Il nostro affezionato utente, nonchè amico Marcoferro, spesso nei suoi commenti accenna al paese in cui risiede da diversi anni, il Costarica. Alcuni altri utenti hanno manifestato la volontà di saperne di più sul paese latinoamericano e hanno espressamente richiesto a Marco di scrivere un pezzo in cui descrivere il “suo Costarica”. Marcoferro ha simpaticamente accettato l’invito e ci ha mandato questo articolo che noi di OraZero pubblichiamo con entusiasmo sapendo di fare cosa gradita non solo a coloro che lo hanno appositamente richiesto, ma anche a tutti coloro interessati a conoscere meglio un paese come il Costarica. Naturalmente non dimentichiamo che di “espats” di italiani all’estero che seguono il nostro blog ce ne sono diversi. Buona lettura
La redazione di OraZero
La mia esperienza in Costarica
di Marcoferro
La prima volta che sentii parlare del Costarica fu da ragazzo. Avevo
15 o forse 16 anni quando lessi un annuncio di un ragazzo del Costarica, poco più grande di me, tra l’altro l’unico annuncio da parte di un ragazzo al quale risposi, preferivo rispondere a quelli scritti da ragazze. L’annuncio lo avevo letto su di una rivista che solitamente comprava mia sorella minore, Il Giornalino. Il mio amico invece si chiamava Jimy.
Internet non esisteva ancora, si comunicava solo attraverso lettere cartacee inviate per posta, quella classica, avete presente? Non avrei mai pensato che rispondere a un semplice annuncio avrebbe avuto una influenza tanto grande sulla mia vita. E’ come gettare un sassolino da una montagna: sulle prime sembra non succedere nulla e poi a poco a poco viene giù una frana.
Dopo poco più di un anno da quando avevamo cominciato la nostra amicizia per corrispondenza, Jimy venne a trovarmi a casa mia. La mia famiglia, giustamente, voleva essere sicura di che tipo fosse, prima di ospitarlo. Dopo andò a trovare un’altra sua amica, conosciuta sempre con lo stesso metodo, nei pressi di Verona.
Dopo qualche anno fui io ad andare a trovare lui. Avevo ventun anni, avevo appena fatto il servizio militare ed era la prima volta in assoluto che viaggiavo all’estero. Era il novembre del 1992, arrivai in Costarica dopo un lunghissimo viaggio, nella stagione delle piogge, che dura da maggio a novembre, ma ottobre e novembre sono proprio i mesi più piovosi. Tutto mi sembrava molto bello e soprattutto nuovo, avevo gli ormoni che giravano a mille. Conobbi in quella occasione la mia futura moglie -chi lo avrebbe mai immaginato- all’epoca solo una ragazzina di sedici anni, che andavo a trovare spesso, con suo padre, buonanima, che mi portava in giro con tutta la sua famiglia in auto per farmi visitare i posti più belli nei dintorni. Ogni domenica.
Ma non sto qui a dilungarmi, non voglio annoiare nessuno.
La cosa importante da sapere è che all’epoca ero solo un semplice turista, null’altro. Quando si visita un posto da turista è una cosa, quando ci si va per vivere e lavorare è tutta un’altra storia. Quando si ha a che fare con la burocrazia, il lavoro, i permessi vari, la sanità, l’acquisto di un auto…Bisogna prima conoscere bene il posto e sapere come funzionano le cose, soprattutto quando non hai una famiglia e le amicizie che ti possono dare un aiuto e difendere. Mai buttarsi allo sbaraglio. Infatti in quell’occasione tornai in Italia, a casa mia, dove cominciai a farmi la mia vita. Poi andai a lavorare in Germania, dove rimasi dieci anni. Terminata quell’esperienza, decisi di tornare in Costarica. Era ormai il 2003, i tempi erano cambiati. Facendo un confronto con la prima volta in cui mi recai nel paese centramericano, potei notare essenzialmente tre differenze: la gente si muoveva con più fretta, sembrava più stressata, aveva perso quella lentezza tipica delle popolazioni latinoamericane. La seconda differenza era che vedevo molte più auto in giro per le strade -oggi è ancora peggio, c’è sempre traffico, come nelle città italiane- La terza cosa riguarda le donne: più belle, più curate. Probabilmente le condizioni di vita, migliori rispetto a prima, permettono loro di truccarsi, vestirsi e alimentarsi meglio. Mi sembra però che, nonostante quest’ultima nota positiva, anche in Costarica abbiano recepito l’aspetto più negativo del capitalismo occidentale. Almeno questa è la mia opinione. Per spostarmi prendevo spesso il taxi, piuttosto economico, oppure il bus, ancora più economico e che passava con buona frequenza.
