«Lo Spirito Santo ci ricorda le parole di Cristo e lavora assieme a Lui, guidando i nostri passi solennemente e gioiosamente nella via della pace. L’agitazione prodotta dallo spirito diabolico che si oppone a Cristo ci incita, invece, alla rivolta e ci rende schiavi della lussuria, della vanità e dell’orgoglio… Il silenzio assoluto è una croce sulla quale l’uomo si inchioda assieme a tutte le proprie passioni e concupiscenze».
San Serafino di Sarov


“Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la Tua Parola Onnipotente dal cielo, dal Tuo Trono Regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il Tuo Ordine inesorabile
Sapienza 18,14

La Volontà di Dio si manifesta sempre attraverso il Silenzio. Dio non parla, se non ai suoi Bambini, per non rivelare i suoi piani di distruzione dei ribelli alla Sua Parola. I ribelli sono urlatori, gridano ininterrottamente ed argomentano con la “cultura”, supponendo di poter confondere gli uomini; ma questa confusione voluta ha un tempo di vita, seppur assordante, che presto si scontrerà col Silenzio di Dio, che muove guerra, con gli uomini suoi, che sono Decime figli della Decima, vale a dire Bambini della Trinità.
Lo Spirito Santo è Silenzio e nel Silenzio1 manifesta la Sua Potenza perché la Parola crea in modo appartato, raccolto e misterico.
Il mondo assordante è il mondo dei morti nello spirito, il mondo dell’oscurità che odia la Solarità. Costoro sono luci spente, rimasugli, relitti, residui di un mondo che ha usato la Parola di Dio per asservire l’umanità, non per educarla.
Le chiacchiere del mondo, le fesserie, le stupidaggini, le rivolte elevate a morale, sono aspetti psichici dell’insofferenza, della volontà di potenza e di dominio dell’uomo sull’uomo.
Le vite urlatrici sono prive del silenzio amoroso, ma impastate con gli sbraiti inquietanti del nemico di sempre che si traveste sempre con abiti nuovi per confondere i popoli e coloro che sono in buona fede. Il fondamento del dominio si ha nella contraffazione della vita.
Gli schiavi delle idee, delle ideologie, delle false etiche, delle nuove morali cercano di impedire a tutti noi di amarci l’un l’altro, operano per il fine di non farci divenire servitori della Verità, specchi del Vero, riflessi della Volontà di Amore TriUnitaria che si dona a tutti gli uomini di buona volontà.
I nemici sono agitati, vanitosi, vogliono mostrarsi perché non credono che Dio ha già vinto e che la rovina li coglierà impreparati. Tutte le nazioni che sono governate da false parole, avranno a che fare con la Parola di Dio, perché la Parola è Civiltà ma è anche Giustizia.
Dove regnano le Civiltà regna l’Ordine e Dio si manifesta sempre nell’Ordine donato, facendosi lentamente e sempre di più conoscere e riconoscere.
I maldicenti, gli efferati, gli ubriachi, i ladri, i debosciati ed i ribelli non entrano nel Regno di Dio2 perché offendono il loro corpo che è Sede dello Spirito di Dio, al quale hanno voltato le spalle per donarsi al nemico che è lo spirito del mondo che è in tal modo divenuto il loro Padrone.
Le tenebre sono la mancanza di Parola, di amore alla Parola perché la Parola ha creato tutto, la Parola è istante ed essa è più veloce della luce e nell’istante la Parola dona la Vita all’universo intero.

