A complemento del mio precedente articolo, La Guerra dello zio Sam1, vorrei fare ulteriori considerazioni. Ma prima di tutto ci tengo a ringraziare i lettori di OraZero i cui commenti forniscono sempre spunti di riflessioni interessanti: è grazie a loro che è stato possibile scrivere il presente articolo.
Incominciamo con quanto riportato da Svicolone, che cita il colonnello in pensione Douglas MacGregor2, ex comandante militare americano ai tempi della Guerra del Golfo ed oggi valente analista indipendente ma con ancora grosse entrature al Pentagono.
Si sa, in guerra la prima vittima è la verità, la propaganda la fa da padrone e non è mai dato di sapere quale è la reale entità di dati fondamentali, come il numero di morti e feriti patiti dalle parti in causa. Ed è così che gli uni tendono a minimizzare le proprie perdite ed al contrario ad ingigantire quelle degli altri, e viceversa. Pertanto può capitare di leggere articoli come questi:
Secondo il colonnello MacGregor però, la verità sarebbe un’altra rispetto a quella riportata dai media mainstream occidentali. Stando alle fonti di intelligence cui avrebbe accesso, egli sostiene che dall’inizio della guerra l’Ucraina avrebbe già perduto oltre 150.000 soldati: 122.000 morti sicuri più altri 35.000 dispersi ma presunti morti. Al contrario le perdite patite dai Russi sarebbero molto più contenute, tanto che il rapporto tra perdite ucraine e perdite russe sarebbero pari a 8:1, cioè otto morti tra le file ucraine per ogni soldato russo morto. Sapendo che in una guerra il rapporto tra morti e feriti è pari a circa 1:3 – sempre che i dati citati dal colonnello siano veritieri – possiamo presumere che l’Ucraina abbia già perso oltre 400.000 uomini. Secondo un altro stimato analista militare, Gordon Duff del Blog Moon of Alabama, il numero di feriti tra gli ucraini sarebbe sovrastimato ma solo perché in realtà, essendo ormai l’esercito ucraino impossibilitato a soccorrere adeguatamente i propri soldati feriti al fronte, il numero di morti sarebbe anche più alto di quello riportato da MacGregor3.
Il comandante in capo dell’esercito ucraino, il generale Zaluzhnyi4, in una recente intervista rilasciata al The Economist5, ha puntualizzato che al momento “l’Ucraina ha abbastanza uomini sotto le armi: più di 700.000 in uniforme, in una forma o nell’altra, di cui più di 200.000 sono addestrati al combattimento”. Sarà anche così, come dice il generalissimo ucraino, che il suo paese ha uomini a sufficienza per fronteggiare l’invasore russo; sta di fatto però che iniziano a moltiplicarsi in rete video di giovani ucraini che vengono letteralmente braccati dai soldati ucraini, immobilizzati e quindi arruolati a forza, cioè con spropositata violenza, per poi essere mandati al fronte a combattere contro i Russi6.
Stando al ministero della difesa russo, le perdite subite dalle forze armate ucraine dall’inizio del conflitto e fino al 23 gennaio sarebbero pari a quanto segue:
Alla vigilia della guerra, l’Ucraina poteva disporre ufficialmente di 2.500 carri-armati e di 12.300 veicoli blindati, di circa 1.000 semoventi di artiglieria, di 2.000 pezzi di artiglieria trainati e di 500 lanciarazzi multiplo7. In pratica, sempre che i conteggi fatti dai Russi non siano stati esagerati per motivi di propaganda, gli ucraini avrebbero già perso buona parte di quanto avevano all’inizio della guerra; anzi, molto di più, considerando anche ciò che hanno ricevuto dall’occidente collettivo sotto forma di aiuti militari (erogati chiaramente in nome della pace e della democrazia così come vuole il bi-pensiero orwelliano imperante nella nostra società). Sono perdite pesantissime, a cui gli aiuti da parte dei paesi occidentali, pur rilevantissimi, non sono probabilmente in grado di porre rimedio, anche perché l’insaziabile “appetito dell’Ucraina per le armi sta mettendo a dura prova le scorte occidentali”8:
Si aggiunga a questo che l’Ucraina da mesi è puntualmente oggetto di pesanti bombardamenti missilistici da parte dei Russi, che hanno irrimediabilmente compromesso le infrastrutture del paese, e non solo quelle energetiche. La prima conseguenza di ciò è che la popolazione civile è sottoposta sempre più frequentemente a lunghe interruzioni nell’erogazione di servizi fondamentali come elettricità, acqua e riscaldamento. Non è certo di conforto per i soldati ucraini al fronte sapere che, mentre loro si prestano a fare da carne da cannone per gli interessi degli anglo, le proprie mogli ed i propri figli sono sì a casa ma al freddo ed al buio.
