Probabilmente in molti ignorano che persino la letteratura abbonda di accenni a quella che sta apparendo sempre di più come la capitolazione (soprattutto morale, culturale e spirituale) dell’Europa per mano di immigrati provenienti dal terzo mondo. Sorprendentemente, una prima opera letteraria in cui si fa menzione di un qualcosa del genere la si trova addirittura in una novella della prima metà del XIX secolo: Coningsby, or The New Generation1. Tenetevi forte: il suo autore non è stato un personaggio qualsiasi, non un letterato dall’oscura fama, né un romanziere dotato di una sin troppo fervida immaginazione, ma uno degli uomini più potenti, invidiati e celebrati della sua epoca. Si trattava niente di meno che di Benjamin Disraeli2, più volte primo ministro britannico in epoca vittoriana, famiglia di origine ebraica sefardita, ufficialmente di religione anglicana (anche perché per buona parte del XIX secolo nel Commonwealth sussistettero per gli ebrei forti limitazioni all’occupazione di cariche pubbliche3), tra i principali fautori dell’ascesa dell’impero britannico, nonché appunto letterato durante gli anni di gioventù. Uno dei protagonisti di questa novella, Sidonia – che i contemporanei pensavano non fosse affatto un personaggio di pura fantasia ma fosse invece ispirato alla figura del barone Lionel de Rothschild4, amico dello stesso Disraeli – in un dialogo pronuncia la seguente frase: «Il fatto è che non si può distruggere una razza puramente caucasica, è una semplice legge della natura. […] La razza mista persecutrice scompare, la razza pura perseguitata rimane».
Echeggia in queste parole lo stesso pensiero che il conte Kalergi espresse in maniera così sprezzante solo qualche decennio più tardi. Disraeli stesso, sempre attraverso la figura di Sidonia, ha più volte ribadito una sua ferma convinzione:
Ma la novella Coningsby non è l’unica opera letteraria che possiamo ricordare in queste pagine. Ve n’è un’altra a cui possiamo accennare, un controverso libro uscito in Francia nel 1973 ad opera dello scrittore Jean Raspail5. Si tratta de Il Campo dei Santi, romanzo di genere fantapolitico che deve il suo nome ad un verso del Libro dell’Apocalisse: «Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d’assedio l’accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò»6. Il libro racconta dell’ipotetica invasione della Francia da parte di un milione di paria indiani, di fronte alla quale le autorità e l’opinione pubblica francesi appaiono come totalmente passive ed incapaci di opporre la minima resistenza di fronte alla tracotanza degli invasori.
«L’uomo di colore scruta l’uomo bianco mentre questi discorre di umanità e di pace perpetua. Ne fiuta l’incapacità e l’assenza di volontà di difendersi»7, scrive Raspail. In effetti, l’inverno demografico dell’Europa – di cui nella prima parte abbiamo cercato di mettere in evidenza tutta la drammaticità – è prima di tutto la testimonianza di una civiltà in piena decadenza che, avendo rinnegato la propria cultura, la propria storia, le proprie tradizioni e soprattutto le proprie radici cristiane in nome del progresso sociale, dell’egualitarismo democratico, dei diritti umanitari, della cieca fiducia nella tecnologia e nella ragione scientista, ha finito con l’adottare una religione laica fatta di vacuità ma con i suoi dogmi incontestabili, a causa della quale ha trasformato l’accoglienza buonista ai “poveri migranti” nella massima espressione della propria dissolutezza morale e spirituale, rinunciando di fatto all’idea stessa di perpetuarsi: puro istinto suicida.
Sotto le mentite spoglie di questa falsa ed ipocrita bontà si cela invece una vera e propria forma di odio verso se stessi, verso ciò che si rappresenta e verso la civiltà di cui si è portatori: un odio questo che si esplicita fondamentalmente nella riluttanza ad adottare quello che è l’istinto primario di ogni essere vivente, ossia l’istinto di sopravvivenza. Non benevolenza ma malignità; non amore ma odio; non carità ma cieco opportunismo; non generosità ma rinnegamento della propria cultura: ecco cosa è realmente l’accoglienza ai migranti. Nessuna forma di nobiltà d’animo può esistere in coloro rinunciano al proprio futuro ed a quello dei propri figli. Si crogiolano costoro dietro la propria presunta superiorità morale, ma altro non sono che sepolcri imbiancati la cui unica bravura consiste nel saper scaltramente celare la propria miseria morale. Non solo quella non è la strada, come dice non senza ragione il ministro Lollobrigida; peggio ancora, è pura carica autodistruttiva, spleen, male di vivere.
