Con la probabile conferma della più fessa delle riforme costituzionali, quella che mantiene in vita il Senato e che taglia il numero dei parlamentari accrescendo esponenzialmente il potere delle segreterie di partito di nominare loro sudditi in Parlamento,  si ritorna a parlare di Legge Elettorale. Una nuova Legge Elettorale sarà presto indispensabile, se come sembra vincerà il SI, anche perchè c’è da ridisegnare tutti i collegi a fronte dei 400 deputati e 200 senatori in divenire.

Sul referendum il CDX, Salvini incluso, si è comportato ancora una volta come un CSX annacquato. Con, alla fine, le stesse idee stataliste e demagogiche della sinistra, solo un tantino più moderate. Persa una occasione, facendo vincere il NO, di mandare finalmente a casa questo Governo.  Un Salvini/CDX  molto appanato che ha buttato al vento questa ghiotta opportunità.

I demagoghi di sinistra e soprattutto di destra sbraitano (vero Meloni?) che i problemi sono altri, non sono certo la Legge Elettorale,  e che prima bisogna fare ripartire l’economia del Paese.  Si scordano, come sempre, che sull’Economia di un grande Paese come il nostro, un Governo meno fa e meglio è.  L’unica cosa che dovrebbe fare un Governo sull’Economia e’ ridurre lacci e lacciuoli (incluso i limiti al contante) ed abbattere numero e livello delle tasse. Invece è ormai 20 anni che per i nostri Governi, la così detta politica economica, è solo un insieme di mance, sussidi e salvataggi a/di questo o quel settore, a seconda della convenienza elettorale del momento. Spesso con criteri e regolamenti che sono più complicati e costosi, in termini di tempo, della mancia/sussidio ottenibile. Per non parlare della bulimia digitale degli ultimi 10 anni che ha trasformato i lacci e lacciuoli di spago in lacci e lacciuoli di fil di ferro. Fil di ferro digitale che imprigiona la nostra Economia.

La Legge Elettorale invece è cosa prettamente politica; una delle 3-4 cause fondamentali della partitocrazia e della crisi italiana. Una buona Legge Elettorale è fondamentale per il funzionamento della nostra Repubblica. Nel 1990-92, finalmente, si era arrivati, dopo  50 anni di danni da proporzionale, ad un referendum, grazie a Segni e Pannella, e finalmente a una legge per tre quarti uninominale chiamata Mattarellum. Purtroppo poi nel 2006, Silvio Berlusconi, tra i disastri maggiori che ha provocato, per potere nominare liberamente le sue badanti ed avvocati in Parlamento, ha gettato alle ortiche il Mattarellum ed è ritornato ad un proporzionale con le peggiori caratteristiche  (liste bloccate, niente preferenze, candidature multiple e subentro automatico).

C’è poi da dire che in gran parte del mondo democratico occidentale la Legge Elettorale è di pertinenza costituzionale. Una maggioranza  non può a suo piacimento sfare e disfare ad ogni legislatura,  spesso semplicemente solo per aumentare le possibilità di auto conservarsi il seggio nelle elezioni successive. Ma la nostra magnifica Costituzione lascia ai parlamentari/governi pieni poteri in merito. 

L’uninominale di collegio, sui nostri media quasi sempre chiamto “il maggioritario”, è l’unico sistema compatibile, a lungo termine, con la tenuta democratica di un grande Paese. E’ l’unico metodo che assicura un legame diretto tra elettore ed eletto, legame che il cuore della Democrazia Rappresentativa. Tizio,  che io ho eletto direttamente nel mio collegio e che mi rappresenta in Parlamento, opera per mio conto e sarò io elettore a giudicarlo alle elezioni successive, non la Segreteria di Partito. 

C’è ovviamente il rischio  che Tizio venga eletto solo col 30% dei voti del collegio. Per questo ci sono le primarie ed i doppi turni, che in parte rimediano al rischio che Tizio sia eletto solo con una maggioranza relativa. Poi mi risulta che in molti Paesi ci sia l’obbligo, per Tizio, di residenza, per un periodo prima del voto e ovviamente dopo, nel collegio dove Tizio si presenta. Poi, per esempio in USA, la Camera è rieletta tutta ogni due anni, così evitando anche il problema del cambio casacca in un Parlamento eletto per ben cinque  anni. Anche noi potremmo ridurre i mandati a tre o due anni.

Se poi guardiamo la Storia, le tre  grandi Democrazie Occidentali con più di cento anni di vita – UK, USA e Francia – hanno tutte e tre il sistema uninominale di collegio. Io ritengo che siano sopravvissute per secoli proprio perché hanno questo sistema elettorale: rigorosamente l’uninominale di collegio, o maggioritario, come lo chiamiamo in Italia. Con le primarie in USA e UK ed il doppio turno in Francia.   

Gli altri sistemi elettorali, basati sui vari proporzionali corretti, sono immondi pateracchi che degenerano presto in partitocrazia. Il peggio di tutti è quello con la soglia di sbarramento che, bizzarramente, nega proprio la qualità migliore del proporzionale, la rappresentanza di tutti. Quasi ovunque, prima o poi, come nella nostra Prima Repubblica,  i sistemi proporzionali degenerano in Partitocrazia o ingovernabilità. Nessuna grande democrazia moderna duratura ha un sistema proporzionale. Solo i piccoli Paesi, demograficamente parlando. Anche la famosa Germania, che non metterei tra le Democrazie durature, ha un sistema misto.

Perché tutti amano il proporzionale? Perché si mette il Partito prima dell’Individuo che ci rappresenta? Perché si pensa che un simbolino su una scheda sia meglio di un nome e cognome?  Temo semplicemente perché da decenni siamo soggetti ad una propaganda mediatica che esalta il ruolo del collettivo, il ruolo dei  vertici dei Partiti, vertici che tutto hanno da guadagnare da un sistema proporzionale. Sistema proporzionale che preserva il potere del parlamento in carica e dei vertici di partito.  

Può il proporzionale funzionare ?

Il proporzionale potrebbe funzionare a patto di avere, senza eccezione alcuna, le seguenti tre caratteristiche:

  • 1) preferenza/preferenze e voto senza preferenza solo al capolista;
  • 2) candidatura possibile solo in un singolo collegio, quindi nessuna rinuncia possibile a favore di un collega di partito in lista;
  • 3) obbligo di residenza nel collegio prima del voto per almeno un anno.
  • Con queste tra regole anche il proporzionale potrebbe funzionare. Ma sono tre regole che difficilmente le nostre segreterie di partito mai accetteranno. Per conservare il loro potere sono quasi peggio dell’uninominale.

Poi c’è il problema del suffragio universale che, a mio giudizio, sta un po’ distruggendo le nostre Democrazie. Suffragio universale che è solo arrivato dopo la 2GM.  E’ giusto che il voto di Einstein conti quanto quello di qualcuno che sa appena leggere e scrivere?  E’ giusto che il voto di uno che paga decine di migliaia di euro di tasse conti quanto quello del contribuente zero per l’erario? Oppure che coloro che sono pagati coi soldi dei contribuenti debbano decidere dei loro aumenti? Non è un palese conflitto di interesse che i dipendenti pubblici debbano votare le leggi di spesa?   Ma questo è un altro e più complicato argomento meritevole di un articolo molto più lungo.