In più la capacità industriale dell’Ucraina è ormai ridotta ai minimi termini. Questo significa non solo che oggi l’esercito ucraino è totalmente dipendente dagli aiuti stranieri, non essendo più l’industria locale in grado di produrre alcunché per supportare lo sforzo bellico; significa anche che, una volta che la guerra sarà conclusa, occorrerà una cifra spaventosamente alta per ricostruire il paese devastato. Si stima che questa cifra si aggiri sui 1.000 miliardi di dollari9. Anche da questo dato si capisce bene che i Russi non avranno alcun interesse ad annettersi tutto il territorio ucraino: chi può mai aspirare al controllo di un paese tanto derelitto che si era contraddistinto negli anni precedenti unicamente per essere il paese più povero e corrotto d’Europa da cui tutti volevano scappare (come testimonia il seguente grafico inerente la sua evoluzione demografica)?
Quindi, ricapitoliamo. Prendiamo in esame cosa è realmente l’Ucraina oggi a quasi un anno dall’inizio del conflitto. Abbiamo un paese in bancarotta, senza pressoché più alcuna base industriale a causa delle devastazioni belliche, le quali potrebbero continuare ancora a lungo; si sa già che esso è destinato a perdere nel corso del 2023 quasi la metà del proprio PIL10; il crollo demografico, che è incominciato da molto prima dello scoppio della guerra, è senza precedenti ed è stato costantemente alimentato da un livello di povertà e di corruzione proprio più di un paese africano che di uno bianco europeo; il suo esercito, impegnato in questa sanguinosissima guerra, in nemmeno un anno potrebbe già aver subito perdite per oltre 150.000 uomini (senza contare i feriti non più in grado di combattere), ossia quasi tre volte quanto patito dagli americani durante l’intera guerra in Vietnam11; questo esercito, avendo già perso la quasi totalità dei mezzi di cui disponeva prima che il conflitto avesse inizio, si trova oggi completamente dipendente dagli aiuti di paesi stranieri giacché non vi è quasi più alcuna base industriale per supportare lo sforzo bellico; gli aiuti dall’estero, però, malgrado le pressioni esercitate da paesi come Polonia ed USA sugli alleati della NATO, potrebbero presto diminuire, semplicemente perché sempre più governi si stanno rendendo conto di quanto sia deleterio questo loro appoggio alla causa ucraina per le loro economie fortemente dipendenti dalle importazioni energetiche dalla Russia.
Non siamo in grado di affermare con certezza che quanto sopra sostenuto dagli analisti militari succitati circa le perdite ucraine in fatto di uomini e mezzi siano dati del tutto corretti. Però il sospetto è che lo siano, o che comunque non si discostino grandemente dalla verità. In fin dei conti, pure Ursula Von der Leyen aveva dato non molto tempo fa cifre simili riguardo alle morti in seno all’esercito ucraino12. Tuttavia, la situazione sul campo di battaglia deve essersi fatta particolarmente pesante per l’Ucraina se persino al Washington Post, che è in qualche modo la cassa di risonanza ufficiale del deep state americano, ci si inizia a porre delle domande sulla sua effettiva capacità di fronteggiare il nemico russo dopo la sanguinosissima battaglia di Soledar13. Per di più, iniziano ad apparire sui giornali occidentali anche titoli come questo:
Prima di tutto, ci si dovrebbe chiedere come sia possibile che un giornale a tiratura nazionale possa pubblicare un articolo di tale sconsideratezza. Per di più, l’autore ha anche fama di essere un esperto di geopolitica. Non voglio sembrare supponente ma a chiunque, e non solo ad un sedicente esperto, dovrebbe apparire chiaro che l’ingresso in guerra a piè pari della NATO nel conflitto in Ucraina porterebbe facilmente allo scoppio della terza guerra mondiale e quindi ad un terrificante olocausto nucleare. Si rimane esterrefatti e soprattutto inorriditi per la leggerezza con cui viene invocato un intervento militare, come se si trattasse di una scampagnata in campagna, e non di qualcosa che potrebbe portare alla fine della civiltà per come finora l’abbiamo conosciuta. Ma la costituzione del ’48 che fine ha fatto? Sì, proprio quella che recita che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”14? Siccome non ci sta bene che la Russia vinca sul campo di battaglia, cosa facciamo? La terza guerra mondiale? Ma chi vuole veramente morire per difendere un paese povero, corrotto ed ormai completamente in rovina come l’Ucraina?
Comunque, a parte l’indignazione ed i brividi freddi che qualsiasi persona ancora dotata di un minimo di raziocinio non può che provare nel leggere certe corbellerie, occorre fare alcune considerazioni supplementari. È chiaro che se oggi appaiano certi inquietanti e sconcertanti articoli di giornale è perché – quantunque la propaganda occidentale ci dipinga una Russia che verserebbe in gravissime difficoltà, quasi senza più armi e missili con cui attaccare, e con un Putin malato e con un piede nella fossa in procinto di essere spodestato da una fronda di palazzo sempre più numerosa ed agguerrita, mentre l’Ucraina invece si sarebbe rafforzata a tal punto da essere pronta a sferrare una controffensiva decisiva per riprendersi anche la Crimea – la guerra ha preso oramai una direzione precisa. L’Ucraina non sembra più in grado di resistere ancora a lungo all’avanzata delle truppe russe.