Un male di vivere questo che in maniera parossistica si appalesa in taluni personaggi le cui esternazioni raggelano il sangue per quanto esse sono intrise di un autentico spirito di morte. Personalmente mi hanno molto colpito le parole pronunciate qualche giorno fa dal noto presentatore televisivo Formigli, notoriamente il più fazioso della televisione italiana, secondo cui non esisterebbe alcuna cultura italiana8.
Da pochi giorni si è concluso il Giro d’Italia, massima competizione ciclistico del nostro paese. Lungi dall’essere solamente una manifestazione sportiva, il Giro è anche un importantissimo veicolo di promozione turistica a livello internazionale. È dunque normale che le telecamere poste sugli elicotteri al seguito della corsa indugino sulle innumerevoli bellezze paesaggistiche ed architettoniche che il Belpaese ha da offrire. Queste sono immagini che danno testimonianza alle centinaia di milioni di spettatori collegati in tutto il mondo di una bellezza impareggiabile, che riempe il cuore. Alcuni giorni fa i corridori hanno percorso la costiera amalfitana. Qualche giorno più tardi hanno lambito il litorale piemontese del Lago Maggiore. Poi sono saliti sulle Dolomiti, fino ai piedi delle maestose Tre Cime di Lavaredo. Amalfi, Ravello, Positano, Sorrento… E poi Stresa e le Isole Borromee…
Come si fa a sostenere che cotanta bellezza non è frutto di una cultura ben specifica? E come si possono ignorare personalità come quella di Dante Alighieri, di San Francesco d’Assisi, di Leonardo da Vinci, Giuseppe Verdi, Michelangelo Buonarroti e di tanti altri? E come scordarsi la solennità di opere architettoniche come il Duomo di Milano, la Basilica di San Pietro, Santa Maria del Fiore o dell’intera città di Venezia? Per non parlare dell’enorme patrimonio enogastronomico del nostro paese! Per varietà, abbondanza, genuinità di prodotti agroalimentari l’Italia è letteralmente insuperabile. Pasta, vini, formaggi, frutta, verdura, carni e quant’altro: quale altro paese al mondo può mai vantare tutto questo? È questo un primato che si è venuto a creare nel corso nei secoli non solo grazie all’ubertosità delle nostre terre, ma anche se non soprattutto grazie alla nostra storia ed alla nostra cultura, che tutto il mondo ci invidia.
Si vorrebbe inoltre stendere un velo pietoso sull’ultima trovata degli ambientalisti di Ultima Generazione, notoriamente finanziati dal famigerato miliardario ebreo-ungherese dal nome palindromo9. Ma come si fa? La Fontana di Trevi è patrimonio di tutta l’umanità! Non esiste al mondo una fontana più bella e famosa di questa. Solo ad un decerebrato potrebbe venire in mente di sfregiare una simile meraviglia. Una persona minimamente sana di mente proverebbe orrore di se stessa al solo pensiero di osare un tale atto sacrilego.
Non è solo questione di faziosità, di ignoranza, di devianza ideologica o di rincitrullimento dovuto alla propaga: nulla di tutto ciò riuscirebbe a fare presa su quelle anime che ancora anelano al bello. Per far finta che tutta questa arte, questa cultura, questa sublime bellezza non esista, peggio ancora per denigrarle fino ad arrivare al punto di deturparle, occorre essere individui meschini e cattivi, subumani degni di un’indagine lombrosiana, odiatori seriali che percepiscono tutto la propria miseria al cospetto di tanta magnificenza, verso cui alla fine non possono che provare invidia e perfidia.
Non sorprende affatto che l’ambientalismo sia divenuto la religione laica di predilezione per i peggio sciroccati della nostra società. Qualche di loro va persino sostenendo che, allo scopo di combattere i cambiamenti climatici di natura antropica, dovremmo persino smettere di fare figli perché il riprodursi sarebbe la più grave minaccia al pianeta10! Se mai dovessimo essere d’accordo con questa asserzione – e certamente non possiamo esserlo perché avremo sì tanti difetti ma non quello della microcefalia – dovremmo comunque invitare i propugnatori di quest’astrusa teoria a incolpare soprattutto le popolazioni del terzo mondo, quelle da cui provengono i migranti che agli stessi stanno così tanto a cuore. Noi occidentali, come abbiamo visto, non facciamo più figli ed i bambini sono sempre di meno. Di cosa dovremmo essere incolpati? Noi, malauguratamente, in tutto questo la nostra parte già la stiamo facendo…
Perché invece questi dissennati non si vanno a rileggere le ricerche di Philippe Rushton11? Rushton è stato uno psicologo canadese che ha condotto alcune ricerche tese a dimostrare una correlazione tra razza e comportamenti sociali. Il suo lavoro prese avvio da quello di Edward Osborne Wilson12, biologo americano di fama internazionale, il quale a sua volta aveva sviluppato una speciale categorizzazione degli esseri viventi per cui questi andrebbero suddivisi secondo le particolari strategie riproduttive che ogni specie adotta al fine di massimizzare le proprie possibilità di sopravvivenza. Wilson affermava che gli animali si servono di due distinte tipologie di riproduzione, R e K.
