Abbiamo visto come il principale scopo della costituzione, quello di impedire il ritorno al potere del fascismo attraverso l’ingovernabilità, abbia clamorosamente fallito in questo intendimento dacché la ingovernabilità stessa rende i governi deboli e permeabili ad ogni tipo di condizionamento. Ciò ha portato alla nascita del governo Monti, imposto dalla UE, e al pesante condizionamento che l’Europa esercita sul governo Conte bis, ennesimo aborto politico nato dal solito accordicchio salva poltrone e salva prebende.  Causa prima di questa situazione e del malaffare indotto che inevitabilmente si crea è la costituzione, che consente solo di eleggere il parlamento, o vero una ristretta oligarchia che non ha obblighi con l’elettorato e in funzione di questo determina le proprie priorità, priorità che mai coincidono col bene della nazione; infatti, ben consapevoli di questo, con la scusa di un effimero risparmio, si vuole giungere alla riduzione dei parlamentari, in questo modo gli accordi sono più facili e le fette in cui dividere la torta saranno più grandi senza ottenere alcun reale vantaggio economico.

Nelle democrazie presidenziali le cose vanno molto diversamente, la principale differenza è che non si vota un partito ma una persona, da questo scende che nel sistema presidenziale:

  1. La persona (il candidato) ci mette la faccia e con essa la reputazione
  2. Il candidato è concorrente di altre persone che ci mettono la reputazione
  3. La persona per vincere la concorrenza degli altri candidati deve proporre un programma vincente
  4. La partita tra candidati si gioca sul programma
  5. Il candidato che vince dovrà tener fede il più possibile al suo programma o perderà credibilità per una eventuale rielezione

Mentre nel sistema parlamentare:

  1. Non c’è nessun candidato reale, si vota il partito, nessuno ci mette la faccia
  2. Il partito non è concorrente degli altri parti ma è alla ricerca di alleanze
  3. I programmi verranno definiti in base alle alleanze e agli accordi che nascono da esse
  4. La partita si gioca sulle alleanze
  5. Le coalizioni non hanno nessun vincolo sul programma che può modificarsi in corso d’opera a seconda della tenuta dell’accordo o in base a nuove alleanze.

Il presidenzialismo premia la governabilità e la volontà della maggioranza del popolo, premia la concorrenza tra idee e programmi e premia il grado di coerenza tra ciò che il candidato eletto dichiara e ciò che effettivamente riesce a realizzare. Per contro una coalizione tra due o più partiti è sempre un gioco al compromesso che deve accontentare diverse vedute, a volte inconciliabili, che portano a programmi insoddisfacenti per i vari componenti della coalizione ma, soprattutto, insoddisfacenti per il bene della nazione, vedi il “contratto” tra 5S e Lega o l’ultimo inciucio tra PD e 5S. La più antica democrazia presidenziale è quella degli Stati Uniti d’America, sorretta da una carta costituzionale redatta nel 1787 che comincia con una prefazione che pone l’accento su una forte identità di popolo e sul fatto che è il popolo a promulgare la costituzione:

We, the people of the United States, in order to form a more perfect Union, establish justice, insure domestic tranquility, provide for the common defence, promote the general welfare, and secure the blessings of liberty to ourselves and our posterity, do ordain and establish this Constitution for the United States of America.

WE, THE PEOPLE OF THE UNITED STATES! NOI, il popolo degli Stati Uniti! NOI, il popolo degli Stati Uniti poniamo in essere questa costituzione; NOI, il popolo degli Stati Uniti vogliamo perfezionare, compiere la nostra unione; NOI siamo un popolo e NOI popolo degli stati Uniti, facciamo questo per noi stessi e per i posteri. Solo chi ha coscienza di sé esiste veramente, solo chi si identifica in una precisa identità esiste veramente, solo il popolo che SA di essere un popolo esiste come popolo e come nazione! Ben diverso l’inizio della nostra costituzione che, sebbene redatta 160 anni dopo non è ne innovativa e men che meno più moderna, comincia con un’imposizione:

IL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO

Vista la deliberazione dell’Assemblea Costituente, che nella seduta del 22 dicembre 1947 ha approvato la Costituzione della Repubblica italiana;

PROMULGA

la Costituzione della Repubblica italiana nel seguente testo….