Stanno anche capitando cose strane in Ucraina: qualche giorno fa, a sorpresa, si è dimesso dal suo incarico il braccio destro di Zelens’kyj, Arestovych15. E queste non sono state le uniche dimissioni improvvise. Si segnalano anche le dimissioni dei capi delle regioni di Zaporozhye, Kherson, Sumy e Dnepropetrovsk, nonché quelle del viceministro della difesa16. Molto strana è anche la vicenda dello schianto in elicottero in cui ha perso la vita il ministro degli Interni Monastyrskyi17: semplice incidente, sabotaggio od addirittura un missile? Sono forse in atto delle purghe all’interno del regimo ucraino? Dei regolamenti di conto? Oppure, sta succedendo quello che succede sempre quando la nave affonda? Che i topi scappano! Ecco, si ha l’impressione che le cose abbiano preso una piega tale da far sperare che presto la guerra possa finire: con la disfatta dell’Ucraina e la totale affermazione della Russia.
Agli ucraini ed ai sostenitori della loro causa non dovrebbe neppure sfuggire il fatto che si segnalano alcuni episodi che viene difficile descrivere se non come di cattivo presagio. Proprio in queste ore, enormi stormi di corvi, come mai se ne erano visti in precedenza, sono volati via dalla città di Kiev, quasi come se presentissero un qualcosa di molto negativo che ivi sta per avvenire:
A questo punto, qualora la guerra si concludesse con una pesante sconfitta militare, potrebbe essere in dubbio l’esistenza stessa della nazione ucraina, per lo meno per come l’abbiamo conosciuta negli ultimi decenni. Non è un mistero che la Polonia da tempo voglia annettersi l’Ucraina occidentale con la città di Leopoli, cioè la Galizia, che è stata sua per diversi secoli. L’ex ministro degli esteri polacco Sikorski, quello stesso medesimo che si compiaceva dell’atto criminale ai danni del North Stream II, ha riferito che in tempi non sospetti Putin fece un’offerta a Tusk, allora prima ministro polacco, per la spartizione dell’Ucraina18 dal momento che i Russi l’hanno sempre reputata uno stato artificiale senza alcuna ragione storica per esistere, per lo meno all’interno degli attuali confini. Il che non dovrebbe essere affatto considerato una menzogna, considerando che l’attuale Ucraina si estende in gran parte su territori che storicamente non sono mai stati pienamente ucraini, ma piuttosto russi, polacchi, rumeni, ungheresi, slovacchi…
Che sarà dunque del futuro dell’Ucraina e di questa guerra? Ringrazio il lettore Giovanni che ha postato alcuni giorni fa un interessantissimo video di un’intervista allo scrittore italiano ma di origine russa Nicolai Lilin19, nativo della Transnistria, regione questa ufficialmente moldava ma di fatto russa e di cui credo che presto sentiremo molto parlare. Invito i lettori a vedere quest’intervista, decisamente illuminante poiché Lilin illustra con bravura e dovizia di particolari quelli che potrebbero rivelarsi dei possibili sviluppi futuri:
Lilin – oltre a spiegare la maniera in cui le forze politiche anglosassoni, di cui secondo lui non ci si può mai fidare perché trattasi di autentici filibustieri sempre pronti al raggiro, hanno proditoriamente spinto l’Ucraina al suicidio – dà come imminente una grossa controffensiva da parte dei Russi che partirebbe dalla Bielorussia ed interesserebbe tutto il territorio ucraino, e non solo più il Donbass. In questo caso, secondo Lilin, l’implosione dell’Ucraina sarebbe solo questione di tempo. Verrebbe messa a rischio anche la sua stessa unità territoriale, mentre prende sempre più piede l’ipotesi di un suo smembramento a favore non solo della Russia, ma di tutti i suoi vicini. Quella che segue è un’ipotetica spartizione dell’Ucraina, apparsa addirittura sulla televisione polacca: la Polonia si riprenderebbe la Galizia, l’Ungheria la Transcarpazia, la Romania la Bucovina e la Russia le regioni russofone dell’est e del sud del paese, fino al confine con la Moldavia, cioè appunto fino alla Transnistria. Di ciò che al momento è ancora lo stato più esteso d’Europa (dopo ovviamente la Federazione Russa) rimarrebbe solo la regione di Kiev, quella che storicamente è sempre stata l’Ucraina propriamente detta.
Detto in tutta franchezza, delle sorti dello stato ucraino ci deve importare ben poco. A noi deve riguardare ben altro, purtroppo. Paradossalmente, che la guerra in Ucraina stia, come sembra, per volgere al termine potrebbe non essere per noi europei, così succubi dell’oligarchia anglo, qualcosa di così positivo. Giorni fa su OraZero è stata pubblicata la traduzione di un’intervista all’intellettuale francese Emmanuel Todd20 il quale, come molta sagacia e cognizione di causa, spiegava come gli USA, impelagandosi in questa guerra, si siano cacciati in un tal cul-de-sac che ormai la sconfitta dell’Ucraina sul campo di battaglia sarebbe soprattutto la loro stessa sconfitta poiché segnerebbe la fine della loro egemonia a livello planetario. E questo ha spinto Todd a dichiarare che de facto la terza guerra mondiale ha già avuto inizio. Si teme che egli – purtroppo per tutti noi – abbia completamente ragione.