Gli animali che adottano una strategia riproduttiva di tipo R sono molti attivi sessualmente, tendono ad avere un gran numero di cuccioli ma non si curano granché della propria prole una volta venuta al mondo. Diversamente, quelli che optano per un strategia riproduttiva di tipo K hanno meno figli essendo sessualmente meno attivi, ma se ne curano maggiormente. Wilson faceva dipendere la scelta tra queste due modalità di riproduzione dal grado di intelligenza proprio della specie: gli animali con un’intelligenza più evoluta utilizzerebbero una strategia di tipo K, quelli meno evoluti una strategia di tipo R.
Rushton andò oltre e applicò la stessa categorizzazione di Wilson agli esseri umani. Il lettore avrà subito intuito quanto queste ricerche costarono a Rushton critiche a non finire poiché non si ignora che al giorno d’oggi il solo sostenere che le razze umane esistono – non necessariamente che ve ne sia una superiore alle altre, ma solo che esistono – è già di per sé motivo sufficiente per essere incolpati di ogni nefandezza. In ogni caso, si è liberi di pensare che Rushton sia un ciarlatano. Noi ci limitiamo solamente ad esporre le risultanze delle sue ricerche senza permetterci di esprimere un giudizio al riguardo, visto che non è cosa che ci compete.
Ma evidentemente il ricercatore canadese era davvero convinto dell’esistenza di differenze tra le razze umane e soprattutto del fatto che l’appartenenza ad un gruppo razziale possa determinare il comportamento sociale di una persona: il che significherebbe che un individuo agirebbe in una determinata maniera trovandosi in una specifica situazione quando un altro, appartenente però ad un’etnia differente, nella medesima situazione potrebbe seguire un comportamento completamente differente. L’essere umano, a prescindere da quale razza appartenga, è per definizione l’essere vivente che adotta maggiormente la strategia riproduttiva di tipo K. Ma all’interno della nostra specie – sempre stando ai convincimenti di Rushton – possono esservi delle difformità ragguardevoli. Rushton suddivise la specie umana in tre principali macro-gruppi etnici: banalmente neri, bianchi ed orientali. Secondo lui, questo è ciò che succede:
In pratica, gli orientali tenderebbero ad essere sessualmente poco attivi, a fare pochi figli ma a concentrarsi grandemente sulla educazione di questi ultimi in modo da non far mancare loro alcuna possibilità nella vita: quindi la loro strategia andrebbe intesa come di tipo K. All’opposto degli orientali ci sarebbero i neri che, invece, oltre ad essere sessualmente molto più attivi dei primi, sarebbero inclini a dar vita ad una prole molto più numerosa ma senza che i genitori si preoccupino dei figli, della loro educazione o del tipo di esistenza a cui questi saranno destinati in mancanza di possibilità materiali concrete. Quindi i neri, almeno all’interno della specie umana, presenterebbero una strategia riproduttiva di tipo R. I bianchi, da parte loro, si situerebbero in mezzo agli uni e agli altri, essendo la loro strategia di riproduzione una via di mezzo fra R e K.