Anche la seconda volta fui ospitato dal mio amico Jimy, e anche questa, pur non essendo più un ragazzo, avevo gli ormoni a mille. Ricordo le abboffate di “comida” tipica, approfittando delle varie leccornie offerte dalla cucina “tica” tipo il “gallo pinto” a base di riso e fagioli neri, la jucca fritta, il pollo fritto, i tamales, una specie di
involtini a base di farina di mais ripieni con carne e verdure e cotte in acqua bollente avvolti in una foglia di banano, piatto tipico del periodo natalizio ma che si può gustare tutto l’anno. E poi il dolce tipico, cioè il tres leches, davvero molto buono.
Proprio nel 2003 successe il “fattaccio” con la mia futura moglie, e ci mettemmo più o meno insieme. Ero single, la mia precedente storia con una donna tedesca era ormai finita, quindi…
Rientrato in Italia, lei mi venne a trovare nel periodo natalizio dello stesso anno. Poi fui io ad andare a trovarla in Costarica altre due volte, nel 2004 e nel 2006, anche per conoscere mio figlio. Nel 2007 presi la grande decisione. Vendetti il mio appartamento e mi trasferii definitivamente in Costarica. Per poterci risiedere dovevo procurarmi il permesso di soggiorno, che qui si chiama “cedula de residencia” che dura due anni. Non vi dico la trafila burocratica e la mole di documenti necessari per ottenerlo: casellario giudiziario, stato di famiglia con l’indicazione dei propri genitori, entrambi i documenti vanno tradotti in spagnolo da un traduttore ufficiale e autenticati presso la Casa Amarilla, il Ministero degli Esteri locale situato nella capitale San Josè. E poi impronte digitali, documenti che attestino che hai i mezzi per vivere nel paese, una bolletta della luce e una dell’acqua, una copia del passaporto, pagare un tot di “colones” la moneta locale, per bolli vari e se non dimentico qualcosa, è tutto. Bisogna poi portare tutta la documentazione all’ufficio immigrazione dove, dopo una fila di cinque o sei ore, finalmente lasci tutto all’impiegato allo sportello. Se si vuole evitare tutto questo fastidio, si può pagare un avvocato che faccia documenti e file al posto tuo.
Da noi in Italia, invece, arrivano i clandestini coi barconi, senza documenti e che dobbiamo pure mantenere. Questo è uno schifo, ma è un’altra storia.
Io il permesso di soggiorno l’ho richiesto solo una volta. Alla scadenza, per evitare di fare nuovamente quell’odissea burocratica, ho preso la cittadinanza, che ho potuto richiedere per via matrimoniale. Infatti ho celebrato il matrimonio appena tornato nel 2007. E poi nostro figlio aveva già 3 anni.
La cosa importante, per ottenere la cittadinanza, era non aver lasciato il paese per almeno due anni, così dovetti fare un documento che attestasse la data in cui sono arrivato l’ultima volta in Costarica, da richiedere all’immigrazione. Anche gli irregolari possono richiedere la cittadinanza attraverso il matrimonio con un/a cittadino/a del Costarica, anche se non so bene come possano dimostrare di essere nel paese da almeno due anni, magari basta una certificazione autenticata da un notaio!
Per ricevere assistenza sanitaria bisogna sottoscrivere un’assicurazione, che qui si chiama “seguro” dal costo di circa venti euro mensili, se hai la “cedula de residencia” ed è su base volontaria. Io che ho la cittadinanza e ho un reddito -ho un taxi, per questo detesto gli abusivi e UBER, perchè rubano quote di mercato- ho un seguro obbligatorio dal costo di settanta euro, che copre me e la mia famiglia e comprende anche l’acquisto dei medicinali. Nei settanta euro è compresa una quota da destinare alla mia pensione, che potrò prendere a 65 anni, se ci arriverò. Ma si tratta di una cifra piccola. Esiste poi un “seguro” più economico, da sottoscrivere su base volontaria, che riguarda chi non ha reddito, tipo studenti, casalinghe ecc. Se non hai il “seguro” o non lo hai rinnovato -come dicevo, si paga su base mensile- non hai diritto alle cure sanitarie.
Un datore di lavoro deve pagare obbligatoriamente il seguro ai propri dipendenti, oltre che la tredicesima, che si chiama “aguinaldo” o bonus natalizio. Seguro e aguinaldo li hanno, naturalmente, anche i dipendenti statali.