In pochi mesi, gli USA hanno consegnato all’Ucraina un quantitativo spaventosamente alto di aiuti di vario genere, soprattutto militari; si stima che il tutto abbia un controvalore di circa 50 miliardi di dollari21. Come abbiamo già ricordato, gli americani, rifiutandosi di accettare un nuovo ordine mondiale multipolare così come desiderato dalla Russia e dalla Cina, hanno spinto queste ultime a porre le basi per rivoluzionare il sistema economico, finanziario e monetario su cui da decenni si basa la supremazia politica ed economica americana. In modo particolare, è in pericolo il primato del petroldollaro. Proprio in questi giorni, l’Arabia Saudita, senza il cui appoggio il petroldollaro proprio non potrebbe esistere, ha annunciato di essere pronta a valutare la possibilità di vendere il proprio greggio anche in altre valute al di fuori di quella americana; nella fattispecie, i Saud potrebbero accettare lo yuan22.
La Russia, dal canto suo, con la collaborazione dei BRICS, sta valutando la possibilità di incominciare a commerciare in una nuova valuta di riserva basata su un paniere di valute dei paesi BRICS, un qualcosa di simile ai diritti speciali di prelievo DSP23. Questa nuova valuta verrebbe denominata R5 per il fatto che i cinque membri dei BRICS hanno tutti delle monete il cui nome inizia con la lettera R (Rublo russo, Renmimbi cinese, Rand sudafricano, Real brasiliano e Rupia indiana). Ma soprattutto si sta prendendo in considerazione l’idea di legare questa nuova valuta R5 all’oro, o comunque alle materie prime, dando così vita a quello che lo stimato economista russo Glazyev24 è solito chiamare gold ruble 3.025, Questo nuovo gold standard, a maggior ragione se supportato anche da un paniere di altre materie prime, porterebbe inesorabilmente alla fine non solo del dollaro, ma di tutte le monete fiat, euro compreso.
Sempre Lilin, nella succitata intervista, dice un’altra cosa particolarmente importante. Egli ci ricorda come il petroldollaro, ossia la moneta fiat americana, sia stata in qualche modo l’arma segreta con la quale gli USA hanno sconfitto l’Unione Sovietica. Ma c’è un problema. Le monete fiat hanno un difetto intrinseco: un’eccessiva stampa di moneta fiat comporta nei fatti che un debito sempre crescente viene trasmesso di generazione in generazione, accumulandosi incessantemente fino al punto in cui non si arriva al redde rationem in cui i nodi vengono al pettine tutti insieme perché questo debito diventa virtualmente impagabile. Quello è il momento in cui una guerra diventa una possibilità più che concreta. E questo momento pare ormai essere giunto per il dollaro americano.
Il totale del debito pubblico statunitense ammonta a circa di 90.000 miliardi di dollari, a cui però se ne devono aggiungere altri 169.000 miliardi di passività non finanziate, per un totale complessivo di 259.000 miliardi, che equivalgono ad un debito di 778.000 dollari in media per cittadino statunitense o 2,067,000 per contribuente. Si tratta di un debito semplicemente impossibile da pagare, anche perché il valore combinato di tutti i beni americani, che si tratti di appezzamenti di terra, di immobili, di risparmi, posseduti da aziende, cittadini, imprese, enti, stato e quant’altro ammonta approssimativamente a 193.000 miliardi di dollari26.
Per non andare a gambe all’aria, l’America ha bisogno che il suo dollaro continui ad essere la moneta di riserva sui mercati internazionali, in modo che tutti i paesi del mondo seguitino a farne ancora richiesta. Ma nel momento in cui la NATO – perché di fatto questa è già una guerra NATO vs RUSSIA – fosse sconfitta in Ucraina, il processo di de-dollarizzazione subirebbe un’accelerata vertiginosa. Infatti, nel volgere di pochissimo un numero crescente di paesi in tutto il mondo troverebbe la forza ed il coraggio di distaccarsi dalla moneta fiat americana ed emergerebbero immediatamente nuove valute di riferimento, quale potrebbe presto diventare questo R5 ideato dai BRICS. Il dollaro – quanto a lui – smetterebbe d’emblée d’essere la valuta di riferimento internazionale. A quel punto sarebbe solo questione di tempo per assistere al collasso definitivo dell’impero americano.
Si buon ben capire, sulla base di queste considerazioni, quanto abbia ragione Todd nel dire che la terza guerra mondiale è già iniziata. Soprattutto, da tutto ciò possiamo intuire che gli USA, attraverso la NATO, faranno di tutto per difendere quello che resta della supremazia del dollaro americano. Arriveranno anche al punto di alzare la posta in palio, fino a minacciare lo scontro diretto con la Russia, e non solo più col tramite dell’Ucraina. Il che significa solo una cosa: crescita a dismisura del rischio di scoppio della terza guerra mondiale combattuta anche con armi nucleari.
