L’ora che passa fa il tempo, l’ora che sta fa l’eternità
Boezio – De Consolatione Philosophiae V.4
Nella storia della salvezza si inserisce in maniera totalizzante una visione escatologica di indebolimento irrazionale che si muove verso una sorta di azzeramento catastrofico e pianificato della volontà dell’uomo; una trama spirituale, apocalittica e fitta che si è mantenuta intatta attraverso i secoli e che nei tempi attuali ha potuto manifestarsi con sempre maggiore chiarezza, perché, in certo qual modo, i traditori della Volontà di Dio non credono nella Sua Giustizia, giacché in fondo, confidano solo nel loro potere perverso che travalica la Giustizia, che invece è il Bene del Profondo donato dal Perdono.
La lotta del male contro la Volontà di Amore alla Vita Trinitaria, lascia tracce nella storia secolare dell’umanità, anche se varie interpretazioni millenaristiche furono contestate sia da Origene che da Gerolamo. Non entriamo pertanto volutamente nelle visioni differenziate di un’eziologia del male di Ticonio, Agostino, Cipriano di Cartagine o Tertulliano, preferendo mantenere un approccio basato su uno studio della forma del male che si rivela come tirannia di annientamento universale della Vita dell’uomo nell’epoca post-moderna, che manifesta, tuttavia, anche se sembra l’opposto, la fine della durezza di un potere che ha governato per due Eoni.
Dobbiamo intanto convenire che il male ha una sua forma ontologica, una padronanza gnoseologica dell’esistenza umana, che gli permette di utilizzare varie forme, antinomiche tra di loro, ma che hanno sempre come scopo principale la distruzione delle Civiltà che sono sempre state invece generate, a parte rari casi, dal Capo delle Civiltà: lo Spirito Santo.
Ma c’è qualcosa di ancor più inquietante il male è molto spesso profondamente idiota nelle sue prese di posizione, nelle sue forme moralistiche, nelle sue decisioni politiche. Vi sono delle illogicità talmente evidenti ed alla luce del sole, che a volte si rimane talmente perplessi che non si riesce a comprendere il senso delle dichiarazioni da parte dei suoi servitori.
Tutte le Civiltà che hanno apportato benefici, conoscenza e saggezza al mondo intero: esse sono stati volti dello Spirito Santo, Padre della Volontà di conoscenza. Tutte le “Civiltà” che hanno fatto della violenza, della repressione, della paura la loro forma, sono tutte figlie abiette della configurazione basilare del male.
Giusto per chiarire, al fine di evitare fraintendimenti, che questo approccio non è un discorso né neo-gnostico, né, men che meno, manicheo.
Il Bene ed il male non viaggiano su un binario paritario che è l’idea gnostica (anche se qui sarebbe interessante aprire un capitolo di studio). Il Bene può, per un tempo “N” servirsi del male per creare nella persona una esperienza, una conoscenza, una formazione spesso dolorosa che lo metta in condizioni di porsi delle domande.
Ad esempio, può accadere che nel tempo si possa scoprire che l’amico che tu stimavi ti ha tradito preferendo inseguire delle chimere, cosa è il ricavo di questa conoscenza di un male? Una maggiore attenzione ai dettagli della personalità e del comportamento di chi incontriamo e desidera la nostra amicizia. Altre conoscenze del male sono sempre, se valutate con Sapienza, nei tempi storici fonti di apprendimento e miglioramento della nostra visione del mondo. Il male quindi è uno strumento sempre al servizio di un Bene superiore, può distruggere solo ciò che deve essere distrutto per Volontà di Dio, ma non può oltrepassare questa Volontà. Il Bene può mettere a servizio il male o chi lo rappresenta in quel momento. La Sapienza che Dio dona ad un uomo gli permette di mettere a servizio la volontà di male per un tempo storico finché non si perviene all’Attimo di conoscenza integrale, di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo titolato: La Teologia dell’Attimo.
