Sono trascorsi 30 anni da quando ricevetti la trascrizione di una serie di incontri riservati tra i vertici dei principali fondi di investimento ed una lunga serie di esperti, tra scienziati, ingegneri, futurologi, ecc…

Il tema di quegli incontri verteva intorno ad un problema che, a detta degli organizzatori, si sarebbe verificato SICURAMENTE entro la metà dell’attuale secolo.
Si verificherà una CRISI ECOLOGICA scaturita da un evento sul quale il genere umano non ha alcun potere”, dicevano, “Cosa e come possiamo fare per salvare noi e le nostre famiglie?”.
Il report continuava con una serie di dettagli e con quello che sarebbe stato il riassunto delle indicazioni, fornite singolarmente e in modo totalmente indipendente, dai singoli esperti interpellati.
Tali indicazioni vennero riassunte in 3 punti fondamentali, più una serie di suggerimenti:
1) realizzazione di bunker sotterranei
2) colonizzazione dello spazio
3) riduzione della popolazione

Gli organizzatori si chiesero: “Dovendoci assicurare l’incolumità, avremo bisogno di un esercito privato leale. Come possiamo assicurarci che, nel momento in cui venisse ordinato loro di chiudere gli accessi ai bunker, questi effettivamente eseguano l’ordine ben sapendo di dover lasciare fuori, a morte certa, amici, parenti, mogli, mariti, figli e milioni di altre persone innocenti?


Per oltre 15 anni mi sono chiesto cosa significasse “crisi ecologica” e quale fosse l’evento sul quale il genere umano non ha alcun potere.
Le interpretazioni di questi due punti sono fondamentali per comprendere o almeno iniziare a delineare quale possa essere il reale problema e, magari, provare ad abbozzare una potenziale soluzione allo stesso.
Indicativamente e molto sinteticamente, come prima spiegazione di tali eventi, ho pensato a quelli che oggi vengono chiamati “cambiamenti climatici”, ovvero una serie di cambiamenti del clima e conseguentemente degli eventi meteo, dovuti ad una serie di cicli coincidenti nella loro fase negativa proprio nel periodo indicato dagli organizzatori di quegli incontri riservati dei primi anni ‘90. Spiegazione possibile, certo, ma non soddisfacente.
Una seconda spiegazione poteva essere l’impatto di un corpo roccioso di origine cosmica, capace di destabilizzare gran parte della civiltà umana, dando comunque a qualcuno la possibilità di sopravvivere agli eventi conseguenti. L’asteroide 99942 Apophis, scoperto ufficialmente nel 2004, potrebbe essere il candidato migliore transitando, il 13 Aprile 2029, a soli 30.000 km dalla superficie terrestre in una rotta che lo porterà ad attraversare il Mediterraneo e il nord Atlantico, da est verso ovest. Le dimensioni e la velocità di tale oggetto sono compatibili con la supposizione che, in caso di impatto, possa gettare l’emisfero Boreale in un catastrofico periodo di crisi della durata di diversi anni. Periodo durante il quale si verificherebbero guerre, rivolte, carestie ed esodi di massa dalle zone interessate da tale catastrofe, verso zone più vivibili. La Scienza ci ha parzialmente rassicurati che le possibilità di un impatto sono trascurabili, relegando quindi tale seconda spiegazione tra le ipotesi non soddisfacenti.
La guerra è stata considerata come terza spiegazione, scartata quasi subito in quanto, generalmente, dovuta alla volontà degli esseri umani di prevaricare il prossimo impossessandosi delle risorse, terre e ricchezze altrui.

L’evento alla base della “Crisi ecologica” doveva essere “naturale” e talmente potente che il genere umano non possa in alcun modo controllarlo, ma solo prevederlo. Cosa potrebbe essere allora?
Un’ultima spiegazione è legata ad una serie di verità inconfutabili, abilmente ignorate dai media, riguardanti la reale disponibilità di petrolio.
Il petrolio è, ad oggi, l’elemento alla base della civiltà umana moderna. Da quando ne venne iniziato lo sfruttamento industriale, la popolazione umana è passata dagli 800 milioni di individui dei primi anni del 1800, agli attuali 8 miliardi, con una crescita esponenziale che sembra non avere alcuna intenzione di rallentare… Sebbene negli ultimi anni la pendenza della curva sembra essere meno ripida.

