C’è in scaletta un articolo di Salvatore Randazzo, in grado di suscitare, io penso, grosse polemiche. Ma la questione riguardante le recenti elezioni è ancora calda e ho preferito pubblicare prima questo post che avrei voluto scrivere subito dopo i risultati elettorali ma che, per questioni personali, non ho potuto fare.

Mi scuso con Salvatore, al quale chiedo un pochino di pazienza, il suo articolo sarà pubblicato a breve. G.K.

Facciamo un gioco!

Immaginiamo una città, di grandezza media, immaginiamo che si chiami Taranto, la città dei due mari (oggi la fantasia mi funziona a mille, come può esistere una città bagnata da due mari proprio non saprei).
Immaginiamo che questa fantomatica città abbia prosperato grazie all’esistenza di un grosso polo industriale, che chiameremo ILVA (non so perché ma mi piaceva il suono) per decenni. Un imponente e mastodontico impianto industriale che nel corso degli anni ha portato tanti problemi alla città ma anche benessere, vivacità economica, crescita. Immaginiamo che questa enorme fabbrica che dà lavoro a decine e decine di migliaia di abitanti di questa città, ad un certo punto cominci a ridimensionarsi, per una serie di ragioni che non staremo qui a elencare, con tutti i problemi che questo comporta intermini di disoccupazione, impatto economico e sociale sulla città intera e il territorio circostante. Ormai sull’orlo della chiusura, la grossa industria ha trascinato con sé la città, rendendola quasi una città fantasma. Il traffico, una volta anche troppo caotico, ora è quasi inesistente. I negozi, quelli ancora aperti, vedono pochi clienti. Il mercato immobiliare è defunto. La manutenzione delle strade ormai è inesistente. I servizi ridotti al lumicino. Gente per strada (italiani, che di extracomunitari qui non se ne vedono) che con le scuse più assurde mendica degli spiccioli. Chi può scappa altrove, chi non può è preda della disperazione. Facciamo finta che, da quando è cominciata la decadenza, gli elettori di questa disgraziata città abbiano votato tutti, ma proprio tutti nella speranza vana di vedere le cose cambiare in meglio: dal PCI alla DCc, dal pentapartito al centrodestra di Berlusconi, dal centrosinistra ulivista a SEL, persino una lista civica di estrema destra, guidata da un avventuriero locale, che chiameremo Giancarlo Cito (un nome come un altro) ha goduto per alcuni anni i favori degli elettori.
Alla luce di quanto abbiamo ipotizzato fino ad ora, a questa tornata elettorale, come pensate abbiano votato i tarantesi o tarantini? Pensate che siano tornati a votare chi non ha saputo/voluto dare delle risposte o chi non è mai stato coinvolto prima col potere e si presenta come una forza politica completamente nuova? E chi ha votato in una certa maniera, è giusto che venga apostrofato come un idiota, un ignorante, un demente?

Italiano.

Si’ tu, Italiano, progressista e di sinistra 

tu che ti riempivi la bocca con parole tipo “popolo” “proletariato” “operai”

tu che hai preferito le banche e i salotti buoni

Parlo con te. Vallo a dire in faccia ai tarantesi o tarantini che hanno votato in una certa maniera perchè sono degli stupidi, ignoranti, mentecatti.

Se ne hai il coraggio! Magari ti faranno cambiare idea!

P.S. naturalmente tutto quanto scritto in questo post è frutto della mia fantasia. Nulla di quanto scritto corrisponde a realtà. Parola di boy scout 🙂