Secondo un nuovo allarme, la debolezza dell’economia tedesca potrebbe innescare un contagio nell’area euro se il calo della produzione industriale continuerà a trascinare giù il cuore finanziario dell’area dell’euro.
Levi Winhester per express.co.uk Scelto e tradotto da Gustavo Kulpe

Il bilancio tedesco registra un calo causato dalle deludenti vendite di auto negli ultimi mesi, e ha anche risentito delle ripercussioni della guerra commerciale sempre più aspra tra Stati Uniti e Cina. L’indice IHS Markit di Purchasing Managers (PMI) per l’industria manifatturiera, che rappresenta circa un quinto dell’economia, è sceso a 44,3 a maggio, avvicinandosi al livello più basso dal 2012. Questo indica un calo rispetto al 44,4 registrato ad aprile ed è il quinto consecutivo sotto il 50, che separa la crescita dalla contrazione. Significa che il settore manifatturiero, probabilmente il motore principale dell’economia tedesca, è in recessione da gennaio.
Questo rallentamento ha provocato un downgrade nelle previsioni di crescita del 2019, con le Camere di Industria e Commercio DIHK che hanno rivisto al ribasso la previsione per l’economia, lo 0,6 percento contro lo 0,9 percento inizialmente previsto
Il mese scorso, il ministro dell’Economia Peter Altmaier ha abbassato le previsioni di crescita tedesche per il 2019 allo 0,5%.
Questo vuol dire un calo rispetto a una stima già al ribasso dell’1,0%, mentre le aspettative iniziali di crescita del PIL per quest’anno erano alte,ddirittura dell’1,8%.
Tuttavia il governo tedesco insiste che la spinta al rialzo si possa verificare nel 2020, quando si prevede una crescita dell’1,5 percento.
Juan Jose Gil, capo del Fenadismer, un’associazione che rappresenta 32.000 piccole compagnie di trasporto spagnole, avverte che è possibile che questa debolezza in Germania possa diffondersi in altre nazioni dell’eurozona.
Gil fa notare come in Spagna i camionisti stiano vedendo un rallentamento della domanda da parte dei clienti in Francia e Germania.
“La Germania è la locomotiva d’Europa.” ha dichiarato lo stesso Gil a Bloomberg.
“Se la Germania prende un raffreddore, tutti gli altri paesi si ammalano”.
In effetti, una nuova indagine del gruppo di ricerca Sentix questa settimana ha rivelato come il morale degli investitori nell’eurozona sia peggiorato bruscamente in giugno, scendendo ben al di sotto delle aspettative.
Incolpando la situazione del commercio Usa-Cina, Sentix ha dichiarato che l’indice di fiducia dei suoi investitori per la zona euro è sceso a -3,3 a giugno dal 5,3 di maggio.
Gli analisti si aspettavano il 2,9.
In Francia, la banca centrale ha ridotto le sue prospettive di crescita economica questa settimana, citando come causa l’indebolimento della domanda da parte dei partner commerciali per le esportazioni.
La Banca di Francia prevede che la seconda economia della zona euro crescerà dell’1,3 percento quest’anno e dell’1,4 percento l’anno prossimo, in calo rispetto alle stime di marzo dell’1,4 percento e dell’1,5 percento, rispettivamente.
Ha mantenuto la sua previsione del 2021 all’1,4%.
La situazione sembra più ottimistica in Spagna, dove questa settimana la banca centrale ha dichiarato che l’economia è destinata a crescere ad un ritmo più alto quest’anno rispetto a quanto previsto in precedenza dopo un solido primo semestre.
Nelle sue prospettive economiche per il 2019-2021, la crescita della banca centrale quest’anno è stata del 2,4%, superiore alla precedente previsione del 2,2% rilasciata a marzo, ma ancora caratterizzata da un rallentamento rispetto all’espansione del 2,6% del 2018.
Ha lasciato le sue prospettive di crescita per il 2020 e il 2021 invariato all’1,9% e all’1,7%.
Mentre in Italia, una nazione che è attualmente bloccata da una polemica con la Commissione europea per le sue voci di spesa, il debito è aumentato dal 131,4 per cento del prodotto interno lordo (PIL) nel 2017 al 132,2 per cento nel 2018.
Tuttavia, previsioni fosche prevedono che questa cifra aumenterà ulteriormente nel 2019, dove potrebbe raggiungere il 133,7 percento quest’anno e il 135,2 percento nel 2020.
La banca centrale ha detto di aspettarsi un prodotto interno lordo (PIL) in crescita dello 0,7% l’anno prossimo e dello 0,9% nel 2021 rispetto alle previsioni precedenti rispettivamente dello 0,9% e dell’1%.
Si prevedeva una crescita del PIL dell’1,0 per cento quest’anno, non più tardi dello scorso dicembre.
Themis Themistocleous, Chief Investment Officer per l’Europa presso UBS Wealth Management, ha riconosciuto come sia possibile una recessione in Europa, ma ha sostenuto che l’economia è più resiliente di quanto alcune situazioni possano indurre a credere.
In una intervista rilasciata a Kathimerini (quotidiano in lingua greca, n.d.t.), ha affermato che “l’Europa e la zona euro possono sopravvivere” se l’area dovesse trovarsi di fronte a una crisi finanziaria.
Ha detto: “Potrebbe esserci una recessione? Se sì, quando potrebbe accadere e quanto potrebbe essere profonda?
“Se consideriamo lo sviluppo dell’economia della zona euro direi che è molto probabilmente a metà ciclo.
“Quindi se c’è una recessione è improbabile che le cause siano da ricercare nell’Europa stessa.
“L’innesco potrebbe essere causato da una recessione negli Stati Uniti, da un brusco rallentamento dell’economia cinese o da una combinazione dei due fattori.”