Diciamo dunque con franchezza che, secondo le Scritture, Dio non conosce tutti. Dio non conosce il peccato, e Dio non conosce i peccatori, ignora quanti sono estranei a Lui. Ascolta la Scrittura che chi conosce il Signore quelli che sono suoi, e si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore. Il Signore conosce i suoi, ma non conosce gli iniqui e gli empi. Ascolta il Salvatore che dice: «Allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità, non vi, conosco». E ancora Paolo dice: «Se vi è fra voi un profeta e uomo spirituale, riconosca che le cose che scrivo sono del Signore. Ma chi non lo conosce, non è conosciuto».
Origene – Omelie sulla Genesi

Questo è il Silenzio di Dio verso il mondo.
Tutti noi dobbiamo mettere fine alla nostra malvagità, a tutto il nostro rancore, per diventare capaci di ascoltare ciò che l’Amore alla Volontà di Dio desidera per ognuno di noi sia, perché la Trinità vuole fare di ciascuno di noi un Re, vuole donarci la Regalità ed in questo dono poi avremo anche in regalo la volontà di chiedere la Sapienza costantemente.
In seno all’uomo la confusione strepitante appare come un nucleo inestricabile, che trasforma la percezione reale del mondo. L’inseguimento del potere è la morte della coscienza, la morte che fa divenire sepolcro imbiancato3.
Per riflettere sul significato della nostra esistenza e superare le alternative del mondo, è necessario capire la Voce Silente di Dio nell’intervallo delle sistole e diastole, che sono il fondamento della realtà dell’esistente, al fine di concepire la verità di un compimento che si realizza nella circolarità del Verbo, pertanto attraverso una dialettica Tri-Ipostatica. Questa dialettica, questo Linguaggio silenzioso si rivolge verso l’infinito, verso la Luce totalizzante, al fine di ritrovare la Resurrezione con cui si ri-costituisce il proprio tempo di vita che è un nuovo istante, un nuovo attimo.
La meditazione, per permettere l’ascolto della Parola di Dio, richiede silenzio ed in questo noi riusciamo a sentire quella Voce che è il Sole che illumina la nostra coscienza. Questa luce è il Bambino che deve rinascere in ognuno di noi quando ci distacchiamo dalle agitazioni del mondo per pervenire alla calma, a quella sorta di equilibrio che i Padri del Deserto denominavano “Esichia”.
L’Esichia non è riservata a uomini speciali, ma solamente a coloro che sentono la necessità di amare le Parole Creatrici che si manifestano nel perfetto silenzio e nel nostro ruminare, attraverso la preghiera continua, la Parola di Dio.
I crolli nella tenebrosità colpiranno tutti coloro che hanno privilegiato proferire parole che hanno impedito di cogliere l’importanza della meditazione, hanno represso il silenzio come requisito per creare le condizioni di riflettere, di capire cosa accade nel mondo. Costoro, figli del male, continuano, nella loro falsa ed ideologica “creazione”, introducendo sempre nuovi vocaboli, che sono concetti totalmente marginali, che generano disordine. Il caos è il regno delle parole urlate, degli strilli e degli strepiti affinché, nella disarmonia parolaia, si possano attuare i piani di distruzione della vita, in tutti i suoi aspetti, perché la vita è Dio e chi distrugge la vita è nemico di Dio. Il concepimento di una realtà interiore è un aspetto specifico da esaminare per il ritrovamento di una nuova formulazione spirituale rinnovata, vale a dire le qualità che in origine corrispondevano all’umo assoluto.
Oggi ci troviamo in tempi dove dobbiamo riconoscere la possibilità che anche lo studio e la trasmissione della storia, dell’arte e della letteratura, possano avere un significato soltanto marginale, perché non sono utilizzati se non per alterare i significati dei tempi passati. Occorre porsi il problema e cercare di scoprire, senza ipocrisia, se ciò che ci viene detto sia più o meno in linea con una Volontà Superiore.
Bisogna anzi è necessario ritrovare il Silenzio dentro di noi che spazza via ogni malinteso e trascende tutti i suoni cacofonici del mondo.
Quando si è riuscito a calmare tutto il rumore, al di fuori e dentro di noi, quando siamo riusciti a instaurare l’amore verso il silenzio, allora si può udire nel profondo del nostro cuore come un richiamo. Il cuore ti sta chiamando, sta cercando di dirti qualcosa ciò che non si poteva ascoltare perché la mente è stata ripiena di rumore. I pensieri del mondo sono distrazioni dal silenzio ed i pensieri sul benessere, la volontà di potenza, il desiderio di successo sono soprattutto pensieri negativi perché non sono esicastici.
Noi non ci ricordiamo dei nostri antenati, siamo obnubilati da falsi sentimenti, ci fanno apparire “buono” ciò che è nemico dell’Ordine e se cadiamo in questo tranello ci vuole solo la Volontà di Amore Bambina di Dio per liberarci.

