In principio Dio creò la Sua Sapienza Immacolata
Alla sua sapienza Immacolata diede un volto ed un corpo: la Vergine Maria.
Nel corpo della Sapienza Immacolata è nato Gesù Cristo
Salve Aurora che sorge
per cui è iniziata la prima ora dello splendore tearchico.
Prega il sole da te nato
irroraci con la rugiada della luce
stilla di rugiada
divina.
San Alberto Magno
Dio è anche Madre
Nel 431 d.C. il Concilio di Efeso definì Maria “Madre di Dio” cioè Théotokos affermando in tal modo il diofisismo di Cristo figlio di donna, Dio e uomo allo stesso tempo.
“Dio è anche Madre” così si espresse il buon Papa Luciani1, troppo buono per sopravvivere alla feccia catto-comunista e massonica che lo circondava. Ma in quei trentatré giorni questa sola dichiarazione ha aperto la strada ad una conoscenza maggiore della Maternità di Dio, del pensiero materno di Dio che si realizza nella Sapienza dell’Immacolata.
Il popolo ebreo ha passato un tempo momenti difficili e si è rivolto al Signore lamentandosi dicendo: «Ci hai abbandonati, o Signore, ci hai dimenticati!». «No! – ha risposto Dio per mezzo di Isaia profeta – Può forse una mamma dimenticare il proprio bambino? Ma anche se succedesse, mai Dio dimenticherà il suo popolo».
Benedetto XVI non fu d’accordo con questa affermazione e scrisse: «Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell’uomo l’amore della madre appare inscritto nell’immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Madre nella Bibbia è un’immagine ma non un titolo di Dio». E sempre Benedetto XVI precisa: «L’immagine del padre era ed è adatta a esprimere l’alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l’esclusione delle divinità-madre l’Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio» … «Chiamando Dio con il nome di Padre, il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d’amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l’immagine della maternità, che indica ancor meglio l’immanenza di Dio, l’intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all’esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l’uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio.
Trascende pertanto la paternità e la maternità umane, pur essendone l’origine e il modello: nessuno è padre quanto Dio».
Per essere chiari non è sbagliata la dichiarazione di Benedetto XVI che ha chiarito bene i ruoli, ma la Maternità di Dio si esprime nel volto di Maria che è sempre stata nel Pensiero di Dio come increata sin dall’inizio della Creazione essendo sede della Sapienza e andando nell’Ecclesiastico cap. 24 troviamo:
…Io uscii dalla bocca dell’Altissimo, primogenita avanti tutte le creature:
Io feci nascere nel cielo una luce che mai vien meno, e come una nuvola ricopersi tutta la terra. Negli altissimi cieli io posi la mia abitazione, e il mio trono sopra una colonna di nubi.
Da sola feci tutto il giro del cielo, e penetrai nell’abisso profondo, camminai sui flutti del mare. E in ogni parte della terra posai il mio piede in tutti i popoli e in tutte le genti ebbi impero. E colla mia potenza ebbi sotto i piedi i cuori di tutti i grandi e dei piccoli; e fra tutti questi cercai dove posarmi, e fisserò la mia dimora nell’eredità del Signore. Io sono la madre del bell’amore, e del timore, e della scienza, e della santa speranza. In me è ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me voi tutti che mi bramate, e saziatevi dei miei frutti, poiché il mio ricordo è più dolce del miele, e il mio possesso supera il miele e il favo. La mia memoria vivrà per tutta la serie dei secoli. Quelli che mi mangiano avranno ancora fame, e quelli che mi bevono avranno ancora sete. Chi mi ascolta non avrà da arrossire, e quelli che operano con me non peccheranno. Coloro che mi illustrano, avranno la vita eterna. Poiché io faccio brillare per tutti la dottrina come luce dell’aurora, e la esporrò fin lontano, lontano.
Penetrerò in tutte le parti inferiori della terra, getterò lo sguardo su tutti i dormienti,
e illuminerò tutti quelli che sperano nel Signore. Io ancora spanderò la mia dottrina come una profezia, e la lascerò a quelli che cercano la Sapienza, e non cesserò d’annunziarla a tutta la posterità fino al secolo santo.
Vedete che non per me solo ho lavorato, ma per tutti quelli che cercano la verità.
L’idea di Maternità di Maria è associata a quella del Perdono, Dio perdono attraverso il Volto di Maria, nel quale si è voluto donare come Figlio. La Sapienza creata, o Sofia, è l’archetipo perfetto dell’Umanità Deificata, è il modello assoluto della Creazione ideale antecedente nel pensiero divino, che in principio venne portato all’esistenza dall’Amore creativo, Dio Padre e Madre.
La deificazione dell’umanità si ha solo nella ricerca della Sapienza, nella Sapienza troviamo il volto della Madre perché Maria risplende come Sede della Sapienza soprattutto perché possedendo la scienza spirituale inaccessibile ai ragionamenti umani, con la fede ha raggiunto una conoscenza sublime [delle cose di Dio.
Solo nella Maternità di Maria si può comprendere la Paternità del Padre nel Figlio.
