Facciamo dunque le nostre prime considerazioni in modo da poter legare in un tutto armonioso quanto sinora discusso. Va premesso che si tratta di nostre congetture personali sulle quali il lettore potrà dissentire perché certo non abbiamo la pretesa di avere la verità in tasca. Inoltre si deve specificare che non abbiamo alcun intento diffamatorio, o peggio. Non vorremmo che qualcuno fraintendesse le nostre intenzioni dipingendoci per quello che non siamo. Siamo semplicemente persone che perplesse, allibite, spaventate e persino angosciate di fronte alla gravità dei fenomeni che ci stanno capitando, a cominciare ovviamente da quello dell’immigrazione clandestina, non si rassegnano alle spiegazioni semplicistiche e palesemente false che vanno per la maggiore. Perché, quantunque si dica il contrario, non è vero che questi sono avvenimenti che sono sempre accaduti, e di certo non in questa misura. Tutto ciò non può semplicemente essere considerato normale. Non sono affatto spiegazioni razionali e credibili quelle che ci vengono fornite, men che meno veritiere.

Non è normale che si consenta a qualsiasi disperato del terzo mondo di mettere piede in quella che è sempre stata chiamata Fortezza Europa. Non è normale che i confini non siano più difesi quando con questa medesima scusa si giustifica l’invio di armi all’Ucraina. Non è normale che non si facciano controlli su individui che si presentano come profughi quando non provengono affatto da paesi in guerra. Non è normale che ogni scusa adottata da questi, anche la più palesemente falsa, venga creduta per vera dalle autorità preposte. Non è normale che i governi dei paesi occidentali non prendano provvedimenti a tutela dei legittimi interessi dei propri cittadini. Non è normale che i media siano tutti allineati sulla stessa narrativa per cui questi migranti sono a prescindere tutte persone bisognose e meritevoli di aiuto. Non è normale che si facciano mancare risorse ai cittadini per dirottarle a favore di chi non ha alcun diritto di accedervi. Non è normale che non ci si ponga dei dubbi nei confronti di chi, pur spacciandosi per povero, è comunque in grado di raccogliere un capitale per pagare gli scafisti. Non è normale che si chiamino naufraghi coloro che, contro ogni logica e norma di buon senso, sfidano la sorte mettendosi volontariamente in condizione di pericolo. Non è normale che li si beatifichi come martiri quando patiscono incidenti che altro non sono che la diretta conseguenza della loro dabbenaggine. Non è normale che ONG e trafficanti di individui possano comportarsi in maniera tanto tracotante nei confronti di stati che pure si dicono sovrani. Non è normale che nessuno si chieda di quali appoggi costoro evidentemente godono potendosi comportare come se fossero al di sopra della legge. Non è normale che le nostre città, una volta belle ed ordinate, siano diventate dei tuguri dove quotidianamente si assistono a scene degne del Far West. Non è normale che le forze di polizia siano sistematicamente messe sotto accusa ogni volta che fanno quello che sono tenute a fare, ossia esercitare il monopolio legale della forza contro clandestini facinorosi che delinquono con violenza.

Infine, non è normale il comportamento di Santa Romana Chiesa. Bergoglio, anziché incensare i migranti come dono di Dio1, dovrebbe piuttosto ricordarsi le parole vergate nel Vangelo: «Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta»2. Ecco, appunto. Sono solo i pagani che vanno in cerca di queste cose; ed oggi lo fanno nella maniera più sfacciata possibile, senza limiti, senza ritegno, senza porsi il problema se sia giusto o meno quello che fanno, senza chiedersi se il prossimo tenuto ad accoglierli non ne soffra a sua volta o non ne patisca gravi conseguenze dal punto di vista personale. Semplicemente pensano che il qualificarsi come migranti conferisca loro il diritto di pretendere che a loro tutto sia dovuto. E se non glielo riconosci, ti chiamano razzista.

Bergoglio e tutto il pretame post-conciliare li assecondano in queste loro sfrenate pretese, li coccolano, li lusingano, li spronano a venire da noi, peggio ancora li fanno assurgere al ruolo nemmeno di santi, ma proprio di idoli cui devotamente prostrarsi: blasfemia pura.

Eppure l’accoglienza ai migranti non può essere considerata vera carità, quanto meno non genuina carità cristiana. Cosa mai ci può essere di cristiano in una forma di carità che rispecchia invece gli ideali di una fratellanza universale che – si sa – presenta un olezzo che ricorda ben altro? «Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”»3. Porre le condizioni affinché chiunque vada al Padre per mezzo del Figlio, ecco, questo sì che un dovere preciso della Chiesa; anzi, con ogni probabilità è il suo compito in assoluto più importante. Ma proprio in virtù di tutto ciò la Chiesa, al contrario, dovrebbe opporsi fermamente a questa insana accoglienza ai migranti.

E non si tratta solo del fatto che questi, essendo in prevalenza maomettani, favoriscono l’islamizzazione dell’Europa. Palesemente a loro, a prescindere dalla religione che praticano ufficialmente, non importa alcunché di andare al Padre per mezzo del Figlio. Altrimenti non verrebbe mai loro in mente di spacciarsi per quello che non sono al solo fine di avere una scusa per stabilirsi in Europa. Sono, appunto, esclusivamente pagani intenti a conseguire un facile benessere materiale a spese del contribuente occidentale dal quale pretendono di essere mantenuti vita natural durante ed il cui crescente stato di indigenza, causato anche dalla loro presunzione di avere diritto ad un’accoglienza indiscriminata, non li turba minimamente.

