Guest Post di Eugenio Bongiorno
CLAMOROSO: La Comunità Scientifica un tanto al chilo di Butac, in arte i Trombettieri a Cavallo a pelo (sia chiaro che io sono allergico al pelo di somaro cit.), di fatto Pretoriani con al seguito la Milizia del Recinto, attivi sul web a difendere a colpi di Spada da link Veritas le “poche” malefatte e la “grande” sfortuna che sovrasta quel partito che “inconsapevolmente” – direttamente o indirettamente – incappa o aleggia nell’ombra come “fattore ideologico” in vicende giudiziarie surreali, degne di un film degli orrori, oggi con un becco lungo tanto il naso di Pinocchio. Costoro negano che alcuni bambini siano stati restituiti alle loro legittime famiglie, dopo esser iniziati i riesami da parte dei giudici di quei casi (molti…) che sono stati oggetto di “particolari” attenzioni da parte dei Mostri di Bibbiano, tutti quanti complici ognuno per il proprio ruolo e funzione.
Leggere per credere, ecco come l’information disorder viene creata scientificamente da questa Comunità, per poi usarla come clava e talvolta anche come minaccia giudiziaria per silenziare tutto ciò che è sulla bocca di tutti a patto di saper unire i puntini. LINK: https://www.butac.it/bibbiano-4-bambini-tornano-a-casa/
“Facciamo chiarezza”
Tutti gli indagati del PD agiscono sempre in buona fede e nessuno sa mai nulla, tanto che col tempo oltre ad essersi specializzati in salto in lungo sul carro del vincitore, in tradimenti di classe fatti passare per modernità, ultimamente si sono specializzati anche in caduta dal pero senza farsi male, perché alla base sono anch’essi vittime dei tesserati e affiliati ideologici che a loro insaputa minano la credibilità del partito, macchiandosi di reati da cui prendono le distanze. Quindi per definizione e ontologicamente sono esenti da colpe.
Peccato però, la legge non ammette l’ignoranza. A questo punto i casi sono due:
- o sono complici, cosa che sarà la magistratura ad accertarlo, ma francamente leggendo le carte e i sindaci (tre) arrestati, responsabilità sono emerse ed ognuno in capo dagli imputati direttamente proporzionali al ruolo che rivestivano;
- oppure sono analfabeti funzionali, in sostanza come degli utili idioti incapaci di rendersi conto appieno di quel che perorano politicamente, risultano funzionali ai progetti criminosi senza rendersene conto, favorendoli a loro insaputa! (Scaiola docet)
Quindi a questo punto risultano politicamente inutili, in quanto facilmente strumentalizzatili per progetti inconfessabili data l’inconsapevolezza che ammettono puerilmente a difesa. Al contempo sono estremamente pericolosi per il paese perché:
- non recitano pubblicamente il mea culpa assumendosi tutte le responsabilità politiche inequivocabili che hanno favorito il dilagare oggi di questa ideologia Gender, che vede al centro i bambini usati come seme da indottrinare trasformandoli in OGM in prospettiva futura
- sono funzionali al progetto La bandiera Rossa la Trionferà 2.0 nelle prossime generazioni grazie all’indottrinamento a cominciar sin dagli asili nido, essi reagiscono come un Butac La Qualunque con il silenziare, brandendo la clava della querela
- sminuiscono la grave portata dei fatti, hanno ridotto tutto in una ristretta cerchia di fanatici, dove la commistione tra business e fattore ideologico trova la sintesi in Bibbiano
- coniando slogan come “E allora Bibbiano” per ridicolizzare e screditare chi chiede la verità, chi vuole sapere come sia potuto prosperare questo orrore che non è poi molto dissimile dal Forteto, dai Diavoli della Bassa Modenese, dai suicidi dei nonni e dei genitori dell’alto Piemonte e di chissà quali altri casi eclatanti che forse mai verranno alla luce.
