Tratto da strategic-culture.org Scelto e tradotto da Gustavo Kulpe

INTRODUZIONE

L’Unione Sovietica contribuì più di qualsiasi altra nazione alla sconfitta di Germania e Giappone nella seconda guerra mondiale, ma America e Gran Bretagna sconfissero insieme l’Italia. Molti importanti “storici” occidentali hanno oscurato il ruolo dei sovietici nella sconfitta di Hitler e in particolare di Hirohito, e hanno sovrastimato l’importanza delle vittorie americane fino all’ultimo risultato, ignorando o sottostimando il forte rifiuto e rigetto di Franklin Delano Roosevelt dell’agenda imperialistica di Winston Churchill, intesa non solo come la continuazione dell’ impero, ma anche come un continuo sfruttamento postbellico delle colonie, visti come obiettivi accettabili per il futuro. Quegli “storici” sono in realtà propagandisti – niente affatto veri storici – perché fondamentalmente travisano i fatti; tuttavia dominano nella professione di storici ​​e hanno diffuso negli Stati Uniti e nei paesi loro alleati una “storia” diffusa e profondamente distorta della guerra e delle sue conseguenze, della storia del XX secolo e dei nostri tempi. Questa distorsione “storica” ​​è continuata anche dopo il 1991 (persino con un’accelerazione) quando la guerra fredda tra Stati Uniti e Russia si è conclusa solo dalla sponda russa, ma in realtà non dalla parte degli Stati Uniti. Queste bugie “storiche” hanno avuto tale accelerazione perché “gli storici” continuano, ancora oggi, a nascondere il fatto cruciale che la parte americana della Guerra Fredda ha continuato segretamente – e continua ancora – a cercare di conquistare la Russia. Sin dai tempi del vero e proprio colpo di stato vile, sanguinoso e illegale contro l’Ucraina nel febbraio 2014, la Russia ha risposto in crescendo. Questo è particolarmente vero a causa dell’ennesima aggressione di americani e alleati verso una nazione che ha accordi di cooperazione con la Russia, la Siria, nel 2012. I fornitori di false ‘notizie’ e di ‘storia’ manipolata hanno addirittura il coraggio di gridare allo scandalo e mentire sostenendo che le necessarie azioni difensive da parte russa contro le aggressioni americane sono, invece, esse stesse aggressioni, verso cui l’America e le sue nazioni vassalli hanno il diritto reagire, e alle quali dovrebbero rispondere, mentre in realtà sarebbero ulteriori aggressioni (violazioni del diritto internazionale) – invece che abbandonare i suoi programmi aggressivi e scusarsi, non solo per le aggressioni stesse, ma anche per le bugie che il Il regime USA e i suoi propagandisti hanno perpetrato contro la Russia e contro le nazioni che cooperano con essa. La realtà è che la politica estera degli Stati Uniti è, ed è stata, sempre guidata da un obiettivo prevalente e ossessivo per cento anni: in primo luogo, conquistare qualsiasi nazione in buoni rapporti con la Russia e poi isolare la Russia a livello internazionale; infine, per prendersi la Russia stessa. Tutta questa geostrategia americana si basa su bugie.