Il male1, in modo antitetico, ha un aspetto ecumenico, affascinante, incantevole ma ingannevole. Favorisce una forma anti-creativa basata su convenzioni pseudo-etiche, ma non riesce a concepire l’idea di vita, l’idea di esistenza e pertanto crea delle forme filosofiche che, a livello ontologico, si muovono costantemente all’interno di un rigido moralismo di pensieri. La civiltà del male2 ha sempre come obiettivo quello di imporre la propria visione del mondo rispetto alla Civiltà della Vita di Dio. Le forme del male sono inerenti ed inverate in filosofie, teologie e forme politiche; mentre il Bene non ne ha bisogno, perché è un atto spontaneo, un atto di Cuore. Il Bene dona la Regalità e la Sapienza ad ogni persona che con costanza lo cerca come il diamante più bello e luminoso che esista. Il Bene ama gli uomini di cuore; Cristo è Uomo di Cuore ed ama chi usa il proprio cuore; su questo che saremmo giudicati.
Il male, non potendo donare né Regalità né Sapienza, dona Potere e Cultura che può controllare abilmente, anche creandone vari volti, spesso in lotta fra loro o annullarne la visibilità in nome di un male ancor più sovvertitore, continuando così, nella finta pace del mondo, a demolire le varie certezze e solidità di una società e pertanto della Civiltà.
Esistono, pertanto, livelli diversi di Civiltà, così come vi son pianeti abitabili e pianeti dove la vita non potrebbe nemmeno esistere sotto forma di batterio. Lo stesso Sistema Solare ci fornisce un’idea diciamo universale del perché la vita deve avere alcune condizioni: la giusta distanza dalla stella principale, al fine di poter avere la necessaria CO2 (quella tanto odiata dai paci-eco-finti) che riscalda le acque gelide creando gli oceani, quindi la vita.
Ti allontani di qualche chilometro da questa posizione, che io definisco Divina, ed ecco che vi sono dei mondi con climi terrificanti come Venere, Marte, Saturno etc. Quindi il Bene ha bisogno di un corretto equilibrio tra una visione del Sole della Verità e la capacità della pupilla (cioè della nostra coscienza) di poter assorbire quella luce senza distruggere la nostra vista.
L’accecamento è sempre luciferino e pertanto provoca una conoscenza del Bene e del male ma non riesce a ricongiungersi al Bene e così vive in un mondo disordinato sino all’anima. Solo Giovanni, come un’aquila, poteva guardare direttamente il Sole della Verità senza esserne accecato, perché lui era il Rivelatore della Volontà di Dio nel Terzo Eone; colui che doveva scrivere il piccolo libretto per i Nuovi Tempi dove sarebbe nata la Chiesa dei Cuori.
Ritornando alla nostra disanima, possiamo affermare con certezza come il male disponga di una propria morale, una morale dinamica che interagisce con la vita concreta nel mondo temporale e storico attraverso linguaggi e semiotiche. Il male pone sempre l’uomo davanti ad una scelta, proponendosi come scimmia di Dio, l’uomo pertanto, vive nelle illusioni di potere valutare scegliendo “il male minore” che in sostanza è sempre un volto del male, grottesco, stravagante, bizzarro, con un aspetto bonario ed indulgente: questa è ovviamente una trappola sentimentale.
Il male è una forma sia energetica che apatica allo stesso tempo, nega sé stesso, si traveste come Bene, trascende le relazioni umane, opera come forma necessaria di ordine sociale. Nel suo “ordine” crea un mondo disordinato, equivoco e sentimentale dove riesce ad imporre modelli di comportamento degeneri, anti-sociali e fondamentalmente psichici. Vi è qualcosa di trasgressivo nel corredo antropologico del male, una sorta di falsa chance di “libertà” per l’uomo di potersi sentire “creatore”, al fine di pervenire ad un percorso di una dannazione arida, con l’illusione di poter padroneggiare l’orrore della caduta con abile perizia. Il male è bipolare si innesta nella psiche e immette il suo veleno per dominare la mente ed impedire una libera visione del proprio sé e del mondo esterno a noi. Il male non vuole la nostra conoscenza delle cose del mondo per comprendere le Cose di Dio; egli desidera che noi rimaniamo servi delle idee, delle convenzioni e delle morali del mondo fittizio da lui generato.