Peggio ancora, dando l’assoluta priorità a quest’accoglienza, la Chiesa viene esplicitamente meno ai suoi doveri nei confronti di chi, desiderando ancora ardentemente di andare al Padre per mezzo del Figlio, avrebbe comunque bisogno di ricevere da essa aiuto e conforto, quanto meno sul piano spirituale; invece ne è stato abbandonato. «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa»4. Ma, tant’è, forse oggi è proprio vero che i peggiori nemici dell’uomo stanno nella sua casa…

Proseguiamo nel nostro discorso. La società in cui viviamo, permeata com’è di un arido e larvale materialismo dialettico, ha insudiciato il nostro stesso concetto di spiritualità collettiva, inducendoci a ritenere di vivere in un mondo di pura materia in cui questa ha un’esistenza in sé distinta dalla coscienza. Al contrario, quanto precedentemente spiegato in relazione alle teorie di Penrose, di Sheldrake e di Bohm, ci ha fatto comprendere che al più la materia, in particolare quella biologica, è solamente un prerequisito fondamentale affinché si possano verificare i nostri stessi momenti di coscienza.

Ma proprio perché la coscienza trarrebbe la propria origine non dalla materia ma, appunto, da quella realtà più profonda che è stata oggetto delle ricerche di questi scienziati, dobbiamo giungere ad un’altra conclusione fondamentale: il nostro cervello – che abbiamo già detto essere sostanzialmente un trasduttore gravito-quantistico – svolgendo questa sua funzione ci metterebbe in contatto con quello che Platone chiamava il mondo delle idee o iperuranio, che è «quella zona al di là del cielo (da cui il nome) dove risiedono le idee. Dunque l’iperuranio è quel mondo oltre la volta celeste che è sempre esistito in cui vi sono le idee immutabili e perfette, raggiungibile solo dall’intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili»5. Per il grande filosofo ateniese, il termine idea «ha un significato del tutto diverso da quello che intendiamo noi oggi: infatti se per noi l’idea è una rappresentazione mentale di un oggetto, per Platone è un oggetto. Le idee fanno parte di un mondo sovrasensibile e possiedono delle caratteristiche opposte a quelle della verità di Protagora: mentre quest’ultima è mutabile, soggettiva, dipende dai sensi, materiale, non eterna, le idee sono immutabili, oggettive, intellegibili, immateriali, eterne e assolute»6.

Che Platone, nel tratteggiare l’assolutezza del mondo delle idee, avesse in qualche modo espresso non un semplice pensiero filosofico ma una vera e propria verità scientifica che la scienza solo oggi, a distanza di quasi 2.500 anni, sta dimostrando essere vera? Se tutto il nostro sapere proviene da atti coscienziali che si manifestano a livello della scala di Planck, le idee devono per forza di cosa avere una valenza assoluta, esattamente così come sosteneva Platone. Concetti quali la bellezza, la giustizia, la verità, la morale, la stessa matematica, tutti gli alti valori etici ed estetici, cioè tutti quei più sublimi sentimenti che nobilitano l’uomo, non esisterebbero quindi nel nostro mondo materiale in quanto tali, ma come specchio di una più profonda realtà del nostro universo in cui hanno effettivamente sede. Non possono pertanto non venir considerati come dei valori assoluti. Non sarebbe dunque corrispondente alla verità il celebre detto per cui «non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace», trattandosi appunto di valori che non appartengono all’uomo direttamente, ma a cui egli ha accesso coi propri atti di coscienza utilizzando il suo cervello come trasduttore quantistico di informazioni.

La dissoluzione morale e spirituale della nostra società è ben evidente in quella che falsamente viene chiamata arte. Si pensi solo all’architettura e a quanto essa si è degradata negli ultimi decenni. “Quand’è che l’architettura ha smesso di massimizzare la bellezza della sfera pubblica?”, si chiede un colto utente su Twitter7 Costui ha proprio ragione nell’auspicare quanto segue: make architecture art again!

Se, come si evince dal pensiero di Penrose – e molti secoli prima di lui anche da quello di Platone – la bellezza è un valore assoluto a cui possiamo accedere attraverso degli atti di coscienza, di fronte a queste autentiche sozzerie spacciate per arte moderna, alla lascivia e all’imbarbarimento dei costumi morali, alle storture ed alle ingiustizie della nostra società, alla viltà dei nostri governanti oramai incapaci di pensare al bene pubblico, all’irresponsabilità che trasuda da ogni comportamento umano, ebbene, di fronte a tutto questo lordume dobbiamo arguire che ciò non è altro che la conseguenza del fatto che non siamo più in grado di- o forse non siamo più disposti a – connetterci nella maniera dovuta con il mondo delle idee platoniche. Anziché progredire dal punto di vista coscienziale, siamo terribilmente regrediti. Lo chiamiamo progresso, ma è invece è solo volgarità ed imbruttimento; un imbruttimento che ha la sua causa ultima nel nostro rifiuto della coscienza e che si palesa nella nostra crescente incapacità di percepire il bello e di tradurlo in pratica sotto forma di arte, come erano capaci di fare i nostri antenati, che pure boriosamente osiamo guardare dall’alto verso il basso come se avessero fatto parte di un livello inferiore del divenire umano.