Alla luce di quanto appena esposto, si buon ben comprendere il perché Rushton sia stato subissato di critiche. Neanche troppo implicitamente, ha asserito che i neri fanno più figli perché meno intelligenti e gli orientali meno figli perché più intelligenti. Questa è una cosa che al giorno d’oggi non si può dire. Chi lo ha fatto, ne ha pagato caramente le conseguenze sulla propria pelle, finendo con l’essere isolato da quella stessa comunità scientifica da cui invece in precedenza era stato coccolato e portato in palmo di mano. Il riferimento è al dottor James Dewey Watson13, uno tra gli scienziati più famosi del XX secolo, noto al grande pubblico per essere stato uno degli autori della scoperta della struttura a doppia elica del DNA, grazie alla quale ricevette nel 1962 l’ambito premio Nobel per la medicina. Watson cadde inaspettatamente in disgrazia per una sua forte dichiarazione rilasciata nel 2007 in un’intervista al giornale britannico Sunday Times14. In questa, senza evidentemente rendersi conto del vespaio di polemiche che avrebbe suscitato, dichiarò quanto segue:
Apriti cielo! Di punto in bianco, dopo che per tanto tempo era stato osannato come una delle menti più brillanti della sua epoca, Watson divenne all’interno della comunità scientifica un autentico paria, un intoccabile, uno da cui tutti avrebbero dovuto tenersi alla larga manco si trattasse di un lebbroso: venne sospeso dal laboratorio presso cui lavorava15, gli fu impedito di pubblicare articoli, venne totalmente isolato e bistrattato dai colleghi. Cadde così in disgrazia anche dal punto di vista economico, tanto da vedersi costretto a mettere all’asta il suo premio Nobel per potersi pagare le bollette16. Non vogliamo esprimere giudizi personali sui lavori di Watson e di Rushton; si preferisce che sia il lettore stesso a farlo liberamente.
Tuttavia, dando una scorsa alle seguenti mappe – che rappresentano rispettivamente la distribuzione nel mondo del QI e quella del tasso di fertilità, già presentata in precedenza – non possiamo non notare una certa convergenza:
Giunti a questo punto, quali conclusioni possiamo trarre da tutto quanto sopra esposto? Beh, non certo conclusioni rassicuranti. Tra le cause che spiegano l’inverno demografico di cui soffre l’intera Europa, ed in particolare la nostra Italia, vi sono le ragioni più disparate. Alcune di esse sono legate ad una certa evoluzione dei costumi, cosa questa che non necessariamente deve essere presa come positiva. Al di là degli eccessi degli squinternati del cambiamento climatico per i quali procreare sarebbe un atto criminale che condannerebbe il pianeta, è pur vero che sempre più persone, principalmente donne, considerano l’avere una prole un onere di cui non si è più disposti a farsi carico perché la cura dei figli precluderebbe loro ogni possibilità di fare carriera, di darsi ai divertimenti, di avere una vita compiuta e soddisfacente, di viaggiare e conoscere il mondo, di realizzare i propri sogni… Personalmente è una cosa questa che mi angustia: mi viene difficile capire perché una donna non possa sentirsi realizzata nel diventare prima moglie e poi madre. Però è anche vero che viviamo in una società edonistica e consumistica dove vengono dati in continuazione cattivi insegnamenti, soprattutto alle generazioni più giovani che, private degli strumenti per poter affrontare criticamente le difficoltà della vita, non sono più in grado di identificare quelle che dovrebbero essere le loro priorità. Ad onor del vero, spesso si ha l’impressione che lo si faccia apposta a fuorviare la gente. Anzi, forse non è affatto un’impressione…
In questi ultimi giorni, il presidente della repubblica Mattarella ha tuonato contro l’omofobia, da lui definita “un’insopportabile piaga”17. Indubbiamente ci si deve mai scordare che “la vera carità deve portarci ad essere misericordiosi con il peccatore, non con il peccato”18. Quindi Mattarella ha difeso una posizione di per sé giusta. Ma anche se il peccatore non va discriminato perché sarebbe delittuoso farlo, non vanno comunque dimenticate le parole che Gesù pronunciò alla donna adultera: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»19. Invece il peccato, lungi dall’essere semplicemente tollerato, viene apertamente incoraggiato.
Tutto ciò non è senza conseguenze. Alcune ricerche demoscopiche ci descrivono dei cambiamenti che stanno avvenendo a ritmi sempre più veloci all’interno della società occidentale. Ad esempio, una recente indagine condotta negli USA dalla Gallup, prestigiosa società di consulenza ed analisi specializzata nei sondaggi d’opinione, mette in evidenza come in America il numero di persone che definiscono se stesse gender fluid, ovvero che non si riconoscono nella naturale divisione uomo e donna e che hanno preferenze e gusti sessuali differenti da quelli degli eterosessuali, sia in crescita esponenziale tra i giovani ed i giovanissimi. Quasi il 20% dei nati tra il 1997 e il 2004, appartenenti cioè alla cosiddetta Generazione Z, si definisce tale. Al contrario, all’interno della generazione precedente, quella detta dei Millenials (grossomodo i nati tra il 1981 e il 1996), questa percentuale scende all’11,2%; per quanto concerne le generazioni precedenti, quelle delle persone dagli anta in su, questa percentuale scende considerevolmente assestandosi a meno del 3,3%20. Verrebbe da pensare che le risultanze di queste statistiche non siano frutto del caso, ma conseguenza di un progetto ben studiato. Ma tant’è…
Sta di fatto che queste “nuove tendenze” che stanno emergendo in maniera sempre più scioccante non sono certo d’aiuto alla già morente demografia dei paesi occidentali. Per quanto in America alcune personalità politiche di spicco si trovino in difficoltà nel dare una definizione di donna21, senza timore di smentita alcuna asseriamo che un bambino in natura può nascere solo dall’unione carnale tra un uomo ed una donna. Si ribadisce: in natura. Ed è quindi chiaro che tanto maggiore è in una società il numero di persone che si percepiscono gender fluid, tanto minore è necessariamente il numero di bambini che vi possono nascere.