Il punto primario per riconoscerlo sta proprio nella psichicità, perché il male può imputridire le coscienze solo se queste siano rimaste nel mondo psichico della necessità per tempi rilevanti, quindi si siano allontanate dalla Bontà vivente nel cuore per seguire le idee del mondo.
Il male si vede e si riconosce perché opera sempre contro la natura della vita, egli infatti, cerca sempre nuove forme per impedire la vita perché è nemico della vita; ha i suoi servi che sono ai suoi ordini psichici e costoro operano contro la sacralità dell’esistenza. La natura superiore della vita gli è di sofferenza, non la può sopportare, gli ricorda il Padre della Vita, Colui dal quale sarà sconfitto.
L’azione del male avviene sempre attraverso un atto magico, vale a dire, un atto che genera fascinazione, illusione ed inganno e che si installa nella mente attraverso un armamentario “intellettuale”, filologico, semiotico, psicologico, storicista e scientista al fine di creare le condizioni per esercitare ciò che è l’opposto dell’ordine della libertà3.
Il male ha bisogno di prigioni psichiche per controllare le masse perché egli è il primo massificatore, ha bisogno di masse da indottrinare attraverso la “cultura”, ha un suo mondo musicale, un suo linguaggio, predilige l’intellettuale all’uomo di cuore, opera ovunque in modo duro, severo, moralista. Gli operatori del male non sono persone di cuore, ma persone che incarnano ed operano solo verso dei diritti oggettivi trasformando la loro falsa morale in un evento naturale. Costoro sono uomini propensi ad usare la Legge della necessità, quindi un linguaggio anti-creativo nemico del linguaggio della Presenza di Dio nella storia4.
Il politicamente corretto è, ad esempio, la prigionia in un linguaggio pseudo-ortodosso che delegittima le persone rinominandole. Questa caratteristica è un piccolo passo verso una creazione ulteriore di neo-linguaggi che, sembra arricchiscano il vocabolario, ma in realtà ne operano la depauperazione.
Basti pensare alle sciocchezze sulle desinenze di “A”, che, nel moralismo straripante, ha iniziato a creare, al netto della contrarietà dell’Accademia della Crusca, la definizione di un ruolo al femminile, dimenticando che il ruolo non è né maschile né femminile, ma è relativo alla funzione che viene ricoperta. Le “battaglie di impegno” sono state “lotte” per introdurre “vocaboli” errati e ridicoli: “sindaca”, “architetta”, “operatrice ecologica”, “ipovedente”, “presidenta”, “ministra”, “carabiniera”, “sessista” ed altre “amenità” incomprensibili.
Lo stesso accade per il mondo omosessuale, dove si parla apertamente di persecuzione e di diritti. Da ciò che mi ricordo a livello storico e sociale, l’unico posto dove si perseguitano gli omosessuali è il mondo Islamico. In quello “occidentale” pur perverso nella sua caduta rovinosa, nessuno si sognerebbe di andare a picchiare una persona solo perché è omosessuale anzi accadrebbe proprio il contrario, sarebbe difeso da qualsiasi persona di buon senso, vale a dire anche da non omosessuali.
Il malcapitato sarebbe incriminato per minacce ma non è che la colpa di avere picchiato un omosessuale è diversa da quella di aver picchiato qualsiasi altra persona.
Ove si andasse ad una legalizzazione relativa alla sola entità morale dell’omosessualità e, nelle sue declinazioni genderiste, si rientrerebbe nella categoria di una ghettizzazione legislativa, vale a dire si creerebbe un tale caos normativo dove la Legge non è uguale per tutti, ma per alcuni è un po’ o meno uguale.