Ad onor del vero, pare già che siamo giunti a questo punto. Non passa giorno senza che non si abbiano preoccupanti notizie circa l’escalation in atto in Ucraina, con i paesi occidentali che, malgrado l’approssimarsi della sconfitta della stessa, non si rassegnano allo stato di fatto ma continuano ad inviare armi per combattere contro la Russia superando di volta in volta un limite che non avrebbero mai dovuto valicare. L’ultima di queste inquietanti notizie, in ordine di tempo, è quella inerente la Germania la quale, dopo settimane di esitazioni, avrebbe acconsentito a consegnare all’Ucraina i suoi carri-armati Leopard mentre gli USA si accingono a fare lo stesso con i carri-armati Abrams27. Gongola nel frattempo la stampa di regime, convinta che Zelens’kyj abbia ormai la vittoria in pugno28. Noi invece comuni mortali – per lo meno quelli tra di noi ancora dotati di senno – ci angustiamo sempre più perché non possiamo ignorare quanto catastrofiche siano queste decisioni prese da politici ormai senza più legittimità alcuna, totalmente succubi degli interessi anglo tanto da macchiarsi del più infame dei delitti: quello di tradimento verso le proprie stesse nazioni esposte al rischio di un olocausto nucleare, conseguenza di uno scontro diretto con la Russia con cui al contrario si vorrebbe essere amici. Persino le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse, “che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di un’ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta”29, non erano mai state tanto vicine alla fatidica mezzanotte30.
In questo momento così drammatico non ci resta altro che pregare per scongiurare il pericolo di un confronto diretto NATO-Russia? Quello sempre. Però forse non è il caso di disperarsi. Per lo meno, non troppo. Forse c’è dell’altro, un’altra interpretazione che possiamo dare a quanto sta succedendo, che ci faccia capire che la terza guerra mondiale (che comunque di questo passo e con questa umanità sarà inevitabile) non è poi così imminente. Facciamo un’ulteriore considerazione. In questo caso ci è d’aiuto quanto scritto alcuni giorni fa dall’utente cachafaz, di cui vorrei citare un commento per intero:
“Io dubito fortemente della WW3: la guerra nucleare non conviene a nessuno. Quella convenzionale la Nato la farebbe volentieri, solo fosse in grado di vincerla. Dite che alla Nato sono del tutto stupidi? Forse no. Tutti i mezzi che stanno sbarcando nel nord Europa, migliaia di blindati e corazzati, carri-armati a centinaia, Abrams pateticamente ancora con colorazione per il deserto, forse anche mezzi arrugginiti e dubito tutti aggiornati con sistemi di puntamento e quant’altro, dite che li mandano al massacro -con equipaggio occidentale peraltro, non avendo il tempo di istruire gli ucraini- contro i superiori missili, UAV e artiglieria russa? Con i Russi che hanno già preparato svariate centinaia di T/90 perfettamente aggiornati aggiungendo gli ultimi ritrovati del carrarmato? Forse li vogliono usare come forza di pace, mandarli a Kiev sicuramente con compiti di ‘interposizione’… Diranno per non far scoppiare la WW3… Quello che potrebbe essere incerto è il destino di Odessa, i Russi la vorranno sicuramente come il resto del Donbass e quindi bisogna vedere chi arriva prima. C’è da temere che i Russi saranno costretti, di malavoglia, ad anticipare l’eventuale offensiva”.
Personalmente, sono della medesima opinione. Gli USA sanno bene che non hanno possibilità di vincere una guerra convenzionale contro la Russia che gode di una superiorità netta, sia in termini di quantità che di qualità di uomini e di mezzi. Gli americani potrebbero devastare la Russia solo impiegando armi nucleari. Ma chiaramente un olocausto atomico non conviene a nessuno, soprattutto a loro perché, se è vero che in un conflitto atomico non ci sarebbero né vincitori né vinti ma solo perdenti, visto le devastazioni su scala planetaria, è pur sempre vero che la Russia negli ultimi anni ha sviluppato sistemi d’arma sempre più sofisticati che le danno un indiscutibile vantaggio anche nel caso di un confronto nucleare. Sempre cachafaz specifica quanto segue: “La guerra nucleare conveniva a Washington se la stessa fosse in grado di portare il first strike; è tanto che ci lavorano, ma la Russia afferma che saprebbe parare il colpo. Quelli che la ritengono possibile se non probabile, dovrebbero rispondere alla domanda: come mai stanno sbarcando migliaia di mezzi blindati? Se risolvono tutto con le bombe atomiche, a che servono i blindati che neanche potrebbero entrare nelle zone contaminate?”