C’è un altro fattore di carattere sociale da tenere in considerazione, non potendosene dimenticare le conseguenze: la legalizzazione dell’aborto. È sì vero che l’aborto interessa in egual misura sia i paesi ricchi sia quelli poveri; anzi, forse questi ultimi in misura ancora maggiore. Però è indubbio che in paesi dove già si tende a mettere al mondo pochissimi figli, il ricorso costante a questa pratica non può che avere sulla loro crescita demografica conseguenze proporzionalmente più gravi rispetto a paesi in cui, al contrario, le donne continuano a procreare in abbondanza. Secondo alcune fonti, l’aborto sarebbe ormai diventato la prima causa di morte al mondo. Lo è di sicuro negli Stati Uniti, dove sono state ormai decine di milioni le interruzioni volontarie di gravidanza praticate da quando la famigerata sentenza della Corte Suprema Roe vs. Wade ha di fatto legalizzato questa pratica:
Tuttavia ci sono prevalentemente motivazioni economiche alla base del fatto che sempre più italiani non hanno figli. Spesso, purtroppo, essi decidono di non averne non perché non lo vogliano, ma perché si rendono conto che le crescenti incertezze economiche sono di una tale gravità da non consentir loro di dare alla loro progenie quel futuro che le augurerebbero. Il ministro Lollobrigida forse non sarebbe d’accordo con quest’affermazione, giacché secondo lui non esisterebbe alcuna correlazione diretta tra precarietà e natalità come, a suo modo di vedere, dimostrebbe la crescita demografica del terzo mondo22. Insomma, quando egli assicura di non conoscere Kalergi non ci pare granché sincero; però viene da pensare che non conosca Rushton. Basterebbe dare un’occhiata a certi titoli di giornale per comprendere che in questo caso al ministro non si può dare ragione:
Le folli politiche in fatto di sanzioni alla Russia, austerità economica e lotta al cambiamento climatico imposte in maniera autoritaria ai popoli europei da quell’Unione Europea di cui il conte Kalergi viene universalmente riconosciuto tra i padri fondatori, hanno portato negli ultimi tempi ad un aumento impressionante dei prezzi di pressoché ogni prodotto sul mercato. L’inflazione galoppante, congiuntamente al generalizzato calo dei redditi che – temiamo – potrebbe ulteriormente peggiorare anche per via del dumping salariale causato dalla crescente automazione e dalla disponibilità di manodopera immigrata di bassissima qualità ma estremamente economica, porrà inevitabilmente le basi perché si verifichi una tempesta perfetta: in poche parole, sempre più europei sprofonderanno in uno stato di indigenza perché non avranno i soldi con cui pagare le bollette.
È destinato a crescere considerevolmente il numero dei cittadini che diventeranno fortemente dipendenti dagli oboli offerti loro dal pubblico e dal privato. Per non fare che un esempio, i dati che vengono forniti dagli enti e dalle associazioni impegnati in Italia all’assistenza di famiglie bisognose sono impietosi e testimoniano di quanto dura, drammatica e fuori controllo sia divenuta la situazione sociale italiana. Negli ultimi tre anni le richieste di aiuto pervenute alle mense gestite dai Francescani sono cresciute del 135%, con un ulteriore aumento del 18% rispetto allo scorso anno nei primi quattro mesi del 202323. Ormai, purtroppo, è divenuto la norma assistere a chilometriche file in cui gli italiani, silenti e pieni di mestizia, umiliati ma comunque mai senza dignità, si mettono pazientemente in coda alle mense gratuite per i poveri24. Quanta tristezza nel vedere certe immagini! E quanta rabbia! Gli italiani sono stati abbandonati dalle loro stesse avide autorità!