Questa riflessione, all’indirizzo della “vocabolarista “di cui sopra, si chiama tolleranza, rispetto per tutti, al netto di ogni tendenza che può essere disapprovata ma non per questo perseguitata. L’atto aberrante invece nasconde delle trappole, perché con la scusa di un “diritto morale”, quindi un diritto auto-costruito contro l’ordine naturale, si sta tentando di legalizzare pratiche che sono in totale contrapposizione con la Volontà Creatrice del Dio di tutti; Colui che parla alle coscienze ed attende l’atto di libertà della risposta dell’uomo. La domanda che spesso ci si pone è il perché Dio permetta tutto questo? Perché non interviene? Prima di tutto Dio ama la libertà dell’uomo e mai farebbe nulla per togliergli il libero arbitrio. L’uomo deve ritrovarlo in un atto salvifico potenziale, in un personale scatto di libertà, perché Dio ama i liberi.
Dio interviene con tempi lunghi, perché vuole che prima di tutto, sia l’uomo a smascherare la menzogna, così, ad ogni falsità palesata, la Verità si farà strada da sola. Ma questo atteggiamento che dissimula probabilmente interessi miliardari di entità sovranazionali, specialmente anglo-americane, interessate alla distruzione del ricordo della Civiltà Greco-Romana, opera una pressione continua attraverso regole e pensieri inscatolati e catalogati al quale si deve attingere affinché si possa avere un “linguaggio inclusivo”; che poi bisogna capire cosa significa “inclusivo” rimane un mistero grottesco in una retorica insofferente, emblematica e fortemente totalitaria.
Abbiamo quindi potuto notare un altro aspetto delle forme del male: l’introduzione di un lessico, di un linguaggio depauperante che tende a formalizzare una rigidità e ad escludere la creatività5.
Il mondo “progressista”, teorico della distruzione sociale, si sta preparando il proprio autodafé, dove saranno sepolti dall’avvento di una Nuova Visione Spirituale che sarà la base di un ripristino di un ordine Tradizionale (che non offende né perseguita chi è diverso, anzi chiamerà al perdono tutti coloro che credono ancora nella possibilità di affrancarsi dalle passioni di cui erano vittime – quindi cari nemici totalitaristi avete ancora la possibilità di riconciliarvi con Dio, poi pagherete davanti a Lui ed alla storia la vostra iniquità).
L’uomo ritroverà la via della pura contemplazione, la via del proprio cuore, come chiarito da tanti monaci che, nella solitudine, cercavano la Parola di Dio come unico nutrimento6 in un linguaggio che non sarà alterazione “intellettuale”, ma pura estasi intellettiva.
Tornando alla nostra disanima, uno dei punti di distruzione del mondo Greco-Romano è localizzato in quello fatiscente anglo-americano con le ultime teorie che, oramai alla luce del sole, propongono una riduzione della popolazione mondiale. Una follia che è ancora una volta contro la vita, vale a dire contro il Padre della vita. Se costoro, ed i loro servi europei, ritengano che sia necessario de-popolare il mondo saremo felici di fornire loro gli strumenti utili e più adatti affinché si possano suicidare, giusto per dare l’esempio. La “civiltà” anglo-americana” che si crede potente, con quelle vetuste e senza più senso portaerei, che sono affondabili facilmente da un missile ipersonico, sono un’inezia nel tempo. Un mondo che importa cervelli formati per le sue ricerche, per le proprie Università dove avviene questa deformazione, laddove la visione politicamente corretta, degenere parte proprio dai luoghi del cinema. Ci hanno fatto credere in questi attori che erano invincibili, super eroi indistruttibili, mentre sono una “potenza militare” tale che in confronto a quella di Venezia che è durata oltre mille anni7, sono una cimice temporale.