Ovviamente il PD sostiene che il partito non ha nessuna responsabilità, che questi orchi tesserati e da loro sostenuti (come vedremo più avanti) sono tutti sconosciuti e ignoti alle segreterie. Il PD si dichiara vittima, chiaramente incompresa, vista la difficoltà nel far emergere la loro estraneità quantomeno politica. Vittima, perché rimasta infettata da quel che accadeva in Toscana decenni fa (Forteto) e che ora per osmosi (?) si ripresenta a Bibbiano sotto altre forme.
I catto da una parte e i post-comunisti dall’altra, si vedono entrambi coinvolti in vicende che vedono al centro i bambini. I primi per vocazione salvano anime scemando poi nella molestia e negli abusi di bambini, i secondi sempre per vocazione ma questa volta politica, salvano i bambini rimasti vittime di abusi domestici (pare anche inventati), strappandoli dalle loro famiglie e consegnandoli anche a coppie omosessuali di cui erano ex amanti. Non dimentichiamo poi la portata ampia dei salvataggio dei secondi, che sconfina dai salvataggi in mare ai salvataggi di minoranze ed etnie, per terminare indegnamente nei salvataggi delle “classi subalterne” vittime di soprusi, angherie e sfruttamento da parte dei Padroni. Un connubio devastante.

La difesa…
La trama è sempre la stessa: i debunker da strapazzo, i giornalistucoli delle redazioni benvolute dai ministri della verità e i loro sodali, spargono il pestilenziale incenso del complotto sulle vicende più periferiche della questione – pensiamo ai ripetuti attacchi contro il PD di questi giorni. I cani da riporto di un giornalismo composto da lecchini e invertebrati si aggirano latrando ai margini della vicenda, su questioni apparentemente inique, leccandosi i baffi mentre avvertono l’odore del sangue, il vero obiettivo delle loro sudicie, mollicce penne: si parte dalle sciocchezze e si punta dritti al nocciolo della questione. Ridurre Bibbiano, la val d’Enza e lo scandalo affidi a una cronachetta da quattro spiccioli. Un caso isolato tra tanti. Puntano dritti lì, alla decostruzione del fatto. E all’annichilimento delle vittime. https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/bibbiano-convegno-camera-deputati/
E’ la responsabilità politica su cui bisogna far luce, e questa non è contemplata – a torto o a ragione – tra i reati del codice penale. La verità giudiziaria è una cosa, a volte pure sbaglia, altre volte esagera, altre volte si arrende difronte all’incapacità di trovare prove, mentre quella politica rimane se esiste. Intatta e a cui si sta sottraendo.
Responsabilità politica che li ha visti il 14 luglio del 2016 convocare – i due indagati agli arresti domiciliari – Carletti (sindaco PD) e la Anghinolfi in audizione presso la Camera davanti alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza durante Audizione dei rappresentanti del Servizio sociale integrato dell’Unione dei comuni della Val d’Enza. Presidente Zampa e Romanini e Iori tutti del PD. Ecco cosa diceva davanti alla Commissione che ne elogiava l’operato da estendere in tutta Italia il Carletti: “Questa è la premessa fondamentale per cogliere l’approccio che abbiamo messo in campo a partire dal 2014 rispetto a questo fenomeno manifestatosi con numeri estremamente significativi.”
(… e si è capito il perché questi numeri erano estremamente significativi, tanto da essere al vaglio della magistratura)
“Ci siamo rivolti al Centro studi Hansel e Gretel di Torino […] c’è il rischio che qualcuno cerchi di isolare questi operatori che affrontano temi che mettono in discussione la comunità, che cerchi anche di delegittimare le loro competenze. Noi abbiamo sempre detto pubblicamente che siamo al fianco dei nostri operatori, li sosteniamo in questa sfida.”
