Molte lobby combattono per le leggi che apportano restrizioni sulla plastica. La Plastics Industry Association – composta da Shell Polimeri, LyondellBasell, Exxon Mobil, Chevron Phillips, DowDuPont e Novolex — trae enormi profitti dalle produzione di materie plastiche. Il diffondersi delle leggi che vietano le borsine di plastica, i contenitori monouso e molto altro, per ridurre i rifiuti di plastica, le sta portando a finanziare strani concorsi che si sono tenuti negli USA. In Europa non potrebbero farlo perché da anni è diffusa una profonda cultura ecologica e ovunque si diffondono materiali usa&getta compostabili. Dal 2021 nella UE sarà vietata la plastica per l’utilizzo singolo usa&getta.
Ma in USA l’industria delle materie plastiche lotta per continuare a produrre un prodotto che sta inquinando il mondo. Da recenti studi si apprende che nel 2015 gli USA hanno riciclato solo il 9% dei suoi rifiuti di plastica, e il dato non migliora. Il 79% finisce in discarica o viene disperso.
La nostra vita è circondata da giocattoli, bottiglie, sacchetti, contenitori da asporto, bicchieri, cannucce, bustine, vasetti di yogurt, sacchetti, involucri per dolciumi, utensili, borse, tubi, componenti per l’elettronica, coperchi, sono migliaia i prodotti plastici di cui ci circondiamo ogni giorno. E’ difficile risolvere il problema della plastica perché non si decompone.
Nel 2017 la Cina ha deciso di non ricevere più i rifiuti di plastica che provengono da altri paesi, gli USA arrivavano ad inviare 931 milioni di chilogrammi di rifiuti di plastica alla Cina. Era dal 1994 che gli USA esportavano i rifiuti plastici per nascondere la crisi e per non rendere responsabili i consumatori americani. Emerse che i rifiuti mandati in Cina non erano riciclati, venivano bruciati o sepolti.
La verità è che la produzione di plastica è cresciuta in modo esponenziale, ma in pochi riciclano un decimo di questi rifiuti. I rifiuti vengono bruciati perché non c’è un grosso mercato per il riciclaggio. Le aziende che producono plastica da sempre sono a conoscenza del problema dei rifiuti. Tutto quello che è in plastica in pratica, nel giro di breve tempo, si trasforma in rifiuto. Tutti mandavano in Cina i rifiuti plastici, ma da 2018 con la nuova legislazione cinese, ovunque è possibile osservare che sono in costante aumento le montagne di rifiuti plastici. Alcuni studi affermano che il processo di incenerimento della plastica causa il cancro. E gli inceneritori non sono costruiti in aree ricche, sono posti in zone molto povere.
Ora gli USA mandano i rifiuti di plastica in Turchia, Senegal, Thailandia, India, Indonesia e in altri paesi poveri che sono poco equipaggiati per affrontare questo problema.
Microparticelle di plastica la si trova nei mari, in fanghi di depurazione, su campi coltivati, nei pesci e negli uccelli. Alcuni studi parlano di microparticelle presenti nell’acqua che noi umani beviamo. Estrarre il petrolio, raffinarlo, produrre il bene in plastica, gestire il rifiuto e incenerirlo grava 850 milioni di tonnellate metriche di gas serra nell’atmosfera all’anno. Altro problema da non sotto valutare per la salute è che le materie plastiche contengono additivi poco regolamentati, diventano pericolosi in fase di riciclaggio. Si riscontrano ftalati e metalli pesanti (cadmio, piombo e mercurio).
Ma negli USA le aziende che fanno i miliardi con la plastica non hanno alcuna intenzione di mollare, si stanno preparando a lottare. Il prezzo basso del petrolio crea in queste aziende il desiderio di espansione. Mai come ora è stato conveniente produrre. Chi produce plastica a basso costo se ne frega di riciclaggio e crisi dei rifiuti. La plastica riciclata non può competere con la plastica “vergine” sul mercato. Con i prezzi bassi del petrolio nessuno è invogliato a riciclare i rifiuti. Questo ha bloccato definitivamente il riciclaggio.
Le multinazionali ha sconfitto con successo gli ambientalisti, hanno adottato il trucco di abbracciare pubblicamente i suoi avversari preoccupati per l’ambiente, mentre altrove hanno foraggiato privatamente per continuare a produrre. Molto abili a spostare la responsabilità per i rifiuti lontano dalla società che l’ha creata, i consumatori non si sentono responsabili.
Del resto la popolazione è ben felice di smistare correttamente i rifiuti, tutti bravi e giudiziosi a mettere nel posto gusto il rifiuto, ma nessuno si occupa di fermare un certo tipo di produzione quando esistono sistemi alternativi non inquinanti. La popolazione è stata convinta che c’è una via praticabile per riciclare la maggior parte dei rifiuti di plastica. Creato il giochino tutti sono tornati a produrre plastica a tutta manetta.