Maria è il segreto fiore che cela tra i suoi petali di luce il punto che si espande nella Volontà di Amore Tripostatico.
Quando ad esempio si parla della pietà di Dio, non si ricorre al termine astratto di pietà, appunto, ma a un termine gravido di corporeità, rachamim, il grembo materno di Dio, che simboleggia appunto la pietà. Grazie a questa parola viene visualizzata la maternità di Dio anche nel suo significato spirituale. Tutti i termini simbolici riferiti a Dio concorrono a ricomporre un mosaico grazie al quale la Bibbia mette in chiaro la provenienza da Dio di uomo e donna. Ha creato entrambi. Entrambi sono conseguentemente racchiusi in lui – e tuttavia lui è al di là di entrambi».
La volontà di luce trapassa il buio cosmico per ridare luce al freddo silente incapace di generare luce propria.
La luce è il punto che si espande per riscaldare l’umanità intorpidita dalla fredda mente degli uomini figli delle tenebre che usano parole umane per confondere sempre di più l’umanità.
Cristo si è rivelato al mondo degli uomini come Figlio di Dio Padre nella Volontà d’amore della Madre Maria e del Paraclito perché è fiore di Sapienza Increata che voleva donarsi come Voce- Luce nel buio dei tempi per eternarli nella Luce sua di Figlio Unigenito. La Voce-Luce del Figlio si è offerta agli uomini come corpo vivente fatto Voce nei tempi annunciati dalla voce che gridava nel deserto.
Cristo ha dato Voce all’amore Paterno e Materno di Dio che nella Sua Sapienza ha voluto sempre donare una voce per richiamare la povera umanità decaduta sotto il peccato dalle voci del tempo.
Prima della seconda venuta Cristo ci dona un altro Consolatore che è Sua Voce autorevole che annuncia il nuovo cielo e la nuova terra a tutti coloro che si sentono indegni figli dell’Unigenito nel deserto dell’incomunicabilità umana che viene rivivificata da Dio-Amore Triunitario.
Giovanni si fa figlio di Cristo sotto la Croce e figlio di Maria talché Cristo diventa sia Padre che Fratello di Giovanni che è l’erede della Volontà di salvezza per ogni uomo che desidera passare per la porta stretta che è il punto- luce rivelatore della Sapienza ordinatrice. La luce attraversa i pertugi della mente per preparare all’ascolto della voce-testimone che è quella di Giovanni il Prediletto.
Giovanni è il testimone dell’espansione della luce dal punto originario che è la Volontà d’Amore della TriUnità che vuole farsi Padre, Madre, Fratello dell’uomo chiuso nel buio della sua mente.
Giovanni è il vento leggero della Parola che sempre si rinnova per essere Parola Vivente fatta Voce in un uomo che è stato capace di andare oltre le parole per ascoltare i battiti del cuore dell’amico Fratello padre Cristo ha voluto la voce potente come il tuono affinché si faccia spada della Verità per offrirsi agli uomini di buona volontà. Boanerges ha il ruolo di testimone della Verità ed in questa testimonianza egli si fa secondo consolatore.
I due Giovanni aprono e chiudono l’attimo teandrico della vita di Cristo come Figlio di Dio e come parte della TriUnità Ipostatica nel Padre e nella Madre.
Giovanni è anch’egli fiore sapienziale di Maria perché parte della corona del Cristo Risorto che comunica al figlio-fratello-erede la Verità del Suo Amore degli uomini.
In tale veste Giovanni diventa il tuono che parla e scrive al mondo per ricordare che Cristo è Re e Figlio di Dio. La Chiesa deve SEGUIRE Cristo senza seguire il mondo perché in questa trappola si cade quando si vuole innalzare il vitello d’oro che sono le neo-parole che si pongono ad ostacolo della Parola di Dio.
Gli uomini credono che le loro neo-parole possano confondere l’umanità ma Dio sarà la volontà d’Amore che libererà coloro che sono vittime inconsapevoli della menzogna umana.
La Voce-Tuono è la Parola ricreatrice che Giovanni mette in moto per essere l’inizio di un tempo di perdono e di arcobaleno per coloro che hanno pagato con l’isolamento e la maldicenza la fedeltà alla Volontà di Cristo espressa in Giovanni. Giovanni rappresenta la ri-creazione nel Logos che riparte dall’Omega per farsi Alfa. I figli in Giovanni diventano figli del Figlio-Padre Cristo per essere figli della Maternità di Maria.
Nella maternità Maria ha rimosso in Cristo e Giovanni l’inimicizia iniziale nata tra i figli di Adamo, per fare dei suoi figli i due modelli di amicizia ed amore agapico.
Giovanni infatti non rappresenta l’umanità ma sé stesso come erede designato sotto la croce.
L’umanità si rappresenta solo nella figliolanza di Giovanni che si fa figlio di Maria e fratello di Cristo divenendone figlio sotto la croce.
Sotto la croce si forma pertanto una Trinità ipostatica di Padre (Cristo) Madre (Maria) e Giovanni (Figlio) che è la chiave celata per comprendere la voce del tuono.
