Lo sciopero dei cosiddetti “gilet gialli” è esploso per le strade della Francia contro l’aumento del prezzo del carburante. L’aumento del prezzo della benzina di tre centesimi e di sei centesimi quello del gasolio, voluto da Macron a partire dal gennaio 2019 allo scopo di rendere più caro il diesel rispetto alla benzina, ad arrivare al 2022 per motivi ecologici, ha scatenato la reazione spontanea dei cittadini.

La reazione è cominciata a metà ottobre, quando una petizione popolare che chiedeva la diminuzione del prezzo dei carburanti alla pompa, ha raccolto in pochissimo tempo l’adesione di 800 mila cittadini. Successivamente, su Facebook un camionista, Eric Drouet, ha creato una pagina, che ha ricevuto immediatamente un enorme numero di adesioni, con cui invitava i cittadini a protestare bloccando i consumi di carburante, gli acquisti e le operazioni bancarie, invitandoli poi ad unirsi in una protesta eclatante bloccando le strade delle città per il 17 novembre. Ai cittadini è stato chiesto, come segno distintivo, di indossare il classico gilet giallo da automobilista. La protesta ha avuto un gran numero di partecipanti, nonostante le minacce da parte del governo e delle forze dell’ordine di usare la linea dura. C’è stato anche un morto, un manifestante investito da un auto che provava a forzare il blocco, e numerosi feriti.

Marie lePen e Jean-Luc Melenchon, rispettivamente leader dell’opposizione di destra la prima e di sinistra il secondo, pur non “sponsorizzando” le manifestazioni politicamente, si sono dichiarati vicini ai manifestanti, invitando i propri elettori a sostenere le ragioni degli scioperanti.

Ma la protesta ha anche altre ragioni oltre al rincaro dei carburanti, è la protesta di chi si sente escluso dalle politiche liberiste e filo europeiste di Macron, di chi non le condivide. “Alla tradizionale lotta di classe si è aggiunta una lotta degli spazi: la banlieue contro i centri storici, le periferie contro i bòbò, la campagna contro le metropoli, i piccoli comuni contro le grandi città”, ha scritto Liberation.

Macron sembra sempre più in difficoltà: in crollo nei sondaggi, ormai è sceso al 25% dei consensi. Anche il suo stratega politico Gerard Collomb lo ha abbandonato. La sua proposta di istituire un’ “indennità chilometrica” destinata alle persone che quotidianamente fanno trenta-quaranta chilometri per andare al lavoro, non sembra aver avuto molto successo.