Uno dei problemi della mancanza di collante liberale nel panorama ideologico e politico italiano del dopoguerra, ma anche in gran parte dell’Europa Continentale,  è che quasi nessuno dei nostri studenti abbia mai letto i romanzi di Ayn Rand.  In particolare le due opere magne della scrittrice russo-americana: Atlas Shrugged e The Fountainhead.

La sensazione è che alcuni dei lettori di questo blog siano relativamente giovani e in molti non conoscono l’esistenza della famosa scritticre russo-americana. In qualche liceo o università italiana fanno leggere 1984 di Orwell e Il Mondo Nuovo (Brave New World) di Huxleyma raramente le opere di Ayn Rand.  Io ho avuto la fortuna di crescere in un milieu familiare impregnato di ideologia liberale e, soprattutto, ho avuto l’occasione di conoscere le scuole del mondo accademico anglo-sassone dove, invece, il nome Ayn Rand era ben noto a generazioni di studenti.

I due romanzi, The Fountainhead del 1943 e Atlas Shrugged del 1961, si calcola abbiano raggiunto decine di milioni copie vendute in USA, comodamente nelle posizioni di testa nelle classifiche di tutti i tempi. Sono ancora oggi al top delle vendite su Amazon, nonostante si trovino sul web numerose copie gratuite downloadabili in pdf. Atlas Shrugged – 35th Anniversary Edition.pdf

Tratto da The Fountainhead, fu fatto anche un film con Gary Cooper, di un certo successo negli anni 50-60, e che fu il mio primo incontro con l’opera della Rand. Una sera degli anni 70 vidi il film sulla RAI e ne portai la recensione come tema del lunedì (erano gli anni in cui in buona parte dei licei italiani si portava tutte le settimane almeno un tema da casa e poi si faceva anche il tema in classe, sempre il lunedì, nel mio caso). Al professore, gesuita illuminato e non di sinistra, piacque molto la storia descritta nel tema e ne dibattemmo tutti in aula. Lo storia di questo geniale architetto, Howard Roark, diviso tra il proprio diritto alla libertà/proprietà individuale ed il benessere che le sue costruzioni rivoluzionarie potevano portare alla comunità tutta e la sua scelta, giusta o sbagliata, di ricorrere, alla fine, anche alla forza per proteggere il proprio diritto intellettuale individuale. Oggi, immagino, questo tipo di dibattiti sarebbero difficili. Troppo divisivi e poco inclusivi per dei poveri studenti di liceo. La pellicola sarà oggi sepolta in qualche archivio visto che anche film, apparentemente meno controversi, vedi Via col Vento,  sono stati banditi da tempo dal politicamente corretto del mondo accademico americano.  

Nel dopoguerra, fino agli anni 90, il Randismo, o oggettivismo, movimento culturale-filosofico-politico che scaturì da questi romanzi, riscosse un discreto successo, anche a livello di grandi elite americane. Il famoso Alan Greenspan,  presidente della Fed, il “maestro” indiscusso della politica monetaria americana per un ventennio, era un fervente randiano, convinto seguace di Ayn Rand. 

Oggi rimane pochino di aderenti randiani. Forse solo Ron Paul che, si narra, abbia battezzato il figlio Rand, in onore della scrittice russo-americana (lui risponde che era solo in ricordo del nonno che si chiamava Randall). Anche se, in quasi ogni corteo conservatore e libertario, vedi i tea-party e anche i comizi di Trump, anche oggi non manca quasi mai un bel cartello con la scritta randiana per eccellenza: Who is John Galt ?

Nei giorni delle feste ho ripreso in mano, dopo tanti anni, Atlas Shrugged e l’ho riletto con grande piacere. Una piacevole lettura, a fine  giornata e prima del sonno, nè troppo frivola, nè troppo impegnata, che libera un po’ la mente dal frastornante torrente di notizie provenienti dal mondo dei giusti della Sinistra.

Atlas Shrugged non è certo un romanzo perfetto come stile e modernità letteraria ed è spesso lungo e ripetitivo. Si percepisce che l’autrice russa-americana è cresciuta a botte di Tolstoy e Dostoevsky e anche a forti dosi del superuomo di Nietzsche. Ma la narrativa è piacevole e variegata, non solo ideologia, c’è anche sentimento e sesso. La protagonista, l’ingegnera Dagny Taggart, è combattuta tra l’amore di ben tre maschi alfa, ma gradisce gli uomini che non chiedono troppo il permesso. Forse non proprio l’idolo delle #metoo.

Credo che Atlas Shrugged sia particolarmente attuale. Una chiave di lettura di cosa stia  succedendo e di cosa potrebbe succedere. Di come una società prospera possa scivolare  lentamente verso il totalitarismo e la povertà. Poi un indizio sul passo successivo che molti di noi si augurano: di come un manipolo di uomini e donne coraggiosi, la protagonista come dicevo è proprio una donna ingegnere coraggiosa, possano ricondurre la società alla ragione ed al progresso, in modo sostanzialmente pacifico.  E probabilmente oggi non serve neanche rifugiarsi e nascondersi tra le montagne del Colorado.

In Italia, soprattutto, forse più che altrove – noi della Penisola siamo sempre dei precursori (panem et circenses, fascismo, covid) – è assai visibile questo progressivo distacco volontario dalla società da parte delle classi dirigenti produttive. Che è una delle spiegazioni principe del crollo del PIL negli ultimi 20 anni. Questo progressivo distacco volontario dalla società da parte delle classi dirigenti produttive, che è uno dei temi di fondo del libro. Atlante che produce per tutti, a un certo punto, e da qui il titolo el romanzo, si scoccia di portare il peso del mondo. 

Volete capire chi sia John Galt? Perchè in questi tristi giorni di inizio 2021 John Galt sia particolarmente rilevante? Leggete (o rileggete) Atlas Shrugged. Ecco il link al pdf del libro: https://urpdfs.com/atlas-shrugged-pdf/