di Thierry Meyssan per voltairenet.com Tradotto da Gustavo Kulpe
Una delle conseguenze della successiva fine del modello bipolare e unipolare nel mondo è la riproposizione di progetti di tipo colonialista. Uno dopo l’altro, Francia, Turchia e Regno Unito hanno dichiarato pubblicamente il ritorno delle rispettive ambizioni coloniali. Dobbiamo ancora sapere quale forma intendono adottare nel XXI secolo …
L’Impero Francese
Per un decennio abbiamo raccontato dell’incongruete desiderio francese di ristabilire la propria autorità sulle sue antiche colonie. Questa fu la logica alla base della nomina da parte del presidente Nicolas Sarkozy, di Bernard Kouchner a ministro degli affari esteri. Kouchner sostituì l’idea rivoluzionaria francese de «La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini» con la nozione anglosassone di «diritti umani». In seguito, il presidente François Hollande, suo amico, dichiarò, durante una conferenza stampa a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che era giunto il tempo di ristabilire un mandato sulla Siria. Il pronipote dell’ambasciatore François George-Picot (accordo Sykes-Picot), l’ex presidente Valéry Giscard d’Estaing, ne ha parlato ancora più apertamente. Tutto questo dovrebbe aiutarci a capire meglio le velleità del presidente Emmanuel Macron di continuare la guerra contro la Siria, senza gli Stati Uniti.
C’è sempre stato un «partito filo-coloniale» in Francia, trasversale a tutti i partiti politici, che agisce come una lobby al servizio della classe benestante. Proprio come in ogni epocain cui risulta difficile per i capitalisti senza scrupoli schiacciare la forza lavoro nazionale, il mito della conquista coloniale torna alla ribalta. Se i “giubbotti gialli” si rivoltano, continuiamo con lo “sfruttamento degli uomini da parte di altri uomini” sulle spalle dei siriani.
Molto tempo fa, questa forma di dominazione si nascondeva, secondo le parole di Jules Ferry – del quale François Hollande consacrò mandato come diretto discendente – dietro l’intenzione di “conferire la civiltà”. Oggi mira a proteggere gli interessi di popoli i cui leader eletti sono percepiti come “dittatori”.
La Francia non è l’unica antica potenza coloniale ad agire in questo modo. La Turchia viene subito dopo.
L’Impero Ottomano
Tre mesi dopo il tentato omicidio e il colpo di Stato abortito di luglio 2016, il presidente Recep Tayyip Erdoğan pronunciò il suo discorso inaugurale all’università che porta il suo nome (RTEÜ) elencando una lista delle ambizioni della Repubblica turca a partire dalla sua creazione fino al nuovo regime da lui guidato. In quella occasione giustificò il suo irredentismo facendo esplicito riferimento al «giuramento nazionale» (Misak-ı Millî), adottato dal Parlamento ottomano il 12 febbraio 1920.
Questo giuramento, che fu il fondamento del passaggio dall’Impero ottomano alla Repubblica turca, rivendica il possesso turco del territorio nel nord-est della Grecia (Tracia occidentale e Dodecaneso), di Cipro, del nord della Siria (tra cui Idlib , Aleppo e Al-Hasakah) e del nord dell’Iraq (incluso Mosul).
Attualmente, il riformante impero occupa già il nord di Cipro (la pseudo «Repubblica turca di Cipro del Nord»), il nord-ovest della Siria e una piccola parte dell’Iraq. Per tutte queste aree, dove si applicano la lingua e la valuta turche, sono già stati nominati prefetti («wali») che risiedono negli uffici situati nel Palazzo bianco di Ankara.
L’Impero Britannico
Per quanto riguarda il Regno Unito, registriamo un periodo di esitazione di due anni sul suo futuro dopo la Brexit.
Poco dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, il primo ministro Theresa May andò negli Stati Uniti. Parlando con i rappresentanti del Partito Repubblicano, ha proposto di ristabilire la leadership anglosassone nel resto del mondo. Ma il presidente Trump è stato eletto per liquidare questi sogni imperiali, non per condividerli.
Delusa, Theresa May si è quindi recata in Cina per proporre al presidente Xi Jinping di condividere il controllo degli scambi internazionali. La City, disse, era pronta a garantire la convertibilità delle valute occidentali in yuan. Ma il presidente Xi non era stato eletto per fare affari con l’erede di un potere che aveva smantellato il suo paese e imposto ai cinesi la loro guerra dell’oppio.
Theresa May ha operato un terzo tentativo con il Commonwealth. Alcune ex colonie della Corona, come l’India, oggi godono di una forte crescita e potrebbero diventare preziosi partner commerciali. Simbolicamente, l’erede al trono, il principe ereditario Carlo, fu elevato alla presidenza di questa associazione. La signora May ha annunciato che intende dirigersi verso una Gran Bretagna globale.
In un’intervista al Sunday Telegraph del 30 dicembre 2018, il ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson, ha esposto la sua analisi della situazione. Dopo il fallimento del Canale di Suez nel 1956, il Regno Unito ha attuato una politica di decolonizzazione e ha ritirato le sue truppe dal resto del mondo. Oggi, conserva basi militari permanenti solo a Gibilterra, Cipro, Diego Garcia e le “Falklands”, per dare a queste isole il loro titolo imperiale. Negli ultimi 63 anni, Londra si è orientata verso l’Unione Europea, inventata da Winston Churchill, che, inizialmente, mai avrebbe immaginato che l’Inghilterra ne avrebbe fatto parte. La Brexit «strappa questa politica a brandelli». D’ora in poi, «il Regno Unito è tornato come potenza globale».
Londra sta progettando di aprire due basi militari permanenti. La prima sarà probabilmente in Asia (Singapore o Brunei), e la seconda in America Latina – molto probabilmente in Guyana, per partecipare alla nuova fase della strategia Rumsfeld-Cebrowski della distruzione di quelle regioni del mondo “non connesso” alla globalizzazione. Dopo i «Grandi Laghi africani», il «Grande Medio Oriente», è il momento del «bacino dei Caraibi». La guerra inizierà probabilmente con un’invasione del Venezuela da parte della Colombia (pro-USA), del Brasile (pro-Israele) e della Guyana (filo-britannica).
Prendendo atto della fluida sintesi dei francesi, gli inglesi costruirono un impero con la collaborazione di compagnie multinazionali al servizio del quale mise il suo esercito. Divisero il mondo in due parti, che possono essere riassunte come segue: la sovranità era del re d’Inghilterra (e quindi sottoposto alla tradizione politica qui) e dell’imperatore dell’India (in altre parole sottoposto alla Compagnia delle Indie, privata, e autocrate assoluto laggiù).
La decolonizzazione fu un corollario della guerra fredda. Fu imposta negli stati dell’Europa occidentale dal duopolio USA – URSS. Si esplicò durante quel periodo mondiale che definiamo unipolare, e che ora non incontra ostacoli dal ritiro degli Stati Uniti dal «Grande Medio Oriente».
È difficile anticipare quale forma prenderà questa futura colonizzazione. Molto tempo fa è stato reso possibile dalle enormi differenze nel livello di istruzione. Ma oggi ?