Anche le bollette del telefono, dell’acqua, dell’energia si pagano mensilmente. La luce, qui in Costarica, è particolarmente alta. Questo mese ho pagato una bolletta da 50 mila colones, circa settanta euro, cifra che mia sorella in Italia paga ogni due mesi! Purtroppo il Costarica è un paese caro, contrariamente a quello che si può pensare, per cui attenzione se qualcuno avesse intenzione di venirci a vivere. Però come paese è veramente bello,
tanta natura, la famosa biodiversità qui la si può ammirare in tutta la sua magnifica bellezza. Ci sono scimmie, iguane, tucani, bradipi, aquile, che vedo quasi ogni giorno dato che vivo in montagna, si vedono avvoltoi, più verso la pianura però, pappagalli grandi e piccoli, colibrì come quello che viene quasi ogni giorno nel mio giardino, coccodrilli, squali, tartarughe, e tantissimo altro ancora.
E poi l’isola del Cocco, un santuario per pesci e uccelli, una riserva naturale protetta. Poi ci sono le spiagge bellissime di Guanacaste al confine col Nicaragua a 4-5 ore da casa mia, Playa Conchal, quella di Tamarindo, Playa Hermosa, etc…. Poi ci sono i parchi naturali come Manuel Antonio, sul mare, anche li c’è una spiaggia bellissima. Purtroppo le spiagge più brutte sono quelle più vicine a dove vivo. Qui inoltre pur essendo un territorio piccolo, grande forse come la sicilia, o la sardegna più o meno, ci sono ben 7-8 vulcani tutti attivi.
L’Arenal che è anche parco naturale, poi c’è il Poas, l’Irazu, Il Rincon de la Vieja, il Tenorio il Turrialba, che l’anno scorso eruttò non so quanta polvere che termino perfino sulla mia casa e sulla mia macchina, in lontananza, quando fuma, lo si può vedere pure da casa mia. E altri, che in questo momento non ricordo. In pianura fa caldo, senza ventilatore non si può stare. Ma in montagna mi salvo, io vivo a circa 1500 metri sul livello del mare, c’è abbastanza fresco e la notte si dorme addirittura col piumone.
Ci sono picchi in Costarica che toccano e superano i 4 mila metri. Ci sono cascate e fiumi dove si può fare rafting, per esempio. C’è un posto famoso qui dove fanno le gare di surf, la spiaggia di Jacò, una cittadina molto carina che affaccia sul Pacifico. Sull’atlantico, invece, si concentra la minoranza nera del paese, in particolare nella città di Limon, dove l’indice di delinquenza e disoccupazione è tra i più alti del paese. Li fecero venire dalla Giamaica appositamente per costruire la ferrovia, in quanto gli italiani non riuscivano ad adattarsi a quel clima infernale. Infatti nel sud del paese c’è una città che vede la presenza di molti discendenti di italiani, si chiama San Vito.
Da un punto di vista economico, la zona più ricca e sviluppata si chiama Valle Central, cioè valle centrale, dove sorge la capitale San Josè e le città più importanti tipo Heredia, Alajuela e Cartago. Si trova ad una altitudine di 1400 metri sul livello del mare, circondata da una catena montuosa. A Cartago mi sono recato più volte e lì vicino, a Turrialba, c’è sempre nebbia, e i paesaggi mi ricordano l’irlanda, non so perchè.
Ultimamente sono stato a Siquirres, una città in pianura, un caldo infernale che non vi dico. Ma per fortuna non ci devo andare più. Per arrivarci bisogna percorrere la famigerata ruta 32: la calle della muerte, una strada pericolosissima che passa attraverso le montagne dove pioggia e nebbia la fanno da padrone. C’è un burrone di centinaia di metri dove sono frequenti gli incidenti stradali. E non dimentichiamo le frane: quando piove forte massi e alberi vengono giù da un momento all’altro. E la nebbia…non so quale sia la cosa peggiore!
Affittare un “cabinas” monolocale con angolo cottura, aria condizionata, tv, frigo,
etc…per farsi una vacanza, può costare anche un 30 mila colones, circa 45 euro a notte, più il mangiare, le spese di viaggio etc…quindi io che ho tre figli al massimo posso permettermi una notte. In hotel neppure a pensarci! Un all inclusive, tipo un Hilton, costa 4 volte di più.
A natale e nella settimana di San Josè a marzo, si tengono delle fiere dove si può mangiare, ci sono banchetti dove comprano varie cose, ci sono i giochi per i bambini e si monta l’arena dei tori. Si paga un biglietto per assistere allo spettacolo dei tori, che per fortuna non è come la corrida. I tori, che vengono “affittati” dagli agricoltori, vengono lasciati liberi all’interno dell’arena, uno alla volta, e chi vuole provare l’ebbrezza della sfida, solitamente quelli che hanno alzato troppo il gomito o gli idioti a caccia di sensazioni forti, si reca all’interno a sfottere l’animale finchè questi, infastidito, comincia a caricare, e ogni tanto ne becca qualcuno, facendolo volare o, nei casi più gravi, incornandolo.