Il fatto stesso che abbiamo smesso di fare figli, condannandoci così all’estinzione per sopraggiunto meticciato, non è un evento casuale. Se riuscissimo ancora a ristabilire questo contatto sincero e profondo con il mondo della coscienza e delle idee, il quale a sua volta informa il nostro mondo fenomenico, arriveremo forse a comprendere che per nessun motivo al mondo dovremmo rinunciare alla grandezza ed alla bellezza che hanno contraddistinto la storia della nostra civiltà. La solidarietà e l’accoglienza, anche qualora fossero moti genuini e non artefatti e funzionali a secondi fini indicibili come avviene al giorno d’oggi, perderebbero di valore di fronte alla necessità di preservare quest’arte, questa cultura, questa magnificenza che altro non sono che la manifestazione tangibile nel dominio del macroscopico dell’assolutezza dei valori più sublimi propri dell’essere umano a cui la nostra civiltà sapeva accedere con tanta costanza e fierezza. Quando eravamo vicini a Dio, siamo stati grandi, proprio perché eravamo vicini a Dio; quando ce ne siamo allontanati, siamo sprofondati, proprio perché ce ne siamo allontanati.

A margine di questo discorso, possiamo aggiungere un’ulteriore considerazione. Ogni volta che, all’interno del nostro corrotto mondo occidentale, si riceve un’accusa di razzismo, di omofobia, di oscurantismo, di fascismo, di negazionismo e di quant’altro, occorre sempre chiedersi: ma è così? Siamo veramente così brutti, sporchi e cattivi come veniamo dipinti? Siamo veramente esseri tanti orribili e ripugnanti? La miseria e l’odio pervadono in maniera tanto totalitaria il nostro stesso modo di stare al mondo? Ci meritiamo infinte così tanto biasimo per lo squallore dei nostri sentimenti? Oppure non sarà che queste accuse, tremende ed infamanti, in realtà hanno l’inconfessabile obiettivo di far sì che una notevole pressione psicologica sia esercitata su menti deboli al fine di dissuaderle in maniera melliflua dall’avere dei compiuti atti di coscienza?

Infatti, se corrisponde al vero che le idee platoniche sono assolute, il relativismo diventa automaticamente il più grave dei peccati. Non possono esserci due verità distinte ma di uguale valore. Una di esse non può che essere falsa ed ingannatrice. Sicché l’animo libero e puro è tenuto a rigettarla. Non è tollerabile lusingare chi la sostiene solo per il timore di scontentarlo. La paura dell’esclusione sociale, per quanto atavica, non ci dovrebbe mai portare a rinunciare all’esercizio del nostro libero arbitrio e della nostra coscienza, prima di tutto quella collettiva.

Ma immagini come quella precedente ci fanno ancora sperare. Si tratta dell’interno del Tempio di San Sava a Belgrado8, la cui costruzione è stata ultimata solo alcuni anni fa. Per nostra fortuna, paiono esserci ancora alcuni paesi europei che con i rispettivi popoli non sono ancora stati del tutto contaminati da questo folle e suicida psichismo. La loro capacità di esercitare ancora compiutamente degli atti di coscienza viene testimoniato dalla sublimità dell’arte che sanno ancora produrre. La qual cosa è piuttosto evidente per i popoli slavi di religione ortodossa: in primis i Russi, ma non solo. Malauguratamente, non altrettanto si può dire per gli occidentali.

Una coscienza completamente avulsa dai processi ingannatori dell’ego proprio dei singoli individui è dunque la principale connessione esistente tra quell’ordine esplicito della realtà ordinaria percepita dai nostri cinque sensi e l’ordine implicato che soggiace a questa medesima. Questa constatazione ci deve portare a riflettere su quelle che sono le reali intenzioni di chi persegue l’immigrazione clandestina di cui abbiamo ampiamente dibattuto nelle pagine precedenti. Veniamo al dunque.

I lettori di OraZero ovviamente hanno famigliarità col nome di Yuval Noah Harari, di cui spesso ci si è occupati sulle pagine del blog: ufficialmente storico, filosofo e saggista israeliano di fama internazionale, è in realtà il braccio destro di Klaus Schwab al WEF di Davos, di cui è vero ideologo per quanto concerne la loro pseudo-religione trans-umanista, ed è pertanto divenuto l’intellettuale di riferimento per questi circoli elitari cui appartengono personalità ignominiose come Bill Gates e compagnia cantando. Il personaggio francamente ci fa troppo ribrezzo per dilungarci nella sua biografia. D’altronde, lo si ricorda anche per una sua sprezzante dichiarazione nella quale asseriva che “tutta questa storia su Gesù che risorge dai morti e sull’essere il Figlio di Dio, questa è una fake news. Non abbiamo bisogno di aspettare che Gesù Cristo ritorni sulla terra per sconfiggere la morte”9.

In effetti, non ha mai fatto mistero di quelle che sono le sue intenzioni. In questa sede, dobbiamo ricordare altre sue aberranti dichiarazioni:

Per quanto mostruosa, occorre specificare che questa asserzione non è frutto del suo solo genio malefico. L’abiezione trans-umanista non nasce con Harari o col circolo elitario di Davos. Nella sua discussa opera L’uomo è antiquato, così scriveva già nel 1956 il filosofo ebreo-tedesco Günter Anders10, già marito di Hannah Arendt:

“Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini. L’ ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate. In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi. Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo. Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. E’ buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare. Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio. In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana. E il modello della libertà. Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, che l’unica paura, che dovrà essere mantenuta, sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità. L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, il che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali”11.