BUGIE STORICHE CONTRO VERITA’ STORICHE

Secondo la narrazione ufficiale, la Guerra Fredda si concluse per entrambe le parti nel 1991, quando l’Unione Sovietica si dissolse, il comunismo crollò, e il Patto di Varsavia (alleanza militare che l’URSS aveva creato in risposta all’America che a sua volta aveva creato l’alleanza militare nota come NATO, contro l’Unione Sovietica) si dissolse. Ma, segretamente, la Guerra Fredda continuò da parte statunitense, e con lo stesso (ora palesemente) obiettivo imperialista di conquistare la Russia e la Cina, in modo da creare il primo impero globale onnicomprensivo. Mentre Franklin Delano Roosevelt aveva istituito l’ ONU in modo che si evolvesse in una democrazia globale delle nazioni – una repubblica federale democratica che abbracciasse tutte le nazioni – il suo successore, Harry S. Truman, fu presto ingannato da Winston S. Churchill e Dwight David Eisenhower che gli fecero credere che l’Unione Sovietica stesse cercando di impadronirsi del mondo intero, e così Truman abbandonò prontamente la visione che fu di FDR e avviò invece gli Stati Uniti verso una guerra permanente, uno stato governato dal complesso militare-industriale, relegando le Nazioni Unite a un ruolo secondario, come un semplice mediatore per la diplomazia globale, non come il legislatore internazionale in cui FDR aveva sperato che alla fine si sarebbero evolute. Il sogno e l’intenzione di FDR, di stabilire un sistema di leggi internazionali che funzionasse come la democrazia federale democratica globale onnicomprensiva in cui sono rappresentate tutte le nazioni, venne contrastato, non appena morì, quando il Deep-State formato dal complesso militare-industriale degli Stati Uniti, che agisce dietro le quinte, si è imposto attraverso il controllo dei proprietari delle principali aziende produttrici di armi americane.

Dopo la seconda guerra mondiale, il governo degli Stati Uniti aspirava segretamente – e lo fa ancora – a governare su tutto il mondo, in particolare su Russia e Cina. George Herbert Walker Bush dichiarò a Robert Sheer del Los Angeles Times il 24 gennaio 1980, riportato poi nel libro di Scheer del 1982 ‘With Enough Shovels‘ a pagina 29, che in una guerra nucleare tra Unione Sovietica e Stati Uniti, il “vincitore in uno scontro nucleare” sarebbe stata la parte che si fosse dimostrata più forte dell’altra alla fine della guerra; e, quindi, per Bush, le armi nucleari non servivano per evitare un conflitto nucleare, ma piuttosto per “vincerlo”. Questo è anche il motivo per cui, nella notte del 24 febbraio 1990, Bush disse in segreto al cancelliere della Germania occidentale Helmut Kohl di ignorare le promesse che la squadra di Bush stava facendo a Gorbaciov, cioè che la NATO non si sarebbe espansa “un pollice in più a est” (cioè , non fino al confine con la Russia) se Gorbaciov avesse posto fine alla guerra fredda. Bush, in confidenza, disse a Kohl “Al diavolo! Abbiamo vinto noi, non lo hanno fatto. ”E ha anche segretamente detto al presidente francese Francois Mitterrand di non perseguire alcun“ tipo di alleanza paneuropea ”(cioè un’alleanza inclusiva della Russia) perché, in realtà, la conquista totale della Russia continua ad essere un obiettivo di USA e alleati. Questo punto di vista – cioè che l’obiettivo finale è il controllo sulla Russia – venne saldamente stabilito nella politica del governo degli Stati Uniti entro il 2006, quando il figlio di Bush era presidente e la frase “Primato nucleare” (la capacità di “vincere” una guerra nucleare contro la Russia) venne usato come riferimento per l’obiettivo geostrategico americano.

Parte di quella truffa perpetrata dall’occidente (l’impero americano emergente) fu la menzogna “storica” imperante secondo cui la vittoria degli Alleati nella seconda guerra mondiale fu principalmente un affare americano e britannico, e non principalmente sovietico. L’altra parte è che l’Unione Sovietica aveva causato l’inizio della Guerra Fredda; e tuttavia esiste una terza parte, cioè che la guerra fredda era una questione di carattere ideologico (comunismo contro capitalismo) anziché l’obiettivo da parte del regime americano di conquistare la Russia e la Cina, in modo da raggiungere l’obiettivo di costruire il primo e unico impero globale e incontrastato del mondo.