Mi sembra una ricostruzione più che plausibile. Anche Lilin, nel corso della summenzionata intervista, dice cose simili. Egli spiega bene come questo appoggio militare all’Ucraina da parte dei paesi occidentali sia del tutto velleitario ed insufficiente per cambiare l’esito del conflitto, malgrado la propaganda occidentale. In primo luogo, i mezzi che i paesi occidentali fornirebbero all’Ucraina, a cominciare dai tanto acclamati carri-armati Leopard tedeschi, non sono numericamente sufficienti per colmare alcuna differenza. Non sono certo alcune decine di carri in più od in meno che possono far volgere a favore degli ucraini l’esito di questo conflitto. Giusto per dare anche visivamente l’idea di quanto appena descritto, si guardi a quanta disparità vi sia nella dotazione di carri-armati tra i paesi in questione:
Anzi, pare che la Russia disponga anche più di 12.000 carri-armati, forse addirittura di 20.000. Ma soprattutto, ancora una volta dobbiamo ricordare come al giorno d’oggi non si possa pensare di vincere una guerra senza avere una base industriale sufficiente per produrre a ritmo incessante mezzi e munizioni con cui rifornire con costanza i soldati al fronte. La Russia possiede queste capacità produttive e logistiche, noi occidentali no. Le avevamo ma le abbiamo perdute assecondando le mire egemoniche degli anglo, cui da umili e pedissequi vassalli ci siamo prostrati senza dimostrare dignità alcuna. Come possiamo produrre tutto ciò che ci occorre per fronteggiare la Russia se ciò di cui necessitiamo per un eventuale sforzo bellico è esattamente ciò che la Russia ci vende? Non è un paradosso enorme, questo? Mentre i media criminalmente ci spronano alla guerra, prospettando l’assoluta necessità di intervenire a favore dell’Ucraina per difendere la democrazia ed i valori occidentali, siamo comunque costretti ad andare questuanti col cappello in mano dai Russi per chieder loro quel gas e quelle materie prime di cui abbiamo bisogno per combatterli! Ma chi vogliono prendere in giro?
Lo stesso Lilin ci ricorda come l’esercito tedesco sia attualmente alla canna del gas e la sua base industriale tanto impoverita che, anche qualora fosse possibile ritornare a produrre mezzi ed armamenti in quantità sufficiente, questo comunque porterebbe al collasso economico della Germania per il semplice motivo che oggi questa non ha più la possibilità di acquistare dalla Russia il gas ai prezzi convenienti di prima. Queste sono le condizioni in cui versa l’esercito tedesco:
Ma quindi, se si ha ragione nel sostenere che questa pericolosa escalation militare non è finalizzata ad uno scontro diretto contro la Russia, a che cosa potrà mai servire? L’impressione è che essa invece si sia necessaria contro noi sudditi europei, per ingabbiarci e tenerci separati dalla Russia. Non è un mistero che, dal punto di vista geopolitico, ciò che terrorizza realmente le potenze anglosassoni, per definizione potenze marittime, sia il predominio a livello globale dell’Heartland, cioè delle potenze terrestri, di cui la Russia è sicuramente l’esempio per antonomasia. Questa superiorità si realizzerebbe soprattutto nel momento in cui vi fosse una convergenza di interessi ed una saldatura tra la potenza economica ed industriale della Germania e quella militare della Russia, la quale nel frattempo rafforzerebbe questa unione mettendo a disposizione la sua straordinaria abbondanza di materie prime ed energetiche. Da tempo il prevenire questa alleanza è la principale preoccupazione di Washington, come esplicitamente dichiarato dal capo dell’agenzia di intelligence privata Stratfor, George Friedman, secondo cui “il governo degli Stati Uniti vede una minaccia alla sua egemonia come unica superpotenza mondiale nella creazione di una tale unione”31.
Non a caso, il famoso progetto intermarium, di cui si è parlato più volte sulle pagine di OraZero32, e che prevede un’Europa centrale a guida polacca sotto la supervisione degli Stati Uniti, ha sempre mirato a creare una sorta di cordone sanitario che tenesse la Russia e la Germania separate. In fin dei conti, anche la stessa guerra in Ucraina potrebbe aver avuto questa stessa funzione. Pensiamoci bene. Fomentando una guerra fratricida tra Russi ed ucraini, e spingendo nel frattempo i sudditi europei ad elevare sanzioni contro la Russia ed a fornire aiuti ed assistenza militare all’Ucraina, gli americani hanno saputo cogliere più piccioni con una fava.
Indiscutibilmente, dando origine a questa proxy war,gli americani hanno inizialmente puntato a dissanguare la Russia in un conflitto che speravano durasse assai a lungo; in questo modo, ambivano a creare le condizioni ideali per un regime change al Cremlino dove, secondo le loro previsioni, si sarebbe così potuta insediare una dirigenza più acquiescente agli interessi occidentali. Ma questo primo loro obiettivo sembra fallito, perché la Russia ha dimostrato una solidità molto superiore a quanto da essi preventivato. In quella che i Russi chiamano operazione speciale di de-nazificazione hanno finora impiegato solo una parte delle proprie risorse, senza mai doversi spingere al limite e tenendosi ancora tutti gli assi nella manica; nel frattempo il Cremlino ha saputo aumentare il proprio consenso presso l’opinione pubblica nazionale che ha capito quanto questa guerra sia cruciale per le sorti del paese.