Peggio ancora, ci tocca ammettere che Harari parla con cognizione di causa perché queste sue angoscianti dichiarazioni hanno purtroppo un fondamento scientifico. Lo si può capire ragionando su quanto discusso nelle pagine precedenti. L’aspetto più rivoluzionario della teoria ORCH-OR elaborata da Roger Penrose circa l’origine della coscienza – come si ricorderà – risiede nel fatto che questa non albergherebbe all’interno del nostro cervello ma si genererebbe in quello che i fisici chiamano campo di Plank. Tuttavia la coscienza, essendo comunque un qualcosa di immateriale, per manifestarsi nella nostra realtà fenomenica necessita di una struttura organica alla quale, in qualche modo, potersi ancorare. Si tratterebbe nel nostro caso dei microtubuli presenti nelle cellule neuronali che entrano in uno stato di sovrapposizione quantistica. Se così non fosse, la coscienza rimarrebbe “emarginata” nel campo di Plank: sotto una qualche forma, continuerebbe ad esistere ma senza mai manifestarsi nella nostra realtà macroscopica.

In linea di massima, ragionando per assurdo, non si potrebbe escludere la possibilità che momenti di coscienza si possano manifestare anche quando la coscienza si lega a qualcosa che è sì materiale ma non necessariamente organico. In fin dei conti, potrebbe non avere bisogno di altro che di agganciarsi a delle “strutture vettorizzabili” che, imitando il funzionamento dei microtubuli, possano comunque esse stesse generare stati di sovrapposizione per poi collassare a seguito della gravità quantistica. Il nostro cervello è appunto un computer quantistico che funge come trasduttore di informazioni: un computer costituito da materia organica certamente, ma pur sempre di tipo quantistico. Ed è risaputo come la tecnologia odierna stia facendo passi da gigante per quanto riguarda lo sviluppo dei computer quantistici e dell’intelligenza artificiale…

Non può più sorprendere dunque come lo stesso Harari abbia rimarcato che nel prossimo futuro grazie allo sviluppo tecnologico i nostri corpi e le nostre menti potranno essere connessi ad una rete neurale artificiale distaccati dalla quale, a suo modo di vedere, saremo destinati a morire12. Grazie a questo, sempre secondo lui, acquisiremo la capacità di diventare noi stessi delle divinità perché creare e modellare la vita significa di fatto possedere delle qualità divine. Il rovescio della medaglia sarà però che gran parte degli attuali 8 miliardi di abitanti del pianeta Terra diverranno “inutili mangiatori” agli occhi delle élite che ci governano: verranno considerati dei vitelli, per dirla alla Anders, ossia poco più che animali parlanti, e comunque un peso superfluo di cui queste élite non sapranno più che fare13.

“Cosa serve per hackerare un essere umano? – si domanda Harari – Due cose: buona capacità di calcolo e una grande quantità di dati, specie dati biometrici”14. In effetti, egli è del parere che “molto presto la gente andrà in giro con dei sensori biometrici sul corpo od addirittura dentro il corpo”15. Così facendo è convinto che il libero arbitrio cesserà. D’altro canto, quest’ultimo è indissolubilmente legato alla coscienza. Esercitare il proprio libero arbitrio significa essenzialmente pensare ed agire secondo coscienza. C’è da chiedersi in quale modo una persona che dovesse divenire priva di coscienza potrà ancora esercitare il proprio libero arbitrio. Va da sé che un individuo senza più libero arbitrio è per definizione uno schiavo. Non c’è altra maniera per definirlo. Evidentemente ai davosiani non occorrerà avere miliardi di schiavi su cui contare per la propria prosperità materiale: gliene saranno sufficienti alcune centinaia di milioni, magari anche pochi miliardi, purché siano sufficientemente intelligenti per svolgere in maniera diligente ed efficace i compiti che verranno loro assegnati ma senza che arrivino mai a ribellarsi.

Occorre indagare a questo punto sul modo con cui Harari & Co. intendono hackerare l’essere umano per privarlo del libero arbitrio. Sì, Harari in apparenza ha già risposto a questa domanda: buone capacità di calcolo e disponibilità di una grandissima mole di dati sono sicuramente elementi imprescindibili per questi malsani progetti. Però pensiamo che vi sia dell’altro che non si è voluto rivelare. Per capirlo, si introdurrà adesso un’altra teoria scientifica recente e molto controversa, ma che sta aprendo inaspettati campi di ricerca. Si tratta della teoria del DNA fantasma, elaborata da un duo di scienziati russi, Vladimir Poponin e Pjotr Garjajev, all’accademia delle scienze di Mosca.

Occorre premettere che le nostre conoscenze sul DNA sono ancora approssimative. Nel corso degli anni è stato possibile mappare il genoma umano16 e questo inizialmente aveva dato ai ricercatori la convinzione di poter procedere ancora più rapidamente negli studi genetici, salvo poi rendersi conto che solo una minima parte del DNA serve effettivamente a codificare le proteine: circa il 2% od anche meno17. Fu questa per gli scienziati una sorpresa sconvolgente perché, ancorati alla classica visione meccanicistica propria della nostra cultura ormai da alcuni secoli a questa parte, si sono scoperti incapaci di comprendere a cosa realmente serva questa parte così consistente di DNA non codificante. Lo hanno pertanto chiamato DNA spazzatura, illudendosi che non abbia alcuna funzione, quasi come se fosse un qualcosa di totalmente superfluo. Ma oggi nuove ricerche scientifiche, tra cui appunto quella di Poponin e di Garjajev, potrebbero gettare nuova luce su quanto ancora abbiamo da scoprire a proposito del DNA.