Il pretesto per scatenare tutto questo è sempre stata l’accusa secondo cui è la Russia ad avere l’obiettivo di costituire l’Impero Globale, con gli Stati Uniti “costretti a vincere” la guerra nucleare se ciò dovesse in fine accadere. Ma la Russia, e precedentemente l’URSS, ha sempre sostenuto, e continua a farlo, come attuale politica del governo (non semplicemente a chiacchiere, come in America dopo il 1980), la propria convinzione nel “MAD” (Mutually Assured Destruction) o distruzione reciproca assicurata – l’idea che qualsiasi guerra nucleare tra le due superpotenze distruggerà l’intero pianeta e quindi non produrrà alcun vincitore – nessun vincitore ma solo inverno nucleare – indipendentemente da quale dei due contendenti potrebbe temporaneamente emergere come il più forte, mentre l’inverno nucleare e la conseguente carestia globale rapidamente distruggerebbero tutta la vita sulla Terra dopo la contesa nucleare . La Russia (a differenza l’America) non punta a conquistare il pianeta. Il fatto che il regime degli Stati Uniti stia cercando di impadronirsi del pianeta ha scioccato persino i migliori scienziati geostrategici americani. Gli “storici” nascondono tutto questo, in maniera tale da continuare il mito secondo cui nelle relazioni USA-Russia, la Russia è ed è stata l’aggressore, con l’America costretta a difendersi – piuttosto che l’esatto contrario, che è, ed è sempre stata, la verità storica.

Una rara, eccellente, onesta e puntuale storia occidentale nel mondo dell’immediato dopoguerra, fu il libro del liberale William Henry Chamberlin del 1950, “La seconda crociata americana”. Il suo autore sincero – un ex socialista disincantato che una volta si era fidato della buona fede di Stalin, ma poi rimase sgomento nel trovare Stalin come nemico dell’America e un imperdonabile tiranno della nazione da lui guidata – ha aperto dicendo: “Il mio libro è un tentativo di esaminare senza pregiudizi o favori la domanda sul perché la pace andò smarrita mentre si vinceva la guerra. ”Stava lottando per capire come, perché e quando iniziò la Guerra Fredda, ma sfortunatamente, alcuni documenti chiave, indispensabili per la comprensione del problema, sono rimasti segreti. Un passaggio cruciale del suo libro che rifletteva il pensiero storico all’avanguardia nel 1950, ma certamente non oggi, affermava:

Il capolavoro diplomatico di Stalin fu la promozione da parte sua, attraverso il patto con Hitler, di una guerra dalla quale sperava di rimanere in disparte. [FALSO: Stalin sapeva che l’Unione Sovietica era l’obiettivo principale di Hitler da attaccare, e ne era terrorizzato]

Questo affascinante sogno di guardare il mondo capitalista farsi a pezzi e poi intervenire per raccogliere i frammenti fu infranto dall’attacco di Hitler nel giugno 1941. [FALSO: quella guerra tra URSS e Germania era già stata pianificata nel 1939; e fu l’incubo di Stalin – non il suo “sogno”.]

Chamberlin pensava che Stalin avesse stretto con Hitler il Patto Ribbentrop-Molotov nel 1939 perché voleva partecipare insieme a Hitler alla conquista del mondo intero – cioè per scopi aggressivi anziché per una questione di difesa, cioè per proteggere l’Urss da un’invasione nazista (mentre l’aspetto difensivo era in realtà ciò che ossessionava Stalin). Chamberlin in pratica giudicò positivamente “Lo schema di Churchill secondo cui bisognava limitare la portata delle conquiste sovietiche”. Chamberlin pensava che il conflitto ideologico (nella misura in cui ce ne fosse effettivamente uno nella Guerra Fredda) fosse tra comunismo contro capitalismo, non tra fascismo contro non -fascismo (quello che era, ed è ancora).

