L’incompetenza dell’UE non è nuova, ma ora sta diventando pericolosa, perché per compiacere il padrone americano, la leadership europea ha imposto sanzioni che stanno già ora soffocando economicamente l’UE prima ancora che la Russia abbia risposto con contro-sanzioni.

Ecco il rapporto (riassunto):
Putin ha messo l’UE in una posizione estremamente difficile
Dall’inizio della settimana, l’Europa si sta preparando per una serie di vertici e il piano era quello di considerare nuove sanzioni e come potrebbero lentamente uscire dal carbone, dal petrolio e dal gas russo.
“Credo che continueremo a ridurre la nostra dipendenza dal carbone russo entro l’inizio dell’estate e la abbandoneremo del tutto entro l’autunno. Vogliamo anche ridurre le quantità di petrolio e di gas”, ha detto il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck.
Un embargo completo sugli idrocarburi russi non è attualmente possibile – ciò scatenerebbe una recessione, ha avvertito il cancelliere Scholz. Ma recessione – minore crescita – è un termine debole, infatti stiamo parlando della peggiore forma di depressione. Ecco perché tutto deve essere fatto con attenzione.
Ma mercoledì Vladimir Putin ha deciso che il gas sarà pagato in rubli, sapendo così di mettere l’Occidente in una posizione estremamente difficile. Il rublo è stato il principale obiettivo delle sanzioni: attraverso la svalutazione della moneta russa si voleva portare alla fame e alla bancarotta la Russia. Ma non è arrivata la capitolazione, anzi Mosca sta alzando la posta in gioco.
Gli europei avevano preparato la popolazione a una piccola sofferenza con “risparmiare acqua ed elettricità, abbassare i termostati, mangiare meno carne e rinunciare al trasporto privato nei fine settimana”, ma ora è chiaro che non è così.

Ecco l’effetto boomerang per aver congelato i beni della Banca Centrale Russa, che non sono solo in dollari ed euro, ma anche in titoli di stato. Peccato che esistono anche contratti che gli europei devono onorare, e ora sono chiamati a pagarli in rubli.
La questione europea è che non sa come sostituire i 111,5 miliardi di metri cubi di gas che acquista annualmente dalla Russia.
Ovvero può farlo, ma andrà incontro a deindustrializzazione dell’Europa (con tutte le conseguenze del caso).
Quindi la UE rifiuterà di comprare il gas russo in rubli oppure accetterà?
La proposta russa è di mantenere le forniture, gli impegni in termini di quantità e prezzo concordato, non cambia la valuta di pagamento.

Qua entrano in campo Bulgaria e Moldova cha già pagano in rubli senza problemi, queste due nazioni potrebbero riempirsi di gas e poi decidere di vendercelo alla commissione che loro stessi stabiliscono. Non salveranno la UE, ma per noi sarebbe un’alternativa insostituibile e ci ritroveremmo a pagare grosse commissioni. Vedremo se nei prossimi giorni l’Europa si rassegna e paga in rubli.

L’Ufficio federale tedesco per la protezione civile simulò uno scenario di interruzione della fornitura di gas nel 2019: la chiusura delle industrie non è nemmeno la metà del problema, perché si è scoperto che le istituzioni sociali – ospedali, scuole, case di cura – non sarebbero state in grado di fornire alla gente pasti caldi, e le famiglie private sarebbero ricorse a bruciare qualsiasi cosa fosse a portata di mano. E questo significa feriti e incendi – i servizi di emergenza sarebbero sopraffatti. Questo è uno scenario per difficoltà temporanee, ma se questo diventa la norma, la Germania corre il rischio di tornare al 19° secolo e il fiorente stato sociale verrebbe distrutto. Anche il sistema di riscaldamento cesserebbe di esistere. Questa non è propaganda russa, questo è ciò che scrive Die Welt.

L’utopia verde con cui Baerbock e Habeck hanno attirato gli elettori, la decarbonizzazione, la neutralità del carbonio è sparita. Le sanzioni permettono solo una transizione energetica per la Germania: ovvero tornare alla lignite della Ruhr.

