Ieri bazzicavo per l’internet, serena e tutto sommato ben disposta verso il genere umano. Poi, come sempre, è successo qualcosa che ha fatto colare a picco il mio buonumore. Nello specifico, questo stato facebook:
Qui notiamo la ragazza (e, senza violare la privacy, vi dico che era MOLTO giovane), che è alla ricerca di una lettura rosa. E questo non sarebbe un problema. Il problema risiede nel fatto che si è premurata di specificare che vuole una rappresentazione maschile “strafottente” e che non diventi “leccaculo”.
Questo mi ha fatto riflettere. Innumerevoli immagini si sono fatte strada nella mia mente, e in particolare le copertine di tutti i milioni di libri che trattano una figura maschile di questo genere. In particolare, la mia nemesi, la saga che più odio al mondo e che se diventerò mai dittatrice metterò al rogo pubblicamente stile Fahrenheit 451: CINQUANTA SFUMATURE DI *INSERIRE COLORE*.
Non sono qui per discutere la poca conoscenza della ragazza in ambito “letterario”. Non sono qui per dirle, insomma, che libri come quello che cerca infestano la nostra vita e il mondo tutto come la peste nera del 1300. Sono qui, tuttavia, per fare un piccolo pensiero a proposito della figura maschile così come rappresentata nella letteratura moderna, soprattutto femminile.
Sono pronta ad ammetterlo: in questo ambito, a mio modesto parere, l’uomo è stato più sfortunato. Se per la donna bene o male si ammette una qual certa varietà, dalla timida stagista alla sterminatrice di draghi con i controcazzi, per l’uomo non è stato così semplice raggiungere un grado accettabile di indipendenza dai luoghi comuni. Quindi, se certamente si trova l’uomo comprensivo, sensibile, intelligente, in poche parole normale, è anche vero che bisogna sempre cercarlo nei big (Stephen King, o G.R.R. Martin, o Tolkien…). In realtà nella gran parte della letteratura, di ogni genere ma soprattutto in quella rosa, la figura dell’uomo è sempre e solo una, tanto piatta emotivamente quanto pericolosa: l’uomo che non deve chiedere mai!
L’uomo ricco, palestrato, bello e impossibile, malatissimo di sesso e con tendenze possessive al limite della legalità. Quell’uomo che ti fa regali costosi non perché intende farteli, ma perché dà per scontato, neanche tanto di nascosto, che la donna non potrebbe ottenerli mai da sola (qualcuno ha parlato delle macchine e delll’elettronica varia che Cristiano Grigio regala alla sua Anastasia?). Quell’uomo che vuole che tu lavori, ma in un ambiente ovattato, protetto e con una certa pedata in culo per arrivare ai piani alti (qualcuno ha parlato del ruolo di capo redattrice, sempre di Anastasietta?). Quell’uomo che ti vuole, non nel senso che ti desidera, ma proprio che ti vuole, e basta. Quell’uomo che controllo ogni aspetto della tua vita, dalla macchina che puoi guidare ai vestiti che puoi indossare, e che ti fa contestualmente credere che sia per AIUTARTI!
Questo tipo di figura maschile ha ormai invaso la letteratura moderna come una muffa stantia e impossibile da sradicare. E sapete perché è impossibile da sradicare? Perché, beh… alle donne piace! Così come la donna oggetto non sparirà mai del tutto finché l’uomo non la boicotterà, così l’uomo SECSI e prepotente non lascerà mai le nostre lande se non saremo noi le prime a cacciarlo.
Quel che però mi fa più tristezza è che le donne, soprattutto le giovanissime come nel caso dell’autrice del post, non si rendono conto di quanto questa rappresentazione sia pericolosa per tutta la società mondiale. Non perché influenza l’uomo (il quale solitamente non legge questo tipo di libro), ma perché influenza la donna stessa, le fa il lavaggio del cervello, e la convince a operare una scelta del tutto errata nel momento di scegliersi un partner.
Donne, ragazze: un uomo possessivo non è innamorato; un uomo strafottente non è sicuro di sé; un uomo assillante non è protettivo; un uomo prepotente non è affascinante.
Dovete iniziare a capire qual è la differenza tra questi termini, perché è proprio in questi che risiede la forza delle masse. Se continuerete a pensare che le parole che ho scritto siano sinonime tra di loro, la donna e l’uomo non saranno mai liberi, l’una dagli altri uomini, e l’altro dagli stereotipi.
Allo stesso modo, mi ripugna come la parola “secchione leccaculo” sia utilizzata per descrivere un tipo di ragazzo timido e premuroso. Davvero, mi ripugna tanto.
Perché tutto questo porterà ad una ragazzina che, cresciuta, si lamenterà delle sue relazioni instabili, della sua impossibilità di trovare qualcuno disposto a impegnarsi, della “stronzaggine” del genere maschile. E non si accorgerà che, in realtà, è tutta opera sua, e di sua madre prima di lei, e della madre di sua madre, e di tutte le autrici rosa che ci inculcano a forza l’idea che un uomo per essere sicuro di sé debba essere UN COGLIONE.
Io, da parte mia, cerco di fare il possibile per arginare quest’idea che l’uomo potente sia l’unica alternativa attraente del panorama letterario. Lo faccio in due modi, principalmente.
Il primo, consiste nella discussione diretta. Ovviamente alla ragazzina ho risposto, in modo educato, e ne è seguito un brevissimo botta e risposta che credo non abbia portato a nulla. Ma ci si prova sempre, è il dovere che lo impone.
Il secondo metodo è, invece, impegnarmi attivamente perché nella MIA piccolissima parte di letteratura ci siano sempre uomini a tutto tondo, con debolezze, personalità diverse, sogni ed emozioni.
E proprio ora, sì, esattamente in questo periodo, mi sto impegnando in tal senso. Sto creando un personaggio apposta per smontare questo castello di bugie che è la figura maschile odierna. Lo sto facendo nel mio nuovo libro, che potete leggere gratis su WATTPAD. Volevo dimostrare che un uomo può e deve sempre puntare alla più alta realizzazione della sua consorte, spingendola sempre a fare il massimo, perché ne è in grado. Volevo un uomo che spronasse la sua donna ad aprirsi con gli altri, piuttosto che un maschio possessivo, geloso e secondino; volevo un uomo che la convincesse a decidere da sola quello che è meglio per lei, non un uomo che decide anche cosa deve indossare; volevo un uomo che, per quanto problematico, non fosse una gabbia per la consorte, ma un trampolino di lancio verso l’indipendenza. E ho voluto farlo nel modo più arduo possibile: coniugando tutto questo alla persona meno indicata al proposito, uno psicopatico omicida attratto dal dolore anche in ambito amoroso. Se può lui essere una persona incoraggiante per la figura femminile, se può lui distinguere tra dominazione sessuale e violenza domestica, può e deve riuscirci davvero chiunque, soprattutto il miliardario bello e impossibile alla Cristiano Grigio che tanto spopola oggi giorno.
E ricordatevi, donne, che non è sbagliato apprezzare un uomo sicuro di sé. Ma è sbagliato ritenere che questo significhi rendersi succubi.
SVEGLIATEVI.