“Mediante l’amicizia, l’amore, la comprensione dell’amore di Dio, nasce nel nostro cuore questa Voce infallibile che ci conduce e che allontana da noi ogni tristezza mutandola in letizia, così come dice il Vangelo.
La Sapienza è un dono dell’amore di Dio e di Maria. La Sapienza ci viene data dalle mani di Maria, tanto generosa perché Lei per prima è il Volto della Sapienza di Dio, nel quale il Verbo si è fatto carne per venire a noi, per venire a portare la parola che deve mutare la realtà della vita, deve far diventare la vita umana vita divina. Il Verbo entra nel nostro cuore attraverso la Sapienza di Maria; ci trasforma e fa sì che anche noi possiamo generare parole capaci di cambiare la realtà intorno a noi. Maria è la vera Madre nostra, la Madre che ci toglie l’angoscia, che ci toglie il timore del giudizio, che ci toglie le spine che abbiamo nel cuore. Maria è la vincitrice di tutte le battaglie, Ella è il Volto dalla Sapienza di Dio che è venuta a noi per aiutarci a ritrovare l’immortale vita di Dio nel Nostro Cuore.
“La Maternità di Maria è la mia resurrezione, perché da quel momento ho capito, ho sentito, che lo Spirito Materno di Maria, della nostra Mamma eterna, non ci abbandona mai ed insieme all’amore suo, ritroviamo anche l’amore della donna che ci è stata madre. Sentire la maternità della Madonna è come passare da moritura ad eterna vita. È una vita che continua dentro di noi attraverso questo amore; questo raggio di vita di Maria è capace di farci risorgere anche nei momenti di tristezza, anche nei momenti di dolore. La Sapienza entra in noi, nel nostro Cuore, attraverso la Sapienza di Maria. La Sapienza di Maria ha portato il figlio sulla terra. La Sapienza di Maria porta, al nostro Cuore, l’amore pieno di Gesù e dello Spirito Santo che ci dona la resurrezione. Noi diventeremo, attraverso la Sapienza della Madonna, figli di Dio. La Madonna è capace ancora di rigenerare il figlio, che ha generato per l’umanità intera, è capace di rigenerarlo per ognuno di noi, nel nostro Cuore. È allora che diventiamo bambini, e quando siamo diventati bambini, non abbiamo più il timore di perdere l’eterna vita. L’eterna vita siamo noi quando Maria ha generato il figlio nel nostro cuore2”.
“…Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d’allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo…3”. Padre Kolbe si espresse con tenerezza nei confronti
di Maria SS: “…Nel ritorno a Dio, il figlio è concepito dallo Spirito Santo nel seno di Maria ed è per mezzo di Lui che l’amore ritorna al Padre.
Essa, unita all’amore della SS. Trinità, fin dal primo istante della sua esistenza, e poi per sempre, diviene il complemento della SS. Trinità … “(Questo connubio) è l’unione dell’essere di Maria con l’Essere dello Spirito Santo, il quale vive in Maria fin dal primo istante dell’esistenza di Lei e vivrà in essa per tutta l’eternità. In che consiste di preciso la vita della Spirito Santo in Essa? lui stesso è amore in Essa; ed è amore del Padre e del figlio, l’amore per mezzo del quale Iddio ama Sé Stesso, l’amore di tutta la SS. Trinità, l’amore fecondo, la Concezione… “Per conoscere l’Immacolata non basta ragionare; occorre la grazia e la luce soprannaturale4”.
Il Santo Alberto Magno così si espresse nel suo trattato il Bene: “Dal mio grembo prima di Lucifero ti ho generato. L’utero del Padre infatti è la natura della Divinità feconda nel Figlio del Padre…quando Dio ci donò il casto utero della Vergine, per il quale possiamo ricevere la purezza della divinità stessa in cui non c’è nulla di immondo, e la sindone della castità stessa in cui avvolgiamo le sfere del vero sole, affinché il nostro Dio che è «fuoco che consuma» e «sole di luce inarrestabile» confondendo gli occhi della nostra debolezza, non ci consumi con la sua luce come nel fuoco fumante e nello splendore non velato per mezzo del quale si accostò agli antichi5”.
Il Separatore
- 1 Un’anticipatrice, colei che per prima utilizzò nei suoi scritti spirituali l’espressione “Dio è madre”. C’è anche la mistica francese Elisabetta della Trinità fra i sette nuovi santi proclamati dal Papa. Carmelitana, nata nel 1880 e morta a soli 26 anni stroncata dal morbo di Addison – a causa dei dolori sperimentò anche la tentazione del suicidio – può essere considerata l’ispiratrice di Giovanni Paolo I. Quel Papa che, durante l’Angelus del 10 settembre 1978, scandalizzò la Curia romana dicendo che “Dio è papà, ma più ancora è madre”.
- 2 Luigi Gaspari – Reggio Emilia 19-04-1988
- 3 Proverbi 8,22
- 4 Padre M. Kolbe – Maria Vita dell’Anima
- 5San Alberto Magno – Il Bene – Pag. 216-217 – Rusconi