Il Capo Provvisorio dello Stato PROMULGA, non “noi, il popolo italiano promulghiamo”; no: il CAPO promulga! Qui non è il popolo che crea, che pone in essere la costituzione, che fa la SUA carta costituzionale, qui è il CAPO provvisorio dello stato che PROMULGA e rifila al popolo italiano la costituzione! Non è un fatto di poco conto! Qui fin da subito il popolo è escluso, non pone in essere la sua costituzione ma deve adottare la costituzione che il CAPO gli consegna e che subito gli specifica che avrà una sovranità limitata da una costituzione che gli è stata data, concessa, regalata dai padri costituenti, da una oligarchia per lo più costituita da comunisti e personaggi di sinistra. Questa differenza è fondamentale perché è una oligarchia che accorda la costituzione ad un popolo, non un popolo che costruisce e si dota della propria costituzione, e l’impianto oligarchico è rimasto immutato dal 1947, quindi parlare di seconda o terza repubblica non ha alcun senso. Ma vediamo le differenze tra il sistema elettorale americano e quello italiano:

SISTEMA ELETTORALE AMERICANO

L’elezione del presidente è regolata dall’articolo 2 della costituzione e dagli emendamenti XII, XXII e XXIII e si svolge a scadenza fissa, ogni 4 anni, il primo martedì successivo al primo lunedì di novembre (Election Day), il 20 gennaio successivo si insedia il presidente eletto (Inauguration Day); tutto avviene secondo questo schema:

SISTEMA ELETTORALE ITALIANO

. I cittadini eleggono il parlamento che:

  • elegge ogni 7 anni un presidente della repubblica
  • in base ai risultati elettorali presenta una maggioranza al presidente della repubblica che nomina il presidente del consiglio

Il presidente del consiglio in accordo con la coalizione forma il governo

Mettiamo ora a confronto il sistema elettorale USA con quello italiano:

La maggiore critica che sento fare al sistema presidenziale USA (ma anche ai sistemi presidenziali in generale) è che un uomo solo al “comando” potrebbe diventare un pericolo per la democrazia, questo è assolutamente falso, basti pensare che nel XX° hitler e Mussolini avevano sopra di loro una figura di controllo (il re nel caso di Mussolini e il kaiser nel caso di hitler):

GOVERNO MUSSOLINI

Ottiene la fiducia della camera dei deputati il 27 novembre 1922 con:

306 voti favorevoli

116 contrari

7 astenuti

Ottiene la fiducia al senato il 29 novembre 1922 con:

196 voti favorevoli

17 contrari

GOVERNO HITLER

Coalizione tra il partito nazionalsocialista (NSDAP) e il partito popolare nazionale tedesco (DNVP) che ha la maggioranza in base alle elezioni svoltesi il 31 luglio 1932; il presidente Paul von Hindenburg conferisce l’incarico di formare il nuovo governo a  Kurt von Schleicher che fallisce, così il 30 gennaio 1933 Hindenburg  nomina hitler cancelliere.

Nel 1933 quindi la situazione è questa: i NOMINATI Mussolini e hitler presiedono governi autoritari, Roosevelt eletto dal popolo con 22.821.277 voti presiede un governo democratico.

Ma quali sono i meccanismi adottati nella costituzione USA per evitare derive autoritarie del presidente? La soluzione venne individuata nella separazione dei poteri, che esiste anche da noi, ma con la differenza che negli USA esiste un mutuo controllo tra il presidente (potere esecutivo), il congresso (potere legislativo) e la magistratura (potere giudiziario). Per esempio il congresso non può essere sciolto dal presidente né il congresso può sfiduciare il presidente, il presidente è il capo delle forze armate ma sotto il controllo del congresso e può stipulare trattati internazionali solo dietro approvazione del senato. Il presidente nomina i giudici federali ma sotto il controllo del senato che approva le nomine col la maggioranza dei due terzi dei senatori,  tra i compiti della suprema corte c’è il controllo il presidente.