Un episodio che pochi conoscono, che inserisco come digressione all’articolo. La Marina Russa utilizza come bandiera una Croce di Sant’Andrea Azzurra su fondo bianco. Sapete da chi è stata concessa quella bandiera? Dalla Repubblica di Venezia, perché, con tale concessione, le navi russe, spesso assalite dai pirati e dai nemici, sapessero che la Repubblica di Venezia vegliava e poteva distruggere immediatamente con la sua flotta i nemici. Da allora è rimasta a ricordo di quel legame antico tra la Repubblica Veneta ed il mondo Russo.
Tornando al marciume delle forme del male, possiamo affermare senza timore di smentita, che il politicamente corretto, cioè il linguaggio creato dal nemico di sempre, ha un approccio riduzionista, malevolo e profondamente scettico.
Al mondo della sinistra “radical choc” non è rimasto nemmeno il Nichilismo, ma un nulla ideologico di parole vuote e di odio mortale, unito ad un pacifismo vaticanense ecologista, che risulta paradossale se non propriamente eretico e vicino al manicheismo neo-gnostico che frena ogni aspettativa dentro un fatalismo opprimente.
In tal modo l’orizzonte religioso-materialista rimane esposto ad una dequalificazione ideologica e spiritualista dove la parola d’ordine è: accoglienza. Quindi ancora l’utilizzo “ecumenico” di una parola dai mille risvolti incluso quello satanico. Una parola che può essere utilizzata per incarcerare in un senso di colpa: tu sei Europeo, tu sei ricco, tu sei bianco, tu sei uno sfruttatore, tu non sei ecologico, tu devi accogliere queste persone e donare loro tutto. Peccato che non siano accolte in Vaticano che si tiene bene alla larga dall’accogliere i profughi nelle loro immense proprietà. Hanno tante basiliche, appartamenti nei posti più sciccosi, attici ed ogni bene materiale per dare l’esempio. Come dire, fanno, come i francesi, gli accoglienti coi porti degli altri.
Giusto per ricordare i nostri “maestrini” francesi che hanno riempito i loro musei, dopo la vittoria di Tolentino8, con opere italiane rubate da quel criminale, peggio di Hitler, che era Napoleone, di avere almeno il coraggio di tacere e magari, con anima di buona volontà iniziare a restituirne una buona parte. Ma l’Italia è talmente ricca in arte e storia che vi si trova sempre qualcosa che diventa irraggiungibile per il mondo europeo.
Ai popoli che intraprendono questo cammino doloroso di emigrazione va invece insegnato a rendere ricca la loro terra. Gli Israeliani da un deserto hanno ricavato un giardino col sistema dell’irrigazione a goccia.
Ma la vera accoglienza significa donare agli sventurati che vengono in condizioni pietose in Europa, la Bontà del Salvatore perché egli dona la vita ai ciechi sia fisicamente che nell’animo perché “l’homo interior ritrova sé stesso solo in quanto membro di una civitas peregrina e la speranza diventa appunto l’habitus del peregrinus, esprimendo l’unica intenzionalità escatologica possibile9”.
In realtà la fascinazione del materialismo cresciuta sia nella chiesa petrina, che nel mondo “intellettuale” permane in una linea razionalistica che è conclusione finale del positivismo, pur in un’autosoddisfazione manichea che è un sentimento oscuro, caotico e sentimentale.
L’idea di Verità e di Rivelazione Teandrica viene veduta come un momento filosofico di una religiosità che è simile se non inferiore alle varie forme religiose del mondo.
Il male non è una sfida alla Teologia o alla Filosofia, ma è una provocazione alla Mistica della Vita e della Creazione, al Mistero della Vita Eterna, alla sorgente della Rivelazione nell’Attimo storico di Vita della persona. La contemplazione del bello, dell’armonico, dello spirituale, rimane un’esperienza impenetrabile ed estranea per il male nel suo linguaggio depauperato ed oscuro.