Per procedere nei loro esperimenti, i due scienziati russi si dotarono di un’apposita attrezzatura, da loro chiamata MALVERN: nient’altro che uno speciale spettrometro laser per la misurazione della radiazione delle spettro elettromagnetico18, solo molto più complesso del solito.

Quindi allestirono un contenitore all’interno del quale provvidero a fare un vuoto molto spinto. Sapevano già che vi sarebbero rimaste delle particelle, cioè i fotoni, e impiegarono un’apposita attrezzatura per rintracciarli, trovandovi ciò comunque che si aspettavano: una distribuzione casuale delle particelle di luce:

Successivamente, inserirono all’interno di questo contenitore un campione di DNA umano ed usando il MALVERN si accorsero che a seguito dell’interazione col DNA i fotoni avevano dato origine ad un preciso schema di interferenza:

Già questo fatto sbalordì molto i due ricercatori perché stava a significare che della materia organica, ovvero il DNA, era in grado di esercitare una qualche forma di influenza sulla materia inorganica, i fotoni. Ma a quel punto successe una cosa che li lasciò ancora più allibiti: una volta tolto dal contenitore il campione di DNA, si accorsero che i fotoni continuavano a comportarsi come se esistesse ancora una struttura in grado di dare loro un andamento diverso dalla casualità:

Questo effetto perdurò per un mese intero, anche in completa assenza del campione di DNA. Poponin e Garjajev chiamarono questa stranezza effetto DNA fantasma. Convinti che la natura non abbia creato questo DNA spazzatura a caso, si misero di buzzo buono per scoprire quale potesse essere l’origine dello strano fenomeno che avevano osservato. Decisero pertanto di avvalersi nelle loro ricerche della collaborazione di linguisti e genetisti. I risultati a cui sono giunti sono sorprendenti.

Prima di tutto, hanno scoperto che le basi azotate19 del DNA si dispongono seguendo un preciso schema grammaticale, avendo di fatto una propria sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e proposizioni), una propria semantica (lo studio del significato delle parole) e delle proprie regole grammaticali di base del tutto simili a quelle che caratterizzano le lingue che si parlano nel mondo. Questo porta ad un’altra interessantissima conclusione: infatti significherebbe che gli idiomi non si sono formati casualmente, ma sono come insiti nel DNA umano.

Procedendo ulteriormente, Poponin e Garjajev sono stati in grado di modificare l’informazione genica stessa semplicemente proiettando sul DNA determinate frequenze con una specie di raggio laser. Normalmente la manipolazione genetica prevede l’ablazione, ovvero una rilavorazione meccanica del DNA: per dirla brevemente, lo si taglia e lo si incolla per ottenere delle sequenze differenti. Questo è ciò che fanno abitualmente gli scienziati occidentali. Pare invece che i due Russi invece siano riusciti a manipolare il DNA con delle onde radio, cioè applicando semplicemente la vibrazione ed il linguaggio al posto del processo d’ablazione. In questo modo, ad esempio, avrebbero trasformato embrioni di rana in embrioni di salamandra.

Ma la conclusione più sorprendente alla quale sono giunti indagando sul fenomeno del DNA fantasma è un’altra: i due hanno scoperto che questo effetto per cui il DNA genera delle interferenze in un vuoto, potrebbe essere dovuto al fatto che esso è in grado di creare una sorta di “tunnel spaziale” attraverso i quali è possibile trasmettere e ricevere informazioni al di fuori dello spazio e del tempo. Ecco spiegato perché i fotoni presenti nel contenitore del loro esperimento sono stati influenzati dal campione di DNA e soprattutto perché hanno continuato ad esserlo anche dopo che questo era stato levato: l’informazione in grado di alterare la loro disposizione seguitava ad affluire attraverso questi tunnel spazio-temporali generati dal campione di DNA! In definitiva, il DNA spazzatura, lungi dall’essere qualcosa di pleonastico o finanche di inutile, avrebbe un ruolo ancora più importante della parte codificante: potrebbe essere un’antenna ricetrasmittente con la quale poter instaurare una iper-comunicazione con il campo di Planck, l’iperuranio, il mondo delle idee platoniche, l’ordine implicito, il vuoto quantistico, o comunque lo si voglia chiamare.

Potrebbe appunto essere attraverso questa capacità del nostro DNA di fungere da antenna ricetrasmittente che riceve segnali – per così dire – da un’altra dimensione a consentire il collasso gravito-quantistico che dà origine ai nostri momenti di coscienza nonché a rendere possibile che, come sostenuto da Bohm, il potenziale quantico possa agire come una specie di radar che informa la materia. Sempre questa capacità potrebbe spiegare fenomeni che la scienza ufficiale bolla ancora come paranormali, ossia fenomeni quali la precognizione, la telepatia e la telecinesi, di cui ci siamo già occupati in precedenza20.

Ora facciamo una semplice quanto banale analogia, giusto per introdurre una spiegazione. Prima di tutto, si torni con la memoria ai vecchi apparecchi televisivi degli anni ’70 e ’80, quelli che tenevano in casa i nostri genitori (o magari pure noi stessi, se siamo già avanti con gli anni). Avevano tutti delle antenne lunghissime che spuntavano dal di sopra. Erano altri tempi quelli e la tecnologia da allora ha fatto passi da gigante. Ma ricordo che quando da bambino con la famiglia andavo in vacanza in montagna, alloggiando in un appartamento che non aveva l’antenna condominiale, ogni volta che si accendeva il televisore si diventava matti nel tentativo di posizionare l’antenna in modo da ricevere il segnale il più nitidamente possibile. Ricordo anche che era sufficiente uno spostamento di pochi centimetri, se non millimetri, perché la qualità del segnale televisivo peggiorasse a tal punto da non essere quasi più in grado di guardare la TV.