(… incredibile)
“Abbiamo avuto fin dall’inizio al nostro fianco la Regione Emilia-Romagna ed il Garante per l’infanzia – la Regione fra l’altro ha delle linee di indirizzo estremamente avanzate e qualificate –; la parlamentare Vanna Iori ci ha seguito in questo percorso” http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/36/indag/c36_fuori/2016/07/14/indice_stenografico.0028.html
In sostanza, promotori e referenti politici di quel di Bibbiano, ma totalmente ignari di quel che avveniva realmente. E tutto quel che sappiamo dalle carte dei giudici è emerso non grazie ai controlli e al monitoraggio delle istituzioni locali preposte che così tanto solidarizzavano con gli indagati elevando il progetto definendolo in commissione “dall’indirizzo estremamente avanzato e qualificato”, neppure dai giudici dei tribunale dei minori che nulla sospettavano nonostante l’alto numero di bambini sottratti ai genitori a causa di abusi, indigenza o quant’altro, ma grazie ad un pm donna che ha voluto vederci chiaro difronte a quei numeri anomali che non corrispondevano affatto alla media nazionale.
Eppure che qualcosa non quadrasse era emerso persino persino all’interno del Tribunale dei Minorenni di Bologna, come denunciato dall’ex giudice Dott. Morcavallo, ora dimessosi nonostante la sua giovane età.
“Sembra un uomo pensoso e forse triste, Francesco Morcavallo. Se davvero lo è, il motivo è una sconfitta. Perché, malgrado una battaglia durata quasi quattro anni, non è riuscito a smuovere di un millimetro quello che ritiene un «meccanismo perverso» e insieme «il più osceno business italiano»: il troppo facile affidamento di decine di migliaia di bambini e bambine all’implacabile macchina della giustizia. Dal settembre 2009 al maggio 2013, giudice presso il Tribunale dei minorenni di Bologna, Morcavallo ne ha visti tanti, di quei drammatici percorsi che iniziano con la sottrazione alle famiglie e finiscono con quello che lui definisce l’«internamento» (spesso per anni) negli istituti e nelle comunità governati dai servizi sociali. Da magistrato, Morcavallo ha combattuto una guerra anche culturale contro quello che vedeva intorno a sé. Ha tentato di correggere comportamenti scorretti, ha cercato di contrastare incredibili conflitti d’interesse. Ha anche denunciato abusi e qualche illecito. È stato a sua volta colpito da esposti, e ne è uscito illeso, ma poi non ce l’ha fatta e ha cambiato strada: a 34 anni ha lasciato la toga e da pochi mesi fa l’avvocato a Roma, nello studio paterno. Si occupa di società e successioni. E anche di diritto della famiglia, la sua passione […] In aula si riuniva una decina di giudici, che trattavano i vari casi; di volta in volta i quattro «decisori» che avrebbero poi dovuto firmare l’ordinanza venivano scelti per cooptazione, esclusivamente sulla base delle opinioni manifestate. Insomma, tutto era organizzato in modo da fare prevalere l’impostazione dei servizi sociali, sempre e inevitabilmente favorevoli all’allontanamento del minore […] Iniziai da subito a scontrarmi con molti colleghi e soprattutto con il presidente Millo. Le nostre impostazioni erano troppo diverse: io sono sempre stato convinto che l’interesse del minore debba prevalere, e che il suo restare in famiglia, là dov’è possibile, coincida con questo interesse. È la linea «meno invasiva», la stessa seguita dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Tra le cause di allontanamento, però, ci sono anche le denunce di abusi sessuali in famiglia. In quei casi non è bene usare ogni possibile cautela?
Dove si trattava di presunte violenze, una quota comunque inferiore al 5 per cento, io a Bologna ho visto che molti casi si aprivano irritualmente a causa di lettere anonime. Era il classico vicino che scriveva: attenzione, in quella casa molestano i figli. Non c’era nessuna prova. Ma i servizi sociali segnalavano e il tribunale allontanava. Un arbitrio e un abuso grave, perché una denuncia anonima dovrebbe essere cestinata. Invece bastava a giustificare l’affido. Del resto, se si pensa che molti giudici onorari erano e sono in conflitto d’interesse, c’è di che capirne il perché. Che cosa intende dire?
Chi sono i giudici onorari? Sono psicologi, sociologi, medici, assistenti sociali. Che spesso hanno fondato istituti. E a volte addirittura le stesse case d’affido che prendono in carico i bambini sottratti alle famiglie, e proprio per un’ordinanza cui hanno partecipato. Che cosa chiede?