L’educazione repressiva vuole atomizzazione sociale, coerenza di scomposizione dell’individuo, mutamento controllato e fedeltà indotta alla realizzazione di una immagine anti-creativa e totalitaria. Il linguaggio, il controllo delle parole, delle idee, dei fenomeni sociali, l’introduzione di tecnologie spurie che vengono fatte passare per novità, la diffusione di neo-parole, la falsa divulgazione scientifica, sono i sistemi anti-spirituali attuali ed ecumenici per rimuovere nel popolo il ricordo di Dio e del Suo Perdono.
Il Separatore – ilseparatore@protonmail.com – Ilseparatore@yandex.com
- 1Il nostro periodo ha così stranamente intrecciato il bene col male che senza l’«espansione per l’espansione» degli imperialisti il mondo non sarebbe mai diventato tutt’uno; senza l’invenzione politica della borghesia, il «potere per il potere», non si sarebbe mai scoperta l’estensione della forza umana; senza il mondo fittizio dei movimenti totalitari, in cui sono venute in luce con ineguagliata chiarezza le incertezze essenziali del nostro tempo, noi saremmo forse stati spinti verso la rovina senza neppure renderci conto di quel che stava accadendo. E se è vero che nelle fasi finali del totalitarismo appare un male assoluto (assoluto perché non lo si può più far derivare da motivi umanamente comprensibili), è altresì vero che senza di esso non avremmo forse mai conosciuto la natura veramente radicale del male. Hannah Arendt – Le origini del totalitarismo – Piccola Biblioteca Einaudi
- 2«Solo il male ha coscienza di sé stesso», scrive Kafka, nel novembre del 1917, in una pagina del terzo dei cosiddetti Quaderni in ottavo. Significa che ci siamo imbattuti in un principio racchiuso nell’origine dell’universo sensibile, pronto a mimetizzarsi nelle sue infinite pieghe, a diventare un potente medium comunicativo («Uno dei mezzi del male è il dialogo», aggiunge subito dopo l’ultima frase citata). Imbattendosi in un tema di tale portata la riflessione di Kafka, nonostante la sua frammentarietà, si dimostra, come al solito, compatta, dotata di una logica stringente. Poche righe prima avevano annotato: «Quando una volta si è accolto in sé il male, esso non pretende più che si creda in lui. I secondi fini con i quali accogli il male non sono tuoi, ma del male». Che il male costituisca una sorta di presupposto della nostra esistenza, lo dimostra la sua assoluta autonomia: la sua irriducibilità, cioè, a ogni effetto prodotto dalla volontà umana. Una volta insediatosi nella realtà di ciascun individuo il suo dispiegamento – vuole dire Kafka – segue una traiettoria del tutto impermeabile alle singole azioni, perché scandita dalle leggi stesse che regolano il corso della realtà. F. Kafka – Diari – Testo “Il male necessario” – Arturo Mazzarella – Edizioni Bollati Boringhieri
- 3“Siamo divenuti consapevoli dell’esistenza, in varie civiltà, di un numero incalcolabile di miti, rituali, credenze e atti magici, e non è immediatamente chiaro quali di essi meritino di essere definiti «religiosi». Invero, gli antropologi, studiando le mitologie, se la cavano spesso molto bene evitando di distinguere tra narrazioni religiose e non religiose. L’assenza di limiti concettuali nettamente tracc1au consegue non tanto dalla nostra inettitudine logica quanto dalla natura della realtà esaminata. È in gran parte il nostro interesse a determinare quali tra le varie forme di comportamento, di credenze e di sentimenti consideriamo essenziali al fenomeno della religione come lo conosciamo grazie all’esperienza e ai libri. L’importante è mantenere una distinzione tra il modo con il quale delineiamo, più o meno arbitrariamente, il campo del nostro studio, e le nostre asserzioni esplicative, inevitabilmente controverse, sullo scopo della vita religiosa. Se, come Rudolf Otto e Mircea Eliade, sosteniamo che l’esperienza del sacro è peculiare, e invero essenziale, nell’analizzare il fenomeno religioso, ci imbattiamo nella difficoltà costituita dal fatto che la parola «sacro» viene spesso impiegata seriamente, e con profondo impegno da persone che sotto altri aspetti si considerano non religiose”. Leszek Kolakowski – LE RELIGIONI SU DIO, IL DEMONIO, IL MALE ALTRI PROBLEMI DELLA COSIDDETTA FILOSOFIA DELLA RELIGIONI – Ed. SugarCo
- 4«Infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato» (3:20), cioè, per mezzo della legge l’uomo scopre i suoi errori (Gal. 3:19). «Senza la legge il peccato è morto», dichiara Paolo (9:4), come dire che, chi ignora la legge non è cosciente di trasgredirla. La legge è comparabile a uno specchio che riflette la condizione di chi lo usa, rivelando le sue necessità di ordine e pulizia (Gc. 1:22-25).