Come fa a liberarci?
Dio farà crollare tutte le autorità che non sono in linea con il Suo Amore che ama l’Ordine. La Creazione è Ordine tutto ciò che va al di fuori dell’ordine è caos ed aggiornamento “linguistico”.
Il Razionalismo è nemico del silenzio perché altera e sconsacra la Fede: lo Scientismo, così come il Razionalismo preparano tempi bui, perché Satana regna proprio in queste due false discipline, ideologie contraffatte le quali immettono pervasivamente il caos, con le loro elucubrazioni demagogiche, ma che hanno un tempo di vita necessario alla separazione tra figli del male ed i Figli della Luce.
Pregando per l’avvento del Regno di Dio e della Sua Giustizia la mente dell’uomo si disidentifica dai suoi interessi personali contingenti che lo tengano schiavo4.

Allora San Gregorio (il Sinaita) gli disse: «O se il Signore mi concedesse di avere una seduzione quale è in te, padre santo. Del resto ti chiedo, dimmi: allorché la tua mente viene sollevata a Dio, che cosa vedi con i tuoi occhi? E può allora la mente elevare la preghiera assieme al cuore?».
San Massimo gli rispose: «No, non può. Quando la grazia dello Spirito Santo entra nell’uomo per mezzo della preghiera, allora quest’ultima viene meno, poiché in quegli istanti la mente è completamente dominata dalla Grazia dello Spirito Santo e non può più agire con le sue forze, ma rimane inoperosa e obbedisce solo allo Spirito Santo e dove lo Spirito Santo vuole, la conduce, o a qualche altra contemplazione indicibile o, come spesso avviene, ad un dialogo divino e, per dirla in breve, come vuole il Paraclito, così egli conforta i suoi servi, e concede a ciascuno la grazia che gli è necessaria».
San Giovanni Crisostomo

Sì certo, questi sono anche schiavi, disse Socrate, pur essendo senza dubbio anche fieri padroni: alcuni sono schiavi del cibo, altri della lussuria, altri del bere, altri dalle sciocche e dispendiose ambizioni, cose che dominano così tirannicamente gli uomini sui cui hanno potere, che, finché vedono questi nel pieno della giovinezza e capaci di lavorare, li costringono a sopportare ciò per cui hanno lavorato, e a spendere per i loro stessi desideri, ma qualora si accorgano che sono impossibilitati a lavorare fino alla vecchiaia, lasciano che questi invecchino male e cercano di nuovo di utilizzare altri schiavi.
Senofonte

L’amore al silenzio ha difficoltà ad essere compreso, perché l’umanità vive sempre nel pieno frastuono ed ha una paura indotta, che viene colmata attraverso stimoli che favoriscono la piena distrazione5.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Salmi 8:3
Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in Lui; non irritarti per chi ha successo, per l’uomo che trama insidie.
Salmi 37:7