Per esempio che i magistrati delle procure presso i tribunali dei minori vadano a controllare i centri d’affido: non lo fanno mai, ma è un vero peccato perché troverebbero sicuramente molte sorprese. Chiedo anche che il Garante nazionale dell’infanzia mostri più coraggio, che usi le competenze che erroneamente ritiene di non avere, che indaghi. Qualcuno dovrà pur farlo. È uno scandalo tutto italiano: va scoperchiato.”
Consiglio di leggere tutta l’intervista dal dott. Morcavallo:
Ma ecco altri particolari che non sentirete ne dai debunker un tanto al chilo, che quando funzionale al loro progettino si mettono a sviscerare tutto lo scibile del web, e neppure lo sentirete dai giornalai contigui al ministero della Verità (ovviamente la loro di verità), tanto che i loro studi da riporto prendono fuoco quando anche solo la Vera Verità si avvicina alle porte dei loro studi. Perché si sa… la Verità brucia quando si cerca di imbrigliarla.
Chi si ribellava era finito
“Il quadro della vicenda che dalla provincia di Reggio Emilia ha sconvolto l’intero Paese è un insieme di particolari incredibili e choccanti riportati nelle 277 pagine dell’ordinanza firmata da Gip Luca Ramponi, con 27 persone indagate. Tra i reati contestati, frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso. Sedici le misure cautelari nei loro confronti, sei le persone finite agli arresti domiciliari […] “Loro tenevano in mente prevalentemente l’obiettivo ‘abuso sessuale’ e tutto ruotava attorno a tale obiettivo e su di esso ci veniva richiesto di orientare i nostri accertamenti, anche quando vi erano versioni alternative su cui lavorare e da approfondire” racconta una delle assistenti precarie costrette ad assecondare le richieste di Anghinolfi e Monopoli per fare in modo che dalle relazione emergesse ciò di cui c’era bisogno per l’allontanamento. “Tutti lo sapevamo” continua. “Non avrei mai osato indicare circostanza favorevoli ai genitori”. Negli uffici dei servizi sociali c’era la paura di ripercussioni. “Qualsiasi tentativo da parte nostra di riferire che non vi erano ipotesi di abuso veniva tacciato per negazionismo”. Non solo: chi provava a ribellasi veniva anche accusato di essere un “collaborazionista dei pedofili”. Qualcuno aveva persino chiesto il trasferimento per “difficoltà a lavorare in quel Servizio”, a conferma della spregiudicatezza degli indagati di maggior rilievo. Foti, che fra l’altro era anche lo psicoterapeuta di Anghinolfi, viene descritto nell’ordinanza come una persona dalla “personalità violenta e impositiva”, con “potenziale tasso di criminalità”, al punto da aver commesso anche maltrattamenti nei confronti della compagna Bolognini. https://www.fanpage.it/attualita/inchiesta-angeli-e-demoni-cose-successo-ai-bimbi-strappati-di-bibbiano-prima-puntata/
Gli stessi indagati vittime di abusi nell’infanzia
Ma in realtà, si legge nell’ordinanza, “è emerso da diverse dichiarazioni testimoniali e da informazioni assunte” che “pressoché tutti gli indagati per lesioni personali avessero avuto esperienze traumatatiche nell’infanzia” simili a quelle attribuite ai minori. Ad esempio, Federica Anghinolfi, “oltre ad aver avuto un passato di dipendenza da alcol”, in un’intercettazione parla di uno stupro di gruppo subito quando era piccola, mentre Monopoli “risulta aver subito maltrattamenti da parte del padre”. E lo stesso vale per Foti e Bolognini. Un’altra, invece, “risulta aver gestito la situazione del figlio minorenne, vittima di un episodio di molestie verosimilmente di tipo sessuale in ambito scolastico” https://www.fanpage.it/attualita/inchiesta-angeli-e-demoni-cose-successo-ai-bimbi-strappati-di-bibbiano-prima-puntata/
Non credo serva aggiungere altro a questo quadretto…
Ora torniamo all’inizio: La comunità scientifica di Butac afferma che i alcuni dei bambini non hanno fatto ritorno ai genitori a seguito di una revisione processuale. Che dire? Lo ha riportato il TG2 il 22/07/2019, lo ha riportato SkyTG24 sempre il 22/07/2019. Vi riporto un articolo tratto da Il Resto del Carlino:
Il giudice afferma anche che «i servizi sociali si erano preoccupati esclusivamente dei due figli più piccoli della coppia, lasciando il figlio maggiore, peraltro affetto da gravi patologie… a vivere presso il padre, ritenuto pertanto idoneo dai medesimi servizi ad occuparsi del primogenito». La domanda è logica: il padre è idoneo ad occuparsi di un figlio malato e non è idoneo per gli altri due figli? https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/bibbiano-figli-restituiti-1.4706303?fbclid=IwAR1EhFZuMvkom3iUYOgAvSNun_KdLtd1YqN5Qs0gKySfsrdyToYctu2YZI0
Non credo serva aggiungere altro a quest’altro edificante quadretto di bufala da trincea.

