Nel totale immobilismo del Governo, dove non si muove realmente foglia fino alla fine delle elezioni europee, qualcuno inizia a gettare polpette avvelenate. A gran voce Jean-Claude Juncker afferma che si assicurerà che i candidati euroscettici non ottengano i migliori posti a Bruxelles. Quindi il messaggio di Bruxelles è: “non importa che vince alle urne, nessun populista e sovranista fermerà il processo di avanzata della UE”. E può urlarlo perché i governi propongono i commissari, ma è facoltà del presidente della Commissione accettarli. Sempre Juncker fa notare che i tedeschi si lamentano degli italiani, ma la Germania ha violato il patto di stabilità 18 volte (e continua a farlo) e non controlla il suo surplus.
Bruxelles non teme nessuna avanzata delle destre, pensa che i movimenti nazionali non sono capaci di lottare uniti a livello europeo. Temo che su questo punto Juncker abbia ragione, bisogna poi aggiungere che a Bruxelles è impossibile contrastare l’influenza delle lobby finanziarie che fanno forti pressioni sulle decisioni politiche della UE. Del resto nessuno riesce a contrastare i gruppi di interesse che bloccano da anni molte riforme. Quindi c’è una doppia ostruzione: da una parte ci sono lobbisti che rappresentano banche/fondi d’investimento/assicurazioni e dall’altra parte chi vuole più Europa. E’ evidente che nessun populista sovranista – in tale ginepraio – può realmente portare avanti interessi di stampo nazionale.

Come se poi non bastasse ci sono grosse aziende di consulenza che prima aiutano le multinazionali a eludere le tasse in Europa e poi orientano la politica fiscale della UE (e si fanno pure pagare) fornendo consulenza per contrastare l’elusione stessa.

da https://valori.it/elezioni-europee-il-prossimo-parlamento-ue-fermi-le-lobby-finanziarie/ si apprende che Change Finance Coalition ha diffuso il seguente appello ai candidati:
- Ridurre le interazioni tra lobbisti e decisori.
- Rendere pubblici i dettagli sugli incontri con gli esponenti delle lobby.
- Garantire un certo pluralismo. Vale a dire coinvolgere nel dibattito voci di dissenso rispetto alle richieste dei gruppi di pressione.
- Non aderire a club o associazioni legati agli interessi del settore finanziario.
- Impegnarsi per un giro di vite sui conflitti di interesse e sul fenomeno delle cosiddette porte girevoli (la pratica dell’ingresso in politica di manager e banchieri o dell’approdo degli ex politici nel mondo della finanza).
Sono andata a vedere chi ha aderito (4 maggio 2019) a tale appello https://www.changefinance.org/who-has-signed/ Incredibile il numero di italiani che hanno aderito:

Alessia C. F. Liberticida e OraZero.