Ecco, tenendo a mente quest’ultima cosa, proviamo a fare un ragionamento per assurdo. Immaginatevi che a qualcuno possa venire in mente di utilizzare una tecnica genetica raffinatissima allo scopo di manipolare il DNA. Se fosse vero che questo funziona effettivamente come un’antenna – anche se un’antenna di tipo molto speciale perché in grado di captare segnali provenienti da una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo – una sua seppur minima alterazione a seguito di questa contaminazione genetica potrebbe essere sufficiente perché si verifichi una situazione simile a quella sopra descritta a proposito di questi vecchi apparecchi televisivi: come in questi ultimi uno spostamento anche minimo dell’antenna poteva bastare per peggiorare la qualità del segnale televisivo ricevuto, lo stresso potrebbe succedere in caso di modificazione genetica del nostro DNA poiché questo, così alterato, potrebbe non essere più in grado di ricevere in maniera appropriata le informazioni provenienti dal campo di Planck.

Le conseguenze sarebbero terribili perché un simile organismo da considerarsi ormai come geneticamente modificato potrebbe facilmente ammalarsi, visto che pare che anche il funzionamento delle svariate miliardi di cellule presenti negli organismi viventi più complessi (circa 30/35.000 miliardi di cellule nel corpo umano21) sia organizzato e coordinato attraverso questa speciale informazione ricevuta con il tramite del DNA. Ma soprattutto, potrebbe essere compromessa la capacità di ricevere in maniera appropriata l’informazione che determina il collasso della funzione d’onda che descrive lo stato di sovrapposizione quantistica dei microtubuli nel nostro cervello alla base dei nostri momenti di coscienza. Per farla breve, questo organismo così geneticamente modificato potrebbe ritrovarsi impossibilitato a sperimentare gli stessi momenti di coscienza che aveva in precedenza.

È spaventoso solo a pensarci. Un individuo non più in grado di avere uno sviluppo coscienziale degno di tal definizione, perché impedito a ricevere correttamente attraverso il proprio DNA questa iper-comunicazione, sarebbe come un essere privo di libero arbitrio. Peggio ancora, un essere senza anima. Il suo destino sarebbe segnato perché senza più la possibilità di esercitare compiutamente il proprio libero arbitrio non riuscirebbe più a sviluppare quella volontà e quello spirito critico che possono nascere solo dalla coscienza. A quel punto, non potrebbe che diventare uno schiavo.

Ma ci stiamo preoccupando per nulla, non è vero? Tanto non è stato ancora inventato questo metodo per alterare il DNA, no? E mai lo si inventerà, nevvero? Ma se ci sbagliassimo? Se un simile metodo fosse già stato inventato magari a nostra insaputa? Oh no, speriamo di no. Non può essere. Sarebbe terribile, mostruoso, apocalittico. Si spera vivamente che non sia così. Diversamente, allora dovremmo temere che quando uno come Harari dice che nel futuro l’essere umano sarà sprovvisto di libero arbitrio perché verrà hackerato, ebbene, non sta affatto esagerando.

A questo punto, possiamo ritornare a parlare del piano Kalergi e spiegare finalmente cosa c’entrino con esso tutte queste lunghe dissertazioni scientifiche di tutte queste lunghe pagine. Avrei voluto poter presentare al lettore dati certi. Purtroppo trovare informazioni dettagliate in rete che trattino in una maniera minimamente obiettiva l’argomento delle razze umane è oggi impresa quasi impossibile, imperando totalmente il politically correct. Appena si digitano su un motore di ricerca parole quali razza, etnia e differenze genetiche, ecco che appaiono per primi i soliti siti di fact checking che ti dicono che è scientificamente provato che le razze non esistono e che ti invitano a riflettere sul fatto che tu che stai facendo queste ricerche, proprio perché le stai facendo, potresti essere persino un abietto suprematista bianco. Quindi non mi addentrerò nell’argomento, sia perché non voglio dare adito a fraintendimenti, sia perché francamente è frustrante dover constatare di non poter ottenere delle semplici informazioni di cui si ha bisogno solo per condurre una ricerca scevra di pregiudizi.

Ma dirò una cosa, per quanto indelicata. Checché se ne dica, le differenze genetiche esistono e non si concretizzano solo nel diverso colore della pelle. C’entrano anche tanti altri fattori. E tra questi ci potrebbe essere il fatto, ad esempio, che – uso il condizionale perché questa è solo una mia supposizione che non ho potuto suffragare e neppure confutare con informazioni adeguate perché o non se ne trovano o non te ne fanno trovare – il DNA di un bianco caucasico possa funzionare da antenna ricetrasmittente per l’iper-comunicazione in maniera anche molto difforme da quella di un nero subsahariano, o di un’altra persona di qualsivoglia altra etnia. Detto in parole povere, individui appartenenti a razze distinte potrebbero ricevere dal campo di Planck delle informazioni anche piuttosto discordanti per via delle pur lievi differenze genetiche presenti nei loro rispettivi DNA. Ma questo potrebbe portare a momenti di coscienza anche molto dissimili tra di loro. In ciò potrebbe consistere la vera diversità tra persone appartenenti a etnie differenti: per i motivi suddetti, ognuno di loro seguirebbe un proprio percorso coscienziale discordante da quello degli altri. In fin dei conti, anche Sheldrake, nei suoi studi sui campi morfici, aveva rimarcato come l’informazione in essa contenuta fosse a disposizione dei membri di ogni gruppo biologico proprio sulla base della comunanza genetica, tanto da doversi parlare di vera e propria coscienza collettiva della specie.