Il petrolio è alla base di ogni processo produttivo, di ogni oggetto, di ogni servizio. Una sua ridotta disponibilità porterebbe, specialmente nei paesi industrializzati, ad una drastica riduzione dei servizi, dei beni disponibili, della sicurezza. Di tutto insomma.
Una riduzione della disponibilità di petrolio provocherebbe, automaticamente, una riduzione della disponibilità di risorse minerarie, con un aumento conseguente dei costi produttivi di qualsiasi oggetto, del loro trasporto e produzione.
Ma perché il petrolio potrebbe non essere abbondante come si crede?
Quando venne creata l’OPEC, negli anni ‘60, diverse nazioni indicarono la propria disponibilità di oro nero, aumentando politicamente di 3 o 4 volte la quantità effettivamente disponibile. E questo con l’unico scopo di aumentare il proprio “peso politico” all’interno dell’Organizzazione. Per anni si è sempre creduto che, stando ai numeri resi noti proprio dall’OPEC, la disponibilità di petrolio avrebbe garantito un futuro roseo per il genere umano per un periodo non inferiore ai 250 anni. Sufficiente per trovare un’alternativa all’oro nero.
Quando si è scoperto l’inganno, alcuni esperti sono andati a ricalcolare la reale disponibilità di petrolio a livello mondiale, scoprendo che questa sarebbe passata dai 250 anni indicati, ad appena 50. Perfettamente in linea con l’evento naturale sul quale il genere umano non ha alcun potere e che è causa della Crisi Ecologica.
Ma perché “Crisi Ecologica”?

Come accennato in precedenza, la civiltà umana dipende dal petrolio per quanto riguarda l’energia, i carburanti, i prodotti petrolchimici, le risorse minerarie, le risorse alimentare. Tutto insomma.
Senza petrolio la civiltà umana collasserebbe su se stessa. E si sa che, come in preda ad una crisi isterica, l’essere umano finirà col saccheggiare ogni cosa, arrivando a devastare il territorio in cerca di qualsiasi risorsa possa essere utilizzabile per produrre energia, riscaldare le case, permettere di produrre cibo, potabilizzare l’acqua, trasportare prodotti da un punto all’altro del pianeta.
Ed è in quest’ottica che si avrebbero anche guerre per le risorse e carestie di ogni genere.

Le soluzioni indicate (bunker sotterranei, colonizzazione spaziale e riduzione della popolazione), potrebbero salvare alcuni, ma non tutti.

Perché i bunker?
Perché sono 30 anni, forse anche 40, che si sa che il petrolio finirà molto prima di quanto propagandato dai media, e sembra che a nessuno interessi più di tanto. Le rinnovabili risolvono, in (piccola) parte, il sotto-problema della produzione di energia, ma il costo in termini di “risorse minerarie consumate per kwh di energia prodotto” è quasi 10 volte maggiore. I leader, i politici e quelli che “sapevano”, correrebbero quindi un grave rischio… essendosi impegnati in un assordante silenzio utile solo ad accumulare potere e denaro, come se questo fosse utile a scongiurare i problemi che la Crisi Ecologica e tutto il resto conseguente, possa produrre nel tempo.

La riduzione della popolazione, molto cara ad organizzazioni mondialiste come il World Economic Forum, servirebbe a ridurre o eliminare la “domanda” di energia, di risorse mineraire, di risorse alimentari, di servizi….. e dei problemi che si avrebbero quando la popolazione dei paesi industrializzati si accorgerà di non avere più alcun futuro.