Ecco i fatti, resi noti dopo la pubblicazione degli archivi a partire dal 2008 in poi:

Il 18 ottobre 2008, il quotidiano britannico Telegraph dichiarò “Stalin” stava pianificando l’invio di un milione di soldati per fermare Hitler se Gran Bretagna e Francia avessero concordato un patto con l’URSS” e nascose la rivelazione fondamentale secondo cui Stalin prima del Patto Ribbentrop-Molotov avesse riconosciuto la determinazione di Hitler a conquistare l’Unione Sovietica e quindi, il 15 agosto 1939, avesse esortato Churchill ad accettare l’Unione Sovietica come alleata in una guerra per sconfiggere Hitler; ma Churchill rifiutò, e così Stalin contattò Hitler per un accordo con la Germania per stabilire una linea di confine tra le aree essenziali di controllo per la sicurezza nazionale di ciascuno dei due paesi (URSS e Germania). La Polonia, in particolare, era una preoccupazione per entrambi, perché aveva avuto conflitti territoriali sia con la Germania che con l’Unione Sovietica. Fu così firmato il 23 agosto 1939 il Patto Ribbentrop-Molotov, che divideva la Polonia tra i due paesi.

Il trattato di Versailles alla fine della prima guerra mondiale aveva consegnato alla Polonia una parte di territorio tedesco che per gran parte della storia precedente era stato territorio polacco. Hitler fu eletto al governo nel 1933 dopo aver promesso di abbandonare quel trattato e di ripristinare sotto il dominio tedesco, quella parte di Polonia.

Per quanto riguarda i conflitti tra Polonia e Russia: la Polonia invase Mosca nel 1605-18, prima che la Russia rispondesse con mezzi sia militari che diplomatici per conquistare virtualmente la Polonia riducendola a una colonia russa, e le cose rimasero così quasi ininterrottamente fino al 1939, quando l’accordo Hitler-Stalin – il patto Ribbentrop-Molotov – consegnò parte della Polonia all’Unione Sovietica, e l’altra parte alla Germania.

Stalin, incassato il rifiuto di Churchill (che aveva le sue mire imperialistiche – era imperialista come i fascisti: Hitler, Hirohito e Mussolini), nel 1939 non ebbe in realtà altra scelta se non quella di raggiungere un accordo di pace con Hitler, più che altro per evitare che l’Unione Sovietica venisse inghiottita dai paesi capitalisti – prima dalla Germania, e poi da qualunque paese avesse alla fine vinto la incombente guerra mondiale (presumibilmente, lo stesso valeva anche per la Germania).

