Fauci 4: Sembra fare tutto bene, ma il suo goffo autogol e’ ingiustificabile per un portiere pagato cosi’ tanto e per la sua esperienza. Nel dopo partita si e’giustificato dicendo che aveva sofferto in settimana una terribile influenza che lo ha debilitato.
Mattarella 4: Predica calma ma e’ uno dei giocatori piu’ fallosi.
Conte 4.5: Doveva essere il collante tra I reparti. L’uomo del popolo. E invece fallisce un po’ ovunque. Al centro fatica, non ne imbrocca una sulla fascia destra, praticamente inesistente quando tenta la fortuna a sinistra. A tratti indolenti. Delusione.
Soros 9: Non sente il peso dell’eta’ e mette la sua esperienza al servizio della squadra. E’ lui il cervello e tutte le azioni piu’ pericolose passano da lui. Detta I ritmi e I tempi. Sembra impossibile da fermare.
Gates 8.5: Se Soros e’ il cervello lui e’ il “braccio armato”. E’ ovunque, svaria su tutti I fronti senza dare punti di riferimento agli avversari che non lo considerano mai un vero e proprio pericolo, E’ pure motivatore quando cerca di dare un’iniezione di fiducia ai compagni quando le cose sembrano mettersi male.
Thunberg 5: L’enfant prodige e’ cresciuta ma non ancora maturata. Si piazza in difesa a coprire le spalle a Soros e lo fa egregiamente rischiando qualche volta pero’ di fare figuracce contro gli esperti attaccanti avversari. Esce nel finale.
Al suo posto Kamala Harris 4: nel pre-partita diceva di non temere gli avversari, ma viene costantemente derisa dalle giocate di Lavrov e Putin. A tratti irritante.
B. Clinton 8.5: Gioca a fianco di Thunberg formando un muro difficilmente valicabile. Porta esperienza e dalle sue parti non passa quasi nulla. Forse un po’ troppo falloso ma non viene mai ammonito.
Epstein 4: Adattato sull’esterno sembra agire un po’ nell’ombra. Vuole giocare al centro con la giovanissima Thunberg e non lo fa nascondere. Sostituito definitivamente alla fine del primo tempo dopo una lite furibonda con Clinton che non vuole lasciargli il suo posto accanto a Greta.
Al suo posto Von Der Layen 5: non pervenuta. Cerca una posizione in campo senza mai trovarla. Non si capisce ancora quale sia effettivamente il suo ruolo.
Zelenski 6: L’ucraino e’ tutto destro ma si adatta benissimo sulla fascia sinistra. Ogni volta chiamato in causa chiede sempre l’aiuto dei compagni che via via lo aiutano sempre di meno lasciandolo quasi isolato. Cerca insistentemente di aizzare il pubblico per avere maggiore supporto. Esce tra gli applausi scroscianti.
Al suo posto Schwab 8: Genio e sregolatezza. Peccato non poterlo vedere in campo dall’inizio. Al momento ha solo 15 minuti nelle gambe ma e’ sempre pericoloso.
Biden 4: Perde il confronto con Putin. Ne esce frastornato e confuso. Si parla di un rinnovo di contratto me se il suo apporto e’ questo forse e meglio lasciarlo partire a parametro zero.
Esce stremato nel secondo tempo sbagliando pure la direzione degli spogliatoi.
Al suo posto Di Maio 4: Inadeguato, dice di voler fermare Putin ma il russo non gliela fa mai vedere. Di categoria inferiore.
H. Clinton 7: Battaglia con chiunque, cerca sempre il confronto anche se spesso ne esce perdente, ma almeno ci prova in ogni occasione. Richiamata in panchina continua a spronare I compagni ad attaccare.
Al suo posto Berlusconi 4: Sembra voler spaccare il mondo. Poi smette di attaccare e sembra piu’ interessato a marcare a uomo la Zakharova. Probabilmente sul viale del tramonto. Col senno di poi tra lui e Dudu era forse meglio il secondo.
Musk 5: Alterna parate clamorose con goffi errori. Non si capisce bene se e’ un campione o un mediocre. Continua a richiedere l’utilizzo dell’AI (che ha sostituito il VAR) dopo che per tutta la settimana ha criticato l’uso della stessa tecnologia.
Carlson 8: Cerca di slavare il salvabile. Si sbatte e si affanna ed e’ sempre pronto alla battaglia. Sostituito ad inizio secondo tempo proprio nel suo momento migliore senza nessun motivo logico.
Al suo posto Salvini 5: Si agita per tutto il campo ma non combina mai un granche’. Gli avversari lo temono ma non se ne capisce davvero il motivo.
Trump 6: Inizia forte poi si perde piano piano. Alterna cose buone a cose meno buone. Doveva essere un top player ma forse e’ solo un buon giocatore e niente piu’
Xi Jinping 9: Non lo vedi mai, ma c’e’ in tutte le azioni. Difende quando c’e’ da difendere e non ha paura di attaccare quando serve. Padrone assoluto del centrocampo. Si trova a perfezione con gli inserimenti di Putin da sinistra.
Putin 8: A tratti incontenibile. Gli avversari lo prendono costantemente di mira con le buone e molto spesso con le cattive. Biden non riesce mai a fermarlo. A volte pero’ sembra non voler affondare I colpi. Preso di mira anche dall’arbitro Obama che lo sanziona a piu’ riprese.
De Santis 6: Soffre un po’ il fatto di avere a fianco uno come Trump che gli toglie un po’ di spazio. Ha tempo per migliorare ma deve lavorare di piu’. Richiamato in panchina nel secondo tempo.
Al suo posto Bergoglio 4: Mai in partita. Proprio contro quella che dovrebbe essere la sua prossima squadra. Nessuno si aspettava miracoli ma sembra non volerci provare nemmeno. Occasione persa. Peccato.
Zakharova 8: Non teme il confronto con avversari sulla carta piu’ quotati. Esce sempre vincitrice da tutti I contrasti. Al momento insostituibile. Non soffre I continui falli di Berlusconi.
Orban 8: Punto di riferimento costante. Non molla mai e cerca pure di supportare le scorribande di Putin. Costante spina nel fianco fino a quando non viene sostituito.
Al suo posto Erdogan 6: Svolge il suo compito senza infamia e ne’ lode. Ha potenziale da vendere ma non si applica a fondo. Deve fare sicuramente di piu’ e diventare un elemento chiave.
Lavrov 9: Attacante d’altri tempi. Fa a sportellate con Clinton e mette apprensione a tutta la difesa avversaria ogni volta che entra in azione. Punto di riferimento costante per I compagni. Sbaglia pochissimo e non teme nessuno.
Meloni 5: Doveva essere l’attaccante giusto per scardinare la difesa avversaria. Parte incendiaria ma finisce per essere un pompiere. Acquisto sbagliato? Sostituita ad inizio ripresa.
Al suo posto Bono 4: Vuole aiutare tutto e tutti, finisce per essere il dodicesimo uomo dell’altra squadra.