Non si vuole certamente esprimere un giudizio personale su quale dei percorsi coscienziali che le varie razze si troverebbero a seguire sia il migliore in assoluto. Perché mai ci dovremmo avocare il diritto di esprimere una graduatoria? Ci guardiamo bene dal farlo, essendo una cosa fondamentalmente ingiusta. Invece è giusto che ognuna di loro segua la strada che le è più indicata senza alcuna esogena interferenza. Ma proprio per questa medesima ragione, perché queste stesse differenti strade devono per forza di cosa essere “incrociate”? Perché illudersi che sia possibile ignorare l’esistenza di queste discordanze a livello coscienziale? Perché mischiare popolazioni che, per quanto appena presentato, sono destinate a non capirsi a vicenda e spesso pure a disprezzarsi? Perché creare un melting pot quando questo sarebbe altamente sconsigliabile per via delle evidenti implicazioni future? Perché porre le basi di una società dove non potranno che aumentare le tensioni, la frammentazione ed anche la violenza tra persone incapaci di relazionarsi in un tutto armonico e coerente? Perché favorire la nascita di ghetti in cui immancabilmente si rinchiuderanno coloro che non saranno in grado di integrarsi anche perché magari lo rifiuteranno?

Alla fine, la conseguenza di tutto ciò sarà che chi è tenuto all’accoglienza si vedrà costretto a sopportare degli oneri sin troppo pesanti. Non si tratterà solamente di dover pagare più tasse, di vivere in città molto meno sicure, di ricevere meno assistenza da parte dello stato, di perdere occasioni professionali, di non poter aspirare ad una educazione all’altezza per i propri figli a causa del decadimento della scuola pubblica… Peggio ancora, questo qualcuno potrebbe essere posto nelle condizioni di dover limitare, o comunque modificare, il proprio stesso percorso coscienziale. Ci ricordiamo tutti delle parole di una Boldrini che affermava che lo stile di vita degli immigrati sarebbe presto divenuto anche il nostro22. Questa è un’affermazione a dir poco aberrante: nessuno e per nessuna ragione al mondo può avanzare la pretesa che in nome dell’accoglienza ai migranti si debba noi europei rinunciare al nostro percorso coscienziale, che ci ha reso così grandi nei secoli passati.

Ma tant’è: oggi è così. Personalmente, ogni qualvolta apprendo la notizia dell’ennesimo sbarco di migranti sulle coste italiane provo grande sofferenza: è tutto terribilmente ingiusto. Resta però il fatto che non si sta assistendo ad un fenomeno in cui sono torme di europei a migrare in Africa, spacciandosi per quello che non sono veramente, ovvero gente povera e bisognosa di aiuto; ma è vero il contrario. E questo dovrà pur dire qualcosa. Allo stesso modo, dovrà pur significare un qualcosa anche la seguente statistica ufficiale che proviene dall’America:

Ma soprattutto – comunque senza alcun intento polemico, visto che si tratta di un personaggio verso cui va comunque la nostra stima – vorremmo ricordare quanto sia fallace la convinzione del ministro degli esteri russo Lavrov, secondo cui il miliardo d’oro cui aspirerebbero le élite occidentali consisterebbe in una cospirazione ordita da queste ultime per depredare a favore delle proprie popolazioni le ricchezze dell’intero pianeta23. Questa sua convinzione è in aperto contrasto con quanto ci è capitato di leggere alcuni anni fa in un libro scritto da John Coleman, ex agente segreto, quindi un insider, che nel libro The Conspirators Hierarchy: The Committee of 30024, ha svelato le trame delle élite che detengono il vero potere ai danni delle popolazioni di tutto il mondo.

«Almeno 4 miliardi di “mangiatori inutili” dovranno essere eliminati entro il 2050 per mezzo di guerre limitate, epidemie organizzate di malattie mortali ad azione rapida e la fame. Energia, cibo e acqua saranno mantenuti a livelli di sussistenza per le persone non elitarie, a partire dalle popolazioni bianche dell’Europa occidentale e del Nord America e poi diffondersi alle altre razze. La popolazione del Canada, dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti sarà decimata più rapidamente di altri continenti, fino a quando la popolazione mondiale non raggiungerà un livello gestibile di 1 miliardo, di cui 500 milioni saranno costituiti da cinesi e giapponesi, selezionati perché sono persone che sono state irreggimentate per secoli e che sono abituate a obbedire all’autorità senza fare domande»25.

Chiaramente, i fact checkers di tutto il mondo hanno preso di mira l’autore ed il libro medesimo bollandoli di blah, blah, blah… Cosa lo ricorda a fare? Tuttavia di esso ha recentemente parlato anche Monsignor Viganò26. E questo è un fatto. Ma più che altro, bisognerebbe chiedersi perché questo presunto genocidio a livello globale debba prendere inizio proprio dalle popolazioni bianche occidentali e perché alla fine quel famoso miliardo d’oro, cui fa spesso riferimento anche se in termini sbagliati Sergei Lavrov, debba invece essere composto prevalentemente da persone di origine asiatica.

