Posted by Svicolone61
Italia 1942. Mussolini primo ministro, Pavolini al MinCulPop, Favagrossa agli Approvvigionamenti Bellici.
Italia 2020. Conte primo ministro, Casalino alla Propaganda, Borrelli/Arcuri alla Protezione Civile.
Italia 1942. I giornali e la radio continuano a descrivere un nemico alle corde e l’avanzata vittoriosa del nostro esercito, quasi “una passeggiata”.
Italia 2020. Ad inizio gennaio scoppia in Cina una epidemia. Febbraio inizia con spot televisivi da Palazzo Chigi che con sicumera: “il virus non è affatto facile a prendersi”. Basta cancellare i voli diretti, i viaggiatori dalla Cina possono comodamente fare scalo a Dubai/Francoforte. ll 21 febbraio scoppia il bubbone (grazie a coraggiosi medici lombardo-veneti che, in barba al protocolllo ISS, sviluppano in casa dei kit ed effettuano dei test rapidi sui tanti casi anomali di polmonite). A fine febbraio le cicale governative, ma anche così dette professoresse universitarie pagate con i nostri soldi, continuano a gracchiare: “è come una influenza”.
Italia 1942. Si narra che il Generale Messe, comandante CSIR, spedì a Roma un paio di esemplari di valenki. Per averli in dotazione per le truppe invece degli scarponcini chiodati che con il gelo russo si rompevano. Mesi dopo le divisioni dell’ARMIR partirono con gli scarponcini chiodati e senza valenki. Si narra che a Roma stessero ancora decidendo le specifiche su come e a chi assegnare la commessa.
Italia 2020. Il 12 marzo, oltre 2 mesi dopo l’inizio dell’epidemia, 20 giorni dopo lo scoppio del bubbone italico, la nostra protezione civile (che apparentemente aveva stocckato solo tende per il prossimo terremoto) finalmente comprende che abbiamo bisogno anche di attrezzature mediche per fronteggiare questa emergenza. Il giorno 11 marzo, 20 giorni dopo l’inizo dell’emergenza, appaiono i primi bandi gara per mascherine e ventilatori sul sito CONSIP. Gare e avvisi | Consip Con pagamenti a babbo morto, tanto per incentivare le aziende, spesso consociate di multinazionali, a fare presto. Sui tempi di consegna si sa poco. Ancora in attesa di un decreto col divieto di export di questo materiale.

Italia circa 1980-90. Qualche anno fa, in un incredibile momento di lucidità, fu decisa la delega alle Regioni della Sanità. Probabilmente molti di questi presidi sanitari locali, conoscendo i tempi e l’indifferenza dell’apparato centrale, hanno provveduto autonomamente a dotarsi delle indispensabili apparecchiature respiratorie. Magari usando i fondi che dovrebbero servire per pagare gli stipendi di marzo-aprile.
In Italia, nel 1942, al potere c’erano ignoranti, pasticcioni e cattivissimi gerarchi fascisti. Adesso, 2020, al potere sono illuminati global-progressisti politicamente corretti.
Ma l’Apparato Statale Centrale, almeno per quanto riguarda propaganda ed approvvigionamenti, sembra immutato. Nulla è cambiato: 1942 e 2020. Anche la sudditanza verso i crucchi.
PS: Riguardo la storia di Messe e dei valenki credo sia vera. Un cugino di mio padre, sottotenente vicecomandante del 3 gruppo, 108mo artiglieria, divisione Cosseria, schierata a Nova Kalitva sul Don il 12 dicembre 1942, sopravvisse la ritirata grazie ad un paio di valenki. I valenki li prese, durante la fuga, da un suo artigliere ormai morto. L’artigliere probabilmente li aveva recuperati in qualche isba. Non mi ha mai raccontato questo episodio senza avere gli occhi umidi.