Infine lo spazio.
Colonizzare lo spazio consentirebbe l’accesso ad una quantità di risorse minerarie semplicemente infinita, con una purezza dei minerali maggiore rispetto a quella ottenibile sul nostro pianeta (dove i minerali metallici sono tutti ossidati), una concentrazione dei minerali potenzialmente maggiore e dove potrebbero non essere necessari gli inquinanti processi di purificazione e separazione del minerale dalla roccia che li contiene, o almeno, tali processi non sono inquinanti. Oltre all’enorme disponibilità mineraria, nello spazio si avrebbe accesso ad importanti fonti di energia… prima fra tutti quella ottenibile con l’Elio-3, un importante isotopo presente nella regolite lunare, che risulterà indispensabile per la produzione di energia nucleare nei reattori a fusione in fase di sviluppo. Benché ci siano già diversi progetti in fase di costruzione, basati su differenti tecnologie e reazioni nucleari, l’unica reazione nucleare realmente “pulita” e potenzialmente capace di risolvere il problema energetico per l’intero genere umano, è quella basata sulla reazione Elio-3/Deuterio. Se il Deuterio è abbondante ed economico sul nostro pianeta, l’Elio-3 è pressoché inesistente, ed il costo produttivo è spropositatamente elevato. Questo frena la ricerca e costringe scienziati ed ingegneri, a concentrarsi su altre tecnologie meno sicure e meno pulite, ma più abbordabili economicamente.


Analizzando in modo distaccato quanto fino ad ora riportato, mi viene da chiedere: come mai la colonizzazione dello spazio è stata rallentata e spesso ostacolata, fino ad oggi?


La risposta è deprimente…. almeno quella “politica”… ovvero non vi erano le condizioni di necessità ed urgenza. Oggi le cose sembrano cambiate, ma resta il ritardo accumulato in 30 anni di quasi “menefreghismo”.
Certo, la tecnologia degli anni ‘90 non era sufficientemente avanzata per poter permettere la colonizzazione dello spazio come oggi la possiamo immaginare, e presto anche effettuare. Ma resto convinto che molto si sarebbe potuto già fare in passo. Perché quindi non spingere prima nella colonizzazione dello spazio ma attendere l’inevitabile problema di “necessità e urgenza”?
Forse i “poteri forti”, quelli cioè che negli anni ‘90 organizzarono gli incontri riservati di cui abbiamo accennato, non volevano perdere il potere sulle masse. Forse non si rendevano conto neanche loro di ciò che sarebbe potuto accadere e forse, prima di pensare a come risolvere realmente i vari problemi di una società complessa e globale come quella nella quale viviamo, hanno provato prima la strada del Governo Unico Mondiale, obiettivo che avrebbero voluto raggiungere grazie ad una sottomissione totale e globale delle principali nazioni del pianeta, con una serie di operazioni economiche e finanziare che, evidentemente, non hanno dato i frutti sperati.

In questo quadro generale, le decisioni strategiche intraprese dall’Europa risultano essere assolutamente sbagliate. Sembra, ma questo non è un argomento facile da trattare, che le scelte siano state fatte con il preciso compito di provocare un catastrofico collasso sistemico a livello industriale, sociale, economico e culturale in tutta Europa. Sarà così?

La recente guerra in Ucraina, voluta ed organizzata dai poteri forti e ottenuta grazie ad una serie di azioni portate avanti nel corso degli ultimi 10 anni e di cui i media europei hanno sempre dato una visione totalmente distorta, sono forse l’ultima goccia che sta facendo traboccare il vaso. La Germania, principale economia dell’Unione Europea, sta drammaticamente precipitando in un contesto recessivo dal quale, senza l’energia e le risorse minerarie a basso costo importate della Russia, ben difficilmente saprà risollevarsi.
E la crisi in Niger degli ultimi giorni, che rischia di fare il pari per quanto riguarda la Francia, non permettono di sperare in un futuro roseo anche per noi italiani, ormai azzoppati industrialmente ed economicamente da una classe politica e dirigenziale troppo concentrata sui propri interessi e quasi mai presente nel nostro mondo reale.

L’Europa è quindi morta, da tempo, grazie a scelte scellerate basate su dati sbagliati, alterati, male interpretati.

Deve solo rendersene conto.

E non so è un bene o un male farlo!