Questo è il motivo per cui l’affermazione di Chamberlin secondo cui il “sogno” dell’espansione imperialista di Stalin “fu distrutto dall’attacco di Hitler nel giugno 1941” è falsa: la necessità di Stalin di ottenere abbastanza tempo per prepararsi all’invasione da parte di Hitler dell’URSS con l’operazione Barbarossa (che fu lanciata a partire dal 22 giugno 1941), portò alla firma del Patto Ribbentrop-Molotov il 23 agosto 1939, che prevedeva l’immediata invasione da parte dei due paesi firmatari, della Polonia e iniziando di fatto la fase attiva della Seconda Guerra Mondiale il 1 ° settembre 1939, con entrambi i paesi che invadevano la Polonia. Roosevelt non mantenne quell’accordo contro Stalin, ma contro Churchill, che odiava davvero la Russia e praticamente costrinse Stalin a firmare quel Patto. L’obiettivo di Churchill non era quello di portare l’Unione Sovietica dalla parte della Gran Bretagna, ma piuttosto di causare una guerra tra Unione Sovietica e Germania per indebolire entrambe abbastanza da consentire a un’alleanza tra Regno Unito e Stati Uniti di conquistare entrambi e, in definitiva, il mondo. FDR ha indotto Churchill a concordare con un’idea di “Nazioni Unite” in cui ci fosse una democrazia internazionale delle nazioni mentre tutte le armi militari e l’applicazione delle leggi dell’Assemblea Generale fossero appannaggio solo dei “Big Four” cioè Stati Uniti, Regno Unito, URSS, e Cina, ma Churchill esitava ad accettare la Cina, perché voleva mantenere il controllo delle nazioni orientali vassalle del UK. FDR era favorevole invece che ciascuno dei Big Four facesse rispettare le leggi delle Nazioni Unite solo all’interno del proprio raggio d’influenza, in modo da proibire l’attrito tra i quattro grandi paesi – con la Cina che avrebbe controllato l’Asia orientale e il Pacifico occidentale, il che significava che la Gran Bretagna perdeva l’influenza su India, Birmania, Malesia e altre nazioni sue vassalle. Gli Stati Uniti dovevano applicare le leggi statunitensi in tutto l’emisfero occidentale. L’URSS doveva fare lo stesso nell’Europa orientale e in Asia centrale. Il Regno Unito doveva farlo nell’Europa occidentale. Inizialmente, il piano di Roosevelt prevedeva solo un’ONU composta da questi Big Four che fungevano da “guida” per quelle altre nazioni all’interno della loro sfera di influenza, ma presto riconobbe come necessario quanto espresso durante la conferenza di Dumbarton Oaks che pose le basi per la creazione dell’ONU, il 7 Ottobre 1944, “L’adesione all’Organizzazione deve essere aperta a tutti gli Stati amanti della pace”. Inoltre: “Deve esserci una corte di giustizia internazionale che costituisca il principale organo giudiziario dell’Organizzazione.” E: “Ogni membro dell’Organizzazione dovrebbe avere un voto nell’Assemblea Generale. ”Non è stata inclusa alcuna Carta internazionale dei diritti , perché le Nazioni Unite non devono essere coinvolte negli affari interni di nessuna nazione. Ma poi, Roosevelt morì e gli successe il presidente Truman, e la Costituzione delle Nazioni Unite fu istituita il 26 giugno 1945, come la “Carta delle Nazioni Unite”, rinunciando del tutto a quella distinzione cruciale, e, inoltre, i Grandi Quattro sono diventati i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, con la Francia (un altro regime imperialista) aggiunta ai Big Four. Già in quel momento, la visione di FDR stava iniziando a essere sostituita da quella degli agenti dei proprietari delle lobby appaltatrici della “difesa” americana. Avevano bisogno di abbandonare la distinzione in modo che le Nazioni Unite venissero distratte dalla loro funzione di mantenimento della pace indirizzandole verso questioni di “diritti umani” capaci di “giustificare” le invasioni internazionali. E così oggi abbiamo una ONU senza denti, lontano da quello che la FDR aveva sognato. Ciò è molto redditizio per il complesso militare-industriale e consente al regime americano di aspirare ad essere, come Barack Obama affermava fosse già, “l’unica nazione indispensabile”, e quindi ogni altra nazione “superflua” (e di conseguenza utilizzabile per “esercitazioni”).

Dopo l’articolo del 18 ottobre 2008 sul Telegraph, un altro articolo che costituisce una svolta per gli storici è la superba recensione di Randy Dotinga (e il miglior riassunto), apparsa sul Christian Science Monitor del 5 marzo 2015, del capolavoro di Susan Butler del 2015, “Roosevelt e Stalin: Ritratto di una società” (Il libro di Butler si basa sulla sua precedente pubblicazione “My Dear Mr. Stalin: The Complete Correspondence of Franklin D. Roosevelt e Joseph V. Stalin”). La recensione di Dotinga si intitola “Roosevelt and Stalin” e descrive i dettagli sorprendentemente calorosi della relazione tra un improbabile duo: come FDR e Stalin hanno stretto un legame che ha contribuito a plasmare la storia. ”Fondamentalmente, ciò che Butler ha documentato (in quei due libri) e Dotinga riassume accuratamente, è che FDR e Stalin erano in perfetto accordo mentre FDR e Churchill non lo erano, e che FDR sosteneva costantemente la posizione secondo cui nessuna nazione ha il diritto di interferire negli affari interni di qualsiasi altra nazione, tranne quando tali affari interni rappresentano una minaccia realistica contro la sicurezza nazionale di ciascuna nazione. FDR era fermamente contrario agli imperi, che esistono non per la sicurezza nazionale ma per l’ulteriore arricchimento dell’aristocrazia della nazione dominante, i proprietari delle sue corporazioni internazionali. Le recensioni negative di Roosevelt e Stalin di Butler di Amazon si rivolgono alle politiche interne di Stalin, ma ignorano ciò che a FDR importava, riguardo a Stalin, che verteva sulle politiche internazionali. Sarebbe stato assurdo se FDR avesse avuto delle controversie con il suo più importante alleato su questioni interne sovietiche (ma gli imperialisti americani vorrebbero che lo avesse fatto). Allo stesso modo, FDR non pensava di avere il diritto di interferire nelle politiche interne di Hitler (compresi anche i programmi di sterminio), ma riconosceva di avere l’obbligo di proteggere gli Stati Uniti dalla prevista conquista di Hitler di tutto il mondo. Ad esempio, la mente scelta da FDR e dal procuratore designato di Truman per guidare i tribunali di Norimberga, Robert Jackson, si concentrò principalmente sulle politiche imperialiste del regime tedesco, le sue aggressioni internazionali che in realtà non erano motivate dalla sicurezza nazionale della Germania ma piuttosto dalla conquista internazionale: un’aggressione. Anche l’Olocausto era una preoccupazione importante, ma secondaria, per quei tribunali. Negli affari internazionali, FDR riconobbe che l’attenzione principale deve rimanere sulle politiche internazionali, non sulle politiche intranazionali – sulle politiche tra le nazioni, non sulle politiche all’interno delle nazioni. Si concentrò su quello; agli imperialisti americani non piaceva. (Per loro, Churchill era l’eroe.)