La società nichilista post-moderna ha raggiunto il suo culmine, la sua falsa vetta dove il popolo è una melma da estirpare, da tenere lontano dai centri delle città, perché non in possesso di “requisiti” per essere considerato parte del piccolo gruppo di fortunati che vogliono introdurre limitazioni di ogni tipo al fine di materializzare il loro sogno di dominio6.
Ma coloro che perseguono i loro progetti, insistono, continuano imperterriti come se non ci fosse un Dio al quale prima o poi si deve rispondere. Questi esseri non sono chiamati buoni da Dio, perché covano nel loro animo avversione, disgusto ed insofferenza per la libertà, per il pensiero critico, per i poveri che vogliono rendere più poveri.
Dio li ha accecati, pertanto non vedono che stanno camminando in un precipizio, sono ciechi che guidano altri ciechi7 e finiranno male, perché il demonio li ha usati e pertanto ha diritto alle loro anime8.
Il silenzio è l’attività con la quale possiamo porci all’ascolto della Voce che brilla come il sole che è sito nella nostra coscienza; essa ci parla e ci fa conoscere la Volontà TriUnitaria che è Amore per tutti e per tutte le persone del mondo, è un Amore gratuito, donato. L’uomo deve porsi solo nella condizione di sentirlo come una brezza lieve, che è poi la Sapienza di cui abbiamo già scritto. In questo spirar di vento, lo Spirito Santo osserva il nostro atteggiamento, la nostra volontà di conoscerlo, il desiderio di capire che il Silenzio di Dio è Voce per coloro che lo vogliono udire.
Il Cristianesimo è stato troppo legato a forme morali, alla Legge di Mosè e questa Legge è fonte di maledizione9, perché per un tempo è necessario sottostare ad un certo ordine, seppur imposto, per poi pervenire alla fondatezza dello Spirito che completa la Legge Mosaica e la rende Amore Vivente.
I tempi che stiamo attraversando, ove la confusione è imperante, il silenzio ci dona la possibilità di comprendere che Dio non è silente, ma che si sta adoperando per portarci a sentirlo sempre più profondamente, a rinnovare l’antica amicizia in Abramo al fine di diventare noi stessi amici di Dio10.
Cogliamo l’opportunità, come inciso, per spiegare il mistero di quel passo delle Genesi riguardante il sacrificio di Isacco:

1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». 15 Poi l’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16 e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, 17 io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18 Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Cosa significa? Abramo era pronto per sacrificare il figlio? No. L’Angelo che ferma la mano di Abramo è la coscienza personificata. Nella sua coscienza Abramo si domandava come fosse possibile che un Dio Amoroso potesse chiedere in sacrificio il figlio adorato; non riusciva Abramo a collegare l’Amore di Dio con questa Volontà che gli sembrava feroce, quindi fu assaltato dal dubbio coscienziale (l’Angelo). Infatti in questa sua libertà, vale a dire, nel suo libero arbitrio, Abramo faticava, quando alzava il braccio per colpire il figlio, ad obbedire a Dio e Dio, poiché aveva usato la sua libertà, ovverosia il suo libero arbitrio, lo fece suo amico. Quindi l’amicizia di Dio verso di noi prevede la nostra libertà, che ci avviciniamo a Lui con libertà non sotto costrizione, perché l’imposizione non piace a Dio. La spiegazione è tanto semplice, se vista sotto l’aspetto mistico.

Ora possiamo cogliere un aspetto del Silenzio di Dio con Abramo, un Silenzio iniziale per mettere alla prova la sua libera coscienza che è poi ciò che Dio vuole da noi; Egli vuole la nostra liberta, la libertà di adesione libera a Lui, la libertà di amarlo e chiede a noi la stessa libertà perché tutta la Creazione è stata un atto di Amore, una Volontà Libera di Dio per donare all’uomo la libertà di ascoltarlo nel proprio cuore11.
Lo Spirito Santo, nel frastuono della sovversione nichilista, attende che l’uomo libero lo ascolti12. Il Silenzio di Dio è segretezza al mondo, ma è Parola vivente che si manifesta ai suoi figli che sono i suoi Bambini, pertanto è una relazione reciproca delle due libertà, quella Divina e quella umana13. Il rapporto Teandrico si ha in questo rapporto invisibile ed invincibile.
Le libertà del mondo sono forme imprigionate di grida, sbraiti e fesserie culturali ed intellettuali, che si pongono come elementi caratterizzati da un razzismo folle verso coloro che non concordano con la loro perversa visione del loro mondo sconsacrato. Coloro che, partendo da una visione tradizionale, siano in grado di completarla, al netto dei suoi aspetti contingenti ed effimeri, che sono i modelli della post-modernità nichilista, sono anche in grado di riportare il tutto ad un’idea di Assoluto, in tal modo si determina, a livello interiore, il senso della Verità Trascendente ed Universale che è la Libertà che dona Voce al Silenzio apparente di Dio che è Logos.
L’uomo è una Parola di Dio ed in questo riconoscersi tale, egli può comprendere il fondamento della Verità; essendo Parola di Dio vivente deve sapere predisporsi all’ascolto del Silenzio come un bimbo.

