIANO DI FAR SALTARE TSMC IN CASO DI INVASIONE CINESE DI TAIWAN da Tom’s Hardware
Il deputato DEM Seth Moulton ha recentemente minacciato di far saltare TSMC, la più grande società di semiconduttori al mondo, in caso di invasione cinese di Taiwan. Benché formalmente alleata degli USA, l’isola non l’ha presa benissimo. A conferma di come la vera partita tra USA e Cina su Taiwan si giochi sui semiconduttori.>> TRATTO DA https://giubberosse.news/2023/05/11/gli-usa-minacciano-di-far-saltare-tsmc-in-caso-di-invasione-cinese-di-taiwan/

<<Oppo chiuderà l’unità di produzione chip. Dal 2021 Zeku realizzava i semiconduttori MariSilicon
Il colosso cinese della tecnologia Oppo chiuderà Zeku, l’unità aziendale di progettazione e realizzazione di chip a causa di una domanda debole e del perdurare della crisi economica globale. Come spiega Reuters, la decisione di tagliare la divisione, incentrata sui semiconduttori, arriva a sorpresa, in anni che vedono il marchio crescere molto a livello globale.
Stando ai dati di Statista, a fine 2022 Oppo aveva spedito quasi 26 milioni di smartphone, circa il 6,4% del mercato globale.
Reuters online afferma che un altro dei motivi alla base della mossa potrebbero essere le crescenti tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti, con la minaccia di limitare il business delle aziende cinesi con i partner Usa. La divisione Zeku produceva, dal 2021, i chip personalizzati MariSilicon mentre, nel prossimo futuro, Oppo dovrà tornare a fare affidamento su fornitori di terze parti per i semiconduttori dei suoi smartphone. In una dichiarazione ufficiale, la società con sede a Dongguan ha spiegato: “A causa delle incertezze nell’economia globale e nel settore degli smartphone, dobbiamo cambiare rotta per proseguire lo sviluppo a lungo termine. Pertanto, la società ha deciso di cessare l’attività di Zeku”. Il primo chip uscito dai laboratori di Oppo è stato il MariSilicon X, un’unità di elaborazione neurale progettata per migliorare le prestazioni di foto e video attraverso l’apprendimento automatico.
L’idea era quella di seguire l’esempio di Apple nel concentrare internamente il grosso della realizzazione dell’hardware per i prodotti di consumo. Non è chiaro in che modo la chiusura influenzerà gli oltre 2.000 dipendenti di Zeku anche se Oppo ha sottolineato che “la società organizzerà adeguatamente le questioni correlate e continuerà a fornire ottimi prodotti e servizi agli utenti di tutto il mondo”.>> TRATTO DA https://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/hitech/2023/05/15/crisi-e-spettro-usa-oppo-chiude-lunita-di-produzione-chip_2be41c39-e627-429f-8723-04826a798390.html   

<<CINA VIETA I CHIP AMERICANI MICRON. PER GLI USA UNA PERDITA DI OLTRE $ 30 MILIARDI
La Cina ha vietato l’acquisto di chip dalla società americana Micron. Il motivo ufficiale è che i prodotti non hanno superato il controllo di sicurezza. Per gli USA la perdita è significativa: nel 2022 Micron ha guadagnato in Cina 30,8 miliardi di dollari, pari all’11% del fatturato totale.
Domenica la Cina ha vietato la vendita dei prodotti di Micron Technology, sostenendo che la società statunitense di chip di memoria rappresentava un “rischio per la sicurezza nazionale”, un’affermazione che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha confutato come “priva di fondamento di fatto”, in un’escalation della guerra tecnologica tra le due maggiori economie del mondo. Il governo cinese ha dichiarato domenica che i prodotti realizzati da Micron rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale e che sarebbero stati vietati per la vendita agli operatori chiave delle infrastrutture informatiche cinesi in una mossa vista come una rappresaglia per le restrizioni restrittive di Washington sulle esportazioni di chip verso la Cina.>> TRATTO DA https://www.scmp.com/tech/tech-war/article/3221331/tech-war-china-says-micron-chips-pose-severe-cybersecurity-risks-effectively-banning-sale-its

MDG: <<Zeku, che fino a due settimane prima della chiusura pubblicava ancora annunci di assunzione, ha comunicato ai dipendenti di non presentarsi al lavoro il giorno dopo, lasciando esterrefatti i quasi 3.000 salariati dell’azienda.
L’improvviso annuncio della chiusura di Zeku da parte di Oppo sembra inserirsi all’interno del tentativo da parte degli USA di rallentare l’acquisizione e soprattutto lo sviluppo e la produzione di microchip con tecnologia statunitense da parte della Cina. L’arma utilizzata per raggiungere questo scopo è quella delle sanzioni, che in questo caso colpiscono le esportazioni di semiconduttori avanzati: Zeku, con i suoi uffici in California e in Giappone, appare essere di fatto un’azienda cinese che intendeva progettare e costruire semiconduttori basati su tecnologia statunitense da esportare poi in Cina.
Lo scenario che si apre -e del quale la chiusura di Zeku non è che uno degli eventi- è alquanto preoccupante perché, se da un lato la Cina (e di conseguenza la Federazione Russa) rischiano di restare molto indietro nella tecnologia dei semiconduttori riducendo così anche la loro potenzialità bellica, da un altro punto di vista potrebbe forzare mosse avventate da parte delle due potenze antagoniste degli USA, ovvero l’inizio di una vera guerra tra Cina Russia e USA fintanto che queste hanno ancora una riserva sufficiente di microchip all’avanguardia per condurre una guerra tecnologicamente avanzata e quindi con qualche possibilità di successo.
Uno scenario di forzatura che ricorda l’entrata in guerra del Giappone contro gli Stati Uniti nel dicembre del 1941, quando le sanzioni USA al Giappone di Hirohito forzarono secondo alcuni storici l’attacco a Pearl Harbor e i successivi eventi bellici, fino al tragico epilogo con uso di armi nucleari su decine di migliaia di civili inermi.
La differenza con situazione attuale è che ora l’uso di armi atomiche non sarebbe appannaggio di una parte sola, e il potenziale di distruzione è da tempo a livello di estinzione planetaria.>>