«La paura dell’infinito è una forma di miopia che distrugge la possibilità di vederlo realmente». George Cantor

1La bilancia falsa è un’abominazione dinanzi al Signore e il peso giusto è di suo gradimento.2Dove sarà la superbia ivi sarà il disprezzo, e dove è l’umiltà, ivi sta la sapienza.3La semplicità dei giusti sarà lor guida, e la fraudolenza dei perfidi li rovinerà.4Le ricchezze a nulla giovano nel dì della vendetta, ma la giustizia libererà dalla morte.5La giustizia del semplice gli appianerà la via, ma l’empio rovinerà nella sua empietà.6La giustizia dei buoni li salverà, ma gli iniqui, nelle loro stesse insidie saran presi.7Morto l’empio, non vi sarà più speranza alcuna, e chi confida nelle proprie sollecitudini resterà deluso.8Il giusto dall’angustia è stato liberato, in sua vece sarà condotto l’empio. Proverbi 11, 1-8

INTRODUZIONE

L’infinito nel tempo è un concetto che da sempre affascina l’umanità e suscita profonde riflessioni filosofiche. Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Queste sono le domande che l’uomo si pone da millenni, cercando di comprendere il mistero dell’esistenza ed il suo rapporto con l’infinito.

Nella ricerca di risposte, le discipline scientifiche e filosofiche si sono interrogate sul concetto di tempo e sulla sua natura infinita. Il tempo, infatti, è un elemento fondamentale della nostra esistenza, ma la sua percezione e comprensione sono strettamente legate alla nostra limitata capacità di percepire l’infinito.

Nell’esplorare il tema dell’infinito nel tempo, ci confrontiamo con l’idea che il tempo possa estendersi all’infinito, senza principio né fine, offrendo così spunti per ulteriori riflessioni sulla natura dell’universo e della nostra esistenza. Questo concetto ci porta a considerare la possibilità di una realtà che vada oltre i confini della nostra comprensione e ci spinge a pensare in modo più ampio e profondo sul significato della vita e dell’universo.

La conoscenza della conoscenza ha necessità di isolare per distinguere ciò che la potenza dell’intelletto ci manifesta come auto-coscienza.

In questo contesto, l’infinito nel tempo rappresenta una sfida spirituale che ci invita a esplorare il nostro rapporto con l’eternità ed a cercare risposte alle grandi domande che da sempre ci accompagnano nel percorso della nostra vita nel tempo per eternarlo nella Sapienza conquistata.

VEDERE NEL TEMPO

“Coloro che guardano le cose troppo superficialmente e senza usare la loro ragione (intelletto), vedono un uomo o qualsiasi oggetto nell’ordine delle apparenze, si preoccupano soltanto di ciò che vedono … Ma chi ha l’anima perspicace ed è stato preparato a non affidarsi soltanto ai suoi occhi nell’esame degli esseri, non si arresta alle apparenze; egli non ritiene come “nulla” ciò che non cade sotto la sua vista, ma si informa anche della natura dell’anima ed esamina le qualità che appaiono nel corpo, considerandole insieme ed individualmente. La sua ragione separa infatti ognuna di queste qualità in particolare, poi considera come tutte insieme concorrano e si concertino per la costruzione del soggetto» San Gregorio di Nissa – Sulla Verginità

Comprendere l’eternità oltre il tempo è un compito arduo ed affascinante. Mentre il tempo è un concetto misurabile convenzionalmente limitato che regola la nostra esperienza quotidiana, l’eternità si presenta come un’immagine più vasta che trascende i confini temporali e ci introduce a una dimensione senza fine. Quando riflettiamo sull’eternità, ci troviamo di fronte ad una profonda riflessione sulla natura stessa dell’esistenza e sul mistero dell’universo.