Bisogna poi capire che gli Stati Uniti non sono un fornitore affidabile, tutti si dimenticano che gli americani hanno deviato il loro gas liquefatto verso i mercati asiatici nell’autunno 2021. Biden ha promesso 15 miliardi di metri cubi per quest’anno, ma questo è un decimo di quello che l’Europa riceve dalla Russia.
Si sveglia l’Austria. Karl Nehammer, il cancelliere federale austriaco, è stato chiaro: “Con noi, non ci sarà nessun embargo di gas e petrolio contro la Russia. Questo non è solo irrealistico per l’Austria. Anche la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria sarebbero gravemente colpite”, scrive Die Zeit.

Voce fuori dal coro la Polonia che consuma solo 20 miliardi di metri cubi all’anno, metà dei quali provengono dalla Russia, ma spera – attraverso il piccolo gasdotto del Mar Baltico in costruzione – di passare alla Norvegia entro la fine del 2022. Ben venga per i polacchi, ma gli altri cercano disperatamente di trovarlo.
Il ministro tedesco dell’energia Habeck ha persino fatto un viaggio piuttosto umiliante in Qatar: “Il ministro dell’energia del Qatar Saad al-Kaabi ha smorzato le aspettative tedesche di una rapida sostituzione del gas russo: “Ci vorranno anni”. Non può immaginare che qualcuno sia in grado di sostituire le forniture russe a breve termine. “Nessuno può farlo. Dire che oggi si può fare a meno della Russia e dire che il Qatar o altri paesi possono sostituirla è ridicolo. Non succederà”. Al-Qaabi ha negato le notizie di una partnership energetica a lungo termine tra la Germania e il Qatar. Alla domanda se esiste un tale accordo, ha risposto chiaramente: “No”, sottolinea Die Welt.

Riassumendo, la Russia non ha ancora annunciato contro-sanzioni e l’Europa è già nei guai.

Nel frattempo arrivano altre notizie:
-il deposito di petrolio della Saudi Aramco è bruciato dopo un attacco degli ussiti yemeniti
-nel Mar Nero l’infrastruttura del Caspian Pipeline Consortium è stata danneggiata da una tempesta
-stanno arrivando le mine posate dall’Ucraina al largo di Odessa (spazzate via da una tempesta); nessuno sa quante siano, ora stanno galleggiando sulle onde verso il Bosforo

Non è chiaro se l’Europa accetterà di comprare il gas russo pagandolo in rubli, ma per la gioia del presidente degli Stati Uniti, i leader politici dell’UE e le loro figure chiave NON hanno espresso chiare obiezioni a sacrificare il bene pubblico in una prolungata guerra economica con la Russia. La fame, il freddo e la miseria deciderà.

La politica altamente pericolosa della Polonia.
No, oggi non è un articolo breve, vanno riportate più cose insieme. Perché la Polonia in questi giorni assume un ruolo dominante nel conflitto. La Polonia è il più grande motore delle sanzioni russe, chiede l’intervento della NATO in Ucraina, espelle quasi tutti i diplomatici russi e blocca i conti dell’ambasciata russa.
La Polonia vuole il dispiegamento di “truppe di pace della NATO in Ucraina”. Al momento gli USA lo hanno impedito affermando che non può contare sull’assistenza della NATO in un caso simile.
Quindi procede con l’espulsione della maggior parte dei diplomatici russi e ha fatto qualcosa di unico nella storia, cioè ha congelato i conti dell’ambasciata russa in Polonia, il che viola tutti gli accordi internazionali sulla protezione e lo status dei diplomatici e delle missioni diplomatiche.

La Polonia ha offerto di inviare le sue truppe in Ucraina, di aumentare le forniture di armi lì, ed è pronta a strappare anche Kaliningrad alla Russia. Tutto questo è la continuazione di un lungo odio storico. Che oggi di nuovo si ripropone. Mezza Varsavia è stata bloccata a causa dell’incontro con Biden. La questione delle forniture di armi statunitensi, sia alla Polonia che all’Ucraina, è una delle più importanti. E Varsavia ha fatto di tutto perché l’ospite d’oltreoceano non fosse deluso. Due giorni prima della visita, Varsavia ha annunciato la più grande espulsione di diplomatici russi – 45 diplomatici o tre quarti del corpo diplomatico russo in Polonia – con il pretesto dello spionaggio, e poi ha fatto l’impensabile: ha congelato i conti dell’ambasciata russa con la frase “per il finanziamento del terrorismo”. E durante la riunione, lo stesso tema è stato sentito più e più volte: “L’aggressione russa” e la necessità di contenere Mosca.