In fin dei conti, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, mentre l’Africa presenta valori di QI medio spaventosamente bassi, gli asiatici al contrario risultano essere particolarmente intelligenti, persino di più delle popolazioni bianche occidentali. Quindi si deve arguire che ciò che spaventa le élite che – così dicono i complottisti – vorrebbero una forte riduzione della popolazione mondiale, non è l’intelligenza di cui parte di essa è dotata per fattori che si presume poter essere di origine naturale; ma ci sarebbe un qualcos’altro. Cosa potrà mai essere questo qualcos’altro? Che cosa c’è nelle popolazioni europee – perché evidentemente è su di queste che ci si deve focalizzare – da far sì che esse “meritino” la priorità rispetto alle altre in questo presunto nefasto programma di estinzione di massa? Perché non iniziare eventualmente da altre popolazioni come quelle africane che si riproducono a ritmi superiori? C’è forse qualcosa che le prime hanno ma le altre no? Che cosa sarà mai? Ha forse attinenza con quanto abbiamo discusso nel presente articolo? Con la coscienza?

Klaus Schwab, deus ex machina del WEF di Davos e mentore di Yuval Noah Harari, nel suo famigerato saggio La Quarta rivoluzione industriale27, la cui prefazione nell’edizione italiana è stata curata nientemeno che dal patron della FIAT John Elkann, tratteggia un futuro nel quale l’inarrestabile progresso tecnologico in atto renderà la compenetrazione tra mondo fisico, digitale e biologico così profonda “che i nostri corpi diventeranno così hi-tech che non saremo più in grado di distinguere ciò che è naturale da ciò che è artificiale”28. Terrificante, dato che ciò comporterà effettivamente, come sostenuto dal suo delfino Harari, la fine del libero arbitrio.

Noi vorremmo però concludere questo lunghissimo articolo con un messaggio di speranza. Dunque facciamo nostre le parole di Federico Faggin29, grande fisico italiano da anni naturalizzato statunitense, considerato tra padri di questa stessa quarta rivoluzione industriale non fosse altro perché è stato a capo di vari progetti di ricerca che hanno portato alla nascita ed alla diffusione su grande scala dei microprocessori, il quale – quando gli è stato chiesto quale sarà la prossima rivoluzione dopo quella digitale – ha così risposto: «Quella della coscienza, quando prenderemo atto che la nostra capacità di sentire e amare supera tutto il resto»30.

  • 1https://www.agi.it/cronaca/migranti_dittature_papa_francesco_sacrofano-5008387/news/2019-02-15/
  • 2Matteo 6, 31-33
  • 3Giovanni 14,6
  • 4Matteo 10, 34-36
  • 5https://it.wikipedia.org/wiki/Iperuranio
  • 6https://www.studenti.it/platone-e-il-mondo-delle-idee-riassunto.html
  • 7https://twitter.com/Culture_Crit/status/1661119889011089412
  • 8https://it.wikipedia.org/wiki/Tempio_di_San_Sava
  • 9https://rumble.com/v2p4h4s-yuval-noah-harari-all-this-story-about-jesus-rising-from-the.html
  • 10https://it.wikipedia.org/wiki/Günther_Anders
  • 11https://www.informazionecattolica.it/2021/04/20/i-metodi-di-hitler-sono-superati-basta-arrivare-ad-un-condizionamento-collettivo/
  • 12https://www.orazero.org/please-pay-attention-piccoli-yuval-noah-harari-crescono/
  • 13https://www.youtube.com/watch?v=Q–BZiFS4xA
  • 14https://www.youtube.com/watch?v=Gjlskk07ES0
  • 15https://odysee.com/@veleno:e/Cessazione-del-libero-arbitrio:4
  • 16https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/04/04/completata-la-mappa-del-genoma-umano/
  • 17https://ilbolive.unipd.it/it/news/quanti-geni-ci-sono-dna-umano#:~:text=Lo%20stesso%20studio%20trova%20anche,codificante%2C%202%25%20quello%20codificante.
  • 18https://it.wikipedia.org/wiki/Spettrometro
  • 19https://it.wikipedia.org/wiki/DNA
  • 20https://www.orazero.org/profezie-mon-amour-prima-parte/
  • 21https://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_umano#:~:text=Sommando%20il%20numero%20di%20cellule,umane%20e%20di%20organismi%20pluricellulari.
  • 22https://www.ilgiornale.it/news/politica/boldrini-stile-vita-dei-migranti-sia-nostro-1164836.html
  • 23https://en.wikipedia.org/wiki/Golden_billion
  • 24https://www.amazon.it/Conspirators-Hierarchy-Committee-300/dp/0963401947
  • 25Coleman John, The Conspirators’-Hierarchy; the Committee of-300, pag. 155
  • 26https://www.stilumcuriae.com/il-wef-uccidera-4-miliardi-di-persone-entro-il-2030-coleman-vigano
  • 27https://www.lafeltrinelli.it/quarta-rivoluzione-industriale-libro-klaus-schwab/e/9788891743008
  • 28https://www.youtube.com/watch?v=kpW9JcWxKq0
  • 29https://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Faggin
  • 30https://www.lacnews24.it/cultura/l-intervista–faggin-uno-dei-padri-della-quarta-rivoluzione-industriale-l-anima-dell-uomo-e-una-realta-quantistica_170769/

  • PARTE UNO di questo articolo https://www.orazero.org/la-coscienza-extinction-mode/
    PARTE DUE di questo articolo https://www.orazero.org/la-coscienza-no-future-parte-2/
  • PARTE TRE di questo articolo https://www.orazero.org/la-coscienza-sublimi-teorie/