- 51. Poiché il nostro Dio e Re, che è buono, più che buono e interamente buono – è bello infatti iniziare da Dio quando ci si rivolge a dei servitori di Dio! -, ha onorato gli esseri razionali da lui creati con la dignità del libero arbitrio, alcuni sono suoi amici, altri suoi servi fedeli, altri servi inutili; altri sono completamente estranei a lui, e altri infine sono suoi avversari, per quanto impotenti.
2. Per “amici di Dio”, santo e venerato padre, noi, nella nostra ignoranza, intendiamo propriamente quegli esseri intelligenti e incorporei che stanno intorno a lui; per “servi fedeli”, coloro che hanno compiuto e compiono la sua santissima volontà senza indugio né interruzione alcuna; per “servi inutili”, quanti ritengono sì di essere stati onorati del divino battesimo, ma non hanno custodito fedelmente gli impegni presi con lui; per “estranei a Dio” e suoi nemici intenderemo poi quanti vediamo senza battesimo e con una fede erronea; sono infine suoi “avversari” dichiarati non solo coloro che hanno respinto i comandamenti del Signore rigettandoli lontano da sé, ma anche coloro che combattono con accanimento contro chi li mette in pratica. San Giovanni Climaco – La scala – Discorso 1 - 6In questi termini è la pace dei pensieri come in quelli – l’abbiamo detto – il flusso delle lacrime. Da questo momento la mente comincia naturalmente a osservare le ragioni degli enti, a considerare l’arte di Dio, a concepire un pensiero divino e, presa dalla purezza, dalla sapienza, dalla gloria, dalla bontà e da tutte le altre cose che si possono vedere intorno a Dio, penetra i segreti della Scrittura, gusta i beni soprannaturali che ne derivano, gode delle bellezze sovra-mondane e diventa ricettacolo dell’amore di Dio. In questo modo è afferrata dall’amore, gioisce e si rallegra perché è arrivata al termine delle virtù, all’amore del Creatore del tutto. Allora la mente non sperimenta né teme di essere ingannata, anche se, in quanto instabile, è ancora soggetta a cadute, impulsi peccaminosi e movimenti sconvenienti che possono derivare da varie cause. Poiché deve ancora rafforzarsi si guarda dalla disperazione e, sol-levata dalle ali della divina speranza verso l’amore di Dio per l’uomo, si dedica alle lacrime, alla preghiera e agli altri beni summenzionati e si diletta, per quanto le è consentito, del divino paradiso dell’amore. Non vede più nulla, né forma, né spessore, né figura; per dirla in breve niente, se non lacrime, pace dei pensieri e amore di Dio. In queste cose l’assenza di errore è preservata ed è assicurata la salvezza dell’anima che con modestia è sobria e prega in Cristo Gesù nostro Signore. Callisto Angelicude – Sulla pratica esicastica
- 7https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia
- 8https://it.wikipedia.org/wiki/Tr
- 9Pag. 94 – La Fine dei tempi – Storia ed escatologia – Ed. Nardini 1994