Allo stesso tempo la Bontà è infinito che si dona come Eternità d’Amore vivente. L’eternità infatti ci invita a superare i nostri attimi umani per contemplare l’alito di Vita Divina che unisce l’umanità; in sintesi le nostre vite terrene assumono un significato solamente di fronte all’immensità dello Spirito di Amore. In questa prospettiva, l’eternità può essere vista come la Bontà che travalica le ipocrisie del mondo offrendosi a tutto il Creato al fine di trasfigurarla permettendoci di riconnetterci ad una dimensione più ampia e profonda dello Spirito Divino che è egoismo effimero e giudice iniquo della buona volontà di coloro che amano ed hanno amato la Vera Giustizia. In definitiva, andare oltre il tempo per comprendere l’eternità è un viaggio spirituale che ci permette di esplorare i confini della nostra esistenza e di connetterci con il mistero della Vita TriUnitaria. Al di là nelle nubi intellettuali e sfruttatrici della Bontà esiste una Volontà che travalica i cattivi e travestiti pastori per essere la Consolazione dei sinceri e nascosti Cuori che non hanno mai voluto farsi voci di un culto esteriore che è pura vanità.

LA CONTEMPLAZIONE

La contemplazione aiuta a riflettere in modo profondo e concentrato sull’infinità dell’attimo della vita che si dona signorilmente per farci signori nella Regalità di Giovanni. Tale processo porta alla calma interiore e alla concentrazione, permettendo di esplorare e comprendere concetti complessi in modo più profondo.

L’essenza della contemplazione risiede nella capacità di cogliere la Bellezza e la Verità oltre la superficie delle cose. Tale esperienza manifesta la pace interiore e consapevolezza di sé e del mondo circostante.

Attraverso di essa, si può raggiungere una maggiore vicinanza alla Verità per conoscerla ed amarla.

In un mondo frenetico e incerto, la contemplazione può essere un rifugio, un’occasione per riconnettersi con sé stessi e con la propria interiorità. È un’arte antica e potente che può aiutarci a trovare la pace e la saggezza necessarie per affrontare le sfide della vita moderna. La contemplazione occupa un posto centrale nella spiritualità dei Padri della Chiesa, che erano i teologi e i pensatori cristiani dei primi secoli del Cristianesimo. La contemplazione era vista come un modo per avvicinarsi a Dio e per comprendere meglio la Sua Volontà. I Padri della Chiesa incoraggiavano la pratica della preghiera contemplativa, che consisteva nel meditare sulle Scritture e sulle verità della fede in silenzio e con attenzione.

San Gregorio di Nissa scrisse sull’importanza della contemplazione come mezzo per raggiungere la Perfezione Spirituale. Egli insegnava che attraverso la preghiera contemplativa, l’anima poteva raggiungere una profonda unione con Dio e comprendere meglio la sua volontà.

Altri Padri della Chiesa, come San Giovanni Cassiano e San Giovanni Climaco, sottolineavano l’importanza della contemplazione come strumento per superare le tentazioni spirituali e per crescere nella vita spirituale. Essi credevano che la contemplazione profonda avrebbe portato a una maggiore consapevolezza di Dio e alla trasformazione interiore dell’individuo.

Tale attività è pertanto essenziale per il progresso veritativo spirituale e come un mezzo fondamentale per avvicinarsi a Dio in modo intimo e personale.

La contemplazione è la visione beata di Dio operante nell’anima ed in essa si può assaporare la Dolcezza Divina che solo Dio può donare agli uomini che sono stati soggetti mansueti e pazienti alla magia della Legge.

ETERNARE IL PRESENTE

Nell’eternare il presente l’uomo diventato persona può ritrovare l’Amore unificatore ed in tal mondo rendere il tempo infinito nella conoscenza dove gli attimi si sommano in una linea di continuità che va al di là dei dolori passeggeri per essere nostro eterno presente.

La cultura è tempo che permane come una prigionia di elementi momentanei.

L’Amore di Dio eterna il tempo per sovrasta gli attimi di Luce donata dall’intuizione che è completa conoscenza.

Nell’eterno presente Dio può trasformare i mali del mondo perché il Male non conosce la Volontà di Amore di Dio ed i suoi piani di Redenzione. Il Male ha un volto ma è Principe di questo mondo, ma non ha la Regalità che è sempre stata presente nel mondo al fine di salvarlo dal cadere nelle trappole malefiche tese dai falsi buoni, che sono in realtà servi del Male primordiale. Mammona dona un potere che esalta e mette in luce la realtà dei pensieri e delle volontà di potenza che sono “tempi” figli del tempo pertanto non eternabili.