Tuttavia, pur fallendo in questo primo obiettivo, gli USA sono stati in grado di minare in maniera forse irreparabile le relazioni economiche e diplomatiche tra l’Europa occidentale e la Russia. Facendo leva sul tradizionale sentimento russofobo degli stolti paesi dell’Est Europa (Polonia e Baltici su tutti) e sulla sudditanza delle élite politiche occidentali all’oligarchia anglo, gli americani stanno spingendo l’Europa al suicidio economico, obbligandola a rinnegare la possibilità di accedere alle risorse energetiche e materiali della Russia, così fondamentali per la prosperità delle nostre economie. Mentre la Russia è stata in grado di volgere a proprio favore le sanzioni economiche che le sono state elevate, adottando una sorta di politica autarchica che, contribuendo al rafforzamento delle produzioni interne, l’ha portata ad essere ufficialmente tra le principali potenze economiche al mondo33, l’Europa occidentale invece, ormai privata della possibilità di beneficiare del gas russo a buon mercato, rischia seriamente di deindustrializzarsi in quella che pare una riedizione del piano Morgentau, con le industrie più grosse ed energivore, ovvero quelle che solitamente comportano economie di scala ma garantiscono anche i maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, costrette a de-localizzare in Cina o in America alla ricerca disperata di energia a costi più convenienti.
A peggiorare la situazione è l’ostinazione da parte dei nostri succubi governanti nel voler rifornire senza sosta l’Ucraina di armi. Detto già di come questi aiuti non appaiano in grado di modificare l’esito della guerra ma al più solo di prolungarne di qualche tempo la durata, occorre però puntualizzare che oggi l’Europa occidentale, percepita come ostile dalla Russia, si trova praticamente disarmata, avendo ceduto all’Ucraina gran parte delle armi stipate nei propri arsenali. Imbelli come siamo, la nostra sudditanza nei confronti dell’oligarchia anglo non può che peggiorare.
Con amici così, chi ha bisogno di nemici? Anzi, ci si chiede cosa potrebbe succedere nell’eventualità in cui qualche stato europeo dovesse sgarrare rinnegando l’amicizia con l’America (in realtà, nient’altro che una forma di umiliante vassallaggio), e varcare quindi il Rubicone, finendo così con l’instaurare rapporti più che amichevoli con la Russia. In conclusione, sembra proprio che questa situazione così esplosiva, questo continuo invio di armi in Europa, questo tintinnar di spade che sembra preludere allo scoppio della terza guerra mondiale, questa tensione e paura che si respira nell’aria tanto da aver indotto il Cremlino a dotare i palazzi governativi di Mosca di sistema di difesa aerea Pantsir, possa essere qualcosa di diverso da quanto inizialmente creduto: forse non una mossa degli americani (quantomeno delle élite al potere a Washington) per scatenare la terza guerra mondiale, ma piuttosto per non perdere la presa sui sudditi europei, qualora i successi sul campo di battaglia della Russia di Putin dovessero spingere qualcuno dei nostri governanti a chiedersi se i cosiddetti nostri liberatori della seconda guerra mondiale possano venire considerati realmente tali.
Un’ultima considerazione. Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, il ministro degli esteri russo Lavrov ha ricordato ancora una volta che tutti i mezzi militari, politici ed economici a disposizione della NATO e dell’UE sono finalizzati agli interessi del cosiddetto “miliardo d’oro”34. Si tratterebbe questa di una teoria della cospirazione molto in voga nel mondo russo secondo cui “una cabala di élite globaliste sta tirando le fila per accumulare ricchezza per il miliardo di persone più ricche del mondo a spese del resto dell’umanità”35. Questa è almeno la spiegazione che ne dà Wikipedia.
Implicitamente i Russi , avvalorando questa tesi, sottintendono che l’occidente collettivo, con il proprio modo di agire più tipico di un gangster che di uno stato di diritto, sarebbe intenzionato esclusivamente a schiavizzare il resto dell’umanità a solo vantaggio della propria popolazione alla quale sarebbero destinate la maggior parte delle risorse del pianeta anche a costo di rubarle ai legittimi possessori. Pur essendo un ammiratore di Lavrov e degli altri diplomatici russi, personalmente non posso fare a meno di chiedermi se egli abbia ben presente cosa sia questo “miliardo d’oro”. Credo che ciò che Lavrov intende per miliardo d’oro non corrisponda esattamente alla concezione che di esso hanno le élite solite a riunirsi a Davos. Temo che loro per miliardo d’oro intendano qualcosa di ben diverso.
E quindi mi chiedo se queste sconsiderate mosse da parte degli americani, che oggettivamente incrementano il rischio di portare l’Europa sul baratro della guerra mondiale, non abbiano invece una qualche diretta connessione con quanto sopra descritto. D’altronde, va ricordato che negli ultimi tempi in Europa stanno succedendo cose strane, mai verificatesi in precedenza. In tutti i paesi europei si registrano eccessi di mortalità come mai era capitato di verificare nella storia recente del continente. Qui di seguito l’esempio della Germania:
Ma ovunque in Europa è così, e l’Italia non fa certo eccezione.