Mentre da noi abbiamo istituzioni indipendenti, spesso e volentieri in conflitto tra loro, nel sistema statunitense le istituzioni sono pure indipendenti ma caratterizzate da una struttura di mutuo controllo, questo garantisce stabilità ed evita efficacemente derive autoritarie ascrivibili al presidente.

DEMOCRAZIA

Il termine democrazia deriva dal greco demos, POPOLO e kràtos, POTERE, quindi democrazia è potere al popolo, in una democrazia il popolo esercita il potere delegando l’attuazione pratica del potere ad un capo dal popolo stesso scelto, questo accade negli Stati Uniti. Negli USA il popolo sceglie a chi delegare il potere, sceglie e designa l’organo preposto al controllo su chi ha ricevuto il potere e pone in essere i meccanismi che evitano che un accordo tra poteri possa dai vita ad una dittatura. E’ quello statunitense un sistema perfetto? NO, assolutamente, non lo è e non lo può essere perché gli uomini e le donne sono esseri fallibili, e gli americani sono uomini e donne come tutti gli altri uomini e donne di questo pianeta, con i loro pregi e i loro difetti, ma hanno saputo interpretare e attuare il sistema elettorale che più si avvicina al concetto di democrazia.

OLIGARCHIA

Il termine oligarchia deriva dal greco oligoi, POCHI e archè, COMANDO, quindi oligarchia è pochi al comando, è questo il caso dell’Italia. Lo è perché il popolo italiano non sceglie a chi delegare il potere che ha, ma sceglie chi SCEGLIERA’ chi avrà il potere del popolo. L’italiano sceglie il parlamento, cioè l’oligoi, i POCHI, che a loro volta sceglieranno il presidente della repubblica, ovvero l’archè, il comando, lui nominerà il presidente del consiglio.

Quando va bene l’archè, il presidente della repubblica, tiene conto del parere dell’oligoi, dei pochi, e sceglie, nomina il primo ministro che gli viene proposto, quando va male l’archè sceglie per suo conto, come è successo con l’affaire Monti, o esercita grosse pressioni sull’oligoi su chi gradirebbe come presidente del consiglio, come è successo nel caso della coalizione Lega-M5S che ha dovuto proporre Conte.

E’ chiaro che l’archè, il comando, il presidente della repubblica, è permeabile alle pressioni internazionali, il presidente della repubblica italiana è permeabile ai potentati stranieri perchè un uomo solo, non ha nessuna investitura popolare, è stato semplicemente scelto dall’oligoi e a loro e a loro solo deve rispondere, cono loro solo è in debito e per loro solo lavora.

Il governo che nasce in queste condizioni è come un atomo geonio, un falso atomo creato in una Trappola di Penning, sa che la sua “emivita” è assai corta, sa che le forze di coesione della coalizione che lo compone sono assai deboli e che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, quindi il governo deve per prima cosa accontentare l’oligoi che lo sostiene e arraffare nel più breve tempo possibile tutto quello che il potere gli concede di arraffare, come la belva che ha appena catturato la sua preda è consapevole che la deve mangiare nel più breve tempo possibile, perché da un momento all’altro potrebbe arrivare qualcun’altro al suo posto.

Augusto Barbera – “le basi filosofiche del costituzionalismo”

Ed. Laterza

ISBN 9788842053989

Aljs Vignudelli – “Diritto costituzionale”

Ed. Giappichelli 

ISBN 9788834800

Maurizio Fioravanti“Costituzione e popolo sovrano. La costituzione italiana nella storia del costituzionalismo moderno”

Ed. Il Mulino ISBN 8815097317

Bruce A. Ackerman – “We the People: Foundations” – vol. 1

Ed. Harward Unversity Press

EAN 9780674948419

Bruce A. Ackerman – “We the People: Trasformations” – vol. 2

Ed. Harward Unversity Press

EAN 9780674003972

Brunella Casalini – “Sovranità popolare, governo della legge e governo dei giudici negli Stati Uniti d’America”

Ed. Feltrinelli