La presunzione del male è tale che opera in tutti i modi per travestirsi da un angelo di luce.

Se anche attraversi un deserto meditando la Parola di Dio ed incontri un Angelo di luce al crocicchio non ti fermare perché opererà in te la distrazione, prosegui pertanto ignorandolo perché i demoni dell’aria si manifestano in tante forme e molto spesso posso portare alla confusione. Essi hanno lo scopo di fermare l’eternità, ma sono esseri effimeri che non posso competere con la Sovranità Regale dell’Amore di Dio vivente nei nostri cuori. Il tempo allora diventa uno strumento per trovare l’infinito, l’eternità della conoscenza, eternare la nostra vita in un presente infinito che unisce Cielo e Terra.

“Gesù disse: «i Farisei e gli accademici hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Non sono entrati e non hanno permesso a quelli che volevano entrare di farlo. Quanto a voi siate scaltri come i serpenti e puri come le colombe». Vangelo di Tommaso 39

LA SUDDITANZA

La sudditanza può essere paragonata ad una schiavitù di natura temporale, in quanto entrambe implicano una situazione di controllo e dominio da parte di un soggetto più forte su un soggetto più debole. In entrambi i casi, la persona sottomessa è costretta a soggiogare alla volontà del falso potente ed a subire privazioni di libertà ed autonomia.

Nel caso della sudditanza, questa può manifestarsi in diverse forme, come ad esempio attraverso l’oppressione politica, economica, religiosa o sociale. Le persone in una situazione di sudditanza possono essere costrette a subire la falsa autorità di un oppressore mascherato da angelo di luce.

Gesù si mise a parlare loro in parabole: 2«Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. 3Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. 4Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. 5Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! 7Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l’erede; su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra. 8E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. 10Non avete forse letto questa Scrittura:

La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; 11dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri»? Marco 12,10

La vita della persona deve essere soggetta solo alla propria coscienza con la quale può valutare le cose del mondo per comprendere se esse sono conformi alle Cose di Dio che vivono nell’infinito.

CONCLUSIONE

La parabola dei vignaioli perfidi ci manifesta come il male si impossessi momentaneamente della Verità, creando però divisione perché usa la sua interpretazione che è niente altro che pura disinformazione ed alterazione. L’arroganza e la falsità indicano una miscela di narcisismo, disprezzo e volontà di potenza come se quest’ultima fosse una specie di esercizio di autorealizzazione. È necessario allora convenire sulla possibilità di non essere d’accordo perché i vignaioli hanno, seppur per un tempo effimero, hanno potere sulla vigna che è la Realtà della Parola di Dio.

La struttura dell’Infinito è l’affermazione innegabile di una conoscenza irripetibile che si avvia, nei suoi tempi opportuni, verso il sentiero della liberazione da coloro che hanno usurpato l’identità e la semanticità simbolica del nuovo Linguaggio donato ma tenuto oscurato come se fosse possibile prolungare all’infinito l’attualità di un fallimento che è l’epilogo necessario affinché venga eliminato il falso vestito che cela la follia che è l’incompiutezza demonica.

La pietra scartata si farà sviluppo coscienziale autentico, al di là degli astrattismi di forme pseudo-spirituali perniciose, che sono solo un apparire, ma che sono difformi dalla realtà più vera perché esiste un limite non oltrepassabile che può percorrere dallo zero all’infinito senza essere schiacciato dalla finitezza e dalla ostinazione umana.

La conoscenza è il punto-luce alla quale dobbiamo tendere perché prescinde dalle interpretazioni contingenti e ci indirizza verso la Sapienza, Madre e Proprietaria del Creato e del Suo Tesoro Spirituale che sii manifesta oltre lo spazio-tempo.

L’infinito è volto della libertà, della filialità ed espressione del Linguaggio vero che è la Terza Ipostasi dell’Io Sono. L’esperienza assoluta e totalizzante è pertanto il disvelamento di ciò che è nascosto per il trionfo del Bene in tutti i cuori di coloro che lo cercano e che hanno percepito la suggestione esercitata dal Principe di questo mondo per rivolgere il loro sguardo al Divino Re che salva la Terra.

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