Scriveva George Bernanos14 nei “Dialoghi alle Carmelitane”:
«Quando i saggi hanno raggiunto il limite estremo della loro saggezza, conviene ascoltare i bambini».

  • 1 «Quando lo Spirito scende, è bene essere all’ascolto, in grande silenzio – dirà Serafino di Sarov -. Come la lettura diventa superflua dopo che lo Spirito si è impadronito dell’uomo, così la preghiera, dopo la sua discesa non ha più bisogno di parole». San serafino di Sarov – Colloqui con Motovilov
  • 2 O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. Lettera di San Paolo ai Corinzi 6:9-10
  • 3 23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto! 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. 29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! 33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. Vangelo di Matteo 23, 23-36
  • 4 In che consiste il punto culminante delle fatiche dell’ascesi, come riconoscere che abbiamo raggiunto il termine della corsa? Il termine è raggiunto quando si è ritenuti degni della preghiera continua. Chi vi è giunto, ha toccato il termine della virtù e nello stesso tempo ha una dimora spirituale. Colui che non ha ricevuto il dono del Paraclito, non è capace di compiere la preghiera ininterrotta in stato di quiete. Quando lo Spirito stabilisce la sua dimora in un uomo, questi non può fermarsi nella preghiera, poiché lo Spirito non cessa di pregare in lui, sia che dorma o che sia sveglio, la preghiera non si allontana dalla sua anima. Mentre mangia, beve, giace, lavora, è immerso nel sonno, il profumo della preghiera esala spontaneamente dal suo cuore… Ormai anche quando egli prende il riposo visibile, la preghiera è in lui assicurata segretamente, poiché “il silenzio dell’impassibile è una preghiera”, come ha detto un uomo rivestito del Cristo. I pensieri sono moti divini, i movimenti dell’intelletto sono voci mute che cantano nel segreto questa salmodia dell’invisibile. Sant’Isacco di Ninive – Filocalia
  • 5 Cfr. Dott. Luigi Gaspari – Testo: Padre Pio Profeta dell’Era dell’Amore “La Verità parlò molto poco per dire tutto col suo infinito Amore. La menzogna degli uomini deve dire fiumi di tantissime parole per suggestionare gli uomini e indurli a credere che quell’uomo è riuscito a dire la Verità! Tutto sa dire intorno alla Verità il cuore che ama! Tutta la Verità è allo scoperto nell’attimo di silenzio della mente in ascolto della voce di Verità del Cuore! Giovanni, il Prediletto, posò la sua testa sul Cuore dell’Amico e Padre suo vero, Gesù. Nei palpiti d’Amore di quel Cuore di Dio silenzioso, Giovanni, il fedelissimo, si fece il Figlio, Regale Erede di tutta la Verità dell’Amore. © CDOLG Via San Felice, 91 40100 Bologna
  • 6 Cfr. J. Evola – Rivolta contro il mondo moderno – “Edizioni Mediterranee “Si deve essere scesi bene io basso, per esser giunti a termine l’apoteosi della sapienza cadaverica: giacché non altrimenti va chiamata la sapienza, che nell’uomo moderno, il quale è l’uomo ultimo, non vede il vecchio uomo, il decrepito, il disfatto, l’uomo crepuscolare, ma vi glorifica invece il superatore, il giustificatore, il veran1ente vivente. In ogni caso, si deve esser giunti ad un singolare accecamento, se i moderni hanno pensato sul serio di poter misurare tutto con le loro misure e di poter considerare la loro come una civiltà privilegiata, cui era quasi preordinata la storia del mondo e oltre la quale non si potrebbe trovare che oscurità, barbarie e superstizione.