Colgo l’occasione per salutare facendo ciao ciao con la manina il nostro stimatissimo esegeta, che così alacremente contribuisce ad alimentare l’Information disorder incappando in questa ennesima bufala. Almeno così voglio credere.
D’altronde quella di oggi può fare il palo a quella sui 700 bambini morti in Grecia a causa di fattori casuali, di certo non per colpa delle misure disumane dettate dalla fantastica U€ che tutto il mondo ci invidia. Talmente invidiata che anziché esserci ressa per entrarci, c’è ressa per uscirvi prima che sia troppo tardi! Non disdegnando in pieno stile staliniano di censurare gli utenti bannandoli che gli fanno notare quasi con imbarazzo l’enorme bestialità.
Ma d’altronde censura per censura, è la stessa che è stata calata sul Caso di Bibbiano nonostante spergiuri che non sia vero. Vediamo, per concludere qui, qualche esempio di censura sul Caso Bibbiano:
Qui la pagina di Wikipedia misteriosamente sparita dal sito, ma grazie alla rete che conserva la memoria possiamo ancora leggere: http://cc.bingj.com/cache.aspx?q=https%3a%2f%2fit.wikipedia.org%2fwiki%2fAngeli_e_demoni_(inchiesta)&d=4716378537003478&mkt=fr-FR&setlang=en-US&w=xNvBPuYhoXpgwpbfSTwNkwoGcYVfa3PX
“Prende poi la parola l’avvocato Francesco Miraglia, difensore legale di tante parti lese coinvolte nell’inchiesta “Angeli e Demoni”: «Non passi l’idea che questo problema riguardi solo l’Emilia Romagna: a Venezia un bambino di tre anni veniva allontanato in modo da abituarsi all’adozione; in un’altra regione un bambino doveva essere allontanato in quanto troppo effemminato, dato che aveva come punti di riferimento la mamma e due sorelle. Il papà non c’era più. Oppure potrei ricordare di un bambino allontanato per quattro anni in comunità perché la mamma era troppo amorevole». Per spazzare via il marcio da questo sistema infame c’è bisogno di un’azione combinata tanto sul piano processuale quanto su quello dell’informazione: parrebbe più accessibile il primo del secondo. A questo proposito, Miraglia riporta un aneddoto piuttosto umiliante per chi è solito insozzarsi le mani con questo sudicio mestiere: «Abbiamo passato due giorni a illustrare questo sistema marcio a una giornalista di uno tra i quotidiani più importanti d’Italia, questa persona è entrata anche in contatto con alcune delle famiglie coinvolte. Il giorno prima che il pezzo dovesse essere pubblicato, mi ha chiamato, vergognandosi, e dicendomi che il caporedattore, dopo tre giorni di lavoro, ha impedito la pubblicazione dell’articolo». Il sistema degli affidi illeciti è una gigantesca tenia che si ingurgita di silenzio. E di minori. https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/bibbiano-convegno-camera-deputati/