Fuori dalla prigione migliaia di stranieri: ecco il decreto “svuota carceri” del governo
Il varo del provvedimento però avverrà solo dopo le elezioni. “Per evitare strumentalizzazioni”, scrive Libero

Secondo alcuni la riforma dell’ordinamento carcerario del governo Gentiloni non sarebbe altro che uno “svuota carceri mascherato”. A sostenere la tesi anche sindacalisti della Polizia penitenziaria.
Proprio ieri il Cdm (Consiglio dei ministri) ha dato l’ok ai primi tre decreti attuativi che riguardano lavoro per i detenuti, giustizia riparativa, ordinamento penitenziario minorile e giovanile. Tali provvedimenti devono ora essere sottoposti all’esame delle commissioni. Ce n’è tuttavia un quarto molto più discusso che allarga il novero dei beneficiari delle pene alternative alla detenzione che dovrebbe essere varato nelle prossime settimane, come annunciato dal premier.
Il rinvio
Ovviamente il motivo del rinvio è facile da intuire: evitare le critiche del centrodestra in questo periodo pre-elettorale. In ogni caso il governo potrà convocare il nuovo Consiglio dei ministri fino al momento dell’insediamento del nuovo parlamento e inserire quest’ultimo tassello mancante.
Il provvedimento viene considerato inevitabile. Il ministro della Giustizia Orlando parla della necessità di “una risposta strutturale alla questione del sovraffollamento carcerario”. Un sovraffollamento che si traduce al momento – come riporta Libero – in 58.097 carcerati a fronte di una capienza di 50.517. E ciò, secondo il ministro Guardasigilli si può combattere “rafforzando le misure alternative”.
L’estensione a 4 anni
Ovvero estendendo l’accesso all’affidamento in prova a “tutti i condannati a una pena fino a 4 anni di reclusione, e non più 3”. Una misura che stando al segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo degli agenti penitenziari), Donato Capece, si rivelerebbe “un vantaggio per gli appartenenti alla criminalità organizzata e quella comune”. Saggio per lui aver rinviato la riforma.
Questione di tempo
Dovrebbe essere tuttavia solo questione di tempo. Inevitabilmente la riforma dovrebbe fare il suo corso. E tra i 10-15mila potenziali beneficiari del provvedimento “svuota carceri” quelli a goderne di più sarebbero degli stranieri. A considerare la situazione dei carceri italiani, gli stranieri detenuti sarebbero 19.818, il 35 per cento del totale. E la maggior parte di loro hanno commesso reati con “pena lieve”. Una pena cioè inferiore ai 4 anni di reclusione. Ecco perché gli stranieri che primeggiano in reati come lo spaccio – nota Libero – sarebbero quelli più beneficiati.