È chiaro che questo stato di cose non può che scoraggiare gli italiani dal fare figli. Per dirla alla Rushton, non starebbero facendo altro che adottare una strategia riproduttiva di tipo K. A questo punto si deve fare un’amara considerazione che si sarebbe preferito non dover fare. Gli eventi che stiamo vivendo sono tremendamente tragici e non possiamo fare a meno di parlarne schiettamente. Se da una parte, noi italiani non facciamo più figli perché sempre più spesso non siamo in grado di far fronte alle spese necessarie, dall’altra, nei paesi africani ed asiatici – cioè in quei paesi da cui in grande numero provengono gli immigrati clandestini – questo problema probabilmente non si pone affatto, almeno presso larghi strati della popolazione locale, perché in questi evidentemente prevale una strategia riproduttiva di tipo R.
Pertanto africani ed asiatici, che accidentalmente sono in prevalenza di religione musulmana, non si crucciano del fatto che nel momento in cui metteranno al mondo troppi figli in rapporto alle loro misere possibilità materiali non avranno occasione di crescerli e di educarli nella maniera più appropriata possibile. Male che vada – pensano loro – li spediranno in Europa dopo che le loro famiglie si saranno indebitate presso la malavita locale per racimolare la somma necessaria per pagare lo scafista di turno. Ovviamente a nessuno preme sottolineare il fatto che questo denaro, che magari potrebbero essere pochi spiccioli per un occidentale, sono in realtà in questi paesi un capitale tanto cospicuo da camparci dignitosamente per anni e sufficiente pure per creare maggiore benessere all’interno delle loro comunità di appartenenza. Qualcuno potrebbe comunque definire questa spesa come una sorta di investimento per il futuro; sì, ma a spese di chi?
Che tutto ciò possa comportare grossi problemi, e non solo di carattere economico, alle popolazioni europee chiamate ad un’accoglienza indiscriminata di cui ancora non si intravede la fine, agli occhi dei migranti spesso non riveste alcuna importanza poiché a loro interessa esclusivamente riuscire a mettere piede in Europa dove sono certi di fare fortuna perché convinti che a loro sia tutto dovuto. Ancora di meno gli importa che, una volta sbarcati in Italia, si sia noi italiani a doverci fare carico dei loro figli. E così succede che mentre noi italiani ci vediamo costretti a non mettere quasi più al mondo una discendenza perché spesso non abbiamo i soldi per mantenerla, siamo comunque obbligati – perché altrimenti verremmo tacciati di essere degli sporchi razzisti – a mantenere la loro.
Insomma, diciamocelo chiaro: da qualche anno a questa parte stanno avvenendo fenomeni inaspettati di una velocità così sconvolgente e di una magnitudo talmente smisurata da far temere che la famosa profezia del sensitivo torinese Gustavo Adolfo Rol25, secondo cui nel 2025 oltre la metà della popolazione italiana sarebbe stata nera26, si possa avverare forse non già del 2025, ma da qui a pochi decenni sicuramente. È terribile, ma i dati relativa alla demografia europea parlano chiaro. Parafrasando i Sex Pistols: there’s no future, no future, no future for you!
Avevamo concluso la prima parte di questo articolo facendo presente come già da molto tempo certi argomenti fossero ampiamente dibattuti, studiati e probabilmente pianificati in alcuni circoli elitari. Il fatto che qualcuno ne abbia parlato pubblicamente, seppure utilizzando l’espediente del romanzo di genere distopico e presentando il tutto come fantascienza, non può essere considerata una coincidenza. Evidentemente taluni sapevano, ma non potendone parlare liberamente ce lo hanno comunque voluto comunicare in una maniera che non li esponesse in maniera eccessiva. Oppure semplicemente ci volevano preparare a quanto era già stato deciso.
Ebbene, uno di questi circoli in cui si sono discusse e approntate certe strategie è… l’ONU. Sì, le Nazioni Unite. Immagino tuttavia che la sorpresa del lettore nell’apprendere questa informazione sia relativa. Ci sarebbero da scrivere pagine intere su ciò che sono realmente le Nazioni Unite; quantunque in molti, stoltamente, la considerino ancora un’organizzazione benemerita finalizzata unicamente alla cooperazione ed alla pace tra i popoli, la verità potrebbe essere ben altro. Il fatto stesso che il palazzo di vetro sede newyorchese dell’ONU sia stato edificato grazie ad un generoso contributo da parte del famigerato magnate John D. Rockfeller27 dovrebbe far drizzare le antenne a tanti: basti dire che l’ONU, per sua stessa natura, assomiglia molto ad un “governo mondiale”.
