Oggi è il 25 aprile sinonimo di liberazione. Per tanti troppi anni ho celebrato in questo giorno i falsi vincitori, finti e pavidi combattenti che si sono arrogati, e si arrogano tuttavia, il merito di aver sconfitto il nazifascismo. Oggi è una data importante e la celebro nel modo giusto, onorando i veri vincitori che liberarono questo continente dal sempre purulento eurobubbone: la Germania.

Gli alleati, ovvero gli USA, hanno bastonato pesantemente un popolo per natura prevaricatore e lo hanno ridotto al silenzio, poi hanno sculacciato anche noi, che da bravi leccaculisti a quel popolo ci eravamo accompagnati; avremmo meritano una punizione peggiore ma fummo perdonati e mai abbiamo espiato davvero.

Ieri 24 aprile anch’io ho dovuto preparare il mio D-day, la mia Operazione Overlord, per difendere la mia libertà di critica, per poter liberamente rilevare i difetti che vedo in coloro che non sono bianchi di pelle. Si perché i paladini del 25 aprile, quelli che mai combatterono contro i nazifascismo, orfani di vittorie e pregni di tronfia autoesaltazione, mi accusano di razzismo, di antisemitismo, di omofobia se solo mi azzardo a criticare una africano, se mi azzardo a difendere la famiglia tradizionale, se difendo gli ebrei.

Incredibile vero? Ho sempre difeso gli ebrei e mi becco dell’antisemita! È giunto il tempo della ribellione, il tempo della lotta, il tempo della riaffermazione, contro questi nuovi sansepolcristi del politically correct, contro questi nuovi nazifascisti, veri razzisti e antiliberali, che vedono nell’esaltazione di sé stessi e di una vittoria mai conseguita, il diritto di piegare la storia, le genti e la realtà alle loro allucinazioni.