Parliamo della scuola. Si parte col Kinder, l’asilo, dura due anni. Poi si passa alle elementari, che invece durano sei anni.Tutti con l’uniforme, ovviamente. Poi si passa alle scuole
superiori, il “colegio” che durano cinque anni, e possono essere statali, private o semi-private. Coloro che hanno voglia e capacità possono frequentare l’università. Ce ne sono cinque statali: la Nacional, l’Università de Costarica, il Tecnologico a Cartago, l’università Tecnica, e infine l’UNET, l’università a distanza.
Come in Italia alcune facoltà, per potervi accedere, prevedono unesame di ammissione. Se non superi l’esame non c’è problema. Oltre a quelle statali esistono ben 28 università private! Basta avere un poco di soldi e magicamente uno si può laureare, non dico che le lauree vengano regalano sia chiaro, bisogna frequentare, non tantissimo, studiare, seguire i corsi, sostenere gli esami per ogni materia, al costo di circa 100 euro per materia,
superare in media12 esami all’anno per un percorso universitario della durata mediamente di quattro anni. Una volta terminato il ciclo di studi c’è la “licenciatura” una specie di master, della durata di due anni nell’università statale, un anno al costo sempre di 100 euro circa, in quella privata.
Questo passaggio potrebbe rivelarsi piuttosto noioso, ma siccome mi è stato richiesto di essere il più possibile descrittivo, cercherò di soddisfare tali richieste.
Se si volesse aprire un’attività privata, bisogna iscriversi al Ministerio de Hacienda per ottenere una partita IVA. Per affittare un locale commerciale bisogna recarsi al comune per richiedere una “Patente” presentare il permesso al ministero della salute e il gioco è fatto. Qui sono velocissimi, ve lo posso confermare. Io posseggo una casa di proprietà, anche piuttosto grande. Pago come imposte 40 mila colones ogni trimestre, nei quali è compresa la tassa sui rifiuti. Il prezzo degli affitti varia a seconda del posto dove vuoi abitare. Un affitto medio costa circa 300 euro, ma ci sono case in affitto a prezzi superiori. A meno di quella cifra trovi case ben più modeste, fatte di legno, dove è facile trovare insetti e altri animali fastidiosi. Io una volta trovai uno scorpione! Ma da queste parti ci sono pure i serpenti. Una delle città più infestate da questi rettili è Talamanca, secondo quanto mi dice mia moglie, ma io non ci sono mai stato. Qui in Costarica ricordo che vive anche il famigerato serpente corallo, un serpente piccolino, che puoi anche toccare se indossi dei guanti, ma basta una sola goccia del suo veleno per ammazzare un elefante!
Parliamo di automobili.
La cosa positiva è che non c’è l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione. Di solito se la fa solo chi ha una auto nuova e chi “ha i soldi”. Esiste come in Italia la revisione, che qui si fa ogni anno al costo di 20-25 euro. Se però il revisore trova qualcosa di non conforme sei obbligato a far mettere a posto l’auto e tornare a fare l’ispezione tecnica alla metà del costo iniziale. Si paga, invece la tassa di circolazione, “marchamo” a dicembre. Il costo dipende dall’età dell’auto. Un’auto nuova non paga il bollo per i primi due anni, poi lo paga, e più è vecchia l’auto meno paga di tassa di circolazione. Non conta la cilindrata, contano gli anni di immatricolazione. Io, che ho una macchina vecchia, pago circa 100 euro l’anno.
Si può guidare tranquillamente anche se sei in possesso solo di una patente estera, ma attenzione alle infrazioni stradali: dopo la riforma del codice stradale le multe sono altissime! Un esempio? Se non sistemi il bambino nell’apposito seggiolino e vi ferma un agente della stradale, la multa è di 300 mila colones, circa 450 euro. La polizia stradale o “policia de transito” che qui era considerato il più stupido dei corpi di polizia, oggi è la più temuta, più dei rapinatori anzi, una rapina vi costerebbe di meno!
In Costarica, che è una repubblica democratica indipendente sin dal 1821, anno in cui si affrancò dalla Spagna, non esiste un esercito.
L’ultima curiosità riguarda le sfere di pietra di ogni dimensione, di perfetta sfericità, che costituiscono una forma di arte precolombiana anche se non si sa chi le abbia scolpite, per quale motivo e per quale scopo.
Questo è tutto, anche se sono sicuro di aver dimenticato qualcosa. Ma se avete qualche dubbio o qualche domanda, nei commenti cercherò di rispondervi il più esaurientemente possibile.
Marcoferro