Lo scorso anno 91 ragazzi cittadini inglesi di origine somala, ingannati dalle rispettive famiglie, sono stati mandati in vacanza in Somalia con la scusa di far visita ai parenti rimasti lì. In realtà una volta arrivati nel paese di origine dei loro genitori, sono stati praticamente sequestrati e costretti a frequentare una scuola, in realtà un centro di rieducazione, allo scopo di far abbandonare loro le abitudini troppo occidentali dei ragazzi (abbigliamento casual, telefonini,internet) per tornare ad abbracciare la loro “cultura” di origine. Le ragazze poi hanno subito un trattamento anche peggiore, costrette in molti casi a sposare adulti imposti dalle famiglie, pur avendo loro stesse meno di 16 anni. Si parla anche di alcuni casi di violenza e stupro. Secondo un’indagine del ministero degli interni inglese, i matrimoni combinati tra ragazze inglesi minorenni di origine somala con adulti somali è aumentato del 100% , perchè l’unico modo per queste ragazze di evitare i centri di rieducazione.
In Somalia il principio denominato dhaqan celis, cioè quello secondo cui la comunità si sente in dovere di rimettere in carreggiata i giovani che si sono “persi” è sempre molto forte, e permette di intervenire anche con la forza, in particolar modo verso le ragazze, costrette fin da piccole ad usanze culturali in grado di ledere la loro dignità di donne come nel caso delle mutilazioni genitali, pratica ancora molto frequente nel Paese africano.
Abdillahi Abokor, un cittadino inglese di origine somale, intervistato dalla stampa inglese, ha ammesso che questi casi sono reali e sono una maniera con cui i genitori cercano di salvare i loro figli dalla sregolatezza della vita occidentale, vita che, secondo il portavoce della comunità somala, conduce a entrare in una gang o a vivere ai margini della società.
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