Ecco – ritornando a noi – si dà il caso che il ministro Lollobrigida parlando di sostituzione etnica non abbia fatto altro che adottare una terminologia che all’ONU è prassi comune utilizzare da tempo. Strano da credersi, eppure è così. Già nel 2000, quando per tutti noi la parola migrante era priva di un qualsivoglia significato perché al più stava a designare un participio presente, l’ONU pubblicò un rapporto in cui chiaramente si rendeva manifesto che l’immigrazione dai paesi del terzo mondo avrebbe dovuto avere la finalità di “rimpiazzare” le popolazioni dell’occidente che già allora apparivano in netto declino demografico28.
«Il declino della popolazione è inevitabile in assenza di migrazione sostitutiva», si legge in questo rapporto. In particolare, era stato previsto che l’Italia in assenza di migrazione sostitutiva sarebbe stata destinata a perdere entro il 2050 il 28% della sua popolazione. Da qui la necessità di rimpiazzare gli italiani e tutti gli altri europei con allogeni melanodermi provenienti dal terzo mondo. Sempre relativamente all’Italia, era stato previsto che avremmo dovuto importare da qui al 2050 circa 6.500 migranti ogni milione di abitanti in maniera tale che, riproducendosi, essi sarebbero dovuti arrivare a costituire alla fine di questo periodo poco meno del 40% della popolazione residente in Italia.
Sì, certo: ufficialmente tutto ciò verrebbe fatto esclusivamente per il nostro bene. Non possiamo permetterci di perdere popolazione in età lavorativa. Chi altrimenti ci pagherebbe le pensioni? E siccome noi di figli non ne facciamo più, perché non importare quelli degli altri come la stessa CGIL invoca a gran voce29?
Vi è però un problema non di poco conto. Già molti anni fa, vale a dire poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, allo scopo di creare un quadro normativo preciso con cui perseguire i crimini commessi dai nazisti, l’Assemblea Generale dell’ONU votò attraverso la risoluzione 260A(III) del 9.12.1948 a favore della costituzione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio30: un trattato internazionale che obbliga i paesi aderenti a prevenire e condannare ogni forma di genocidio ai danni di popolazioni inermi.
All’articolo II di tale Convenzione viene data una definizione rigorosa della fattispecie: «per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
a) uccisione di membri del gruppo;
b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro»31.
Non so voi, ma io sarei propenso a pensarla della seguente maniera: se qualcuno, contro la volontà della popolazione interessata, decidesse attraverso loschi maneggi di sostituirne il 40% con allogeni non integrabili – beh, sarò proprio cavilloso ma la penso così – a me pare che questo qualcuno stia proprio compiendo un atto che, sulla base di quanto espressamente stabilito dalla suddetta Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio, sia perfettamente inquadrabile nella fattispecie di delitto di cui sopra. Non ne convenite anche voi? Che cosa paradossale sarebbe se l’ONU condannasse se stessa per un delitto che essa stessa sta favorendo!
A questo punto, una volta constatata la realtà – perché la si può pensare come si vuole, ma i dati presentati sono oggettivi – oltre che pregare affinché succeda un miracolo (perché di questo abbiamo veramente bisogno per salvarci dall’estinzione), occorre porsi una serie di domande fondamentali. Perché qualcuno avrebbe deciso tutto ciò? Si, insomma, perché qualcuno dovrebbe volere questa… sostituzione? Quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere? Che cosa gli viene in tasca? Perché proprio ora e non prima? E l’ONU? Non sono queste domande a cui si può facilmente dare una risposta. In troppi probabilmente neppure se le pongono. Ma resta il fatto che saper compiutamente rispondere a queste domande significa, in ultima istanza, essere in grado di comprendere questo mondo in profondità.
Di certo nessuno su questa terra può avere la pretesa di avere la verità in tasca. Il modo in cui si tenterà di rispondere a questi quesiti sicuramente lascerà tanti lettori allibiti. Alcuni magari lo apprezzeranno, altri al contrario lo avverseranno. È normale che si abbia dei punti di vista discordanti e sicuramente non mancheranno le critiche, anche feroci. Tuttavia riteniamo di non poterci sottrarre a questa precisa responsabilità: non possiamo non fare un tentativo. Esporremo dunque le nostre congetture, le quali saranno comunque da prendersi con le molle. Nel prosieguo vorremmo discutere di alcune rivoluzionarie teorie scientifiche che crediamo possano esserci d’aiuto per squarciare il velo. Sì, letteralmente: squarciare il velo di Maya. Solo allora diverrà chiaro perché il tema centrale di questo articolo è la coscienza anche se finora si è scelto di dibattere di tutt’altro. Presto vedremo di che cosa effettivamente si tratta.