    Va riconosciuto che, dinanzi ai primi squassi coi quali l’interno disfaci­mento dell’Occidente si è palesato anche materialmente, l’idea della pluralità delle civiltà, e quindi della relatività di quella moderna, per più d’uno non si presenta più, come ieri, coi caratteri di una eretica stravaganza. Ciò, però, non basta: bisogna saper riconoscere che la civiltà moderna non solo potrà anche scomparire come tante altre senza lasciar traccia, ma che essa appartiene al tipo di quelle, la cui scomparsa, al pari della cui vita effimera, rispetto alt’ ordine delle «cose-che-sono» e di ogni civiltà aderente alle «cose-che-sono», da un valore di mera contingenza. Di là da un «relativismo di civiltà», si tratta dunque di riconoscere un «dualismo di civiltà». Le presenti considerazioni volgeranno costantemente intorno ad una opposizione fra mondo moderno e mondo tradizionale, fra uomo moderno e uomo tradizionale, la quale, oltre e più che storica, è ideale, morfologica e perfino metafisica”.
  • 7 “Poi disse loro anche una parabola: «Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro». Vangelo di Luca 6:39,40
  • 8 Cfr. Nikolaj A. Berdjaev. “Dignità del Cristianesimo ed indegnità dei cristiani” – “I cristiani scandalizzano coloro che vogliono tornare alla fede cristiana. Al nostro tempo tale argomentazione contro il cristianesimo è particolarmente abusata. Nel nostro secolo di scarsa fede, di diffuso scetticismo, il cristianesimo viene giudicato guardando ai cristiani. Nei secoli precedenti, secoli della fede, il cristianesimo veniva giudicato per la sua verità eterna, la sua dottrina, i suoi precetti. Ma il nostro secolo è troppo assorbito dall’uomo e dall’umano. I cattivi cristiani hanno offuscato il cristianesimo. Le cattive opere dei cristiani, la loro distorsione del cristianesimo, le loro violenze sono più interessanti del cristianesimo stesso, sono più eclatanti della sua grande verità. Così il cristianesimo viene giudicato da molti nostri contemporanei guardando ai cristiani, cristiani falsi, esteriori, degenerati. Il cristianesimo è la religione dell’amore, ma viene giudicato per la malvagità e l’odio dei cristiani. Il cristianesimo è la religione della libertà, ma viene giudicato per le violenze commesse dai cristiani nella storia. I cristiani compromettono il cristianesimo, sono un’insidia per le anime deboli”.
  • 9 “Quindi noi eravamo sotto la maledizione della Legge. *Cristo ce ne ha liberati quando sulla croce ha preso su di sé questa maledizione. Infatti la Bibbia dice: Chiunque è appeso a un legno è maledetto”. San Paolo Lettera ai Galati 13,13.
  • 10 Cfr. Nikolaj A. Berdjaev. “Dignità del Cristianesimo ed indegnità dei cristiani” – “Si dice spesso che il cristianesimo ha fallito, che non si è realizzato storicamente, e se ne trae un argomento contro di esso. Non soltanto i cristiani, ma la storia stessa del cristianesimo e della Chiesa screditano il cristianesimo. Bisogna riconoscere che la lettura di opere riguardanti la storia della Chiesa può essere fuorviante per coloro la cui fede è incerta: questi libri parlano della lotta nel mondo cristiano di passioni e interessi umani, della depravazione e della distorsione della verità nella coscienza dell’umanità peccatrice, spesso ci mostrano una storia della Chiesa sorprendentemente analoga a quella dei governi, delle relazioni diplomatiche, delle guerre eccetera. La storia esteriore della Chiesa è ben visibile e manifesta, può essere presentata in modo accessibile a tutti. Al contrario, la sua vita spirituale e interiore, la conversione degli uomini a Dio, il raggiungimento della santità sono meno eclatanti; è più difficile parlarne perché resta oscurata dalla storia esteriore, ne viene eclissata. Per gli uomini è più semplice individuare il male che il bene, sono