Partendo dalla web tax fino a giungere alla moneta di Facebook, tutti i governi si vogliono assicurare che le piattaforme online non eliminino i benefici che il commercio elettronico offre ai consumatori, Libra ha spaventato i big del pianeta, tutti vogliono istituire una web tax comune per i giganti di internet.

Dopo lo scandalo Cambridge Analytica e la multa di 5 miliardi di dollari che Facebook dovrà pagare, sulla violazione della privacy il popolo non ha assolutamente capito nulla. Ogni app potrebbe nascondere una minaccia per i nostri dati personali, ora va in gran voga FaceApp, ma mica per farsi fighi, anzi per invecchiarsi.

La Commissione UE ha deciso di indagare per verificare l’utilizzo dei dati dei fornitori di Amazon (persone e aziende che vendono i loro prodotti attraverso la piattaforma) al fine che il gigante dell’e-commerce non violi le regole sulla concorrenza.

Su Libra le discussioni si fanno più accese, la preoccupazione è che le multinazionali – con oltre un miliardo di utenti – si trasformino in Stati privati dotati di una moneta capace di competere con le valute sovrane.

Bruno Le Maire: La France reste prudente face à l’arrivée du Libra. Il a débuté son intervention en expliquant que si le Libra n’était qu’un moyen de transaction, il serait favorable à cette solution.Mais hors de question cependant queFacebook, une entreprise privée,possède sa propre monnaie souveraine et se mette en concurrence avec les États et les banques centrales internationales.
“Une société privée ne peut pas et ne doit pas créer une monnaie souveraine qui pourrait rentrer en concurrence avec les monnaies des États.C’est aux banques centrales d’assurer le rôle de prêteur en premier et en dernier ressort», a t-il ajouté lors de sa déclaration. https://www.clubic.com/antivirus-securite-informatique/cryptage-cryptographie/crypto-monnaie/actualite-864502-bruno-maire-prend-officiellement-position-egard-libra.html

Zuckerberg incassa NO ovunque: prima da Donald Trump e poi dal G7 di Chantilly (nord di Parigi). Sempre al G7 hanno annunciato nuove forme di regolamentazione per proteggere il sistema finanziario mondiale. Tempi duri per le crypto, ma è imbarazzante sentire parlare di “rischi di riciclaggio e di forme di finanziamento del terrorismo”.

In merito alla web tax invocata dalla Francia mi faccio due grosse risate, Trump è un falco a fare guerre economiche. Cara Francia vuoi tassare i colossi internet? Trump ti riempirà di dazi fino al collo, ti attende con ansia. Già gli USA non sopportano l’asse franco-tedesco, figuriamoci una web tax. Del resto che vogliamo farci? I francesi devono digerire il fatto che l’Africa abbandonerà il Franco CFA per la moneta unica Eco, che potrebbe essere ancorata allo yuan. E’ in arrivo una nuova Cinafrica. Macron rosica.

Anche in UK e Spagna sono allo studio web tax, in pratica sta diventando un obiettivo comune, un accordo da tutti sostenuto, i francesi fanno solo da apripista. Dubito fortemente sulla sua realizzazione, anche i cinesi potrebbero infastidirsi. In questo caso Cina e USA potrebbero collaborare e trovare un punto di comune interesse.

Del resto le tasse nessuno le vuole pagare, Dio lo comanda!

Nella mitica Australia, dove pochi Aussie fiatano in tema di immigrazione (vale la pena rileggere come hanno affrontato i flussi migratori https://liberticida.altervista.org/il-problema-australiano-dei-migranti/), una cristianissima famiglia ha deciso di non pagare le tasse perché è contro la volontà di Dio. Dal 2011 a oggi non ha pagato più le tasse: “Non paghiamo le tasse perché non abbiamo niente: quel che abbiamo è di Dio”. Ma il tribunale, sempre in modo cristianissimo, ha affermato che “la Bibbia dice, e pure in modo piuttosto esplicito, di pagare i tributi dovuti”. La famiglia Beerepoot dovrà pagare 2,3 milioni di dollari australiani in imposte. https://it.businessinsider.com/australia-una-famiglia-non-paga-le-tasse-per-10-anni-perche-non-e-la-volonta-di-dio/