Bisognerebbe chiedersi a cosa tutto questo sia dovuto. Forse un giorno lo si scoprirà. Ma quando ciò accadrà, in molti avranno un brusco risveglio. E non saranno contenti. Anzi… Ed ecco che tutti questi mezzi militari, oggi fatti giungere in Europa forse allo scopo di separarla dalla Russia, potrebbero trovare un utilizzo al di fuori di un ipotetico conflitto con la stessa. Si ricordi il ministro Lavrov, verso cui va comunque il mio apprezzamento, che il Destino, il Fato, il Cielo – o come preferite chiamarlo – potrebbe aver conferito al suo paese un compito preciso, che magari lui stesso ignora. Forse questo compito non è quello di andare contro questo miliardo d’oro ma, al contrario, di salvarlo.
- 1https://www.orazero.org/la-guerra-dello-zio-sam/
- 2https://en.wikipedia.org/wiki/Douglas_Macgregor
- 3https://www.maurizioblondet.it/quanto-e-dissanguato-lesercito-ucraino-una-valutazione/
- 4https://en.wikipedia.org/wiki/Valerii_Zaluzhnyi
- 5https://www.economist.com/zaluzhny-transcript
- 6https://twitter.com/i/status/1617260396221440003
- 7https://www.hitc.com/en-gb/2022/02/26/how-many-tanks-does-russia-have/
- 8https://foreignpolicy.com/2022/11/16/ukraine-weapons-military-aid-stockpiles-nato-low-industry/
- 9https://www.reuters.com/markets/europe/davos-2023-ukraine-courts-cash-post-war-rebuild-now-not-later-2023-01-19/
- 10https://www.infomercatiesteri.it/quadro_macroeconomico.php?id_paesi=96#
- 11https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Vietnam
- 12https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/11/30/news/von-der-leyen-da-i-numeri-sull-ucraina-morti-100-mila-soldati-poi-si-corregge-4718040/
- 13https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/01/15/bakhmut-wagner-battle-strategy/
- 14https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-11#:~:text=L%27Italia%20ripudia%20la%20guerra,la%20giustizia%20fra%20le%20Nazioni%3B
- 15https://insideover.ilgiornale.it/difesa/lascia-arestovych-lo-stratega-di-zelensky-dimissioni-o-purga.html
- 16https://www.agi.it/estero/news/2023-01-24/ucraina-dimette-tymoshenko-numero-due-staff-zelensky-19771479/
- 17https://tg24.sky.it/mondo/2023/01/18/guerra-ucraina-ministro-interni-morto
- 18https://www.maurizioblondet.it/sikorski-putin-ci-ha-proposto-la-spartizione-dellucraina/
- 19https://it.wikipedia.org/wiki/Nicolai_Lilin
- 20https://www.orazero.org/emmanuel-todd-la-terza-guerra-mondiale-e-iniziata/
- 21https://theconversation.com/us-military-spending-in-ukraine-reached-nearly-50-billion-in-2022-but-no-amount-of-money-alone-is-enough-to-end-the-war-197492
- 22https://www.milanofinanza.it/news/i-sauditi-meditano-di-farsi-pagare-il-petrolio-in-yuan-2555604#:~:text=L%27Arabia%20Saudita%20sta%20pensando,Usa%20sul%20mercato%20petrolifero%20globale.
- 23https://www.treccani.it/enciclopedia/diritti-speciali-di-prelievo_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/
- 24https://en.wikipedia.org/wiki/Sergey_Glazyev
- 25https://www.laveritarendeliberi.it/crollo-euro-e-dollaro-e-le-nuove-valute-sostenute-dalloro/
- 26https://www.zerohedge.com/markets/its-worse-many-can-imagine-kim-dotcom-sees-controlled-demolition-enabling-new-dystopian
- 27https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/01/24/ucraina-usa-verso-il-via-libera-allinvio-a-kiev-dei-carri-armati-abrams-in-questo-modo-possono-essere-sbloccati-i-leopard-tedeschi/6948493/
- 28https://www.repubblica.it/esteri/2023/01/23/news/tank_leopard_necessari_terreno_ucraina_russia_germania_europa-384734860/
- 29https://it.wikipedia.org/wiki/Orologio_dell%27apocalisse
- 30https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/01/24/lorologio-dellapocalisse-a-soli-90-secondi-dalla-mezzanotte_0d1534ca-6bb8-4817-8454-f967c5ad2960.html
- 31https://english.pravda.ru/news/world/130055-stratfor_russia_germany/
- 32https://www.orazero.org/decolonizzare-la-russia/
- 33https://www.agenzianova.com/news/la-russia-entra-tra-le-prime-dieci-economie-del-mondo-per-il-pil-ai-prezzi-attuali/
- 34https://www.orazero.org/sta-per-scoppiare-la-guerra-nato-russia/
- 35https://en.wikipedia.org/wiki/Golden_billion