Da quale segno riconosciamo l’uomo d’azione, quello che lascia la sua traccia sugli eventi a cui lo fa partecipe la sorte? Non è proprio dal fatto che egli abbraccia una successione più o meno lunga in una visione istantanea? Maggiore è la parte del passato che trattiene nel suo presente, più pesante è la massa ch’egli spinge nel futuro per agire contro gli imprevisti che si preparano: la sua azione, simile a una freccia, scocca in avanti con tanta più forza, quanto più la sua rappresentazione era tesa all’indietro. Ora, guardate come si comporta la nostra coscienza di fronte alla materia che percepisce: essa abbraccia, per l’appunto, in uno solo dei suoi istanti, migliaia di milioni di vibrazioni che per la materia inerte sono soltanto successive, e di cui, se la materia fosse capace di ricordarsi, la prima apparirebbe all’ultima come un passato infinitamente lontano. Quando apro gli occhi per poi richiuderli immediatamente, la sensazione di luce che provo, e che occupa uno dei miei istanti, è la condensazione di una storia straordinariamente lunga che si svolge nel mondo esterno.”
Henri Bergson – L’energia spirituale

Nell’uomo coesistono due immagini: l’immagine del mondo e quella di Dio. Tale aspetto esistenziale della vita è il fondamento della vita stessa, ossia una Verità dell’esperienza che l’uomo deve portare, nel pieno equilibrio, alla luce. Questa Verità dell’esperienza fa si che la sua storia sia una continua lotta tra le contraddizioni e le difficoltà per ritrovare il corretto orientamento.

Al di là del Bene e del male l’uomo deve ritrovare la piena seità, l’uscita dell’inconscio collettivo e psichico per riscoprire l’ordine interiore che sarà il riflesso della nuova società. L’epoca attuale è il rovesciamento totale dei valori morali, spirituali, materiali, sociali, i quali si manifestano oramai satanicamente, nella loro più completa volontà di sfida di un ordine interiore e comunitario della vita, attraverso quella definizione schiavista denominata: politicamente corretto1.

In tale frase si traduce l’atto di sfida lanciato a Dio, il rovesciamento dell’ordine oggettivo, la sorgente della pienezza della menzogna, la lotta contro la divino-umanità della società.

L’individuo è legato all’inconscio psichico, la persona, al contrario, è legata alla coscienza di una vocazione interiore che è la Parola vivente nel proprio cuore ed alla quale rivolge il suo ascolto si conforma in un ordine che è espressione attiva di un’ascesi della personalità. In tal modo si stabilisce il paradigma della difesa dell’ordine naturale della società dilaniata dal mondo demonico delle neo-parole che sono espressione della pura schiavitù.

La persona ha la capacità di raggiungere l’eroicità come chiarimento del mistero della Vita Teandrica, e, come centro esistenziale, conoscere l’ipostatizzazione del Dio non come essere astratto, ma come liberatore dal totalitarismo della sofferenza disgregatrice della vita attraverso il falso linguaggio che è contraddizione del mondo.

L’eroismo di oggi, è antagonista al “politicamente corretto” e ciò è collegato alla genialità che è propria della persona, nella quale vi sono le qualità per creare la gerarchia di contrapposizione al male.

Eroicità è non sottomettersi al “bene comune”; non esiste “bene comune” perché sarebbe una socializzazione del bene che molto, troppo spesso si traduce in una feroce dittatura.

I tiranni signoreggiano con le loro neo-parole e gli uomini ne sono umiliati nella dignità della loro coscienza libera; ma coloro che applicano la loro dittatura globalista che saranno umiliati da uomini senza cuore.

Il tiranno è un debole che sfrutta il male originario come dominio sull’uomo e, utilizzando leggi e regolamenti, altera l’ordine della Creazione. Esso è uno schiavo che vuole imporre la propria schiavitù al prossimo.

Il “bene comune”, così come la “società civile” sono espressioni, vale a dire parole di spersonalizzazione soggettiva ed oggettiva della prigionia.

La libertà è interiorizzazione coscienziale del Padre della Libertà che nella Misericordia del Figlio e nella Giustizia del Paraclito, richiama a Sé gli uomini incatenati come schiavi dalle parole umane che sono alienazione e disordine.

Ecco allora che l’uomo deve diventare, una persona seria2, vale a dire Signore della propria libertà.

  • 1 “Senza dubbio le classi dirigenti delle società occidentali globalizzate contemporanee hanno adottato, negli ultimi decenni, una retorica che pretende un monopolio inflessibile sulla dialettica civile e politica riguardo a ogni caso di discriminazione, diseguaglianza, diritti, convivenza, tolleranza, inclusione. Una retorica proposta come morale che si auspica universalmente condivisa a prescindere, e identificata in modo insistente con l’idea stessa di progresso, veicolata in ogni sede”. Cfr. Eugenio Capozzi – Politicamente corretto – Marsilio Editore 2018
  • 2 “…Noi sappiamo esattamente che cosa intende Platone per persona «seria»: è la persona sapiente che dimostra una reale interesse non per gli affari umani o per le meschinità, ma per le verità eterne, per la natura dell’essere reale e per l’immortale che è in noi”. Cfr. Ananda K. Coomaraswamy – “Sapienza Orientale e Cultura Occidentale” – Ed. Rusconi 1998 Pag. 47