Sembra che la Polonia volesse dettare in anticipo l’agenda del vertice della NATO facendo balenare l’idea di inviare un cosiddetto contingente di pace di 10.000 militari dell’alleanza in Ucraina occidentale. Varsavia voleva che le truppe della NATO presumibilmente assicurassero i corridoi umanitari, il che avrebbe richiesto l’istituzione di una no-fly zone. Persino la Casa Bianca ha esitato di fronte a questa prospettiva!
Mosca ha anche avvertito delle possibili conseguenze. “I nostri colleghi polacchi hanno già detto che le forze di pace dovrebbero essere inviate lì. Spero che capiscano di cosa stanno parlando. Questo porterà a uno scontro diretto tra le forze russe e quelle della NATO, che tutti non solo volevano evitare, ma che tutti hanno detto non dovrebbe accadere in linea di principio”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Eppure la Polonia non è un gigante economico, è solo al 26° posto in Europa in termini di PIL pro capite e il paese vive in gran parte grazie ai sussidi dell’UE. Dal 2004, Varsavia ha ricevuto quasi 200 miliardi di euro da Bruxelles. Quindi il banchetto delle sanzioni deve essere pagato da altri.

La Polonia fu il primo stato del continente a firmare un trattato con Hitler. E la Cecoslovacchia fu divisa dalla Germania con la Polonia dopo l’accordo di Monaco. La Polonia ha ottenuto la sua parte di Cecoslovacchia, la zona di Tieszyn, ed è per questo che Churchill ha soprannominato la Polonia le “Iene d’Europa”. (Nota del traduttore: tutto questo è vero perché la Polonia fu il primo stato a firmare un trattato di amicizia con la Germania di Hitler nel 1934 e dopo la Conferenza di Monaco la Polonia, con l’accordo di Hitler, occupò la zona industriale di Teschen, oggi Tieszyn, che apparteneva alla Cecoslovacchia).
Ora Biden coccola la Polonia, questa compra dagli Stati Uniti armi per sei miliardi di dollari, in particolare un carico di 250 carri armati Abrams. La difesa missilistica americana sarà stazionata sul territorio polacco e 10.500 truppe americane sono già state schierate.

In questo articolo lungo, non abbiamo nemmeno toccato la nuova macelleria pronta a riesplodere, dopo la guerra in Ucraina torna a salire la tensione nei Balcani.
State attenti che gli USA stanno aprendo nuovi conflitti in UE. Vi è mai capitato di pensare che il nuovo MedioOriente siamo noi sul suolo europeo? Mentre arretrano incendiano tutto quello che è possibile. State attenti e osservate cosa succede.
E la Corsica che brucia non la vedete?
Vivete ancora in GP, ma le campane non le sentite mai?

Sempre Comunque Ovunque Alessia C. F. (ALKA)

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Alessia C. F. (ALKA)
Esploro, indago, analizzo, cerco, sempre con passione. Sono autonoma, sono un ronin per libera vocazione perché non voglio avere padroni. Cosa dicono di me? Che sono filo-russa, che sono filo-cinese. Nulla di più sbagliato. Io non mi faccio influenzare. Profilo e riporto cosa accade nel mondo geopolitico. Ezechiele 25:17 - "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te."Freiheit ist ein Krieg. Preferisco i piani ortogonali inclinati, mi piace nuotare e analizzare il mondo deep. Ascolto il rumore di fondo del mondo per capire quali nuove direzioni prende la geopolitica, la politica e l'economia. Mi appartengo, odio le etichette perché come mi è stato insegnato tempo fa “ogni etichetta è una gabbia, più etichette sono più gabbie. Ma queste gabbie non solo imprigionano chi le riceve, ma anche chi le mette, in particolare se non sa esattamente distinguere tra l'etichetta e il contenuto. L'etichetta può descrivere il contenuto o ingannare il lettore”. So ascoltare, seguo il mio fiuto e rifletto allo sfinimento finché non vedo tutti gli scenari che si aprono sui vari piani. Non medito in cima alla montagna, mi immergo nella follia degli abissi oscuri dell'umanità. SEMPRE COMUNQUE OVUNQUE ALESSIA C. F. (ALKA)