Domenica e lunedì andremo a votare (referendum popolare confermativo del testo della legge costituzionale ad oggetto «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari»), si tratta di ratificare o meno per la seconda volta in meno di 4 anni lo scassamento della Costituzione, prima tentato dal kazzaro di Rignano con il tentativo di abolire il senato, poi sempre grazie ai voti del rignanese al governo, alleato con chi aveva giurato “mai con i populisti del M5S”, assieme ci riprovano in maniera più soft tagliando sensibilmente il numero dei parlamentari.
I kazzari e i Giuda a 5 stelle, ieri come oggi parlano di fanta risorse (pari ad una tazzina di caffè a cranio per abitante all’anno) per giustificare questa mostruosità. Mancano all’appello per completare il quadretto di ieri, le dichiarazioni della Boschi in Svizzera secondo la quale con i risparmi della sua Riforma Costituzionale si sarebbe potuto sconfiggere il cancro. Oggi il bibitaro insultato e preso a gavettoni nella sua regione assieme all’odontotecnico e a Speranza – nome homen di come di fatto la sanità è stata ridotta – ci manca poco che con le fanta risorse risparmiate si potrebbe sconfiggere il virus che loro stessi alimentano terrorizzando la gente e che le loro misure adottate a contrasto hanno rovinato l’Italia come mai era accaduto dal dopoguerra. Neppure Craxi, la DC, i governi balneari e gli scandali messi assieme sarebbe riusciti a tanto ed in così pochi mesi.
Ma non basta l’avvilente mercantilismo che traspare, secondo il quale nella avvilente visione di questi mentecatti della politica che misurano come dei bottegai i costi della democrazia e della rappresentanza, come se la libertà e la democrazia non avessero mai comportato un costo anche di sangue sia al raggiungimento che al suo mantenimento, sfidano apertamente il senso comune dell’intelligenza, sciorinando un’equazione tutta da ridere:
Meno parlamentari=maggiore efficienza.
Ora dato che oramai è acclarato che questo sia il governo più inetto e inviso dalla popolazione da sempre, tanto da rimpiangere persino un De Mita, un Cossiga e persino uno Zaccagnini che almeno i diritti a cominciare da quelli dei Lavoratori li estendeva e non li comprimeva spacciando per democrazia e egualitarismo il precariato per tutti, la logica conseguenza data l’incapacità di costoro di rendersi conto appieno delle implicazione e delle logiche conseguenze che implicano le scemenze che dispensano, la logica conclusione è che allora il massimo sistema di governance dai costi minimi e dalla massima efficienza esprimibile, è quello dell’uomo solo al comando! Insomma il regime, la dittatura senza lacci e laccetti dei dissenso e della volontà popolare espressa al parlamento tramite i loro rappresentanti ridotti a comparse e a officianti dove la democrazia è un rituali svuotato di sostanza sarebbe il sistema perfetto che ottempererebbe alla perfezione alle esigenze di minimizzare i costi massimizzato l’efficienza.
Infatti la logica conclusione non è sfuggita al più grosso pagliaccio sito a Sant’Ilario il quale, con la stessa naturalezza di chi ha reso indistinguibili la faccia con il culo, al pari di come sostiene che destra e sinistra non esistano più e siano indistinguibili, salvo poi allearsi con la sinistra e fare campagna elettorale contro le destre razziste, esprimere un candidato comune in alcune regioni e non sottovalutare in prospettiva una eventuale fusione con la sinistra alle prossime elezioni politiche che prima o poi si svolgeranno, attraverso i suoi soliti paradossi tipici di chi tira la pietra ma nasconde la mano, afferma che paradossalmente le dittature funzionano meglio delle democrazie!
Certamente!… e sono ancor più efficienti quando si tratta di imporre misure che il popolo ripudierebbe in condizioni democratiche.
Proprio il caso di questo governo che può solo imporsi truccando i dati e strumentalizzando un’epidemia, il cui impatto sanitario e pressoché sovrapponibile a quello di una influenza.
Ora voglio ricordare a questo raduno abusivo di miracolati ignoranti, poiché voglio credere che siano solo ignoranti, profondamente ignoranti supportati da una spocchia senza eguali e non in malafede, che nel 1946 un certo Umberto Terracini a cui loro non arrivano neppure ai garretti, ebbe a dire mettendo in guardia chi forse un giorno avrebbe preteso con spocchiosa ignoranza di “risparmiare” sulla rappresentanza democratica:
«… in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo, s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti…»
Voglio ricordare a questi ignoranti spocchiosi che straparlano di taglio dei parlamentari che il Paese aspetterebbe da decenni, che il taglio dei parlamentari è già avvenuto in passato.
Infatti con la modifica costituzione della legge n.2 del 1963, le camere e il senato non avevano un numero fisso eleggibile, ma in quota rispettivamente alla Camera un deputato ogni 80 mila abitanti, mentre al senato ogni 200mila, chiaramente questi ultimi eletti di base regionale e più anziani da qui il requisito dei 25 anni di età per accedere e la residenza nella regione elettiva.
In pratica il nostro sistema camerale era elastico, lo stesso ancora in vigore oggi in Germania dove il numero dei parlamenti non è fisso ossia rigido.
La modifica costituzionale che introdusse il numero chiuso alle due camere avvenne nel 2001 con la legge cost. n. 1 rispettivamente con 630 deputati alla Camera e 315 al Senato ossia l’esatto metà della Camera.
Ora anche un cretino, quindi non alla portata di quelli di oggi, capisce che nel 1963 la popolazione era di 45 milioni mentre oggi e di 60 milioni. Introdurre come avvenuto già nel 2001 il numero fisso/rigido alle due camere con l’aumento della popolazione comporta una minore rappresentanza in percentuale alla popolazione, cosa che invece sarebbe rimasta intatta lasciando per così dire il numero elastico.
Vorrei ricordare a questi ignoranti, perché voglio credere che siano solo ignoranti e non in malafede, che l’Italia non ha affatto un numero maggiore di parlamentari rispetto agli altri Paesi democratici a cominciare da quelli €uropei.
«L’Italia ha una percentuale di numero dei deputati (camera bassa) ogni 100.000 abitanti pari a 1, identica al Regno Unito (1) e simile alla Francia (0.9), alla Germania (0.9), ai Paesi Bassi (0.9), alla Polonia (1.2), al Belgio (1.3).
Non mancano Paesi che presentano una percentuale decisamente più alta, quali, per limitarsi a qualche esempio: Austria (2.1), Danimarca (3.1), Grecia (2.8), Portogallo (2.2), Svezia (3.4); per non citare Stati con popolazioni e territorio di dimensioni assai ridotte, come Slovenia (4.4), Lussemburgo (10), Malta (14.3).
In caso di approvazione definitiva della riforma, l’Italia si troverebbe ad avere una percentuale pari a 0.7, la percentuale più bassa fra gli Stati membri dell’Unione europea (seguita dalla Spagna, con 0.8).»
Concludo ricordando un’altra cosa a questi ignoranti perché tali voglio credere siano e non in malafede.
Il “Piano di Rinascita Democratica” della Loggia P2 di Licio Gelli, sotto la rubrica “Ordinamento del Parlamento” si legge:
«nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco), riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato (…) diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale…
Piccola nota statistica: tutte riforme costituzionali varate senza la maggioranza qualifica (2 – quello di Renzi e di Berlusconi) quindi passati via referendum confermativo, sono sempre stati respinti nelle urne.
Speriamo… dicono che non c’è il due senza il tre!
Licio Gelli e la P2 mai morta vi ringraziano.
