Governo Italiano: “Vogliamo portare il deficit al 2,4% per realizzare il nostro programma”

Moscovici: “siete matti! i patti vanno rispettati. Il deficit non deve superare lo 0,8%”

G.I. “Non se ne parla proprio, facciamo al 2,2%”

M. “Ma nemmeno per sogno! Vi concedo l’1,8”

G.I. “Sotto il 2,1% non ci vado, prendere o lasciare”

M. “1,9%, e mi sto rovinando”

G.I. “Allora facciamo 2,04% e chiudiamo qui”

M. “Veduto tappeto”

Quello che sta avvenendo con la manovra finanziaria, tra Governo italiano e istituzioni europee è degno di un suq mediorientale.

Praticamente un indecoroso mercanteggiare in cui il governo italiano cala le braghe e l’Europa pure. Del resto l’Europa unita è l’evoluzione del vecchio Mercato Comune Europeo, l’origine mercantile è evidente e l’attitudine da mercanti levantini dei burocrati di bruxelles è dura a morire. Se le regole sono regole e la violazione delle stesse comporta una sanzione – per esempio, se uno passa col rosso e il vigile urbano gli fa la multa, non sta mica a trattare con l’automobilista indisciplinato sull’entità della stessa, applica quella prevista dalle norme stradali – come si spiega questo “tira e molla”? Se le regole e gli accordi europei hanno imposto all’Italia un deficit al massimo dell’ 1,8% pena sanzioni pecuniarie, come è possibile che si tratti sull’entità del deficit stesso? Le risposte possibili sono due:

  1. l’Europa teme che le sanzioni all’Italia inneschino una reazione a catena capace di mettere in pericolo l’intera economia europea
  2. Le regole europee sono una cagata pazzesca. Notoriamente la quota 3% di deficit non ha nulla di scientifico, nulla di concreto. E’ un numero buttato lì a casaccio!

A conferma di quanto detto, vediamo che il presidente francese Macron ha fatto promesse ai “gilet gialli” per porre fine alle proteste che hanno bloccato la Francia negli ultimi giorni, che comportano uno sforamento del deficit francese del 3,5%. E’ vero che la situazione economica tra Francia e Italia è diversa. Sono sicuro che molti europeisti, sia di vecchia data che di recente “conversione” riusciranno con mirabolanti “supercazzole” a dimostrare come il deficit francese sia cosa buona e giusta mentre quello italiano no. Lo stesso Moscovici, così “duro” nei confronti dell’Italia, sembra particolarmente morbido nei confronti del suo paese. Ma come giustamente ha detto il prof Sapelli intervenendo nella trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” Moscovici, prima che Commissario europeo, è un cittadino francese e come tale fa prima di ogni altra cosa gli interessi della Francia, a differenza degli italiani che dell’Italia se ne fregano!

Le motivazioni con cui si tenta di giustificare lo sforamento francese vertono sulle capacità dell’economia francese di rientrare nei parametri in un paio di anni, applicando tasse e riducendo sprechi. Pensateci bene: permettere alla Francia, qualunque sia la motivazione, di sforare ben oltre la fatidica soglia del 3% è un po’ come permettere a uno che guida una macchina di grossa cilindrata di viaggiare su strade urbane ben oltre i 50 km/h previsti dal codice stradale, perchè siccome l’auto ha una stabilità ottima e ottimi freni, sicuramente riuscirà a frenare in tempo se un pedone improvvisamente attraversa la strada!

Tutto considerato si poteva partire pure dalle richieste per un deficit al 3%, così a furia di mercanteggiare forse si sarebbe ottenuto l’agognato 2,4%.

La querelle tra governo italiano e istituzioni europee ha del grottesco: la coalizione al governo in Italia cerca di rispettare parte degli impegni elettorali presentati ai cittadini (che hanno votato anche in base ai programmi loro sottoposti), essendo una coalizione i due partiti già hanno rinunciato a parte del proprio programma per accettare parte del programma dell’alleato, ma vengono minacciati e costretti a fare marcia indietro, col pretesto del deficit. In francia prima Hollande, ora Macron sforano per fare cose non contenute nei propri programmi elettorali, i vari governi italiani a guida PD hanno fatto la stessa cosa, prima prendono impegni a mantenere il deficit sotto una certa soglia e poi disattendono gli accordi perchè…i migranti, e gli 80 euro di Renzi! In pratica, chi fa promesse elettorali e chiede più flessibilità nel deficit per rispettarle con l’intento di aumentare il pil e quindi ottenere una riduzione del debito, viene sanzionato. Chi prende determinati impegni e poi non li rispetta, per fare cose non presenti in nessun programma elettorale, ottiene il totale silenzio da parte di Bruxelles.

Mi sorge il sospetto che non sia lo sforamento del deficit il problema, ma il rispetto degli impegni elettorali: se uno promette, vince le elezioni e poi addirittura mantiene le promesse, l’europa dei burocrati, dei ragionier Filini che agiscono esclusivamente col pallottoliere e se ne fregano della Politica, quella con la P maiuscola, perde potere e forza ricattatoria nei confronti dei paesi membri. Evidentemente l’idea di politica “buona” secondo Bruxelles, è che alle elezioni si scontrino una falsa destra e una falsa sinistra, indistinguibili e praticamente uguali come gocce d’acqua, cosicché chi vince non stravolge il programmino che Bruxelles si è preparato. Se si permette a qualcuno di rispettare i propri programmi elettorali, soprattutto agli odiati “populisti” per i mercanti del suq levantino è finita!