Dalla recensione di Dotinga:

Ma FDR ha un enorme punto debole. Fino alla fine, “Roosevelt e Stalin” praticamente non menziona mai un uomo che ha infastidito da sempre i russi dichiarando nel 1941 che “Se vediamo che la Germania sta vincendo, dovremmo aiutare la Russia e se la Russia sta vincendo, dovremmo aiutare la Germania, in modo tale da lasciare che si uccidano tra loro il più possibile”.

Quest’uomo è Harry Truman. Quando Roosevelt morì nel 1945, poche settimane dopo la conferenza di Yalta, il vicepresidente non sapeva praticamente nulla dei colloqui di guerra e non aveva mai trascorso nemmeno un secondo all’interno del centro nevralgico costituito dalla White Room [sala in cui si tenevano le riunioni riguardanti la seconda guerra mondiale n.d.t.] alla Camera della Casa Bianca.

Truman avrebbe appreso solo allora dell’esistenza della bomba nucleare, che generò un intenso dibattito nell’amministrazione Roosevelt sull’opportunità di parlarne ai sovietici, presunti alleati degli USA. In realtà, sospettavano che qualcosa non quadrava.

Nonostante questa crepa riguardo la fiducia nei confronti di FDR, i sovietici avrebbero in seguito rimpianto quel mondo più sicuro che credevano Roosevelt avrebbe potuto creare se fosse vissuto. Per loro era un caro amico scomparso troppo presto.

FDR sapeva che Stalin costituiva la componente principale della squadra antinazista, e lo rispettava. Roosevelt non si illudeva sull’immensa e inutile sofferenza causata dalle politiche interne di Stalin, ma non erano affari di FDR. La sicurezza nazionale degli Stati Uniti invece sì. E FDR sapeva che se Hitler avesse vinto la guerra, alla fine l’America sarebbe stata governata da Berlino, e le politiche interne di Hitler, che erano persino peggiori di quelle di Stalin, sarebbero diventate anche le politiche interne americane. E’ da questo che FDR stava proteggendo l’America, e il suo principale alleato internazionale era Stalin – e non Churchill in realtà (come recitava la “storia” falsata dalla propaganda pro-imperialista).