- 1 https://en.wikipedia.org/wiki/Coningsby_(novel)
- 2 https://it.wikipedia.org/wiki/Benjamin_Disraeli
- 3 https://en.wikipedia.org/wiki/Jewish_emancipation_in_the_United_Kingdom
- 4 https://it.wikipedia.org/wiki/Lionel_de_Rothschild
- 5 https://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Raspail
- 6 Apocalisse 20, 7-9
- 7 https://blog.ilgiornale.it/franza/2018/12/31/il-campo-dei-santi-e-il-romanzo-apocalittico-che-preannuncia-la-conquista-musulmana-di-roma-e-divenuto-oggi-la-bibbia-dei-sovranisti/
- 8 https://www.iltempo.it/personaggi/2023/05/12/news/piazzapulita-formigli-cultura-italiana-non-esiste-sparata-cala-gelo-35775019/
- 9 https://video.corriere.it/cronaca/ancora-blitz-ultima-generazione-versato-liquido-nero-dentro-fontana-trevi/6078379c-f7c6-11ed-9764-fa66af6d37cf
- 10 https://www.byoblu.com/2022/11/11/fare-figli-e-la-piu-grave-minaccia-al-pianeta-la-folle-idea-rilanciata-dal-mainstream/
- 11 https://en.wikipedia.org/wiki/J._Philippe_Rushton
- 12 https://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Osborne_Wilson
- 13 https://www.treccani.it/enciclopedia/james-dewey-watson_%28Dizionario-di-Medicina%29/
- 14 https://library.wur.nl/WebQuery/file/cogem/cogem_t49203c8e_001.pdf
- 15 https://www.nbcnews.com/id/wbna21375778
- 16 https://www.corriere.it/cultura/14_dicembre_04/medaglia-nobel-watson-venduta-all-asta-41-milioni-dollari-117f64e8-7be8-11e4-b47e-625f49797245.shtml#:~:text=La%20medaglia%20del%20Nobel%20vinta,sull%27inferiorità%20genetica%20dei%20neri.
- 17 https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/05/17/mattarella-omofobia-transfobia-insopportabile-piaga-sociale_ab491ae4-3f3e-47d3-882c-0c29e2562916.html
- 18 https://www.orazero.org/il-lento-tramonto-della-falsa-escatologia-occidentale/
- 19 Giovanni 8, 11
- 20 https://www.ilsussidiario.net/news/20-giovani-si-dichiara-gender-fluid-studio-ma-aumentano-le-malattie-veneree/2528378/
- 21 https://eu.usatoday.com/story/life/health-wellness/2022/03/24/marsha-blackburn-asked-ketanji-jackson-define-woman-science/7152439001/
- 22 https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/11/lollobrigida-precarieta-incide-sulla-natalita-in-usa-e-terzo-mondo-non-e-cosi-e-cita-bolzano-blangiardo-li-donne-lavorano-nel-pubblico/7158627/
- 23 https://www.avvenire.it/attualita/pagine/nelle-mense-tra-vecchi-e-nuovi-poveri-anziani-e-f
- 24 https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_28/milano-poverta-sempre-piu-diffusa-oltre-diecimila-persone-in-coda-per-un-pacco-con-i-viveri-0c30590c-8607-11ed-8ecf-04471f1e32e0.shtml
- 25 https://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_Adolfo_Rol
- 26 https://www.mittdolcino.com/2021/06/26/gustavo-rol-ha-detto-in-tempi-non-sospetti-categorigamente-che-nel-2025-il-60-degli-italiani-saranno-di-colore-analizziamo-questa-profezia-da-parte-del-rol-che-mai-le-sbagliate-deriviamo-che-tanti/
- 27 http://dominoarch.blogspot.com/2013/06/palazzo-dellonu-wallace-k-harrison.html
- 28 https://archive.fo/2017.01.23-214059/http://www.un.org/press/en/2000/20000317.dev2234.doc.html
- 29 https://www.adnkronos.com/lavoro-cgil-tra-20-anni-6-9-milioni-di-lavoratori-in-meno-servono-piu-migranti_55D9wrpUxHVZ7pVEg04HmL
- 30 https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_sul_genocidio
- 31 https://www.treccani.it/enciclopedia/genocidio-dir-int_%28Diritto-on-line%29/
- PARTE UNO https://www.orazero.org/la-coscienza-extinction-mode/