Tratto da zerohedge.com traduzione di Gustavo Kulpe
Come se Bruxelles non avesse già abbastanza grattacapi con Italia e Regno Unito, l’Unione europea sarà presto costretta a giustificare il motivo per cui uno dei suoi principali e preferiti stati membri è autorizzato a perseguire misure populiste che fanno esplodere il deficit di bilancio per calmare le proteste popolari mentre un altro è minacciato di sanzioni ammontanti a miliardi di euro.
Visto che non è riuscito a placare la rabbia diffusa causata dalle sue politiche incolpando la Russia, il presidente francese Emmanuel Macron ha cercato di calmare i sempre più violenti “giubbotti gialli” che hanno messo a ferro e fuoco la sua capitale, offrendo enormi tagli alle tasse che potrebbero far esplodere il deficit francese oltre la soglia del 3 % stabilita dalle regole fiscali del blocco europeo.
Viste le concessioni recentemente offerte dai populisti italiani, Macron’s non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per contravvenire alle convenzioni fiscali europee. Come ha sottolineato Bloomberg, queste concessioni quasi sicuramente porteranno la seconda economia del continente in rotta di collisione con Bruxelles. Per essere chiari, i tagli proposti da Macron ammontano a circa 11 miliardi di euro secondo Les Echos e lasceranno il paese con un disavanzo di bilancio del 3,5% del PIL nel 2019, mentre un funzionario del governo parla di deficit che potrebbe essere più alto del 3,6%.
Per fare un confronto, le ipotesi iniziali del governo italiano fissavano l’obiettivo di disavanzo al 2,4%, una cifra che l’Europa ha ripetutamente rifiutato di prendere in considerazione.
Le promesse di Macron di uno stimolo fiscale – che arrivano in aggiunta alla decisione del governo di rimandare i previsti aumenti delle tasse sul carburante che hanno contribuito a infiammare le proteste – sono parte di un più ampio “mea culpa” dichiarato da Macron in un discorso tenuto lunedì sera, in cui ha anche programmato di aumentare il salario minimo dei lavoratori fancesi.
Certamente, quando Bruxelles inevitabilmente farà obiezione, forse Macron potrebbe semplicemente mostrare loro questo video della polizia francese che getta a terra un manifestante costretto su una sedia a rotelle.
Per questo motivo gli italiani si stanno lamentando. Parlando martedì, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ha detto che l’Italia non ha violato il limite del deficit UE. “Ripeto che da parte del governo italiano esiste un atteggiamento ragionevole, se ce ne sarà uno anche dall’Unione europea si troverà una soluzione”.
“La Francia ha superato diverse volte il deficit del 3%, l’Italia non lo ha fatto, sono situazioni diverse, ci sono molti indicatori da valutare”.
Tuttavia, come un giornalista del Guardian ha fatto notare in un editoriale pubblicato martedì mattina, il fatto che gli organizzatori dei gilet jaunes (gilet gialli) siano riusciti a spingere Macron a cedere e a fare concessioni dopo appena 4 settimane di proteste li incoraggerà solo a insistere per richieste ancora più radicali: la caduta del governo di un Macron estremamente impopolare.
E poi ancora, con Bruxelles che ora deve affrontare accuse di ipocrisia, considerando il fatto che Macron ha concesso dopo le proteste, le stesse identiche misure populiste per le quali l’Italia è stata sanzionata, il “fiasco” francese aumenta le probabilità che Roma possa superare qualsiasi percentuale di deficit che vuole, ora che l’UE è costretta a guardare in silenzio.
“L’aumento di spesa di Macron incoraggerà Salvini e Di Maio”, ha detto Giovanni Orsina, docente alla School of Government dell’Università Luiss-Guido Carli di Roma. “Macron avrebbe dovuto essere la punta di diamante delle forze europeiste, se egli stesso è costretto a sfidare le regole dell’Unione europea, Salvini e Di Maio si faranno avanti per ribadire che queste regole sono sbagliate”.
Mentre attendiamo con impazienza di vedere come Bruxelles risolverà questa quadratura del cerchio, i mercati si mostrano meno entusiasti.
Stanchi dal seguire a zig zag titoli contrastanti da un estremo a un altro, gli operatori finanziari si stanno già domandando se “la Francia è la nuova Italia”. Il motivo: la curva OAT francese ha subito un’impennata questa mattina con rendimenti a 10 anni in aumento di ~ 6 punti base, con la diffusione Bund / OAT che ha toccato il massimo da maggio 2017 e le elezioni presidenziali francesi. Sebbene ben al di sotto dei picchi dello scorso anno, un ulteriore allargamento spingerebbe il divario su livelli riservati ad una situazione politica maggiormente a rischio.
Come ha osservato stamattina l’analista di macroeconomia di Bloomberg, Michael Read, è difficile vedere uno specifico detonatore a breve termine che faccia innalzare lo spread Bund / OAT, ma la tendenza sembra destinata a puntare lentamente più in alto.
Mentre Macron deve combattere sia sul fronte nazionale che su quello europeo, dovrà mantenere la pace in casa per restare al vertice. Ricordate che abbiamo visto lo spread dei titoli a 10 anni salire a ~ 80 punti base nel periodo delle elezioni del maggio ’17 per timore dei mercati per la situazione politica, e le valutazioni di popolarità del presidente francese sembrano già lontane dall’essere rosee.
E proprio per i suddetti motivi, la Francia potrebbe aver risolto la crisi italiana.