I grandi finanziatori del Partito Democratico scelsero Harry S. Truman come successore di FDR perché pensavano di poterlo controllare, e questa convinzione si è rivelata corretta. Truman non era corrotto, ma riuscì a farsi ingannare (fidandosi legittimamente di ciò che gli dicevano i suoi consiglieri manovrati dai miliardario), e così iniziò la Guerra Fredda. Truman pensava di non avere altra scelta: che il regime di Stalin avrebbe conquistato il mondo se non lo avesse fatto l’America. Era stato preso in giro. Ed è per questo che l’OSS e il suo successore, la CIA statunitense e altre agenzie, hanno protetto e persino importato o assunto molti funzionari “ex” nazisti, non appena FDR morì. L’America è ora sostanzialmente governata in maniera postuma dagli eredi dell’ideologia di Hitler. Mentre alcuni dei leader americani, come Barack Obama, probabilmente lo fanno in modo intelligente, capendo da dove viene l’agenda suprematista e imperialista (il “complesso militare-industriale” o i miliardari più politicamente attivi della nazione), altri, come forse Donald Trump, al pari di Truman, potrebbero essere davvero in buona fede ma semplicemente ingannati da loro. Certamente Trump ha un sacco di pregiudizi, che lo rendono vulnerabile all’essere manipolato senza nemmeno esserne consapevole. Crede in ciò che vuole credere e una persona del genere è particolarmente vulnerabile alle manipolazioni. Obama, d’altra parte, potrebbe essere più un realista che uno sciocco. In entrambi i casi, sono i miliardari che ora controllano il governo degli Stati Uniti (e questo mi appare sempre più chiaro).

Inoltre, c’erano due forti motivi per cui Stalin si sarebbe messo nei guai ideologici con gli stessi comunisti se avesse aspirato ad espandere il controllo sovietico al di là della sua zona di influenza confinanti (“paesi cuscinetto”), tutti collettivamente circondati in maniera ampia dal mondo capitalista: (1) Marx stesso condannava fortemente l’imperialismo; (2) il principale concorrente ideologico di Stalin all’interno dell’Unione Sovietica era Leon Trotsky, che sosteneva una rapida diffusione mondiale del comunismo, contro la posizione di Stalin detta “socialismo in una sola nazione”, e che sosteneva di rinviare la spinta per tale diffusione fino a dopo che il comunismo ottenesse per la prima volta un successo economico all’interno dell’URSS in modo che i lavoratori di tutto il mondo si sollevassero per rovesciare i loro oppressori. Il Deep State americano sapeva tutto dell’idiozia di presentare Stalin come imperialista, ma semplicemente mentiva, al fine di accrescere il proprio impero americano. Erano e sono sfacciati.

Un capolavoro del saggio storico e dei documentari storici basati su di esso, che mostra in una prospettiva più ampia la storia delle relazioni internazionali statunitensi durante il 20° secolo, è  Untold History of the United States, di Oliver Stone e Peter Kuznick, in particolare i primi due capitoli. Per quanto corposo sia, si tratta solo di verità, niente bugie. e questo è straordinariamente raro. Un capolavoro della storia raccontata “dietro le quinte” delle relazioni internazionali statunitensi, che contiene straordinari dettagli in prima persona del periodo 1943-1990 (fino a ma non compresa la fine della guerra fredda dalla parte della Russia), è JFK di L. Fletcher Prouty : La CIA, il Vietnam e il complotto per assassinare John F. Kennedy, di L. Fletcher Prouty. Un altro capolavoro storico correlato è The Devil’s Chessboard: Allen Dulles, the CIA, and the Rise of America’s Secret Government di David Talbot. Tutto ciò è storia nascosta e falsificata nel momento in cui se ne parlava, cioè per niente, nelle “notizie” – e che viene ancora falsificata nelle “notizie” e nella “storia” che dominano oggi negli Stati Uniti e nel suo impero. L’unico storico professionista tra quegli scrittori era Peter Kuznick. Tutti gli altri erano giornalisti, tranne Prouty, che era un semplice comprimario. Non ci si può ragionevolmente fidare degli storici (né della maggior parte dei giornalisti) negli Stati Uniti e nel suo impero. Questo è un dato di fatto – un’osservazione empirica verificata – nessuna mera speculazione.

Eric Zuesse