più sensibili all’aspetto esteriore della vita che alla vita interiore. Apprendiamo facilmente tutto ciò che riguarda la sfera esteriore delle persone, le loro occupazioni commerciali o politiche, la loro vita familiare o sociale. Ma noi riflettiamo mai sulla maniera in cui gli uomini pregano Dio, su come orientano la propria vita interiore verso il mondo divino e lottano spiritualmente contro la loro stessa natura di peccatori? Spesso non ne sappiamo nulla e non sospettiamo neppure l’esistenza di una vita spirituale nelle persone che incontriamo, tutt’al più conosciamo quella dei nostri cari, verso i quali abbiamo un’attenzione particolare. Nella vita esteriore, manifesta, rintracciamo facilmente l’azione di passioni malvage, ma quali sono, dietro a esse, le lotte dello spirito, gli slanci verso Dio, gli sforzi dolorosi per vivere la verità del Cristo, non lo sappiamo, o non vogliamo saperlo. Ci è stato detto di non giudicare il prossimo, ma noi lo giudichiamo costantemente dalle sue azioni esteriori, dall’espressione del volto, senza approfondirne la vita interiore”.
  • 11 Cfr. Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Schiavitù e libertà dell’uomo” Jaca Book – “Questa libertà non è la libertà del volere come libertà di indifferenza, non è libertà del volere in senso scolastico, è più profonda ed è legata all’esistenza integrale dell’uomo, è libertà dello spirito, energia spirituale creativa.”
  • 12 Cfr. Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Filosofia dello spirito libero” San Paolo “L’atto di amore libero, che nasce da una sorgente di profondità insondabili, si compie nel Figlio, in Cristo Uomo Assoluto …ogni isolamento individualistico è impossibile …Nella Grazia che procede dal Figlio, agisce non soltanto l’Energia Divina, ma anche l’energia umana, l’energia eterna dell’Uomo Assoluto e dell’umanità celeste. La Grazia agisce come una terza libertà superiore, celeste, propria dell’umanità spirituale. Il mistero cristiano della Grazia e della sua interiore identificazione con la libertà altro non è anche il mistero dello stato Teandrico…I rapporti tra Dio e l’uomo possono essere risolti solo nella Terza Persona, nello Spirito che è Amore realizzato Il Regno dell’Amore e della Trinità…Il Crocifisso si rivolge alla libertà dello spirito umano. Non vi è imposizione alcuna. È necessario un libero eroismo dello spirito per riconoscere in Lui il proprio Dio… Gli occhi dell’uomo naturale, oppressi da forze del mondo esteriore, vedono nel crocifisso soltanto un uomo torturato ed umiliato, soltanto la disfatta e la rovina della Verità nel mondo. La Verità appare inerme ed impotente…Se il Figlio di Dio, il Messia, fosse giunto in potenza e gloria, come Re del mondo e vincitore, ciò avrebbe segnato la fine della libertà dello spirito umano e il regno di Dio si sarebbe realizzato per mezzo della necessità, della violenza e della costrizione. Il socialismo ateo, che tende a soppiantare il Cristianesimo, intende realizzare il regno della giustizia sulla terra, realizzare quaggiù il Regno di Dio, senza credere in Dio, senza la Croce e la Crocifissione…”
  • 13 Cfr. Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Filosofia dello spirito libero” San Paolo – “Dio accoglie solo quelli che sono liberi. L’uomo attende da Dio la libertà, attende che la Verità Divina lo liberi. Ma anche Dio attende dall’uomo la libertà, attende la sua libera risposta. Libertà autentica è quella che Dio esige da me, non quello che io esigo da Dio. Su questo profondo rapporto si basa la libertà dell’uomo”
  • 14 https://www.treccani.it/enciclopedia/georges-bernanos/